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Autore: __lesbianquinn    25/10/2012    1 recensioni
La storia inizia con la partenza di Quinn, con una Kitty molto dispiaciuta per questo e con l'introduzione di un bel rapporto di amicizia tra la più piccola e Noah.
Kitty è diversa dal telefilm, ho deciso di farla più grande e di farla, infatti, del terzo anno. Ah, sarà la sorellina di Quinn.
Un'altra cosa che ho cambiato è Harmony Pearce. Lei è una grande amica di Kitty e si è trasferita con lei al McKinley.
A parte questo farò di tutto pur di non modificare molto i caratteri dei personaggi.
Se siete fan sfegatati della Quick e desiderate un finale tutto loro ... non so se vi conviene sperarci con questa storia, ma potete sempre provare a leggere.
Dal quarto capitolo: Kitty accenna un piccolo sorriso e i due capiscono che, finalmente, sta reagendo. [...] «Un appuntamento?» -- «Ti faccio sapere, Jake, ma fossi in te non ci spererei troppo» [...] Una festa, specifichiamo, alla quale non erano stati invitati e dove, secondo la mente ovviamente vuota del Puckerman, dovevano imbucarsi. [...] Deve proprio tenerci a mia sorella, questo è il pensiero della Fabray, un pensiero che decide di tenere per se a parole, ma di donarlo con un semplice sorriso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Kitty Wilde, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Operazione 'Fabray/Puckerman' ... si, ma quali?
 
5
Tre giorni dopo, a Los Angeles, Quinn Fabray cammina a passo veloce per le strade, raggiungendo poi il suo piccolo appartamento. Infila la mano nella borsa, sbuffando: è una vera impresa trovare le chiavi con tutte le cose che si porta in giro in quella piccola borsetta. Finalmente le trova e apre, per poi entrare in casa e posare le sue cose sul divano. La vita senza la sua famiglia, senza i suoi amici, senza il Glee è dura per lei, si ritrova in un mondo completamente diverso e lo deve affrontare da sola, ma ce la può fare, perché è una ragazza forte. «Sei una Fabray», le ripete la sorella dall'altra parte della cornetta, quando Quinn la chiama per sfogarsi e dirle cosa la preoccupa. Sospira pesantemente e si aggiusta i capelli, camminando lentamente e raggiungendo la sua camera. «Grazie Kitty, non me lo ricordavo più», l'ironia nella sua voce è l'unica cosa che si percepisce. «Ti sentiresti meno sola se decidessi di uscire con Noah», dice invece la piccola biondina, con uno strano tono di voce; Quinn ne è sicura: sta sorridendo maliziosa. L'ennesimo sospiro sfugge dalle labbra della più grande, la quale si siede ai piedi del letto e inizia a sfilarsi le scarpe. «E' possibile che non possiamo avere una conversazione tranquilla senza che il suo nome sbuca all'improvviso come un fungo?», domanda leggermente seccata da una parte, ma anche divertita dall'altra, perché vedere e sentire la sorella tanto presa per farli mettere insieme è una cosa esilarante. «Dai Quinn, devi ammetterlo: Noah Puckerman è un gran figo», afferma a voce forte, sicura. «Può anche essere il più figo del mondo, ma a me non interessa», risponde alzando gli occhi al cielo. «E poi se è così figo perché non ti ci metti tu?», continua, sorridendo ironica, anche se sa che non può essere vista. «Non è il mio tipo», risponde prontamente e la più grande tra le due sa che ha alzato le spalle. «E qual'è il tuo tipo?», domanda, sinceramente curiosa di sapere una cosa che ancora non le aveva mai rivelato. «Deve essere uno tosto, uno che non abbia paura di provarci con qualcuna se le interessa e che sia sicuro di quello che vuole; uno però che sappia essere dolce e che non mi tratti da zerbino; uno che ami la musica, magari che suoni la chitarra», le parole della sorella sono chiare e fanno sorridere Quinn, mentre è intenta a infilarsi una tuta che indossa quando è sola a casa. «Kitty», la richiama, sorridendo divertita. Il silenzio della più piccola la incita a continuare: «Hai descritto Noah»
 
