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Autore: Haley_    24/10/2012    12 recensioni
Elena Gilbert lavora in un giornale di moda a New York ma, quando il suo datore di lavoro la licenzia, è costretta a tornare a Mystic Falls dove l’attendono alcune questioni lasciate irrisolte sei anni prima. In particolare il rapporto con i fratelli Salvatore, Damon e Stefan, che la conoscono da quando è nata e che hanno un passato fatto di alti e bassi con lei.
Elena si trova a dover gestire situazioni difficili ed eventi avversi e nel mentre deve cercare di far chiarezza sui suoi veri sentimenti per i Salvatore. Quando, però, riesce ad arrivare ad una decisione, scopre che l’uomo che ama sta per sposarsi.
N.B. Sono tutti umani.
STORIA IN FASE DI REVISIONE
Revisionata fino al capitolo:3
Genere: Commedia, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una damigella per lo sposo'
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                                                                     18

Complicazioni.

L’ultima parola che vorresti sentire davanti ad una sala parto.

Riecheggia nella mia testa da quando l’infermiera mi ha lasciato qui per tornare in sala.

Non so più dove sia Rick, ho perso la cognizione del tempo e dello spazio. Sono completamente presa dai troppi ed orribili pensieri.

Questo bambino deve nascere e Jenna deve stare bene.

Deve essere così.

“Sta’ tranquilla. – Damon mi si avvicina per accarezzarmi i capelli. – Meredith è una specializzanda qui ed è amica della caposala… è riuscita ad entrare per assistere e ci aggiornerà ad ogni movimento.”

“Grazie.” Sussurro solamente prima di scoppiare in un pianto disperato.

“Vieni qui. – Con estrema dolcezza mi abbraccia cullandomi piano. – Andrà tutto bene. Poi parliamoci chiaro.. questo bimbo è abbastanza forte da superare il trauma di avere quel coglione di Rick come padre, necessariamente dovrà superare qualsiasi cosa! E Jenna deve tenere ancora d’occhio te e quel rimbambito di Jeremy, oltre che Rick… la vostra casa rischierebbe di andare allo scatafascio!”

Mi lascio scappare una risata amara, ma con questa un fiume di lacrime mi travolge e, quasi strozzandomi, riprendo a singhiozzare ancora più forte di prima.

“Volevo farti ridere, non pensavo di fare questo effetto alle donne. Solitamente mi urlano contro oppure le faccio urlare e basta… ma non mi era mai capitato di farle piangere a qualche battuta.”

Mi stringo di più a lui, afferrando la stoffa della giacca.

“Grazie.” Dico a stento.

 

Rientrai nella camera in cui dormiva Stefan cercando di non far rumore.

La dichiarazione di Damon mi aveva turbato, era stata emozionante, dolce ma era arrivata nel momento più sbagliato.

Era innamorato di me, ero la prima ragazza con cui stava per fare l’amore.

Più ripensavo a lui e alle sue parole, più il cuore mi batteva come impazzito.

‘Scegli me’ mi aveva detto.

Ma come potevo scegliere lui dopo ciò che era accaduto con Stefan? Semplicemente non potevo… perché non ero più la ragazzina innamorata di Damon Salvatore, l’amico che mi trattava come una sorella minore.

Oramai ero diventata una ‘piccola’ donna alle prese con le prime emozioni adulte.

Ero attratta da Stefan, sia fisicamente che mentalmente, ma i miei sentimenti per Damon non erano mai scomparsi, si erano nascosti bene fino a farmi pensare che fossero sempre stati frutto delle mie fantasticherie adolescenziali.

Non era così.

“Elena.” Per mia sfortuna, Stefan era sveglio.

Appoggiato alla testiera del letto, indossava solo  i boxer e il lenzuolo lo copriva a pezzi.

Se non fosse stato per il guaio in cui mi ero cacciata, mi sarei soffermata molto di più su quella visione celestiale.

“Ehi… sei sveglio.”

