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Autore: FairyQueen_Titania    25/10/2012    3 recensioni
Cosa può fare Hitsugaya di fronte alla maschera portata dal suo vice?
Non so se questa ff può considerarsi spoiler perchè non seguo il manga, le vicende in ogni caso sono ambientate dopo la saga dell' Hueco Mundo e degli Arrancar.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hitsugaya Toushirou, Rangiku Matsumoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una maschera
Al di là della porta di legno sentiva ogni tanto qualche singhiozzo spezzato, poi, quando la porta si apriva Matsumoto sorrideva.
Perchè?
Lo provocava e lo prendeva in giro, allegra come sempre.
Perchè?
Se ne andava a zonzo per il Seiretei blaterando cose senza senso come al suo solito, facendo spese inutili e bevendo sake assieme ai colleghi.
Perchè indossi una maschera Matsumoto?
Alla sera però la porta della stanza si richiudeva a Toshirou sentiva sempre qualche singhiozzo trattenuto a stento.
... ma alla fine la butti giù.

Hitsugaya Toshirou non era mai stato bravo con le emozioni. Non le esprimeva e cercava di non riceverne. Matsumoto però per lui era un libro aperto.
Matsumoto rideva per nascondere le lacrime.
Matsumoto parlava sempre per non sentire la voce dei suoi dolori.
Matsumoto era una donna altruista e non voleva mai nulla in cambio perchè le era stato portato via tutto e sapeva cosa significava perdere.
Matsumoto ascoltava e dava speranze e consigli pur non essendo capace di darne a se stessa.
Matsumoto era una donna disillusa.
Hitsugaya avrebbe voluto vederla diversa. Felice.
Il suo vice aveva passato la vita a seguire le orme di Gin Ichimaru in silenzio, un passo dietro a lui.
In fondo erano in molti coloro che lo seguivano in silenzio e si struggevano per lui.
Ora si sentiva svuotata di ogni cosa che non fosse il dolore e il rimpianto.

-Taicho...- Matsumoto lo guardava con gli occhi lucidi. Sobbalzò non appena il suo capitano aprì la porta. Si asciugò velocemente le lacrime e sorrise gonfiando le guance- e se fossi stata nuda?!
Hitsugaya arrossi e Matsumoto rise forte, poi quell' attimo si spense.
-Matsumoto...- Toshirou non era mai stato bravo con le parole, arrossì ancora e guardò altrove- se vuoi puoi parlarne con me.

-Lo sa, taicho... vorrei tanto morire.
Hitsugaya spalancò impercettibilmente gli occhi, aggrottò le sopracciglia e fece per parlare ma la donna davanti a lui continuò, fermandolo.
-Però non posso. E sa perchè? Perchè ho tante cose da fare. Sono una shinigami e come tale il mio onore mi impedisce di non essere fedele al mio compito e poi ci sono tante persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene- si girò verso di lui allungando le labbra in un sorriso furbo- e poi lei, taicho, come farebbe senza di me?
Hitsugaya aveva semplicemente ascoltato, poi, quando Matsumoto gli si era buttata addosso aveva gridato il suo nome -MATSUMOTO!- e lei lo aveva stretto forte, ancora di più.
-Ohi Matsumoto... ti prometto che lo faremo passare, tutto questo.

Hitsugaya sapeva che Matsumoto non sarebbe tornata a ridere col cuore da un giorno all' altro, sapeva che dalla sua stanza sarebbe ancora arrivato il suono sommesso delle sue lacrime, ma lui non avrebbe più semplicemente ascoltato. Aprire quella porta ogni giorno e fare un passo verso di lei, condividere il suo dolore all' interno dello stesso spazio, era il suo impegno e una grande prova per lui.
Ogni tanto poteva permettere al ghiaccio di sciogliersi.

La tomba di Gin Ichimaru sorgeva in una grotta nascosta agli occhi del mondo. Hitsugaya c' era stato solo una volta. Ora vi ritornava perchè in un certo senso sentiva di non aver chiuso la questione con l' ex capitano. Si era aspettato un luogo umido e abbandonato all' incuria del tempo, invece all' interno della grotta sorgeva un piccolo lago che la rendeva meno angusta. Sulla sponda opposta del lago, come se lo contemplasse, stava il cumulo di pietre che era la tomba di Gin Ichimaru.
Hitsugaya non aggirò lo specchio d' acqua ma rimase immobile dove si trovava, faccia a faccia con quel cumulo di pietre ricoperto di fiori freschi.
Era assurdo quanto un uomo come quello potesse essere amato, come potesse aver ottenuto l' amore assoluto non da una, ma da ben due persone.
-Avrei preferito ammazzarti con le mie mani- proferì lentemante- lo avrei fatto se ne avessi avuto la possibilità- Hitsugaya strinse i pungni e quasi ringhiò- ma poi me ne sarei pentito per il resto dei miei giorni perchè probabilmente il dolore di Matsumoto si sarebbe moltiplicato e mi avrebbe odiato per sempre. Io non voglio il suo odio.- allentò i muscoli tesi e sospirò- avrei voluto che te ne andassi prima, molto, molto prima. O che l' avessi amata come merita. Perchè io non so se riuscirò a riempire tutto questo vuoto. Sono più in basso di te, Ichimaru.









  
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