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Autore: Vany93    25/10/2012    5 recensioni
Questa è la prima storia che pubblico quindi siate sinceri e perdonate qualche eventuale errore di battitura che gradirei mi segnalaste per ovviare a tale abominio.
Spero che vada bene. Sono sia emozionata che ansiosa *-*.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un uccellino smarrito trovai per la via era infreddolito e la sua ala era sanguinante . Lo accoccolai fra le mie braccia, lo curai con amore e abbracci, cantado parole antiche di un amore rapito. Il giorno della sua partenza mi fisso con tenereza non avevo curato solo le ferite esterne ma anche il suo cuore che sarebbe stato per sempre mio... Ma il mio cuore apparteneva solo al mio ''Dio''.


Atto quarto
Perfetti sconosciuti… o quasi.
Ci preparammo indossando i nostri migliori abiti. Io un vetsito nero con il corpetto stretto con ricami arabeschi e la gonna lunga e carica di così tanto tulle che mi era difficile fare un microscopico passo con le scarpette di cristallo.
I mie capelli,semi raccolti, scendevano come una cascata durante una notte senza luna. Fermati con una spilla d’argento, adorna di pietre di luna,avrebbero fatto sfigurare ogni altra elaborata acconciuatura delle sofisticate dame di corte. Un nastro di seta rosso legava la mia vita sottile finedo a fiocco dietro di essa. Le maniche strette del vestito terminavano con dei volà in raso dello stesso colore della fascia.
Arriane, al contraio, sfoggiava uno abito verde oliva che metteva in rislato i suo occhi chiari. Semplice e sbarazziono come lei. Unico particolatre la fascia bianca in vita tanto per imitarmi, come sempre. I suoi capelli cadevano come una chioma indomita sulle spalle esili. Una facsia cremisi fra i capelli corvini metteva in risalto il suo ovale piccino e i garndi occhi che abbracciavano il mondo con crescente curiosità.
Nessun giogliello adornava il suo corpo.
Saziate dall’inaspettao buofet che ci aveva colte nel bel mezzo della nostra preparazione la parola cena che un paggio era venuto ad annuciarci gravava nell’aria come un oscenità.
Il nostro stomaco neanche a pregarlo avrebbe accettato un'altra misera pasta zuccherosa o bevanda mielata. Era chisuo per ferie.
Ci guardammo innoridite. Non sapevamo che fare.Se saremmo andate avremmo vomitato ogni cosa che avremmo ingurgitato o avremmo dovuto declassare ogni portata offertaci dimostarndoci indecorose a torto.
In ogni caso saremmo state innoprtune ma non perché lo volessimo.
«Non andare sarebbe un torto al buon re »ragionai su massagiadomi il mento« ma il nostro stomaco chiede pietà dal bouffet di prima pensa se lo spingessimo oltre il limite!!!»
Arriane imitò una cortigina con una taglia in più e fece finta di non riuscire a varcare la porta della tolettatura. Anche il paggio rise.
«Ma»continuò la mia ciarlera amica« lì verdremo in eclusiva il prncipe, perché deve pur mangaire quel giovane!!!,» ci penso su un po’persa fra le sue fanatasticherie poi aggiunse ammicante «in eslusiva prima del ‘’grande evento’’»
Mi lanciò un’occhiata d’intesa che solo noi due potevamo capire  e non  povero e confuso paggio.
Ma poi un illuminazione mi pervase.
La garnde pazienza del paggio , in livrea rossa e arancio per loccasione, era da lodare. Dritto con aria professionale aspettava all’entrata della camera con finta indiferenza.
Presi da parte la mia amica conducendola con affretattezza vicino al camino scoppiettante.
«Arriane» iniziai sotto voce« io non so dov’è la fontana…»
«Lo chiediamo al bignè qui fuori, tesoro» sbrigò la cosa indicando il ragazzo effetivamente quel strano cappellino gli conferiva un aria d’ilarità non indiffrente.
«Sarebbe » pensai alle esatte parole « come barare…» scossi il capo «e poi non voglio che la cosa si sappia in giro e che le male lingue di corte la ripetano per l’intera regia»lasciai la frase in sospeso.