Mi fece strano che non si fosse congratulato per la mia perspicacia, ma dal suo sguardo notai che non era in vena di ironia.

“Come sta Damon?” mi chiese sprezzante.

“Stefan…”

“No davvero… considerato che hai passato più tempo con lui che con me stanotte.”

La situazione, già terribile di per sé, mi stava sfuggendo di mano ancor peggio di quanto potessi immaginare. Pensavo che lui dormisse, sarebbe stato meglio non dover affrontare il tutto così presto.

“Sono scesa in cucina per prendere un bicchiere d’acqua e l’ho trovato lì… L’hanno picchiato a sangue e allora mi sono offerta di medicarlo…” dissi la verità, ma per tutto il tempo guardai altrove per non incontrare i suoi occhi. Avevo intenzione di omettere alcune cose.

“Cosa?! Chi è stato?!” si agitò, palesemente preoccupato per il fratello.

“Una banda di teppisti…”

Lo vidi alzarsi ed avvicinarsi a me.

“Come sta?”

“Dolorante… alcuni graffi e il labbro spaccato. Gli hanno fatto molto male e ho tentato di fare tutto quello che potevo.. ma domani portalo da un medico.” Gli dissi, pensando che il discorso ‘tu e mio fratello eravate insieme’ fosse stato archiviato.

“Va bene. – Era ancora mezzo nudo e la sua vicinanza mi rendeva poco lucida. – Ma non potevi chiamarmi?”

Come non detto.

“Cosa?”

“Hai capito… vedendo Damon in quello stato potevi svegliarmi.”

“Non volevo disturbarti.”

“Preferivo essere disturbato… secondo te come mi sono sentito quando, svegliandomi, ho visto che non c’eri?! E come mi sono sentito quando ti ho visto sul letto di Damon con lui senza maglietta?!”

Dannazione, si era alzato.

“Ma te l’ho detto cosa stavo facendo…”

“In questo momento me l’hai detto! Ma qualche ora fa cosa avrei dovuto pensare?!”

“Beh, ora lo sai!”

 “Sì ma ciò non toglie il fatto che avresti potuto chiamarti. E poi perché ti sei rialzata? Che hai fatto tutto questo tempo?”

‘Cavolo’ fu tutto quello che pensai.

“Io..” non sapevo che dire, non potevo giustificarmi in nessun modo a quel punto.

“Tu cosa, Elena? Non stavi con lui?” stava urlando, ero sicura che Damon stesse ascoltando tutto.

“Sì.” Risposi con aria dimessa.

Era la prima volta che mi vergognavo di me stessa.

“Ok.” Si limitò a dire.

“Stef… non è successo nulla.”

“Ti sbagli.. forse apparentemente non è successo nulla! Ma tu avevi una cotta per lui e sto iniziando a pensare che non sia mai passata!”

 

“Il piccolo è nato! È sano ed è bellissimo!”

La voce di Meredith mi fa riaprire gli occhi e attraverso la patina di lacrime che mi appanna la vista la vedo uscire dalla sala con indosso un camice verde che copriva il suo abito e in mano la mascherina dello stesso colore.

Damon mi lascia velocemente, non è brusco tuttavia il suo comportamento mi infastidisce. Non stavamo facendo nulla di compromettente, avevo solo bisogno del mio amico.

“Sia ringraziato il cielo!” è Caroline che spunta dalle mie spalle.

Solo ora mi accorgo della presenza della mia amica, di Bonnie e Matt.

Sorrido dalla gioia metabolizzando le parole della mora.

“O mio Dio.. grazie, grazie..” Jeremy farnetica qualcosa di incomprensibile, ma la gioia è tangibile nell’aria.

“Come sta Jenna?!” chiedo subito, lasciando che la felicità iniziale sia sostituita dall’ansia di conoscere la risposta. Stringo forte la mano di Jeremy.

“Sta bene... ora però deve riposare. È stata dura… ma è andato tutto bene.”

Sento i muscoli rilassarsi e l’aria circolare nei miei polmoni, probabilmente sto sorridendo come una stupida ma in questo caso sono del tutto giustificata.

