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Autore: Arish    24/10/2012    0 recensioni
Jessie è una ragazza di 16 anni, di giorno è una normale adolescente che vive una vita normale, di notte, invece, si trasforma in una delle creature più pericolose di questo mondo, soprattutto una volta al mese, con una bella luna piena che splende in cielo può fare cose che si sono sentite sempre e solo nelle legende. Proprio durante una ricerca Jessie fa uno strano incontro, che le sconvolgerà per sempre la vita...
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cercami


-Ti rendi conto di cosa poteva succedere? Ma sei scema?- Sarah non la smetteva più di rimproverarmi per la mia medesima cavolata.
-Senti, ho capito, basta! La prossima volta se hai paura resta a casa!-
-Io paura? Senti bella qui non è un gioco! Non si tratta di paura o codardaggine, ma si tratta del fatto che se ci beccano ci uccidono!-
-Quanto sei melodrammatica!- dissi girandole le spalle e iniziando a correre verso casa.
 
Avete appena assistito ad una delle solite litigate con una mia “amica”, mi presento, sono Jessie, Jessie McRinnalch, ho sedici anni e vivo come una qualsiasi adolescente inglese: casa, scuola, amici e feste…certo sono una qualsiasi adolescente fino al plenilunio, a quel punto diciamo che non potrei definirmi tale. Sarah, la ragazza con cui mi avete vista litigare è una ragazza lupo anche lei, viene a scuola con me e da quando eravamo piccole non ci sopportiamo, ma facendo parte dello stesso branco a volte siamo costrette a stare insieme. Beh, adesso stop con le presentazioni…vi lascio proseguire…
 
Arrivai a casa e trovai i miei che mi aspettavano seduti sul divano con aria molto seria.
-Dove sei stata?- chiese mio padre alzandosi bruscamente.
-In giro con Sarah…- dissi io lanciandogli un’occhiata.
-Ti sembra questo l’orario in cui tornare, signorina?-
-No…- dissi anche se non lo pensavo affatto, se avessi detto un bel ‘Si’ avrebbe continuato all’infinito.
-Beh, la prossima volta che torni a casa a quest’ora di scordi uscite e robe varie per il resto della tua vita!-
Sbuffai e salii in camera mia, se solo avessero saputo…Chissa forse non si sarebbero più proccupati così tanto per la mia incolumità.
Sentii il cellulare squillare, era Melanie.
-Hei Mel!-
-Ciao bella…come va?-
-Tutto bene, sono appena tornata a casa…-
-Hai trovato ciò che cercavi?-
-No, non so neanche cosa o chi sto cercando!-
-Beh penso che questo potrebbe esserti utile..- la sentii smanettare con la tastiera del computer e poi il rumore della stampante.
-Che hai trovato?-
-Una cosa che potrebbe farti capire cio che ti serve per trovare l’altro branco…-
-Speriamo che questa volta ci aiuti-
-Dai, ci vediamo domani e mi racconti tutto.-
-Okok, ciao- attaccai e mi infilai sotto le coperte.
 
L’indomani appena entrai con la moto nel parcheggio della scuola trovai Melanie e Sarah che parlavano, piucchealtro sembrava che Melanie parlasse perché minacciata.
-Sei una deficiente!- dissi sapendo che Sarah mi avrebbe sentita.
-Senti chi parla!- mi rispose sbuffando.
Parcheggiai la moto e andai dalle ragazze.
-Allora?-
-Tieni questo è quello che ho trovato…-
Diedi una letta veloce all’articolo di giornale senza capire perché mi avesse portato quel coso.
-Che me ne faccio di un articolo come questo?-
-Vai avanti scema!- i disse Sarah in tono scortese
L’articolo parlava di cinque persone scomparse nell’arco di due mesi, non si avevano più traccie di loro, l’unica cosa che si era ritrovata erano delle impronte di animale  e del sangue umano.
-Dove è successo?-
-A pochi chilometri da qui…- disse Melanie.
Annuii ed entrai dentro scuola, ero il vicecapobranco, detta anche Beta, e avendo questo ruolo così importante molto spesso dovevo assumermi delle responsabilità per proteggere il resto del branco.
-Che hai intenzione di fare?- Sarah sembrava seriamente preoccupata.
-Andrò lì a cercare queste persone…o le troviamo morte o…saranno come noi- dissi accartocciando il foglio e buttandolo nel primo cestino a disposizione.
 