6
«A me non piace Noah», borbotta la ragazza, acconciando i capelli in una coda alta e guardandosi allo specchio. «Sarà la centesima volta che lo dici, Kit, ora pensa a cosa indossare», la voce di Harmony la porta alla realtà, sospirando pesantemente e uscendo dal bagno; indossa un vestito bianco corto fin sopra le ginocchia, calze a rete nere, degli stivali neri e il coprispalle dello stesso colore; i capelli sono legati in una coda con un nastro blu notte, dello stesso colore della collana che ha al collo. «Il punto è che Noah per me è un fratello, Quinn non può davvero pensare che il mio ragazzo ideale sia lui», continua a parlare, senza badare a quello che le ha detto poco prima l'amica; tira fuori dall'armadio un vestito bianco e nero, semplice, lungo fino a metà coscia, poi lo indossa, mettendoci una particolare cura nella scelta degli accessori - dei bracciali neri, spessi, e un piccolo fermaglio nero che lega i suoi capelli in una mezza coda -. «Devi ammettere, però, che Noah è davvero tutto quello che hai descritto nel tuo uomo perfetto», afferma la mora, che ormai ha capito che non può farle cambiare argomento. Kitty si volta verso di lei e la guarda in un modo che farebbe terrorizzare chiunque ... si, ma non la sua amica, la quale alza un sopracciglio e le sorride tranquilla. «Andiamo, la festa di Caroline non durerà all'infinito e noi siamo già in ritardo».
 
7
«Dio, che mal di testa». Il risveglio di Noah Puckerman, a Los Angeles, è come quello di ogni singolo giorno. Si alza dal letto, passandosi una mano tra la cresta, e rendendosi conto solo dopo di essere completamente nudo, anche senessuno è in camera con lui. Fa niente, non gli interessa che le ragazze che si porta a letto se ne vanno prima del suo risveglio, anzi è un bene per lui, vuol dire che loro non si sono messe niente in testa e non pretendono una relazione. Va in bagno, si fa una doccia veloce, poi infila i boxer e torna in camera sua, prendendo il cellulare sul comodino e vedendo le varie chiamate perse. Finn. Scorre in basso. Mamma. Sospira e si promette di richiamarla più tardi, verso il primo pomeriggio. Quinn. Alza un sopracciglio, stupito. Non perde neanche tempo a pensarci, si siede sul letto e la chiama. «Noah», la ragazza risponde subito alla chiamata; dal tono di voce sembra preoccupata, il che inizia a preoccupare anche lui. «Dimmi tutto», dice semplicemente, incitandola a dirgli tutto quello che voleva, ad aprirsi con lui. «Devo parlarti». 
In pochi minuti il ragazzo raggiunge il parco dove ha preso appuntamento con la sua vecchia compagna di classe, ma quello che vede non gli piace per niente. La ragazza è stretta tra le sue braccia; gli occhi gonfi e il volto pallido. Non appena lo vede si siede e, con il volto scuro, inizia a parlare. Qualche minuto dopo Quinn si ritrova in una situazione peggiore nella quale si trovava prima. «Per favore», la voce della bionda è un sussurro insicuro e tremolante; le sue mani si aggrappano alla camicia bianca del ragazzo e la sua testa si posa sulla sua spalla, mentre dagli occhi scendono calde lacrime, bollenti gocce salate che percorrono le sue guance, scivolando fino al mento e cadendo sul collo. «Io-io non riuscirei a d-dirglielo». Le spalle della ragazza si alzano e si abbassano ripetutamente, mentre dalle sue labbra sfugge un singhiozzo sonoro. Le mani grandi del ragazzo la stringono a lui, accarezzandole dolcemente la schiena e i capelli, sospirando e cercando di tranquillizzarla. «Va bene, domani prendo il treno e torno a Lima per parlarle», assicura a bassa voce Noah. «T-ti prego, s-sii delicato. L-lei è m-molto affezionata a-a lui», balbetta Quinn, cercando di smettere di piangere, senza però riuscirci. Per quanto lei può odiare quella persona con tutta se stessa ... è pur sempre suo padre.
 
