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Autore: TooLateForU    25/10/2012    12 recensioni
New York è la città dei sogni. Del traffico, dei monolocali squallidi, delle amiche riccone, delle metro sempre piene, dei caffè freddi, di gossip girl..E, disgraziatamente, anche di Harry Styles.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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aloooooha. oggi non sono andata a scuola perchè dovevo andare dall'oculista *balla la conga nuda*
ma ora ho mal di gola #sosad
eniuei, ho aspettato che l'effetto delle goccie svanisse e che ricominciassi a distinguere ciò che mi circonda per postare. questo è il capitolo che apre la vera e propria storia *spara coriandoli*
in realtà l'idea che mi è venuta non è propriamente originale, ma spero che non arrivi a farvi vomitare sulla tastiera.
MINCHIA IERI HO COMPRATO RED DELLA SWIFT SKJCNDJHVCAJHGVGHS
voi non potete capire, sono due anni che aspetto questo momento.
lei è la donna della mia vita (senza fare nessun torto ad harry, l'altra donna della mia vita <3)
basta. vi lascio al capitolosss
besos


“Ma arriva o no questo?” chiesi, fissando impaziente la porta. Tra meno di venti minuti sarei dovuta essere a casa di Styles, e se avessi fatto tardi probabilmente mi avrebbe denunciato alla polizia degli sfigati fissati con scienze.
“Dovrebbe essere qui a momen..” Sam non terminò neanche la frase, che il campanello suonò.
Saltò come un salmone sul divano di pelle bianca, e cominciò a correre verso l’ingresso. Peccato che si scontrò contro il tavolino di vetro, inciampò nel tappeto, tentò di reggersi al telefono fisso ma finì solo per farlo cadere accanto a lei.
“CAZZO!”
DRIIIN.
“Arrivo!” urlai io, tentando di non ridere, poi sorpassai Sam che tentava di gattonare per rialzarsi e aprii la porta.
“Salve, sono George.” si presentò un ragazzo, sorridendo.
Uuuuuuh, salve a te George. Occhi nocciola, capelli un po’ ricci, e labbra moooolto carnose.
Assomigliava un po’ a Styles, a dire il vero. Ma più basso, e più..mingherlino.
“Ciao George!” uno squittio mi fece sobbalzare, e un secondo dopo il gomito appuntito di Sam mi spinse via dalla porta.
“Ahia!” protestai, ma lei fece finta di non sentire, e continuò a giocherellare con i capelli e a ridere come una iena isterica, sebbene George non stesse dicendo assolutamente niente.
Che ragazza facile.
 
MEZZ’ORA DOPO
“Bhè, credo che ci vorrà qualche settimana per mettere apposto tutto.” considerò Manny Tuttofare, togliendosi i guanti.
Sam annuiva fissandolo, ma scommetto che stava solo pensando a quanto sarebbero potuti essere carini i loro figli insieme, e si sforzava di fondere i loro visi insieme.
“Oh sì, certo, capisco.” commentò, con aria seria “Allora torni la prossima settimana?”
“Se non è un problem..”
“E’ perfetto!” lo interruppe, quasi urlando, e lui sembrò un po’ spaventato. Io mi schiarii rumorosamente la gola “In realtà la prossima settimana dobbiamo fare quel progetto, ti ricordi?” mi intromisi, lanciandole un’occhiata eloquente.
Dopo circa otto anni capì che le stavo suggerendo di farlo venire nel weekend, così dopo sarebbero potuti uscire, e dopo altri sei secoli finalmente George Labbra Infuocate uscì.
Sam era viola in faccia, con qualche pagliuzza porpora, e non smetteva di sorridere “Allora, che ne pensi?”
“Carino.” commentai, stringendomi nelle spalle prima di tornare sul divano. Ebbi la tentazione di saltarci sopra, ma era tutto così ordinato a casa di Sam che avevo persino paura di respirare troppo forte.
“Carino?! SOLO carino?” esclamò stridula, sedendosi davanti a me “Elle, è bellissimo.
“Secondo me assomiglia un po’ a Styles.”
“Ma sei scema? Quello sfigato se lo sogna!”
“Guarda che se solo qualcuno gli facesse fare un po’ di palestra, togliesse tutte le merendine da casa, tagliasse i capelli e rifacesse il guardaroba, sarebbe davvero figo.” lo difesi.
“E mi dici poco. Comunque non ci crederei neanche se lo vedessi.” commentò, prima di esaminarsi le unghie.
Dio, quanto mi fa incazzare quando fa così. Pensa di aver ragione, e invece ha torto marcio su tutta la linea, e oltretutto in quanto mia migliore amica dovrebbe credere a tutto ciò che dico e basta.
“Se me lo lasciasse fare, lo trasformerei in un top model.”
Improvvisamente i suoi occhi azzurri si accesero, e cominciai a cagarmi addosso. Perché quando a Sam compare quel luccichio negli occhi vuol dire che..
“Facciamo una scommessa.” cominciò, sorridendo malvagiamente.
Oh no..
“Se tu riesci a trasformare San Francesco in un figo e a fargli avere il numero della capo cheerleader..”
“Jessica Tetta Selvaggia?”
“Lei. Bhè, se ci riesci vinci…vinci e basta, altrimenti vinco io.” concluse, frettolosamente.
“Sam, le tue scommesse fanno cagare come sempre.” la informai. Ma in realtà mi era venuta un’idea geniale. Non che fosse strano, considerando che si parla di me “Se riesco a farlo, ho il permesso di uscire una volta con Manny Tuttofare.” proposi.
“NO!” gridò, sbattendo un pugno sul divano “Non ti azzardare!”
“Andiamo, se sei così sicura di vincere di che ti preoccupi?”
Si morse un labbro, continuando a guardarmi in cagnesco “Okay.” sibilò “Ma se vinco io potrò chiedere e dare il mio numero a Logan.”
Piccola puttana bionda!
“Affare fatto, piccola puttana bionda.”
E ci stringemmo le mani.
 