Fai che mi capiscapregai e che non faccia come sempre di testa sua!!!
«Ma perché?!»sbottò lei«tu non conosci il castello!!!» Gonfio le guance «credimi nessuno oserebbe dirlo a costo di minacciarli io stessa!» alzo i pugni minacciosa
«Senti!!» iniziai cauta« inventati qualcosa perché io non ti seguirò a cena…»
La sua espressione da irritata divento incredula e gli occhi lampeggiavano invidiosi. Il suo broncio sbatteva ai quattro venti la parola ‘’tradimento.’’
«Così mi mandi ad annoiarmi con lo stomaco pieno a una stupida cena mentre tu gongoli per il castello e ti godi tutto il divertimento!!!» disse con un tono più elevato, quasi isterico.
Alzai gli occhi al cielo, pietà!!!
La sua indignazione era palpabile e aveva ragione.
«Shhh» gli tappai la bocca. I suoi ochi due braci ardenti« di che sono ancora provato dal viaggio e dalla rapina e che desidero riposarmi ancora un po’saltando la cena per oggi»sottolineai l’ultima parola.
Vedendola un tantino più se stessa lasciai la presa dalla sua bocca.
«Volevo anche io andare a caccia del principe» disse sconsolata mettendo il broncio.
«La prossima volta»gli promisi guardandola con infinita dolcezza. Era come una babina risi di cuore.
Lei roteo gli occhi al cielo come a dire:’’come se ci sarebbe stata una seconda volta!!!’’
La ringrazia con lo sguardo mentre seguiva fuori il paggio. Mi lanciò un ultima occhiatina semi furente e poi richiuse la porta dietro di se. La sentii attaccare una delle sue lunghe storie  fantasiose mentre il ragazzo l’accompagnava nella sala dei banchetti reale su per il corridoio. Quella sera mi sarebbe toccato subirmi un bel succoso resoconto pieno di dettagli noiosissmi che lei avrebbe reso ancora più colorito con le sue lamentele e le sue frecciatine di comemti perfidi alle male lingue di corte.Ma ne valeva la pena percé pur qualcuno doveva avvisare il re che ero indisposta.O almeno così dovevano pensare tutti...
Spero che il principe non pensi che stia veramete male però e crede che sorpassi il suo invito sperai con tutta me stessa.
Aspettai in ansia,passegiando avanti e indietro con le orecchie ben tese finché non sentii i passi dei due e la voce della mia dama affievolirsi nel nulla mentre la silenziosa quiete notturna riprendeva ancora una vola il sopravvento nel corridoio adiacente la mia stanza.
Immaginai il paggio che ascoltava rapito il racconto di Arriane annuendo stupito. Scossi il capo con un sorriso affettuoso non la si poteva odiare nemmeno a pensarlo.
Nonostante il silenzio mi affacciai alla porta con rilutanza temendo quasi  che qualche guardia potesse vedermi svignarmela furtiva dalla mia stanza  e potesse avvisare qualcuno , magari proprio il re che sapeva di me indisposta, rovinando tutto. Volevo trovarla con le mie forze. Era un catsello mica un intricato labirinto. Ogni corridoio doveva portare ad una stanza ed ad una altro corridodi che  a sua volta avrebbe portato ad una ipotetica uscita. Il segreto stava nel trovare l’uscita che dava alla fontana dei tursiopi e contando sulla mia ingente fortuna usci come un ombra ed inizia a correre , con la gonna di tulle nero in pugno per rendre i mei movimneti più fluidi , per il corridoio.
Lui starà mangiando non si aspetterà mica la mia assenzasorrsi vittoriosa lo sorprenderò arrivando prima al luogo prestabilito, sono un genio!!! Mi compiacqui di me.
Fu solo quando svoltai l’angolo del corridoio ---- che il mondo mi cadde addosso o meglio io caddi addosso a qualcuno.
Braccia muscolose mi stringevano a se e un petto che ballava la samba gareggiava con il mio che ballava la zumba.
