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Autore: Bbbeeea    24/10/2012    3 recensioni
La sua pelle è più scura della mia e i suoi occhi sono strani. Nonostante siano di un marrone comune, hanno qualcosa di particolare, di meraviglioso.
-Porca troia, vuoi stare più attenta?- Mi rimbecca pungente.
-Cazzo però, la caviglia- continua.
-Ho detto che mi dispiace. Continuare ad imprecare non risolverà certo la situazione.- Dichiaro sicura di me stessa.
Solo in questo momento mi rendo conto che è il primo ragazzo con cui parlo seriamente. Il primo individuo di sesso opposto che parla con me, se omettiamo Paul il maggiordomo e il Sig. Jack, l'insegnante di matematica.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LASCIAMI VIVERE


 

 

 

Guardo le mie ballerine un tempo bianche, ormai diventate marroni. Me le aveva comprate mia nonna. Erano uno dei suoi tanti regali giornalieri. Non le avevo mai chiesto niente, neanche quando ero piccola. L'unico regalo che volevo era avere una vita normale, come le altre mie coetanee.

Invece no. Io sono la ragazza diversa. La ragazza che ha avuto tutto dalla vita, tranne la felicità. Io sono quella che non va a scuola, ma i professori vanno da lei, sono quella che abita nella casa megagalattica con un giardino più grande di un paese intero. Io sono la nipote di una duchessa purtroppo piena di soldi.

Chiedo al tassista quanto manca per l'arrivo a destinazione; mi guarda dallo specchietto e dice che ci fermeremo tra circa cinque minuti.

Sono sollevata. In questo momento nonna si starà preoccupando, starà guardando fuori dalla finestra con la speranza di vedermi rientrare dalla mia solita passeggiata pomeridiana.

Passeggiata tra l'altro inutile, che facevo soltanto per uscire e prendere una boccata d'aria senza che mia nonna mi stesse con il fiato sul collo.

Il paesaggio ai lati dei finestrini mi è nuovo. Nonostante sia a pochi kilometri dal mio isolato.

 Non sono abituata alla guida scaltra dei tassisti e sobbalzo ogni volta con la paura di trovarmi spiaccicata addosso ad un'altra auto.

Presa dai miei pensieri che volteggiano nella mente, non mi accorgo che l'uomo tarchiato alla guida si è fermato. Comprendo di essere arrivata a destinazione solo quando mi guardo in giro e vedo alla mia destra una scritta luminosa. Aeroporto.

Ringazio cortesemente il mio accompagnatore chiedendogli quanto dovessi pagare. A sentire il misero prezzo mi sorpendo. Estraggo dalla borsa il portafogli, lo apro e porgo al tassista alcune banconote con l'intenzione di lasciargli una mancia più grande del prezzo del tragitto.

Vedo la sua espressione sorprendersi nel vedere tutti quei soldi in mano alla ragazza che sono. Comunque accetta senza opporre resistenza e se ne va.

Non mi sono accorta della luminosità emanata da quell'insegna. Il bagliore illumina ogni singola parte di me ed è come se tutto il mondo passato sparisse insieme alla paura di essere fermata da mia nonna.

Voglio farlo, voglio sentirmi più libera, voglio andarmene.

 

Raccolgo la mia borsa che era caduta a terra. Non ho bagagli, non ho niente. Parto solo con un'enorme voglia di conoscere posti e persone nuovi.

Lancio un'ultimo sguardo verso la mia per niente vissuta Manchester e mi avvio verso la hall dell'aeroporto pronta a volare verso il mio sogno. Londra.

Il corridoio è pullulante di gente e le scene che mi trovo a osservare sono diverse.

Due ragazzi si stanno abbracciando, forse per dirsi addio o perchè si sono appena rincontrati; ma dalle lacrime che vedo versare credo che la prima opsione sia la più corretta.

Una madre sta litigando con il figlio, perchè si è dimenticato alcuni oggetti a casa.

Alcune persone sono indaffarate con i loro cellulari e neanche fanno caso a me.

Vengo calpestata, schiacciata e spinta, ma non mi accorgo quasi di nulla. Vago come un'anima in pena dritta verso la ragazza dietro il bancone. Dopo aver passatole da sotto il vetro il biglietto aereo mi avvio verso il mio volo.