Entrai a scuola e con la borsa a tracolla andai verso la mia classe. Appena entrai vidi un ragazzo nuovo in fondo all’aula, aveva occupato il mio posto.
-Ciao…- dissi scrutandolo.
-Ciao- rispose con un sorrisetto strafottente.
-Hai occupato il mio posto- avevo gia la testa piena di preoccupazioni varie e stare al primo banco, di prima mattina, perché un tizio presentatosi lì di punto in bianco mi aveva fregato il posto, no, non mi stava bene!
Il tizio mi continuava a scrutare e alla fine si alzò e mi lasciò il posto.
-Grazie…-
-Sbuffò e se ne andò in un altro banco-
Mi sedetti e mi massaggiai le tempie. Ultimamente avevo troppi pensieri, contando anche il fatto che da circa un mese erano arrivati in città anche dei cacciatori, diciamo che non stavo poi così tranquilla.
-Signorina McRinnalch ci vuole ricordare l’argomento assegnato per oggi?-
-Eh?- alzai lo sguardo di scatto e misi a fuoco il professore che mi stava a meno di un metro di distanza e mi fissava con aria furiosa.
-Dietro di lui, al primo banco il ragazzo nuovo mi fissava con occhi leggermente socchiusi come se stesse cercando di leggermi nel penisero.
-McRinnalch?- disse nuovamente il professore.
-Sinceramente non so cosa c’era per oggi- dissi decisa e forse con aria piuttosto strafottente.
-Che novità…- sbuffò il prof tra se e se, lo avevo sentito benissimo.
-L’ho sentita- dissi scuotendo la testa e ridacchiando. Una cosa che non sopportavo di me era che quando ero nervosa avevo quella risatina isterica intollerante.
Sentii il professore prendere un respiro profondo e poi il ragazzo nuovo ridacchiare.
-Non c’è nulla da ridere signor Rosh!- disse il professore infuriato.
-No, mi scusi prof.!- disse lui continuando a ridere. La sua risata era contaggiosa e anche io iniziai a ridere.
-McRinnalch, Rosh, uscite immediatamente!- disse il professore puntando l’indice verso la porta.
Presi la mia robba e uscii insieme al ragazzo dalla classe.
-Wow, primo giorno di scuola e gia in presidenza!- disse lui ridendo.
-Scusami…anche per prima…- dissi sorridendogli.
-Figurati, comunque io sono Kyle- disse porgendomi la mano.
Gli strinsi la mano sorridendogli –Jessie- dissi per poi lasciargli la mano.
 
Dopo essere passati per la presidenza ovviamente finimmo a prenderci un caffe con un foglietto rosa in mano, il pass per la detenzione.
-Da dove vieni?- gli chiesi sorseggiando il mio cappuccino.
-Dublino…-
-Bella città…ora dove vivi?-
-Qui vicino, una decina di chilometri da scuola…-
Mentre parlava lo guardavo cercando di non farglielo vedere.
Sarà stato alto più o meno un metro e ottantacinque, capelli neri un po’ lunghini e occhi color ghiaccio,  la pelle non troppo chiara ma neanche troppo scura, diciamo che era piuttoso olivastra per essere irlandese. Aveva due anellini d’argento sull’orecchio sinistro in alto, indossava un paio di jeans scuri un po’ calati e una felpa comoda dei Guns N’ Roses.
 
Usciti dalla detenzione era ormai tardo pomeriggio e nel parcheggio era rimasta solo la mia moto.
-Come fai a tornare a casa? Non ti farai dieci chilometri tutti a piedi?!- gli chiesi spalancando gli occhi.
-Maah, mi piace camminare…- disse lui con quel sorrisetto.
-Se vuoi ho la moto ti posso dare uno strappo a casa…-
-Non vorrei farti fare troppi giri-
-No figurati…tanto mi devo incontrare dalle tue parti con dei miei amici-
-Uh, allora ok!- disse alzando le spalle.
Montammo in moto e lo lasciai dove mi disse lui, poi andai dal mio branco che mi aspettava ai confini del bosco.
 