Mi ero scontrata con qualcuno. Le mie previsioni di trovare i corridoi vuoti , pensando ingenuamente che anche la servitù cenasse appartata nella cucina reale, furono deluse, non ero sola…
Avevo chiuso gli occhi non appena conscia della figura che si diriggeva verso di me con passi afrettati. Capii che l’impatto era inevitabile e fra uno svolazzare di tulle e un altro gli rovinai goffamente addosso. Una gaf dietro l’altra complimenti Luce meriti un premio come imbranata di corte dell’anno!!!
Stavo mormorando a fior di labbra delle scuse ancora con il viso basso e in fiamme e ancora sopra il tizio con cui mi ero scontrata quando la voce più melodiosa che avessi mai sentito sussurò:
«Tutto ok?»
A quel punto ebbi il coraggio di alzare il mio sguadro che affondò in due occhi violetti limpidi e sorridenti.
Restai a fissarlo come un ebete senza spicciare parola come ammaliata da quella intensità che spiazzava il mare in tempesta dentro di me ristabilendo il sereno.
Sembrava poi che il sole non fosse tramontato. I capelli d’oro di quell’ attraente giovane facevano invida ai raggi del sole anzi di sicuro erano dell’astro rubati per capriccio da una divinità egocetrica che l’aveva donati alla creatura più dolce del mondo.
Indossava un’anonima divisa grigia completa con un capellino, che assomigliava molto come forma a quello di un pittore, grigio perlaceo anche esso. Dal colore ne dedussi che era un umile servo dalla belezza che non passava di certo innorservata. Mi immagiani le sue coetane sospirare al suo passagio o spiarlo  furtive mentre adempiva alle sue facende con solerzia. Mi ritrovai ad invidiarle del privilegio di ammirare cotanta solarità e arrossi impotente di non poter fare altrettanto.
In men che non si dica quelle braccia all’apparenza non così forti mi alzarono di peso rimettendomi in piedi. Notai che era più alto di una spanna rispetto a me. E contemprarlo alzando il capo era un gesto che mi ricordò la contemplazione del divino. Sbalorditivo.
Mi sorrise  e fù come ricevere  una doccia di campanule.
Riusci solo a balbettare un scusa e niente di più la voce mi avvea abbadonata, Forse anche per sempre. Ero troppo sconvolta da tanta bellezza tutta riunita in un solo ragazzo.
«Non dovresti essere a cena?»
Ecco il punto dolente. Non potevo di certo dirgli che cercavao la fontana dei tursiopi dove il principe mi aveva dato appuntamento. Oh magari si?
«Non avevo molta fame…» balbettai insicura
Mi stavo giustificando con un servo?
Mio madre sarebbe inorridia nel vedermi. Ma il mio animo non riusciva a vedere quelle barriere insormontabili che altri vedevanno. In ognuno vedevo una persona con eguali diritti e sentimenti niente di più.
Portò le mani ai fianchie  mi guardò, un po’ indagatorio, in attesa.
Mi sa che non se l’era bevuta…
Tossi tre volte per schiarirmi la voce.
«Cercavo un luogo quieto dove poter pensare…» tentai
«Avevi qualcosa in mente?» nel suo sgaurdò c’era una strana luce. Non era divertimento no nemmeno sorpresa però, cosa che sarebbe stata quanto meno noramle. No c’era qualcosa di anomalo in lui. Non pensava che la mia stanza fosse un luogo quieto? Allora era strano come una campana che lanciava i suoi rintocchi a testa in giù!!!.
E poi sembrava appoggiarmi, anzi a incitarmi ad andare avanti.
Arriane sarà furiosa quando sapra che alla fine ho chiesto aiuto alla servitù.Mi gratai il capo in serie difficoltà con l’articolazione delle parole mentre io l’ho fatta andare inutilmente a cena…
«Si in vero » continuai« ho sentito dire che a palazzo esite una fontana…di tursiopi.»
Incrociai le dita dietro la schiena fai che ce ne sia solo una e non cento!!!
«Oh si» si entusiasmo il servo« il vanto del casato!!!.»
«Potresti condurmi lì?» ma la risposta era palese.