Salgo su quell'abnorme coso e dopo aver trovato posto, mi accomodo e allaccio la cintura, nonostante manchi tanto al decollo.

Chiudo gli occhi per eliminare questa tensone che mi fa venire la pelle d'oca.

Non sento alcun rumore, mi estraneo da tutto il mondo. Distendo le mie gambe proprio nel momento in cui sta passando qualcuno e involontariamente faccio, a quest'ultimo lo sgambetto. Apro gli occhi e una sagoma mi cade davanti.

Spalanco la bocca slacciando velocemente la cintura e precipindandomi verso quel malcapitato.

-Cazzo!- urla.

-Scusami, scusami veramente! Non ho fatto apposta!- Gli metto una mano sulla spalla e in quello stesso momento si gira a pancia in su.

Come uno schiaffo, mi sbatte in faccia tutta la sua bellezza. Sembra avere più o meno la mia età. Vengo attratta dalla stranezza dei suoi capelli; sono di un nero corvino e nella parte destra un ciuffo, accuratamente lisciato, è biondo.

La sua pelle è più scura della mia e i suoi occhi sono strani. Nonostante siano di un marrone comune, hanno qualcosa di particolare, di meraviglioso.

-Porca troia, vuoi stare più attenta?- Mi rimbecca pungente.

-Cazzo però, la caviglia- continua.

-Ho detto che mi dispiace. Continuare ad imprecare non risolverà certo la situazione.- Dichiaro sicura di me stessa.

Solo in questo momento mi rendo conto che è il primo ragazzo con cui parlo seriamente. Il primo individuo di sesso opposto che parla con me, se omettiamo Paul il maggiordomo e il Sig. Jack, l'insegnante di matematica.

Mi guarda stranito e leva infastidito la mia mano dalla sua spalla.

Alzo le sopracciglia di fronte a tanta maleducazione.

Si alza goffamente e si siede a fianco a me.

-Il mio posto è questo.- Dice fissandomi.

-Sono contenta.- Il viaggio non sarebbe potuto andare peggio.

Siamo decollati da poco tempo. Arriveremo tra una ventina di minuti.

Sono stata tutto il tempo a fissare la parte opposta di quel ragazzo, ma sento ancora i suoi meravigliosi occhi addosso.

-Senti, scusa per prima, io sono Zayn.- La sua voce si è fatta più dolce e maledettamente più sensuale.

Mi giro lentamente e i mei occhi vanno dritti sui suoi.

-Amèlie- Sorrido cordialmente afferrando la sua mano destra tesa verso di me.

I suoi occhi si illuminano quasi impercettibilmente, ma in quel poco che riesco a cogliere è sorpreso dal mio nome.

-Lo so, è un nome strano ma mia madre amava la Francia- Spiego.

-Amava? Ora non le piace più?

Stringo i denti e lui capisce immediatamente che ha premuto il tasto sbagliato, ma prima che dica qualcosa, lo anticipo.

-E' morta. Dandomi alla luce è morta. E mio padre anche. Cioè lui non dandomi alla luce,- Sorridiamo insieme -si è suicidato. Non riusciva a stare lontano da lei. Ed io evidentemente non ero una buona ragione per continuare a vivere.- Le mie parole sono aspre e pungenti ma non vedo in lui nessun segno di resa. Si sta interessando a me.

Mi accorgo di non aver mai detto queste cose a nessuno, neanche alla Nonna.

-Quindi adesso con chi vivi?

-Con mia Nonna. E' una duchessa piena di soldi. Troppi soldi. E io sto scappando da lei.

Cavolo Amèlie, che stai dicendo?

Ride di gusto, forse perchè non sembro il tipo di ragazza che scappa via per vivere una vita spericolata.

-Scusami se rido ma, anche io sto scappando. Però perchè gli sbirri mi hanno beccato con la droga e sono fuggito. Sono costretto a cambiare identità e a trasferirmi a Londra.

Lo dice come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Io spalanco gli occhi e mi porto una mano davanti alla bacca.

-Sei un latitante?