A passo strascicato camminavo per Herald Square, tra la sesta e trentaquattresima strada, e vi assicuro che la tentazione di entrare da Macy’s era molto, molto forte. Ma dovevo essere più forte io, andare a casa di Styles ed iniziare il lento cammino per la vincita della scommessa.
Arrivai davanti al civico 452, e mi accorsi che casa sua doveva essere proprio sopra quel Pret a Mangèr. Certo non era povero, se abitava qui.
Ma ero l’unica morta di fame di New York?! Mi sentivo come cenerentola, ma non c’era nessun principe in una tutina azzurra da checca isterica ad inseguirmi.
Suonai il citofono, ed aspettai.
“Chi è?”
“Il destino!” risposi, poeticamente.
“Cerchi Harry?”
Mi paralizzai, accorgendomi che ci parlava non era Styles, bensì una voce femminile. “Oddio mi scusi, pensavo che fosse Har..”
“Non preoccuparti cara, sali, siamo al terzo piano!” esclamò, e dal microfono proruppe una risata divertita.
Grandioso, davvero. Adesso sua madre penserà che ho una cotta per il figlio, e magari Styles si monterà pure la testa e lo scriverà sui muri di tutta la città. Lo fa apposta quello, a farmi incazzare.
L’ascensore era di quelli trasparenti (!) come quello de La fabbrica di cioccolato, per intenderci, e praticamente volò al terzo piano. Avevo quasi le orecchie tappate.
Uscendo trovai la porta a destra del pianerottolo aperta, e Styles che mi aspettava annoiato appoggiato allo stipite.
“Ti prego, rimani fermo così e abbassa la testa, sarebbe una foto fighissima!” esclamai, sinceramente emozionata.
In tutta risposta Mr Simpatia alzò gli occhi al cielo (almeno ciò che vedevo dei suoi occhi sotto la criniera) “Mia madre credeva che fossi una testimone di Geova, pronta a chiederci se crediamo nelle opere del signore.” mi informò.
“Tua madre deve essere una donna molto paziente.” considerai “Mi fai entrare?”
Spalancò l’uscio, ed entrai. Si arrivava subito in una sorta di atrio circolare, da cui poi si poteva accedere alle altre stanze e ad un corridoio.
Era arredata in maniera..strana. Non sembrava una delle tipiche case newyorkesi, era più ‘casa nella prateria’.
Si sentivano dei rumori da una stanza alla sinistra, e probabilmente sua madre era lì. Stavo per andare a salutarla quando Harry mi sorpassò.
“Vieni.”
Lo seguii fino ad una porta su cui c’era scritto con delle lettere colorate ‘HARRY’.
“Hai un fratello molto molto piccolo o ci hai pensato da solo?” chiesi, indicando la scritta.
“Puoi smetterla di consumare il mio ossigeno parlando? Grazie.”
Ma come facevo a non prenderlo a pugni?! COME? Alzai gli occhi al cielo, mentre apriva la porta della sua stanza.
“Hai portato le cos..”
Non lo feci finire. Lo spinsi bruscamente dentro, chiusi la porta con un calcio, afferrai un suo braccio e individuato l’unico specchio della stanza ce lo portai davanti.
“EHI!”
“Cosa vedi?” chiesi, ignorando le sue proteste.
“Una psicolabile che mi stropiccia il maglione?”
“ERRRR, risposta sbagliata!” esclamai “Io vedo uno sfigato – senza offesa – e una ragazza con uno splendido ombretto che lo trasformerà in uno figo di prima categoria.” dissi, con un sorriso più malvagio che affettuoso.