Il ragazzo mi porse, con una fluida galanteria, il braccio che io accolsi con calore e si innoltrammo nei corridoi.
«Si trova nel giardino invernale » mi spiegò parlando con una pronta fluidità propria di chi conosce il luogo a menadito«nell’ala ovest della fortezza.»
Il contrario di me…pensai mestamente.
«Mi ci vorebe una cartina per orientarmi»
Inboccammo una scala che saliva.Alle pareti ritratti di uomini dall’aria austera e dalla antica sapienza sapientemente ricamata nelle rughe del loro volto ci fissavano con aria accusatoria. Non so perché ma riuscirono a farmi sentire colpevole di qualcosa che non conoscevo...
Lo sentii ridere divertito « una cartina non basterebbe, troppi nomi da memorizzare» invece propose« ti ci vorebbe un giro completo della tenuta , quello si che vi aiuterebbe.»
«Magari lo chiederò al principe»mi sfuggi, troppo tardi…
«Si»concordò« lui conosce meglio di noi servi questo catsello»ossannò il suo futuro sovrano« si dice che consoca ogni passaggio segreto e che a volte giochi brutti scherzi ai cortigiani»
«Un buorlone»conclusi io bene un pagliaccio mi doveva proprio capitare!!!
«No Signora» la sua espessione divenne un po’ offesa da quelle parole« solo annoiato…»
«Ha un castelo, sicuramente un mucchio di coetani e ragazze a mai finire, e un reame a disposizione e lui si giudica ‘’annoiato’’» dissi esasperata« allora io che ho passata l’infazia in una piccola tenuta dovrei essere gia morta e ammufita dalla noia, secondo questa logica!»
«Avete ragione…» si scusò chinando leggermente il capo.
Arrestai il passo e lo fissai indagatoria« consocete bene il principe vedo…»
Lui degludii a forza, il pomo d’adamo fece su e giù vistosamente«di vista, quelle che so sono solo dicerie…di corte»
Sorrsi ma non gli credetti nemmeno un po’.
Imboccammo l’enensimo corridoio quando mi annunciò:
«Siamo quasi arrivati!!!»
«Deo gratia!!!»Sospira grata, spero di non essere in ritardo…
Alla fien di esso una balconata dava accesso al giardino d’inverno.
Galatemente aprii la porta finestra e ,accostandosi alla mia sinistra, indicò il giardino inchinadosi al mio passaggio. Lo oltrepassai senza fissarlo e badare quindi al suo cortese comportamento. Non versai nemmeno una parola cortese per il servo diligente che saltando la cena aveva esaudito la strana richiesta di una dama esigente o magari era niente rispetto a ciò che chiedevano le dame di corte…
La mia attenzione invero era presa dallo stupefacente spettacolo che si parò davanti al mio abbagliato sguardo.
Neve. Piccoli fiocchi di neve cadevano dal soffitto di quella che sembrava una serra. Mi coprirono i capelli e si adagiarono con movimenti a sfirale sul mio viso non gelandomi!.Le mie scarpette di cristallo affondavano appena sull strato di neve e intorno a me fiori di ghiaccio costeggiavano il sentiero. Rose dalle spumature bluastre e alberi di mela e menta si inerpicavano con i loro trasparenti rami fino spiorare il sofitto.
Prosegui per il senetiero osservando le farfalle di ghaiggio sui fiori cosi perfette nelle fatezze che sembrava che sarebbero volate via da un momento all’altro, aspettavano solo una tua distarzione e pouf sparite!.
«Dio santo è il paradiso?!» esclamai sopraffatta dalla meraviglia
Il mio cuore ne era così ricolmo che a stento batteva!.
«No»il servo si era avvicinato« solo uno dei quattro giardini stagionali posti ad ogni punto cardinale del catsello.»
Ecco come sminuire una cosa stupenda in due secondi!pensai acida alle sue parole anche se ingenue mi avevano fatto quell’effetto…
«Riesco solo , vedendo questo , a immaginare cosa riservino estate, primavera e autunno!!!» feci una giravolta su me stessa la gonna si gonfiò attorno alla mia vita come la cresta di un fuore la cui corolla ero me medesima. Risi di gusto. Non avevo mai visto la neve era la prima volta ,ma come era possibile lì era al chisuo!.