Noto che Meredith si è emozionata, ha gli occhi lucidi e cerca conforto nelle stesse braccia che poco prima avevano accolto me, quelle di Damon.

“È nato?” Stefan si avvicina a noi correndo e con un sorriso ampio e sincero.

Tra la paura e la confusione non avevo notato la sua assenza.

E dov’è Rebekah?

“Sì.” Rispondo solamente incurvando le labbra in un sorriso.

Più forti di me sono le lacrime di gioia che scendono lungo le guancie nel pronunciare quelle due lettere.

Stefan mi guarda disorientato, giustamente non sa nulla di ciò che è successo.

“Jenna… ci sono state delle complicazioni… e il bambino…” turbata, non riesco a parlare.

Stefan mi si avvicina preoccupato e mi abbraccia.

“Quello che Elena voleva dire è che ci sono state delle complicazioni.. ma il bambino è nato e Jenna sta bene!” interviene in mio aiuto Caroline.

“Oddio, Elena… non potevo immaginare. Ho fatto prima che ho potuto… ma le strade erano tutte bloccate con la confusione dei festeggiamenti. – Le sue labbra sfiorano la mia fronte e poi avvicinandosi al mio orecchio lo sento sussurrare –  Ora sono qui… ed è andato tutto bene.”

“E vissero tutti felici e contenti.” È l’inconfondibile voce di Damon.

 

Non dissi nulla.

Stefan aveva appena insinuato che io provassi ancora sentimenti per Damon, e la cosa peggiore era che anche io dubitavo di me stessa.

“Abbiamo solo parlato.”

“Ti credo… ma la cosa peggiore è che hai preferito passare la notte parlando con lui che stare con me! Se non dormivi potevi svegliarmi! – Abbassai lo sguardo e sentii gli occhi pizzicarmi. – Ti ho chiesto una cosa.. un’unica cosa! Ti ho chiesto di fermarmi se non eri sicura dei tuoi sentimenti e tu hai lasciato che continuassi!”

Avevo ancora lo sguardo fisso sul pavimento quando percepii che si stava muovendo. Alzai gli occhi e lo vidi rivestirsi di fretta e con stizza.

Lo presi per il polso quando ebbe finito, ma con poco sforzo sfuggì dalla mia presa.

“Io ti amo e non ho intenzione di dividerti con nessuno, tantomeno con mio fratello. Tra me e te finisce qui… anche se non sono convinto che sia mai iniziata!”

 

 

Se ne sono andati tutti.

Rick è andato a prendere dei vestiti puliti, un pigiama e tutto l’occorrente che non avevamo fatto in tempo a preparare. Jeremy invece è tornato a casa a riposare per poi darmi il cambio ai primi del mattino.

“Elena.” È la voce di Klaus a chiamarmi.

“Ehi! Che ci fai qui?!” gli chiedo piacevolmente sorpresa di vederlo.

“Ho chiamato Bonnie per avere notizie di Jenna e, dopo avermi informato, mi ha detto che eri rimasta sola qui… sono venuto per farti un po’ di compagnia.” Mi dice sorridendomi.

“Grazie Klaus… non era necessario, ho mandato io tutti via con la forza!”

“Lo so… per questo ho portato qualcosa per corromperti.” Mi risponde porgendomi una busta bianca che poco prima nascondeva dietro di sé.

“Cornetti al cioccolato! – esulto aprendo la busta. – Va bene, ci sei riuscito!”

“Ho i miei assi nella manica.” Mi dice facendomi l’occhiolino.

“Vuoi parlarne?” gli chiedo, sapendo perfettamente che avrebbe capito a cosa mi stessi riferendo.

“Dobbiamo per forza?” risponde imbarazzato andandosi a sedere su una delle scomode sedie di plastica della sala di attesa.