Spalancò gli occhi, finendo per somigliare pericolosamente ad uno scoiattolo drogato “Ti prego, dimmi che stai scherzando.” mi pregò
“Assolutamente no!”
Harry sbuffò, liberandosi dalla mia presa “Senti, non siamo al mondo di patty. Nessuno trasformerà nessuno.”
“Stammi a sentire, Styles, tu non sei proprio orrendo.”
“Vacci piano con i complimenti, eh.”
“Ma..” continuai, gesticolando “..se mi lasciassi campo libero ti assicuro che tutta la scuola ti verrebbe dietro. Cos’è, schifi la topa?”
“Eh? No!”
“Sei gay?”
“La pianti?”
“Bisex? Trans? Zoofilo..?”
Mi arrivò un cuscino dritto in faccia, e persi quasi l’equilibrio. Sbuffai, e rilanciando il cuscino a terra mi riaggiustai i capelli “Sei davvero molto violento, ma ti perdono per questa volta. Allora..” battei le mani “..cominciamo?”
“Forse non ti è chiaro, io non ho accettato. E poi a te che importa? Ti sei sempre comportata da stronza, come gli altri.” domandò, aggrottando la fronte.
Gli si formava una piccola ruga tra le sopracciglia, e sembrava un bambino arrabbiato.
Carino.
“Perché..” già, perché? “..perchè stranamente mi ispiri simpatia. Ci stai o no?”
Mi fissò a lungo con quegli occhioni da cerbiatto, come se cercasse di capire se stessi dicendo una stronzata (vero) o fossi sincera.
“Dici che non mi prenderebbero più in giro..?” domandò, con voce quasi flebile, e mi colpì.
Forse sotto la patina da sfigato che nascondeva un’altra patina da stronzetto acido c’era una piccola piccola parte di ragazzo insicuro.
“Non pensavo che esistessero ragazzi insicuri.” dissi, sinceramente. In effetti nella mia testa i ragazzi si dividevano in due grandi categorie: Logan e gorilla (meno pelosi).
“Bhè, ci sono. E di solito sono quelli che i fighetti della scuola si divertono a fare a pezzi ogni giorno.” rispose incolore, fingendo di essere particolarmente interessato alle rilegature delle sue scarpe.
Ruotai gli occhi al cielo, e mi sedetti accanto a lui “Ascolta bene, Styles, tu protesti essere un Logan Armstrong un giorno.”
“Meglio mi sento.” commentò, sarcastico.
“Vabbè, intendo un tipo come lui. Mi offro come tuo personal trainer, non sarà difficile. Basterà buttare tutti i wafer che si accumulano qui..” e spinsi un dito nelle sue maniglie dell’amore, facendolo sobbalzare “..portare il tuo culetto pallido in palestra nove giorni su sette, tagliarti la foresta che hai in testa, comprarti dei vestiti su cui nessuno abbia vomitato, qualche lezione di autostima et voilà, sarai pronto!” gli dissi, sorridendo.
Lui fece una smorfia, che inaspettatamente si trasformerò in un piccolo e carino (!) sorriso.
“Affare fatto.” concluse, e ci stringemmo le mani.


p.s. se ve lo stesse chiedendo, Manny Tuttofare ha la faccia di George...quello...degli Union j. insomma, se non ce l'avete presente scrivete 'george union j' e il primo che vedete con due labbra che ingloberebbero un rinocerente, è lui.

   
 
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