Come se mi avesse letto nel pensiero il ragazzo rispose« il mago di corte è un bravo prestigiatore…»senteziò vago.
«E’ favoloso»canticchiai poi lo osservai un po’ imbarazzata.Era stato lì spettatore e partecipe del mio sbigottimento e della mia esplosione di vita. Che cosa voleva ancora?.« puoi andare» indicai la porta« ti ringrazio di cuore » lo ringraziai sorridendo e poi ricordandomi aggiunsi« mettereò una buona parola per te con il principe ora »gli diedi le spalle ponendo fra noi due un distacco netto« vorrei pensare, da sola...»
«Non mi riconsosci vero?»
La sua domanda mi lasciò senza parole.
«Dovrei?»gli risi in faccia« sei solo un servo del castello ed io sono nuova qui, non concosco nessuno!!!»sandii bene le parole.Forse poverino aveva problemi di comprendonio…
Si tolse il beretto che tenne stretto in mano, contorcendolo, sembrava nervoso.I suoi raggi di sole ora liberi sembravano illuminare il giardino invernale di strane sfumature dorate conferendo ai fiori di ghiaccio la parvenza di diamanti.
Sembrava diverso ora.
«Oh»esclamai poi capendo.
Lo vidi sospirare«incredibile come una divisa sporca e logora renda un uomo ‘’diverso’’»
Mi inchinai frettolosamente ma lui mi arestò a mezza via.
«Non farlo ti prego»mi scongiurò, ora il suo sguardo era triste« non sono venuto conciato così» si indicò «per vederti profilare in continui inchini»fissò il mio vestito«rovineresti l’abito»ne spiorò l’opulente gonna.
«Principe…»
Non sapevo che dire, sul serio. Come avevo fatto a non accorgemene? Stupida Luce!.Arriane riderà di ciò e si riterrà soddisfatta della sua vendetta
Mi prese per mano«vieni…»
Percorremo il sentiero mano nella mano. Non sapevo cosa dirgli , gli avevo riso in faccia, parlato enigmaticamente e lui sapeva ogni cosa!!! Ma perché non era a cena? Chi c’era al suo posto? Il suo paggio personale?
Allorché i mie pensieri furono ostacolati dalla fontana dei tursiopi. Non era di ghiaccio ma di vetro per rendere la luce lunare, che rimbalzava sui fiori perenni, su di essa ancora più luminosa  e bella. Tre delfini con la coda arcuata regevano con il muso tre palle colorate , rossa gialla e blu, mentre in perfetto equilibrio du delfini con le pinne posteriori incrociate a x e gli sguardi carichi di passione e amore e voglia di giocare sembravano danzare sopra di essi. Nella vasca circolare dove le sculture riposavano nella loro coreografia fantasiosa l’acqua gorgogliava placida gettando spruzzi di acqua su di loro conferendone una dinamicità che era il tocco,  possiamo dire magico, che completava il tutto.
Mi fece sedere sui bordi di quest’ultima  e si inginocchiò ai mie piedi. Sembava passare a settaccio i miei dolci lineamenti con avidità, come se ne avesse sentito quasi la mancaza. Ma era impossibile io non lo avevo maivisto…
«Non sei cambiata di una virgola Lucinda!!!»esclamo poi il capo lievemete inclinato«anzi posso asserire che con l’età sei diventata ancora più bella».
«Mi lusingate…»arrossi
Il suo viso si rabbuio e fu come se il sole fosse oscurato da una nuvola carica di pioggia«non scherzavi davvero quindi quando mi hai detto che non mi riconoscevi…»
La mia espressione era delusa quanto la sua. Un viso così pensai non si dimentica tanto facilmete.
Si sedette acanto a me e perse il suo sgaudro in un punto indefinito del giardino
«Credevi davvero che i nostri genitori avessero siglato un matrimonio senza sapere, davvero, se andassimo d’accordo?.»
La mia espressione diceva di si.