“Mi dispiace di avervi interrotto, ma speravo di essere arrivata in tempo. – dico seria e con molta calma – E’ fidanzata… lo sapevi…”

“Io.. lo so, sono uno stronzo. Non dovevo farlo… ma lei era lì, con le sue labbra, i suoi occhi… il suo corpo. Non ci sono riuscito, non ce l’ho fatta a resistere… l’ho baciata, è colpa mia.” La sua voce mi arriva ovattata perché ha nascosto il viso nelle mani ed ha piegato la schiena rivolgendo la testa verso il pavimento.

“Non ti sto dando la colpa, avete sbagliato entrambi. Ti considero un amico e poi io vi ‘shippo come se non ci fosse un domani’ come direbbe la stessa Caroline per quella coppia del telefilm, di cui non ricordo il nome, che segue… – mi guarda confuso e divertito accenna un sorriso - .. Lascia perdere! Quello che voglio dire è che lei convive con Tyler, è una relazione seria e forse la prima per lei… così ti stai facendo solo del male, vi state facendo del male.”

Lo vedo alzare lo sguardo verso di me in modo tale che le rughe d’espressione gli segnino la fronte. È triste, non serve un genio per capirlo e io mi sento uno schifo per aver tirato in ballo il discorso ma non vorrei che iniziasse ad aggrapparsi a false speranze.

“Stavamo litigando… e arrabbiata è così eccitante. Sono un uomo e quando ho visto che non mi rifiutava ho approfondito il bacio…e poi è accaduto ciò che hai visto.  So che non è una scusante, è soltanto la verità.”

Non so come farlo stare meglio, se solo potessi rincuorarlo… ma non so cosa ha in testa Care.

Lo prendo per un braccio, tirandolo in modo da farlo alzare. È sorpreso e io di tutta risposta mi limito ad abbracciarlo alzandomi sulle punte, quanto è alto!

“Ti voglio bene e non voglio che rimani ferito… ma se devo darti un consiglio che viene dal cuore e non dalla ragione, ti dico di fottertene e lottare finché non sarà lei stessa a dirti che non ti vuole.”

“E cosa ne è stato dell’Elena giudiziosa di poco fa?!” mi chiede ridendo sulla mia spalla.

“Sto cercando di mandarla a quel paese… ma è difficile!”

“Grazie. – mi dice tornando serio. – Sei molto dolce Elena e sei una brava amica. A proposito, hai risolto i tuoi problemi con i fratelli Salvatore? Spero tanto che tu non abbia capito di essere innamorata di Stefan… perché, per quanto io ti voglia bene, Rebekah è sempre mia sorella e non vorrei che tu usassi lo stesso consiglio che hai dato a me con lui.”

 

“Elena, entra.”

“Jenna! Mi hai chiamato?! Ho appena visto Kyle... quel batuffolino di dolcezza dormiva come un ghiro. – Quando si parlava di quel amore di bimbo di appena una settimana diventavo una completa idiota. – Ti serve qualcosa?! Ah, prima che mi dimentichi, ti ho portato la serie completa di Sex and the city in dvd!”

“Devo parlarti.” È fredda e seria e questo mi fa preoccupare e non poco.

“Dimmi.”

“Sai di cosa si parla al reparto maternità?! Una ragazza è stata aggredita davanti al Mystic Grill diversi mesi fa… - mi blocco pietrificata -  E sai chi era?! Eri tu!! Elena, ho dovuto sapere una cosa del genere da voci di corridoio invece che da te! Ti rendi conto?!”

“Zia Jenna…”

“Zia Jenna un bel niente! Perché non me ne hai parlato? Sono tua zia e quello che ti è accaduto è terribile…”

“Aspettavi Kyle… non volevo turbarti. Te l’avrei detto appena tornate a casa…”

“Mio Dio tesoro… come hai fatto a passare tutto questo da sola?! Io devo essere un punto di riferimento per te, non devi nascondermi niente.” Mi dice con le lacrime agli occhi.

Dopo averle raccontato tutto, essermi scusata e pianti vari, sento arrivare la domanda che temevo di più.

“Sai chi è stato?”