Un altro sorriso sornione si  fa strada nelle sue labbra.

-Dai, stavo scherzando, ci sei cascata!- La sua risata cristallina rimbomba sull'aereo.

-Mi stavi prendendo in giro?

Annuisce cercando di rimanere serio ma non ci riesce e scoppia di nuovo in una fragorosa risata.

Dopo pochi istanti mi unisco a lui e mi rendo conto di non avere mai provato tutte queste emozioni.

Finalmente sono viva.

La voce metallica ci dice che stiamo atterrando.

Dopo dieci minuti siamo fuori dall'aereo.

-E così sei piena di soldi.- Bisbiglia.

-E così tu non mi hai detto che ci fai a Londra

-Boh, un viaggio. Londra è la città della giovinezza, della vita. Londra è divertimento!- Il suo tono è piuttosto esasperato. 

Sorrido.

-Mi piace come la pensi!

 

Un mese dopo.

-Zayn ce l'abbiamo fatta! Abbiamo una casa!- Dico abbracciandolo e baciandolo.

Lui mi stringe a se e posa le mani sui miei fianchi. -Ti amo- sussurra.

-Abbiamo. Una. Casa. A. Londra.

Dopo tanto tempo siamo stati accontentati. La casa non è di certo la mia vecchia villa, ma è più che perfetta.

Siamo così euforici che ci buttiamo a peso morto sopra il nostro nuovo letto.

-Così tua nonna non ti cerca più.

Non è una domanda, è un'affermazione. Giusta tra l'altro.

Dopo un miliardo di telefonate ha smesso. E non posso essere più contenta di così.

Annuisco sorridente.

-Beh, nonna Katy alla fine non era così cattiva!- Dice giocando con una ciocca dei miei capelli.

Sto per controbattere quando... Katy?

Come fa a saperlo? Non gliel'ho mai detto.

-Come hai fatto? Hai detto il nome di Nonna e non te l'ho mai detto io.-

Cerca di rimanere calmo, ma i suoi occhi dicono la verità: mi sta nascondendo qualcosa.

-Amèlie, ti sbagli!

-No, Zayn, non mi sbaglio. Dimmi la verità.

Esita. Non mi guarda negli occhi.

-Zayn! Dimmelo!

-Mi ha assunto tua nonna. Non so neanche come definirmi, sono una specie di guardia del corpo.

Non capisco più niente. Mia nonna. Zayn.

-Come hai potuto? Mio Dio Zayn. Mi hai preso in giro per sette fottutissimi mesi. Sette. Quindi lei mi controllava. Io ero sempre sotto la sua protezione.-Faccio questo discorso più a me stessa che al Pakistano di fianco a me.

-Mi hai detto che volevi che fosse per sempre. Che volevi me per sempre. Hai detto di amarmi. Tutte stronzate. Ti odio Zayn Malik. Ti odio.- Detto questo mi precipito verso la porta di casa e mi fiondo all'esterno mentre sento i passi di Lui seguirmi.

-Amèlie, lo so, ti ho preso in giro, ma solo all'inizio! Mi sono innamorato veramente di te. Ti amo ancora! Ti prego, chiariamo!

Mi volto di scatto con il viso rigato di lacrime.

-Io mi sono fidata di te. Anche io purtroppo mi sono innamorata di te. Sei contento? Mi hai rovinato la vita. Tu e mia nonna.- respiro profondamente-Io ora me ne vado da te, da mia nonna e da tutti. Tu non devi seguirmi. Almeno questo me lo devi. Ti prego, almeno tu, lasciami vivere. Addio Zayn.- Lo guardo per l'ultima volta certa che non mi seguirà e mi lascerà libera.

I suoi occhi sono rossi ma rimane lì, immobile.

Ciao Zayn.

Riprendo la mia borsa, e riparto da zero, come cinque mesi prima.

 

 

 

 

 




__________________
Fa schifo! Lo so. Ma ci ho messo troppo a scriverla, è noiosa, pesante... e tutto il resto. Mi vergogno anche di postarla.
Se vi fa schifo o (per grazia divina) vi piace, recensite please. c:
-Bbbbea.

 

 

 

 

  
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