«No» la sua serietà mi feriva« Ricordi il bambino con cui ti divertivi con le tue amiche ad acconciare i capelli?»
Lo disse tutto d’un fiato ora rosso in viso dall’imbarzzatente ricordo
«Ohio» esclamai io scattando a ridre« dici ricioli doro!!!»
Lui sosprò però chiudendo gli occhi« eh si proprio lui» si appoggio alla fontana. I suoi occhi ora sorridevano sereni
«Incrediele» l’osservai« tu sei completamente cambiato!!!»
«La pubertà fa questo effetto » ci scherzò su lui ammicante«ma non potrò mai scordare il viso angelico della bambina che mi salvava sempre…»
Fui io ora ad arrossire violentemente
«Tutti mi prendevano in giro »continuò perso nei ricordi« ero debole e timido e tu ti frapponevi sempre in mio soccorso» sorrsie mestamente«quando ho saputto che non eri arrivata per l’orario pattuito sono corso verso di te pensado che era arrivato il giorno di sdebitarmi…»
Sorrisi debolmente. Insieme a quei bambini dalla mia parte c’era Trevor .Non era davvero un buon momento per pensare a lui. La mia espressione addolorata lo colpì innaspettatamente.
«Tutto ok?»
«Si mi ricordo di te»mi concentrai«venisti un’ estate.»riportai a galla i ricordi anche se con essi risorse Trevor dalla mie memore e i giochi d’infanzia« docevano che avevi bisogno di aria di campagnia e  di sana campagnia»lo fissai «dicevano che eri malato…»
«Una blanda scusa per passare in anonimato»esplicò lui«non potevo dire che ero il futurò re dell’impero»disse come se fosse un ovvietà.«però io sapevo chi eri e anche tu pensai allora...»
«No»mi morsi il labbro anche perché continuai tra me e me io ero presa da altro…allora.
La ferita tappata alla bene e meglio si scucì e iniziò a sanguinare copiosamente.
«So che il tuo cocchiere è stato ucciso…»
Il principe interpretò il mio evidente stato di schioc a quell’evento e ringraziai il cielo per questo.-
«Un tragico evento…»commentai piatta.
«Sai chi erano?»
Come dimenticare il nome del loro capo o almeno come si feceva chaimare lui?
«Lupo era il nome del loro leader…»
Vid il giovane irrgidirsi. Qualcosa non andava.
«Daniel?»ricordarmi del suo nome fu più di quanto forse il ragazzo sperasse, dopo le mie parole,  perché si girò verso di me colto dalla meraviglia
Mi sorrise  e cambiò abilmente argomento ma la suo viso pallido ci vollero un bel po’ per riprendersi da quello strano status di perplessità glaciale . Neanche il giardino era così freddo e inospitale come il ricordo che gli avevo suscitato.
«Non sei andata a cena…»
«Nemmeno tu»l’agredii io prima che completasse«io speravo di trovare la fontana mentre tutti occupati dal cibo non pensavano altro che a ubriacarsi» gli didi una gomitata affettusoa «invece mi sorprendi cosi!!!, non è giusto»
Si strinse nelle spalle« scusa»bonfocchiò poi con mia sorpresa mi abbarccio i suoi capelli spiorarno la mia guancia regalandomi una piacevole sensazione di solletichio.Inspiarai l’odore di menta e fiordaliso che emanava, odore di buono pensai socchiudendo gli occhi. Ricambiai anche io abbaracaindo un po’ impaccaiata a causa delle sue spalle ben impostate non più gracili come un tempo.
«Sono felice che tu sia sana e salva=mi ritrovai che mi sussurò nel mio orecchio
Era bello, dolce e emanava amore e sicurezza . Nei suoi occhi leggevo l’amore che nei mei era solo affetto ma che lui splendeva in una fiamma perenne. Io non sarei mai riuscita a provare per lui un affetto che non andasse oltre a quello fraterno. Lui già mi amava e sembrava conoscermi bene.