“Te l’ho detto… di quella sera ho un ricordo confuso, non l’ho visto in faccia e non ricordo neanche la voce… è stato… - mi blocco un attimo per riprendere fiato e calmarmi – …è stato tremendo. La notte non riesco più a dormire come una volta.”

Non pensavo che parlare con Jenna, anche solo sfogarmi, riuscisse a farmi sentire così bene.

“Tranquilla…” Jenna mi abbraccia e mi coccola proprio come una mamma.

“Quello che sto per dirti non ti piacerà… - Inizio con estrema lentezza – … Tyler si sta occupando del caso ed è venuto fuori che… che… Mason è indagato…”

L’espressione di Jenna parla chiaro, è sconvolta.

“Non è possibile..”

“Sono stata minacciata con una pistola… e lui è l’unico a possederne una e a non avere un alibi per quella sera.”

“No, Elena, non può essere…” continua.

“So che è difficile da credere… anche io non posso ancora crederci. Mason era tuo amico e … mio amico.”

“No… non hai capito. Non può essere stato Mason perché… la sera dell’inaugurazione del Mystic Grill ero con lui.”

“C-cosa?”

“Ricordi che quella sera Rick era fuori città per seguire un convegno sulla storia moderna all’università di Atlanta? – Annuisco incapace di dire qualsiasi cosa – Sono stata con Mason fino alle quattro di mattina… lui… mi doveva parlare.”

“Quindi Mason non è colpevole?! – Un grumo di emozioni mi colpisce in pieno petto. Sono felice che non sia stato lui, mi sento in colpa per non averne parlato prima con Jenna e del fatto che una persona innocente, un mio amico, si trovi in carcere e allo stesso tempo sono terrorizzata al pensiero che da qualche parte colui che ha reso la mia vita un incubo giri ancora indisturbato. – O mio Dio…o mio Dio.. ma cosa avete fatto fino alle quattro?!”

“Elena.. non è semplice..”

“Jenna… parla.”

“La situazione con Mason non è semplice… ci conosciamo da una vita, è il mio migliore amico.”

“Sì certo… anche per questo non ho voluto accennarti nulla mentre eri incinta…”

“Poco prima di scoprire di essere incinta… mi ha confessato di essere innamorato di me.”

“CHE COSA? – urlo – Quel Mason?! Proprio lui?!”

“Sì… non fare quella faccia, Mason è un ragazzo molto buono e dolce a differenza di come vuol far credere. – Lo so bene, l’ultima volta che l’ho visto mi sono comportata in modo orribile ferendo i suoi sentimenti. – …e quella sera abbiamo parlato dopo mesi che non ci rivolgevamo la parola.”

“Devo chiamare Tyler… e sistemare le cose.”

 

“Mason è innocente capisci! Stefan.. devi fare qualcosa…sei il mio avvocato e sei il migliore, ti prego!”

Calma Elena… sistemeremo tutto. Ho già chiamato Tyler… e poi ci serve la testimonianza di Jenna. Burocraticamente parlando non è semplice, ma farò tutto quello che è in mio potere per smuovere la situazione velocemente.”

“Grazie Stef..”

Dove sei ora?”

“A casa… sono appena tornata dall’ospedale.”

Scusa ma sto per entrare in una galleria… ci sentiamo tra poco.”

Neanche il tempo di salutare che già ha staccato la chiamata.

Il telefono, però, riprende a squillare… penso sia Stefan, in realtà sul display leggo il nome di Tyler.

“Ty.”

Elena devo parlarti.” C’è urgenza nella sua voce.

“Dimmi.. ci sono novità?”

Ascoltami attentamente… ho fatto qualcosa di cui mi pento, qualcosa di molto grave.”

“Cosa?! Che stai dicendo? Hai fatto qualcosa a Caroline?!” visti i precedenti il mio primo pensiero va alla bionda.

