Com’è iniziato tutto?
Nessuno lo sapeva chiaramente, ciò che per certo si conosceva
era il contenuto del piccolo diario di Azusa.
Fortunatamente ne teneva
uno, e tutti i giorni ci scriveva almeno qualche riga.
E fu proprio grazie a
questo diario che i misteri sulla sua morte si chiarirono.
Lei, quotidianamente, prendeva una dose troppo grande di
psicofarmaci…
Buongiorno gentaglia
^^
eheheh...il continuo
di questa fic arriva millenni dopo, ma vabbè dai... meglio tardi che mai, no?
Già. Avevo detto che
era a capitolo unico ma alla fine ho deciso di scriverne almeno un altro
(grazie al sostegno di saru che ringrazioooooooooo ^.-).
Ok, bando alle ciance
^^
Autrice:darkrumiko
Serie: GTO
Titolo: Ci
rivedremo..forse
Parte: 2/2
Protagonisti:
Onizuka/Azusa
Disclaimer: i
personaggi non sono di mia produzione ù.ù che peccatuuuu... mi immagino Onizuka
mio figlio!! *.*
Capitolo secondo:
"l'inizio"
> Azusa bambina:
"papà, papà!!! dove andiamo??"
Papà: "adesso ti
porto in un bel posto...ti piacciono le giostre, no??"
Azusa bambina: "
si che mi piacciono papi!!" lo abbracciò forte alle gambe.
Il padre le scompigliò
i capelli: "bene, allora andiamo".
La caricò in macchina
e partì.
Poi un improvviso
cambio di scena.
La piccola Azusa che
veniva sbattuta addosso alla porta di casa di sua madre.
Piangeva, chiedeva aiuto, gridava.
Ma nessuno ci faceva
caso.
Il dolore...
Non solo fisico...
Un dolore forte al
petto la invase.
Iniziò a chiedere il
perchè...senza ricevere alcuna risposta.
Solo la violenza.
Nient'altro.
Poteva urlare e
dimenarsi quanto voleva.
Nulla sarebbe
cambiato. E lei lo sapeva. Lo sapeva benissimo...
Fu sua madre, in quel
momento, a interrompere quella scena cruenta arrivando alla porta e guardando
storto i due.
Mamma: "che ci
fai qui?? ho detto che non voglio vederla!"
Papà: "io sono
davvero stanco!!"
Buttò a terra la
figlia e, senza tante cerimonie, ripartì per raggiungere casa sua.
Azusa rimase a terra,
con il viso rivolto al pavimento a piangere.
Nessuno la badò.
...era come se non
esistesse...e fosse un peso al tempo stesso...
Quella bambina,
all'età di nove anni...era già morta. <
Anche quella mattina
la professoressa Fuyutsuki Azusa si alzò dal letto.
Una giornata come
tante stava per iniziare e lei doveva essere precisa e puntuale come sempre.
Forse non è proprio
preciso dire "una giornata come tante altre" quando Onizuka
giorvagava per la scuola...
Abozzò un sorriso.
Onizuka. L'uomo che la
stava riportando alla luce dopo anni di buio.
Avvicinandosi allo specchio si guardò
dall'alto in basso.
La cicatrice sulla
coscia fu la prima cosa che le balzò all'occhio come sempre.
E, come sempre,
assieme alla visione di quella cicatrice, le ritornarono alla mente altri
dispiacevoli ricordi.
Non disturbava nessuno
e non parlava mai.
L'unica cosa che
faceva era ubbidire a sua madre.
Nient'altro.
Faceva di tutto pur di
essere accettata da lei. Non voleva sentirsi un peso e per questo, qualunque
cosa le chiedesse, lei eseguiva senza batter ciglio. Ormai ci aveva fatto
l'abitudine e non ci faceva più di tanto caso.
Stava sdraiata sul letto ad ascoltarsi una
vecchia cassetta contenente delle canzoni.
A quel tempo loro
abitavano ancora dalla nonna e doveva condividere la camera con sua sorella e
sua madre.
Successe tutto a tempo
record:
-lo sbattere della
porta;
-le grida di sua
sorella;
-lo scricchiolio di un
qualcosa che stava andando in frantumi e poi un dolore lancinante alla
gamba.>
Scosse la testa respirando profondamente.
Si vestì e corse a
scuola.
Il lavoro di
insegnante le era sempre piaciuto.
La faceva sentire
utile e appagata.
Ma tutto durava solo 5
misere ore.
Ok..ok…
Questo è l’ultimo.
Giuro.
Ma ci stava troppo!!
XDDD
Ringrazio tutti i
pazzi che leggeranno e commenteranno.
†Darkrumiko†