Prima di separaci estarsse una peonia e me la offrì con occhi gonfi di emozione. Accettai , perché come diecva sempre la mia cara damingella mai rifiutare un regalo da un bel avvenente ragazzo, ma non riuscii a donnargli più di un sorrsio e mi sorpresi nel costatare che gli bastava, per ora pensai mesta.
Ci separamo con un parco bacio sulla guancia come due amici di vecchia data mentre la luna ci guardava le spalle…
Angolo Autrice
Et Voilà, eccomi ancora una volta qua XDDD.
So che molti di voi, almeno chi recensisce me lo fa capire, iniziano ad avere seri dubbi e ciò significa solo una cosa: che fino ad ora ho scritto bene XDDD. Se aveste capito dove voglio andare a parare non  sarebbe stata una storia degna di nota e quindi di essere continuata. Invito poi che legge, ma non si fa sentire, specialmente  da questo atto in poi a dirmi cosa ne pensa perché da qui ci saranno eventi importanti e a catena. Se i primi tre atti erano i ''preliminari'' di questa storia  ora incominciamo finalmente ad entrare nella ''storia vera e propria '' con vostra e mia felicità ^_^ quindi recensite numerosi non vi chiedo poemi solo di interloquire con me dirmi cosa ne pensate che per me conta molto e mi farebbe felice scambiare le mei idee per quello che posso con voi. Ma la cosa che più conta e che mi rallegra è che vi piace così ho fatto i salti mortali per riuscire a posatre oggi, contenti? *-*. Se ci sono errori, non me la prendo ^_^, ditemelo come sempre così quando avrà più tempo li aggiusto un po' :3.
Questo Capitolo
Ok analizziamo sto benedetto quarto atto
dividiamolo in punti
1) Si era capito che Daniel era il principe ma altro ruolo sul serio per lui non c'era XDDD. Allora ribadisco se non l'ho ancora detto che non sono un'amante di Daniel caro  come potrebbe far credere la descrizione che ne ho dato, che rispetto a quella salvaggia e indomita del mio caro Cammuccio sembra divina.Ricordatevi che Luce non lo riconosce all'inizio, quando capirà chi è il suo modo di guardarlo cambierà in modo drastico ma ciò lo si vedrà meglio nei prossimi capitoli ma già il suo umorismo con cui lo chiama ''Riccioli D'oro'' in onore del passato a mio parere fa pensare ...
Comunque non temete Cam avrà la sua descrizione ammaliante in un futuro spero per voi prossimo ;).Si perché ve lo posso dire tanto XDDD Luce avrà due descrizioni di Cam e quando la leggerete capirete il perché ;).
2)Spero che vi piaccia la descrizione che ho dato  del giardino d'inverno come vi piacerà quella del resto dei giardini :3. Sono molto in apprensione per questo lo ammetto vorrei che coglieste l'atmosfera surreale che anche io avevo quando lo descritto ditemelo se sono riuscita a far passare tutto ciò... *incrocio le dita*.
3) Luce... come vi è sembrata ?
Ok sapete che voglio rivalutarla in questa EFP ma non la poteva certo far sembrare cieca davanti a Daniel no, no e poi no ùù. Però vi stupirà abbiate fede in lei ... e in me XDDD.
Nel prossimo capitolo.
Ci sarà una discussione fra Luce e Arriane e una colazione molto particolare ;).
Musica
Tiziano Ferro
Ringraziamenti
Ringrazio le spelndide anime che leggono e che commentano i mei atti, chi mi ha aggiunta fra i suoi autori preferiti, chi segue la mia storia o chi l'ha aggiunta fra i suoi preferiti:semplicemente  vi adoro..
Poi fatevi sentire a gran voce, per chi non commenta non abbiate timore io non mangio mica XDDDD sono anche vegetariana vedete un po' voi ùù  massimo  vi posso sgrafignare qualche carota :3,  voglio sapere cosa ne pensate e conoscervi ^_^.
Saluti
Un grosso bacio e  abbraccio a tutti voi e vi ringrazio per la pazienza  di aver letto fino alla fine del mio, questa volta e forse anche in futuro XDDD , chilometrico angolo autrice
Alla prossima miei Angeli  ;) :hug: ^_^.










 
  
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