Istanti di gioia


Il trillo della sveglia si sparse nella camera, Marlene distrattamente cacciò fuori, da sotto il pesante piumone, la mano e con poca delicatezza spense la bellissima sveglia Babbana che le era stata regalata da Lily ed Alice per Natale. Si mise a sedere sul letto titubante, stropicciò gli occhi e fece un morbido chignon ai capelli. L'uomo al suo fianco, con il quale aveva passato la notte, parve non accorgersi proprio del frustrante suono della sveglia, e allora lei decise di non disturbarlo. Si alzò dal letto e si diresse in bagno. La testa le faceva ancora male, dopo le baldorie della sera prima, si buttò quindi sotto l'acqua bollente della doccia sperando di dimenticare.

“Andiamo in uno strip, ragazze!” aveva proposto una Alice fin troppo sui di giri. “Nooo!” si era lamentata Lily, con un tono lagnoso non da lei, Malene invece si era limitata a ridere. Le tre bottiglie di Wisky Incendiario avevano avuto un grande effetto su di loro. Dopo circa dieci minuti si ritrovarono in uno dei più famosi stripclub, della Londra Babbana, e la loro serata era proseguita a gonfie vele. Avevano incontrato dei ragazzi, dei gran bei ragazzi, ed avevano flertato con loro...

Della fine della serata, Marlene non ricordava gran chè, ma poteva immaginarla data la presenta dello sconosciuto nel suo letto. Un sonoro Crack, la distrasse dai suoi pensieri, uscì dalla doccia e si diresse verso il salotto. “Lene, stai ancora in questo modo? Dai sbrigati, siamo in ritardo per la riunione con l'Ordine!” le urlò contro Lily. Marlene la guardò con occhi assenti. “Leneee!” le urlò, muovendo freneticamente le mani davanti al viso, una Lily esasperata, “Lene, per favore, sbrigati!”. “Oh, si giusto, vado subito a vestirmi” le rispose sbadatamente. Ritornata in camera, l'uomo sconosciuto si era svegliato e guardò Lene con sguardo vago:”Dove vai?” le chiese, forse per gentilezza. “Vado via, o meglio tu devi andare via, io devo uscire, e quando torno non voglio ritrovarti, grazie, addio!” gli disse in modo freddo e distaccato. L'uomo si alzò, raccolse i suo vestiti, se li rimise indosso ed uscì dalla stanza. Marlene si preparò il più velocemente possibile e raggiunta Lily, in salone, insieme si smaterializzarono a casa dei Paciock, dove quel giorno si sarebbe tenuta la runione.
“Buongiorno a tutti, scusate il ritardo!” disse Lily, entrando nella stanza seguita da Marlene. Si sedettero ai primi posti liberi e Marlene si trovò al fianco del suo più adorato amico, Sirius Black!
“Cosa c'è McKinnon, notte brava?” le sussurrò Sirius sfiorandole l'orecchio. Marlene ebbe un flebile tremolio a quel contatto, poi si girò verso il suo interlocutore:”Ti piacerebbe saperlo!” gli rispose, porgendogli un leggero sorriso. Sirius le sorrise e tornarono a seguire la riunione. Marlene sapeva che lui la stava scrutando, osservando nei minimi dettagli, come faceva sempre, ma fece finta di non farci caso, lo lasciò fare. Le piaceva sentirsi osservata da lui, sapere che lui le ispezionava ogni centimetro della pelle che gli era visibile. Amava quel lato di lui di tenerla sotto la sua ala protettrice.

“Detto questo, la seduta è sciolta, potete andare ragazzi!” disse Silente con tono maestoso, Marlene si alzò ed uscì il più in fretta possibile dalla stanza, aveva bisogno di prendere aria. Ogni volta dopo una riunione dell'Ordine, aveva bisogno di allontanarsi dai Membri dell' Ordine e stare un po' da sola, per pensare a ciò che aveva detto Albus poco prima. Ma tutta le volte, lui la seguiva, ed anche quella volta poco dopo lui la raggiunse. La abbracciò da dietro, e lei poco dopo si girò verso di lui. “Non ce la faccio Siurus, sono stanca!” disse flebilmente. “Noi ce la faremo, Lene. Non devi arrenderti, fallo per me.” le disse, stringendola ancora di più a se. “ I miei genitori sono morti, mio fratello, Marcus, è morto, a me non rimane più nessuno. Sono sola, non ce la faccio. Non ci metteranno ancora molto a trovare anche me” disse ormai in lacrime. “Se vorranno ucciderti, dovranno passare prima sul mio corpo!” disse lui facendo il suo solito sorriso, che fece sorridere anche lei. “ Perchè?” gli chiese. “Cosa perchè?” disse di rimando lui. “Perchè fai tutto questo per me?”, “Perchè, perchè Lene? Ancora non ci sei arrivata?” disse lui quasi ridendo. Lene lo guardo con aria contrita, e fece segno di diniego con il capo. “Certo Lene, che non sei proprio intelligente, tanto quanto appari!” disse ancora lui ridendo sempre più. “Ohh Sirius, smettila! Non tirarla troppo per le lunghe e dimmi ciò che hai dai dirmi.” Disse lei in modo frettoloso. “Tu mi piace MicKinnon, ma come hai fatto a non capirlo?”. Gli occhi di Marlene si riempirono nuovamente di lacrime. Lui l'amava, e lei che pensava che invece la vedesse solo come una semplice amica.
“Anche tu mi piaci, Black!” gli disse con le lacrime che ormai scendeva ininterrottamente, lacrime di gioia, questa volta. Lui la avvicinò e la baciò, un bacio passionale, surante il quale le loro lingue si cercavano, si univano, si amavano, così come loro due si amavano.

Quello fu l'ultimo istante di gioia, per Marlene, per lei dopo non ci fu più nulla.
Quello fu l'ultimo istante di gioia per Sirius, per lui dopo ci furono solo perdite e dolore.


Note Autrice: 

I personaggi di Harry Potter, citati in questa storia, non mi appartengono. Sono frutto della favolosa immaginazione della scrittrice J.K.Rowling. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.

Spero di ricevere tante recensioni e sapere cosa ne pensate!