-Eccola!- disse Luke con un bel sorrisone. Luke aveva dieci anni, era un nuovo arrivato nel branco e ogni volta mi salutava e mi veniva ad abbracciare, ero stata io a trovarlo quasi morto nel bosco un mese prima ed ero stata io a prendermi cura di lui. Visto che non era morto si era trasformato in un licantropo e adesso mi copriva sempre le spalle e io lo aiutavo a controllarsi.
-Mi spieghi dove eri finita?- mi chiese Gabe, lui era l’Alfa, ovvero il capobranco, era un ragazzo di ventidue anni. Lo avevo incontrato durante una delle mie prime trasformazioni e lui mi aveva cresciuta come una figlia, ormai erano cinque anni che facevamo parte dello stesso branco, piucchealtro eravamo stati noi due a dare origine a quel branco.
-Scusami, ho passato tre ore in punizione e poi ho accompagnato un mio amico a casa…-
-Ok, ma evita altri ritardi-
Annuii e mi rivolsi verso gli altri con uno sguardo dispiaciuto, tutti alzarono le spalle e mi sorrisero.
-Da dove iniziamo?- chiese Gabe.
-L’articolo che mi ha dato Melanie dice che sono state trovate solo tracce di sangue e impronte d’animale…spero che questa volta possiamo arrivare a qualche conclusione-
-Bene, allora andiamo alla ricerca di sangue umano!- disse Luke entusiatsta.
Risi e con lui alla mia destra iniziai ad entrare nel bosco.
 
Ore e ore di ricerche ma non trovammo niente se non quelche stupida, inutile carcassa rimasta lì a marcire.
-Che palle!- urlai dando un calcio ad un albero.
-Calma…stai tranquilla che prima o poi ce la faremo- disse Gabe abbracciandomi.
-Non ne posso più-
Sentivo l’adrenalina aumentare in me ed ero più che sicura che tra pochi secondi mi sarei trasformata quindi i ragazzi si allontanarono e lasciarono che il mio corpo mutasse.
Senza pensarci un secondo iniziai a correre via, non sapevo cosa stavo rincorrendo ma un odore mi chiamava a se e il mio istinto di lupo mi diceva che dovevo risalire a quell’odore.
Sangue, odore di sangue. C’era dell’altro, mi bloccai di colpo, non ero sola, c’erano altri con me.
Ringhiai al vuoto, ero sicurissima di non essere sola e gli odori che sentivano non appartenevano al mio branco.
Rnghiai di nuovo e stavolta sentii dei passi dietro di me. Mi girai di scatto e trovai davanti a me un unomo, capelli neri corti e sparati in aria, occhi verdi e denti bianchissimi. Non sembrava impaurito, non aveva armi addosso, quindi l’unica spiegazione era che fosse un licantropo e non un cacciatore.
-Chi sei?- chiesi ringhiante.
-Il mio nome è Adrian Turner- disse in un sussurro –Tu devi essere Jessie, la piccola McRinnalch-
Come faceva a sapere il mio nome? Tornai umana e lo guardai tremante.
-Come fai a conoscermi?-
-Sono un vecchio amico di tuo padre, del tuo vero padre…- -Ti rendi conto di cosa poteva succedere? Ma sei scema?- Sarah non la smetteva più di rimproverarmi per la mia medesima cavolata.
-Senti, ho capito, basta! La prossima volta se hai paura resta a casa!-
-Io paura? Senti bella qui non è un gioco! Non si tratta di paura o codardaggine, ma si tratta del fatto che se ci beccano ci uccidono!-
-Quanto sei melodrammatica!- dissi girandole le spalle e iniziando a correre verso casa.
 
Avete appena assistito ad una delle solite litigate con una mia “amica”, mi presento, sono Jessie, Jessie McRinnalch, ho sedici anni e vivo come una qualsiasi adolescente inglese: casa, scuola, amici e feste…certo sono una qualsiasi adolescente fino al plenilunio, a quel punto diciamo che non potrei definirmi tale. Sarah, la ragazza con cui mi avete vista litigare è una ragazza lupo anche lei, viene a scuola con me e da quando eravamo piccole non ci sopportiamo, ma facendo parte dello stesso branco a volte siamo costrette a stare insieme. Beh, adesso stop con le presentazioni…vi lascio proseguire…
 
Arrivai a casa e trovai i miei che mi aspettavano seduti sul divano con aria molto seria.
-Dove sei stata?- chiese mio padre alzandosi bruscamente.
-In giro con Sarah…- dissi io lanciandogli un’occhiata.
-Ti sembra questo l’orario in cui tornare, signorina?-
-No…- dissi anche se non lo pensavo affatto, se avessi detto un bel ‘Si’ avrebbe continuato all’infinito.
-Beh, la prossima volta che torni a casa a quest’ora di scordi uscite e robe varie per il resto della tua vita!-
Sbuffai e salii in camera mia, se solo avessero saputo…Chissa forse non si sarebbero più proccupati così tanto per la mia incolumità.
Sentii il cellulare squillare, era Melanie.
-Hei Mel!-
-Ciao bella…come va?-
-Tutto bene, sono appena tornata a casa…-
-Hai trovato ciò che cercavi?-
-No, non so neanche cosa o chi sto cercando!-
-Beh penso che questo potrebbe esserti utile..- la sentii smanettare con la tastiera del computer e poi il rumore della stampante.
-Che hai trovato?-
-Una cosa che potrebbe farti capire cio che ti serve per trovare l’altro branco…-
-Speriamo che questa volta ci aiuti-
-Dai, ci vediamo domani e mi racconti tutto.-
-Okok, ciao- attaccai e mi infilai sotto le coperte.
 
