Try it
Far
tacere Sherlock è un impresa impossibile e nemmeno se il vostro nome
è John Hamish Watson avrete successo, in verità anche farlo parlare
a volte è impossibile, in effetti il punto è che Sherlock Holmes fa
sempre quello che vuole, sempre.
Quando si trova di fronte ad un
palese rifiuto comincia ad argomentare e se l'interlocutore, povera e
inconsapevole vittima, non è anche lui un fottuto genio, un
consulting criminal o un altro individuo appartenente alla stirpe
Holmes, vedrà le sue argomentazioni e la sua autostima distrutte
dalla lucida e terribile logica dell'unico consultig detective del
mondo. Naturalmente un individuo qualsiasi dopo la prima orribile
esperienza di questo tipo eviterebbe Sherlock come la peste,
cambierebbe città, nazione, paese. Invece John Watson continua
strenuamente e masochisticamente ad opporsi alle follie, perché è
quello che sono, del consulting detective. Con lo stesso successo che
ha un sassolino a fermare le onde del mare per esser chiari. E se non
dovesse cominciare a parlare tremate perché significa che passerà
direttamente all'azione e otterrà quello che vuole, perché è un
moccioso viziato, un moccioso viziato, mostruosamente intelligente e
manipolatore. Forse ci potrebbe impiegare giorni ma alla fine otterrà
comunque quello che vuole e no, non è paziente è solo
indicibilmente testardo e infantile.
«Sherlock
non possiamo fare sesso nell'ufficio di Lestrade!»
John era
sicuro che quella era una costatazione sensata e logica ed era
assolutamente certo che non avrebbe assecondato quel folle del suo
fidanzato/compagno/coinquilino, la sola idea che qualcuno potesse
beccarli era così orribile e imbarazzante che riusciva a soffocare
quella scintilla di eccitazione che era balenata nella sua mente e
lungo tutta la spina dorsale.
«Lestrade è a fare rapporto e
il suo superiore oggi è di cattivo umore quindi abbiamo almeno una
buona mezz'ora prima che torni, anzi considerando che è Giovedì e
sono quasi le sei Lestrade incontrerà casualmente
Mycroft, quindi abbiamo tutto il tempo che vogliamo» affermò
compiaciuto Sherlock mentre si toglieva il cappotto e la sciarpa.
«Tu
come lo sai che il capo di Lestrde è di cattivo umore?» domandò
perplesso il dottore.
«Perché Lestrade aveva la barba fatta e la
camicia stirata» tagliò corto Sherlock che intanto si era
inginocchiato aveva iniziato a slacciare la cintura e i pantaloni di
John.
«Cos--Sherlock siamo a Scotland Yard per l'amor del
cielo!»
«John,» sospirò seccato Sherlock «la porta è chiusa
a chiave, le veneziane sono abbassate e se non ricordo male
stamattina Lestrade ha interrotto un interessante discorso tra me e
una parte del tuo corpo»
Sì, John ricordava con frustrazione e
vago istinto omicida lo spiacevole suono del campanello di quella
mattina.
Purtroppo aveva appena commesso un gravissimo errore, si
era distratto, quindi non ebbe la prontezza di mollare un pugno a
quello sciagurato del suo fidanzato e proprio non riuscì a reprimere
un brivido quando Sherlock gli abbassò i boxer. L'ultimo pensiero
coerente di John fu che Sherlock stava diventando maledettamente
disinvolto in certe cose.
Ah sì, un altra cosa, quando Sherlock passa direttamente all'azione in alcuni frangenti per John Watson è maledettamente difficile riuscire a resistergli.
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«Mycroft mi puoi ripetere perché non posso tornare nel mio ufficio a prendere il cappotto?»
Dda (deliri dell'autrice): grazie a chi aggiunto questa raccolta nei seguiti! Non siate timide fatemi sapere cosa ne pensate!