No,stammi a sentire attentamente e non interrompermi perché non ho molto tempo. Io sapevo che Mason non era colpevole… già da quando sono venuto da te per arrestarlo quella notte. – Deglutisco a fatica. Cosa significa? Cosa diavolo sta succedendo oggi? – Ho ricevuto una chiamata da un uomo che mi ha intimato di incastrare Mason per la tua aggressione e ha minacciato di far del male a Caroline. Non sono riuscito a rintracciare il numero della chiamata e da dove provenisse e inizialmente ho ignorato i continui messaggi minatori. Quando, ad una delle sue telefonate, ho risposto che avrei raccontato tutto al mio superiore e l’avrei trovato per poi metterlo in carcere… lui ha quasi investito Caroline. Lei ha pensato che si trattasse di un vandalo della strada e io non ho potuto fare altro che assecondare la richiesta dell’uomo. Mason effettivamente non aveva un alibi e, approfittando del fatto che Caroline dovesse venire da te prima della festa di Giuseppe Salvatore, sono andato con lei quando tu non eri in casa ed ho nascosto la pistola. Qualche giorno fa, però, ho raccontato tutto al mio superiore e, lasciando Mason in prigione per non insospettire chi stava dietro a tutto ciò, abbiamo scoperto da dove provenisse una delle tante chiamate che ho ricevuto grazie ad un errore di calcolo di questo farabutto. Proveniva da una camera di un motel fuori Mystic Falls pagata con la carta di credito di Finn Mikaelson. Crediamo che sia lui l’aggressore ed ora è stata inviata una squadra nel suo appartamento per arrestarlo… Caroline è con me, al sicuro, ma tu Elena stai attenta. Chiama Stefan o Damon e stai con loro, ancora non sappiamo se Finn agiva da solo o con qualcuno.”

Le mani mi tremano sino al punto di non riuscire più a mantenere il cellulare, infatti lo sento cadermi per terra. Ho vissuto un incubo fin ora, ma tutto ciò che credevo si è rivelato falso.

Finn Mikaelson, quel lurido verme è stato a pochi passi da me non molto tempo fa nello studio dei Salvatore. Damon e Stefan sono i suoi avvocati!

Non ci posso credere, è tutto così assurdo e inquietante.

Mi piego per prendere il telefono sul pavimento e quando mi alzo vedo Rick che mi guarda dalla porta della cucina.

“Oddio Rick… grazie al cielo. Sei qui..” la mia voce non è stabile, sto per piangere, ma vederlo mi rassicura non poco.

Mi avvicino e l’abbraccio, pronta per raccontargli tutto.

“Sapevo che si sarebbe fatto scoprire… chi fa da sé fa per tre.” Mi scosto da lui, senza capire realmente cosa sta dicendo.

“Cosa?”

“Finn è un tale idiota… per questo l’ho dovuto uccidere. – Sbatto le palpebre convulsamente e indietreggio di qualche passo. Non mi rendo conto di cosa stia succedendo. – Dai Elena, ora usa il tuo cervellino per mettere insieme tutte queste informazioni.. capirai che sono io l’uomo che stava per violentarti quella notte.”

Boccheggio in cerca di aria, ma è tutto inutile… non riesco a respirare. Indietreggio ancora fino a sbattere contro una delle colonne portanti dell’ingresso.

“Dove credi di andare?! – mi sento stringere il polso e trascinare in malo modo su per le scale. Il dolore fisico è del tutto sopportabile se messo a confronto con ciò che provo psicologicamente. – Finn voleva dei contatti importanti per spacciare la sua roba da quattro soldi e, essendo io molto inserito in questo mondo, ho deciso di aiutarlo. Doveva soltanto mandare dei massaggi intimidatori a quel poliziotto incapace… eppure si è fatto scoprire.”

“Rick… ti prego… non farmi male.” piango mentre mi strattona buttandomi sul letto matrimoniale della sua camera.