L’indomani appena entrai con la moto nel parcheggio della scuola trovai Melanie e Sarah che parlavano, piucchealtro sembrava che Melanie parlasse perché minacciata.
-Sei una deficiente!- dissi sapendo che Sarah mi avrebbe sentita.
-Senti chi parla!- mi rispose sbuffando.
Parcheggiai la moto e andai dalle ragazze.
-Allora?-
-Tieni questo è quello che ho trovato…-
Diedi una letta veloce all’articolo di giornale senza capire perché mi avesse portato quel coso.
-Che me ne faccio di un articolo come questo?-
-Vai avanti scema!- i disse Sarah in tono scortese
L’articolo parlava di cinque persone scomparse nell’arco di due mesi, non si avevano più traccie di loro, l’unica cosa che si era ritrovata erano delle impronte di animale  e del sangue umano.
-Dove è successo?-
-A pochi chilometri da qui…- disse Melanie.
Annuii ed entrai dentro scuola, ero il vicecapobranco, detta anche Beta, e avendo questo ruolo così importante molto spesso dovevo assumermi delle responsabilità per proteggere il resto del branco.
-Che hai intenzione di fare?- Sarah sembrava seriamente preoccupata.
-Andrò lì a cercare queste persone…o le troviamo morte o…saranno come noi- dissi accartocciando il foglio e buttandolo nel primo cestino a disposizione.
 
Entrai a scuola e con la borsa a tracolla andai verso la mia classe. Appena entrai vidi un ragazzo nuovo in fondo all’aula, aveva occupato il mio posto.
-Ciao…- dissi scrutandolo.
-Ciao- rispose con un sorrisetto strafottente.
-Hai occupato il mio posto- avevo gia la testa piena di preoccupazioni varie e stare al primo banco, di prima mattina, perché un tizio presentatosi lì di punto in bianco mi aveva fregato il posto, no, non mi stava bene!
Il tizio mi continuava a scrutare e alla fine si alzò e mi lasciò il posto.
-Grazie…-
-Sbuffò e se ne andò in un altro banco-
Mi sedetti e mi massaggiai le tempie. Ultimamente avevo troppi pensieri, contando anche il fatto che da circa un mese erano arrivati in città anche dei cacciatori, diciamo che non stavo poi così tranquilla.
-Signorina McRinnalch ci vuole ricordare l’argomento assegnato per oggi?-
-Eh?- alzai lo sguardo di scatto e misi a fuoco il professore che mi stava a meno di un metro di distanza e mi fissava con aria furiosa.
-Dietro di lui, al primo banco il ragazzo nuovo mi fissava con occhi leggermente socchiusi come se stesse cercando di leggermi nel penisero.
-McRinnalch?- disse nuovamente il professore.
-Sinceramente non so cosa c’era per oggi- dissi decisa e forse con aria piuttosto strafottente.
-Che novità…- sbuffò il prof tra se e se, lo avevo sentito benissimo.
-L’ho sentita- dissi scuotendo la testa e ridacchiando. Una cosa che non sopportavo di me era che quando ero nervosa avevo quella risatina isterica intollerante.
Sentii il professore prendere un respiro profondo e poi il ragazzo nuovo ridacchiare.
-Non c’è nulla da ridere signor Rosh!- disse il professore infuriato.
-No, mi scusi prof.!- disse lui continuando a ridere. La sua risata era contaggiosa e anche io iniziai a ridere.
-McRinnalch, Rosh, uscite immediatamente!- disse il professore puntando l’indice verso la porta.
Presi la mia robba e uscii insieme al ragazzo dalla classe.
-Wow, primo giorno di scuola e gia in presidenza!- disse lui ridendo.
-Scusami…anche per prima…- dissi sorridendogli.
-Figurati, comunque io sono Kyle- disse porgendomi la mano.
Gli strinsi la mano sorridendogli –Jessie- dissi per poi lasciargli la mano.
 