8
«Questa volta non mi scappa, la uccido seriamente», la voce di Harmony è un sussurro, mentre scivola lentamente fuori dalle coperte, cercando di non svegliare lo sconosciuto - beh, più o meno - che sta dormendo serenamente. Non vuole trovarsi quando il ragazzo apre gli occhi, non vuole spiegare che è stata colpa della sua amica e del suo stupido complice che si sono ritrovati a darsi da fare. Si riveste velocemente, voltandosi di scatto verso il letto, sentendo il rumore delle coperte che si muovono. Trattiene il respiro senza neanche rendersene conto, ma poi sospira, notando che ancora dorme. Si morde con forza il labbro inferiore, mentre i suoi occhi sono puntati su quel viso dall'espressione rilassata, dolce. Sente il cuore battere con insistenza nel suo petto e arrossisce lievemente, per poi prendere le sue cose e correre fuori da quella casa. Prende il cellulare e, nervosamente, compone il numero di telefono della sua migliore amica, la quale non ci mette molto a risponderle. «Me la paghi, stronza», la sua voce è un sibilo, ma le sue labbra sono piegate in uno strano sorriso. La risata divertita dell'amica è trattenuta, segno che, sicuramente, è in compagnia. «Di che ti lamenti, Harm? Ti ho fatto finire a letto con il ragazzo che ti piace da un anno, dovresti ringraziarmi», dice tranquillamente Kitty, giocando con una ciocca di capelli e voltandosi per guardare il ragazzo che, in camera con lei, si sta aggiustando i vestiti d'avanti allo specchio. Jhon, un bel ragazzo della sua classe; alto, dal bel fisico, scuro di carnagione e con dei capelli mori lunghi. E' un giocatore di football ed è stato molto d'aiuto per il piano della bionda. «Certo, infatti, Kit, ti ho chiamata solo per ringraziarti», risponde ironica la mora, per poi sospirare e sedersi sulla prima panchina che ha visto, portando poi una mano tra i capelli. «Non mi dire che è davvero così scarso a letto», esclama l'altra, facendo sospirare nuovamente la Pearce. «Più o meno». E' una bugia. Una bugia bella grossa. Ma deve dirla per impedire a Kitty di mettersi ancora in mezzo. Le vuole un gran bene e, a dire il vero, è stato stupendo poter andare a letto con il ragazzo che, da un anno a questa parte, le è nel cuore, ma non voleva che fosse così. Lui appena si sveglierà non si ricorderà nulla, per via di tutto l'alcol che gli avevano fatto ingurgitare quei due pazzi, e tornerà ad essere il solito, bellissimo e dolce ragazzo fedele alla sua religione che tutti conoscono.
 
9
Jhon ha appena lasciato casa Fabray e in questo momento Kitty si sta rilassando sotto il getto d'acqua calda che viene dal manico della doccia. Si passa una mano tra i capelli, chiudendo gli occhi e sciacquandosi, godendo di quella sensazione dolce delle gocce che cadono sulla sua pelle. Il campanello la distrae dal suo momento di tranquillità. Sbuffa pesantemente e chiude l'acqua, per poi uscire dal box doccia e infilare velocemente il suo accappatoio rosa. Il campanello suona ancora, chiunque sia dietro la porta è davvero insistente. «Arrivo, finitela di rompere», borbotta nervosa per essere stata interrotta dal suo unico momento rilassante in tutta la giornata. Posa la mano sulla maniglia e apre la porta, con un cipiglio irritato. Non appena i suoi occhi incontrano quelli del ragazzo all'uscio della porta, però, tutta la sua irritazione svanisce, lasciando spazio in un sorriso. «Noah», dice soltanto, alzando subito dopo un sopracciglio e portando le mani sui fianchi. «Mi dici che diavolo ci fai qui?», chiede ritrovando un briciolo di nervoso per aver interrotto la sua doccia. Il ragazzo imita il movimento di Kitty alzando il sopracciglio, per poi accennare un sorriso che doveva essere divertito e irritante, ma è solo molto tirato. La bionda se ne rende conto e si sposta di lato, facendo così passare il Puckerman. «E' successo qualcosa?»
 
 
 
Spiegazioni:
 
Ciao a tutti. In questo capitolo succedono un paio di cose molto importanti. La prima riguarda la famiglia Fabray, mentre la seconda ... beh, Harmony. C'è una piccola scena Quick, ma penso proprio che per i fan di questa coppia non ci sarà speranza. Voglio precisare che a Kitty non piace Noah e lo ripete in continuazione non per auto convincersi, ma perché è indignata della reazione che ha la sorella.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se non capite qualcosa basta dirlo.

 
Distinti saluti.
LesbianQuinn.
   
 
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