“Spiacente non sono Rick. In realtà mi chiamo Connor Jordan, molto piacere… questo Alaric Saltzman era solo un ubriacone. Lo trovai morto in un vicolo di Denver e presi la sua identità… poi, sai com’è, nelle scuole di questi piccoli paesi non controllano neanche se le tue credenziali sono vere o fasulle! E non piangere!! – grida l’ultima frase colpendomi una guancia con il palmo della mano. – Ero così infelice… sempre a scappare. Poi però quando ho incontrato Jenna… la mia vita è cambiata. Lei è così dolce, bella, gentile, mi ha dato un bambino bellissimo… e quel Mason non faceva che starle attorno! Non potevo ucciderlo…  Jenna avrebbe sofferto e non potevo farla soffrire. Sbatterlo in prigione per un motivo così ignobile come l’aggredire la sua nipotina preferita sarebbe stato perfetto! L’avrebbe odiato!”

“Tu sei pazzo.” Tremo ma il ribrezzo che provo è così forte da farmi trovare il coraggio di sputargli in faccia.

“Tu sei la pazza! Come ti permetti. – Uno schiaffo, ed un altro, ed un altro ancora. – Sai potevo risparmiarti, l’ho pensato seriamente, ma ora che sai tutto non posso proprio. Spero comprenderai. Ovviamente prima finiamo da dove abbiamo lasciato l’altra volta…”

Chiudo gli occhi e poi è tutto troppo veloce per capire quello che sta succedendo.

In un attimo non sento più le mani pesanti di quel viscido e il suo corpo che mi schiaccia, ma solo dei rumori, voci e un dolore lancinante agli arti e alla testa.

 

“Piccola svegliati… è tutto finito. –  Un timbro di voce caldo e rassicurante mi scuote da uno strano sonno. Non sono del tutto sicura di essermi addormentata, sentivo quello che stava accadendo all’esterno ma tutto era nero, indefinito. – Mi senti? Sì, brava, apri gli occhi.”

Sono intorpidita e vorrei sapere dove mi trovo ma quello che esce dalla mia bocca è un mugolio incomprensibile.

“Damon..” sussurro appena scorgo la sua figura.

Recupero velocemente la vista e guardandomi intorno noto che mi trovo nella mia camera, più precisamente sul mio letto poggiata sul suo petto.

“Come ti senti?” mi chiede con una certa angoscia.

Appena riprendo coscienza, tutti i ricordi mi tornano alla mente.

“Alaric… non è Rick… è… e Finn è stato ucciso… io…” mi agito nel tentativo di alzarmi, ma la testa mi gira troppo.

“Calmati Elena… L’abbiamo fermato. Hai lasciato la chiamata con Tyler aperta e lui ha sentito la confessione di Ric…Connor. I poliziotti si sono precipitati qui di corsa e io e Stefan siamo arrivati nello stesso momento.. ora è in prigione. Non farà più del male… sei al sicuro.” Mi conforta ma sento perfettamente che sta male, è sconvolto quasi quanto me. Quell’uomo era suo amico, lo è stato per tutti questi anni e sapere che è stata tutta una farsa, un’inquietante e mortale bugia.

“Jenna…e Stefan? E Jeremy, dov’era Jeremy?”

“Jenna e Jeremy sono all’ospedale… Tyler è andato personalmente ad informarli. Stefan si è ferito…Connor stava per colpirti con un fermacarte ma per fortuna lui è intervenuto. – Scatto seduta alla parola ferito ma Damon si appresta a continuare - Niente di grave, non preoccuparti.. ora è da Rebekah. Il corpo di Finn ancora non è stato ritrovato… non so se si è scoperto qualcosa.”

“J-Jenna ne morirà… ha appena avuto un figlio da lui… e Finn… o mio dio…”

“Tranquilla… – mi sussurra. – Tranquilla… ora ti accompagno al pronto soccorso per farti medicare. Quel figlio di puttana ti ha procurato lividi e ferite dappertutto.”

 


Ed eccomi qui con il nuovo capitolo…. Fa schifo??

Non mi sembra possibile che sono già arrivata fin qui… però (come al solito aggiungerei xD) per questi capitoli ‘più importanti’ non sono mai soddisfatta.

Allora che ne pensate? Ve l’aspettavate?

