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Autore: jennystorming17    25/10/2012    0 recensioni
Fiction strappa vomit-- strappa lacrime in arrivo gente u.u spero vi piaccia :°3 l'ho diviso in più scene, perchè mi sono ispirata ad una commedia teatrale.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Stava lì, seduta sulle gradinate davanti al grande portone della chiesa, che silenziosa guardava dei bambini giocare nel prato. Non aveva uno sguardo sereno, ma piuttosto malinconico.
 
<< Quali sono gli oscuri pensieri che t’affliggono, angelo mio? >> disse spuntando dal nulla, una voce vellutata come petali d’un fiore primaverile, Maria si voltò ed i suoi capelli corvini le scivolarono dietro le spalle, posandosi dolcemente sulla schiena.
<< Non si curi di me, ma guardi e passi madre. >>
Il viso di Elyzabeth s’addolcì, sistemò il suo lungo abito nero e sedette accanto alla ragazza.
<< Nessuna anima merita d’essere abbandonata a sé stessa. Dimmi allora, cos’è che t’addolora tanto? >> le mise la mano tra i capelli e li accarezzò delicatamente, erano così morbidi che pareva di toccare un tessuto pregiato.
<< Sempre i soliti pensieri un po’ cupi, madre. Niente di velenoso per il mio cuore. >>
<< Come puoi dire d’esser salva? Anche la più piccola goccia di tristezza, giorno dopo giorno avrebbe la forza di bucare una roccia. >>
Maria esitò qualche secondo, dopodiché le rispose << Sono solo preoccupata… >>
<< Per cosa mia cara? >>
<< Per quelle anime innocenti, madre. Un giorno cresceranno, andranno via da quell’asilo, e Dio solo sa che fine faranno. >>
Suor Elyzabeth la guardò con occhi dolci << Maria… >>
<< Perché non possiamo vivere sotto una campana di vetro? >>
<< Maria. >> disse nuovamente la suora appoggiando la sua testa contro quella della ragazza << Il tuo è un cuore generoso, ma per quanto oro tu sia in grado di regalare, non potrai mai togliere al destino ciò che gli è stato promesso. >>
<< Se io fossi Dio potrei farlo. >>  
<< Invece sei nata qui sulla terra, smettila di recarti rancore per pensieri più grandi persino di te stessa. >>
<< È così grave, voler che tutte le persone siano felici? >>
<< Ma no angelo mio, è un gesto molto nobile credimi, solo che è alquanto impossibile. Vedi, le difficoltà spuntano sempre sulle nostre strade, e per quanto possiamo evitarle o sradicarle, loro non cesseranno mai di ritornare. Fa parte della natura. >>
<< Non è giusto. >>
<< Niente è giusto in questo mondo. >>
 
* una campana suona, ed i bambini tornano tutti dentro la loro scuola con la maestra *
 
<< Ti va una tazza ti thè? >> chiese la suora.
<< Solo se ci sono i bignè. >> rispose Maria con un sorriso.
Erano poche le volte in cui lei sorrideva, ma quando accadeva Elizabeth sentiva dentro di se un vortice di sentimenti che pareva prendessero fuoco, i suoi occhi a mandorla luccicavano come perle nere, e le sue piccole lentiggini sottolineavano le sue guance color porcellana.
<< Sarà meglio entrare prima che prendiamo freddo. >> aggiunse la suora con un colpo di tosse.
 
* in cucina *
 
Maria si precipitò verso il frigorifero, e ci frugò disperatamente dentro.
<< Siiii! Evvai! >>
Elyzabeth la guardò perplessa.
<< Questi bignè si sono salvati dalle fauci di suor Clara! >> disse la ragazza orgogliosa << Ho dovuto nasconderli però, sennò non sarebbero sopravvissuti. >> appoggiò il vassoio sul tavolo guardandolo con gli occhi pieni di desiderio.
<< Maria non essere così cattiva. >> iniziò Elyzabeth con un tono di rimprovero, che però non riuscì a mantenere e scoppiò in una fragorosa risata << Povera suor Clara, se sapesse che le nascondiamo sempre i dolci! >>
<< Ah! Si scatenerebbe l’apocalisse! >> aggiunse Maria sogghignando, prese la teiera e la riempì d’acqua, dopodiché la sistemò sui fornelli accesi << Mmm, ho una idea… >> disse poi scomparendo dalla finestra.
<< Maria! Ma dove…ah. >> Elyzabeth sospirò e attese seduta sulla sedia il suo ritorno.
 
* passano circa 2 minuti *
 
Maria scavalcò selvaggiamente la finestra e ritornò in cucina, con l’orlo della gonna tenuto fra le mani.
<< M-m-maria sistemati quella gonna, cielo. Non è m-m-molto femminile tenerla in quel modo. >> Elyzabeth arrossì <> chiese poi curiosa.
<< Viole e rosmarino, madre. Stavolta cambio il gusto dell’infuso. >> rispose lei fiduciosa nelle sue capacità di cuoca.
<< Va bene. >> aggiunse con un sorriso la dolce suora.
 