Dopo essere passati per la presidenza ovviamente finimmo a prenderci un caffe con un foglietto rosa in mano, il pass per la detenzione.
-Da dove vieni?- gli chiesi sorseggiando il mio cappuccino.
-Dublino…-
-Bella città…ora dove vivi?-
-Qui vicino, una decina di chilometri da scuola…-
Mentre parlava lo guardavo cercando di non farglielo vedere.
Sarà stato alto più o meno un metro e ottantacinque, capelli neri un po’ lunghini e occhi color ghiaccio,  la pelle non troppo chiara ma neanche troppo scura, diciamo che era piuttoso olivastra per essere irlandese. Aveva due anellini d’argento sull’orecchio sinistro in alto, indossava un paio di jeans scuri un po’ calati e una felpa comoda dei Guns N’ Roses.
 
Usciti dalla detenzione era ormai tardo pomeriggio e nel parcheggio era rimasta solo la mia moto.
-Come fai a tornare a casa? Non ti farai dieci chilometri tutti a piedi?!- gli chiesi spalancando gli occhi.
-Maah, mi piace camminare…- disse lui con quel sorrisetto.
-Se vuoi ho la moto ti posso dare uno strappo a casa…-
-Non vorrei farti fare troppi giri-
-No figurati…tanto mi devo incontrare dalle tue parti con dei miei amici-
-Uh, allora ok!- disse alzando le spalle.
Montammo in moto e lo lasciai dove mi disse lui, poi andai dal mio branco che mi aspettava ai confini del bosco.
 
-Eccola!- disse Luke con un bel sorrisone. Luke aveva dieci anni, era un nuovo arrivato nel branco e ogni volta mi salutava e mi veniva ad abbracciare, ero stata io a trovarlo quasi morto nel bosco un mese prima ed ero stata io a prendermi cura di lui. Visto che non era morto si era trasformato in un licantropo e adesso mi copriva sempre le spalle e io lo aiutavo a controllarsi.
-Mi spieghi dove eri finita?- mi chiese Gabe, lui era l’Alfa, ovvero il capobranco, era un ragazzo di ventidue anni. Lo avevo incontrato durante una delle mie prime trasformazioni e lui mi aveva cresciuta come una figlia, ormai erano cinque anni che facevamo parte dello stesso branco, piucchealtro eravamo stati noi due a dare origine a quel branco.
-Scusami, ho passato tre ore in punizione e poi ho accompagnato un mio amico a casa…-
-Ok, ma evita altri ritardi-
Annuii e mi rivolsi verso gli altri con uno sguardo dispiaciuto, tutti alzarono le spalle e mi sorrisero.
-Da dove iniziamo?- chiese Gabe.
-L’articolo che mi ha dato Melanie dice che sono state trovate solo tracce di sangue e impronte d’animale…spero che questa volta possiamo arrivare a qualche conclusione-
-Bene, allora andiamo alla ricerca di sangue umano!- disse Luke entusiatsta.
Risi e con lui alla mia destra iniziai ad entrare nel bosco.
 
Ore e ore di ricerche ma non trovammo niente se non quelche stupida, inutile carcassa rimasta lì a marcire.
-Che palle!- urlai dando un calcio ad un albero.
-Calma…stai tranquilla che prima o poi ce la faremo- disse Gabe abbracciandomi.
-Non ne posso più-
Sentivo l’adrenalina aumentare in me ed ero più che sicura che tra pochi secondi mi sarei trasformata quindi i ragazzi si allontanarono e lasciarono che il mio corpo mutasse.
Senza pensarci un secondo iniziai a correre via, non sapevo cosa stavo rincorrendo ma un odore mi chiamava a se e il mio istinto di lupo mi diceva che dovevo risalire a quell’odore.
Sangue, odore di sangue. C’era dell’altro, mi bloccai di colpo, non ero sola, c’erano altri con me.
Ringhiai al vuoto, ero sicurissima di non essere sola e gli odori che sentivano non appartenevano al mio branco.
Rnghiai di nuovo e stavolta sentii dei passi dietro di me. Mi girai di scatto e trovai davanti a me un unomo, capelli neri corti e sparati in aria, occhi verdi e denti bianchissimi. Non sembrava impaurito, non aveva armi addosso, quindi l’unica spiegazione era che fosse un licantropo e non un cacciatore.
-Chi sei?- chiesi ringhiante.
-Il mio nome è Adrian Turner- disse in un sussurro –Tu devi essere Jessie, la piccola McRinnalch-
Come faceva a sapere il mio nome? Tornai umana e lo guardai tremante.
-Come fai a conoscermi?-
-Sono un vecchio amico di tuo padre, del tuo vero padre…- 
  
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