Mi sembra il caso però di spiegare alcune cose.

Rick, spero abbiate capito, non è il Rick della serie… in realtà ha l’aspetto del nuovo cacciatore di vampiri della quarta stagione, Connor, ovviamente voi non potevate saperlo perché vi aspettavate che Rick fosse il vero Rick (oddio quante volte sto dicendo Rick? xD)… in realtà non mi sono mai soffermata sulla sua descrizione (ovviamente non potevate pensare che fossi così svitata xD). Alarick Salzman in questa storia è un ubriacone morto anni e anni prima….

Deluse?!

Mason, nell’ottavo capitolo, dopo aver spinto Elena nel bagno dove si trovava Damon nudo le dice:

“Come vuoi, scusami non volevo intromettermi. Per quanto abbia riso nel vedere la tua faccia color semaforo rosso, volevo farti aprire gli occhi. Ascoltami, sono più vecchio di te e, senza offesa, ho un pizzico di esperienza in più. Ci sono passato anche io e il continuo ignorare i propri sentimenti per la mia migliore amica mi ha condotto alla peggiore situazione di sempre.[…]”

La migliore amica di Mason è proprio Jenna e lui ne era/forse è ancora innamorato di lei. Rick/Connor lo voleva fare fuori in qualche modo, farglielo odiare… e ha inventato questo piano pazzo e da malato di mente (quale è) usando Finn come intermediario tra lui e Tyler.

Tyler non è cattivo… inizialmente ha assecondato questo ‘uomo sconosciuto’ per proteggere Caroline… in più Connor non sapeva che Jenna e Mason si fossero visti quella notte. Il suo piano sarebbe saltato in ogni caso.

Per quanto riguarda l’indizio nascosto in qualche capitolo fa, questo era:

il ricordo di quella notte e di quelle mani lisce ma pesanti addosso mi lascia andare alla completa disperazione.

Non è un vero e proprio indizio come ho già detto… comunque le mani di Mason non potevano essere lisce dato il lavoro che fa. Lui è un infermiere e prima di entrare in sala operatoria questi devono sottoporsi a lavaggi molto aggressivi che fanno screpolare/indurire le mani. Rick/Connor è comunque un insegnante di storia quindi si presuppone che dovrebbe avere mani lisce e ben curate.

Ovviamente questo poteva e non poteva essere un indizio perché purtroppo non in tutti gli ospedali sono rispettate le norme sanitarie (ma pensiamo a Mystic Falls come un mondo perfetto e utopico ok? xD)

Brava Tess 36, se non ricordo male, sei stata l’unica a notare questo piccolo particolare xD

E poi sono arrivata al penultimo flashback (probabilmente) ... che tristezza :( Stefan si incazza di brutto e non ha tutti i torti.

Mi sembra di aver detto tutto, per il resto lascio a voi i commenti…. Se avete dubbi chiedete.

Il prossimo capitolo è già a buon punto ma aspetterò per pubblicarlo perché non voglio rischiare di ‘insabbiare’ questo… è importante per la storia perché ne porta al termine una parte e quindi ci terrei a sapere cosa ne pensate.

Ringrazio immensamente chi recensisce, chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate.

Vi lascio però un piccolo pezzetto spoiler:

* “Io voto per Stefan… ma solo perché la sua fidanzata è una bionda da urlo e sarei disponibile per consolarla semmai dovesse lasciarla..”

“Grazie tante eh!” esclamo indignata.

“Dai Elenuccia… non hai niente da invidiare a quella barbie. Ma sai come sono fatto… sempre pronto ad aiutare delle donzelle ferite.” Dice agitando la mana in aria, rendendo il tutto ancor meno credibile se possibile.

“Sì come dici tu… Ora però devo andare – scatto in piedi e mi giro chiedendomi dove diamine ho messo la borsa – Devo parlare con entrambi…”

“Aspetta! – mi richiama – Si può sapere chi hai scelto?” *

Con chi sta parlando Elena? E chi ha scelto?

Alla prossima :*

 

  
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