* Maria si mise a pasticciare *
 
<< Ecco madre, assaggi. >>
Elyzabeth annusò il profumo che emanava quella tisana  << Sembra veramente delizioso. >> poi gli diede un sorso, soffiandoci sopra attentamente, in modo di non scottarsi la lingua << Confermo! È una squisitezza, brava Maria hai superato te stessa anche stavolta! >> disse con un largo sorriso.
<< Ghisshisshi. >> fece la sua risata caratteristica arricciando il naso, prese un bignè e se lo cacciò in bocca. Erano i suoi dolci preferiti.
Quel momento era perfetto, solo Elyzabeth sapeva renderla felice. Il suo cuore iniziò a batterle senza mai fermarsi, che stava succedendo? Mentre guardava quegli occhi zaffiro e quei lunghi capelli dorati, provava una strana sensazione…ma non fastidiosa, anzi piacevole.
Il sole che passava dalla finestra si posò proprio su di lei, facendole brillare i capelli come un’aura dipinta da un angelo. Il cuore iniziò a correre, lo stomaco s’annodò, ed il viso le si accaldò.
<< Tutto bene Maria? Sei diventata tutta rossa. >> chiese la suora preoccupata.
<< Si si, forse ho bevuto in fretta in thè, è bollente! >>
Elyzabeth sorrise e continuò a sorseggiare tranquilla.
 
* circa un ora dopo *
 
<< Madre, io dovrei andare a lezione di piano, ci vediamo stasera. >> le diede un bacio sulla guancia e sgattaiolò silenziosa fuori dalla porta.
 
Elyzabeth rimase pietrificata, non si alzò dalla sedia per circa mezz’ora.
“Perché? Perché sento un vuoto simile, ogni volta che esce dal convento?” fece una pausa persino nei suoi pensieri “Devo andare a pregare…mi aiuterà a schiarirmi le idee.” continuò poi.
Portò la tazza di ceramica bianca nel lavello, dove la sistemò dolcemente in modo che non si rompesse, poi uscì dalla cucina.
 
I giardini erano fioriti come non mai, nemmeno un bocciolo chiuso, tutti quei fiori variopinti catturavano la luce del sole facendola riflettere sulle foglie come un lungo arcobaleno, che brillava grazie alle gocce d’acqua sparse ovunque.
La suora si recò nella cappella, che stava al lato ovest del giardino proibito (chiamato così dalla gente, perché nascondeva una misteriosa leggenda). Elyzabeth arrivò all’interno di questa cappella, sistemò il suo lungo abito nero, prese il velo che usava come solito per queste occasioni e si coprì i capelli, poi s’inginocchiò e portò le mani al petto.
<< Oh signore, sono così confusa. È forse peccato voler bene ad una persona? >> si fermò un minuto << Quando era piccola…Maria non parlava mai con nessuno, io ero ancora una suora molto giovane e mi presi cura di lei come fosse mia sorella. Ma il tempo passa per tutti prima o poi, continuo a vederla crescere giorno dopo giorno e come un fiore sta sbocciando meravigliosamente. Mentre la guardo però, dentro me nasce una passione che fatico a trattenere. Cosa sta succedendo? Signore, guidami tu per favore. >>
<< Esci dalla sua vita. Semplice. >> rispose una voce roca con un timbro assai forte << Ignora i sentimenti, sono la chiave per aprire qualsiasi porta che rechi sulla strada del peccato. >>
Elyzabeth si voltò di scatto, dietro a lei c’èra la Madre Superiora, che la guardava con uno sguardo severo e tagliente.
<< Rosalie! >>
<< Sono tua Superiora, Elyzabeth! Rivolgiti a me con tono rispettoso!>> urlò trasportandosi dietro l’eco.
<< S-si signora. >> la povera suora non sapeva come smettere di tremare << Ha s-sentito tutto s-signora? >>
<< Ogni parola. >> le rughe sul suo volto non si sarebbero mai potute contare sulle dita, erano troppe, e rendevano le sue espressioni altamente tetre.
<< Pensavo che la cappella fosse vuota. >> borbottò stringendo i denti ed abbassando lo sguardo.
<< Ricorda che è sempre stato compito mio, gestire questo luogo. E con lui, le persone che ci vivono. >>
<< Ci sono segreti che vanno mantenuti solo con Dio. >>
<< Davanti a me non ci devono essere segreti! >> di nuovo quell’eco agghiacciante << Ebbene!? Non hai altro da aggiungere!? >>
<< Non ho commesso nessun peccato mia signora, cercavo solo di riflettere. >>
<< Di per sé i sentimenti illeciti sono peccaminosi! >>
<< E se provassi semplicemente amore? Come può un sentimento così puro essere dichiarato ‘Peccaminoso’? >>
<< Amore!? HAH! È già abbastanza scandaloso veder gironzolare una suora con la testa scoperta, figurati poi due donne assieme! Come osi chiamare amore questa orribile perversione! >>
<< I-il velo me lo metto sempre p-per pregare. >> rispose sottomessa Elyzabeth.
<< Una vera suora non se lo toglierebbe mai! >> ancora una volta il silenzio venne spezzato dall’eco rimbombante-
La povera suora, non potendo esprimere il suo dolore e la sua rabbia, si morse il labbro inferiore.
<< Ora vattene dalla mia vista. Medita a lungo. E cerca di superare questi ostacoli. Noi suore dobbiamo essere pulite come colombe! Ricordalo bene Elyzabeth! >> si fermò per lasciare il tempo all’eco di tacere, poi finì la frase << Non avrei mai pensato…mai da quando ti crebbi, che un giorno m’avresti fatto questo. Che saresti diventata uno schifoso e fuligginoso corvo. >>
 
   
 
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