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Autore: _Trixie_    25/10/2012    4 recensioni
Raccolta di sei storie (tra cui un paio di One-Shot) partecipante al "Fluff Fest Challenge".
Momenti di vita di Callie e Arizona, per la maggior slice of life dai toni decisamente fluff.
1. Di lana, odio e amore - «Ti odio, quando fai così, lo sai?»
2. Di stelle, luna e universo - «E la tua stranezza era dovuta a questo? Il resto è tutto…perfetto?»
3. Di scarpe, orgoglio e completezza - «Un Robbins mantiene le promesse fatte»
4. Di neve, sciocchezze e dolcezza - «Sciocchezze, Calliope, le tue sono solo sciocchezze»
5. Di risvegli, ritorni e bellezza - «Anche così, sei bellissima».
6. Di caffè, alcol e labbra fredde - «Ma cosa ti è saltato in mente questa mattina?»
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From the summer to the spring. '
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Titolo: Di caffè, alcol e labbra fredde.
Autore:_Trixie_
Fandom: Grey’s Anatomy (sesta stagione).
Personaggi: Calliope Torres, Arizona Robbins, Mark Sloan.
Pairing: Callie/Arizona.
Genere: fluff, romantico, slice of life.
Rating: giallo.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono e non ne detengo i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro. 
Tabella: Inverno.
Prompt: 06. Labbra fredde
 
 

 
Di caffè, alcol e labbra fredde

 
ovvero
 
quella volta in cui Arizona evitò i baci di Callie
e ne venne fuori un gran casino
per colpa di Mark.

 
 
«Hai visto?» sbottò Callie.
«Cosa?» chiese Mark, con scarso interesse.
I due erano appena entrati nell’atrio del Seattle Grace Mercy West Hospital, accolti da una più mattiniera Arizona che si stava allontanando di corsa per un’emergenza.
«Arizona» rispose Callie, con voce incredula.
«L’ho vista e l’ho anche sentita» disse Mark, portandosi una mano alla fronte e massaggiandosi una tempia. «Da quando ha una voce così maledettamente fastidiosa?»
«Non ha una voce fastidiosa, sono i tuoi postumi da sbornia che parlano» lo rimbeccò Callie, indispettita dal commento poco lusinghiero riguardo la sua ragazza. «Ma non è questo il punto. Arizona ha evitato di baciarmi».
«Ti ho attaccato i postumi da sbornia? Non ti ha evitato» la contraddisse l’uomo, mentre si dirigevano in ascensore.
«Oh, sì, si è scostata di proposito» ribadì Callie, combattuta tra la preoccupazione dovuta al comportamento di Arizona e il fastidio per l’apparente disinteresse di Mark.
«Torres, le è suonato il cercapersone, non l’ha fatto apposta».
Mark premette il pulsante per chiamare l’ascensore.
«Non ha voluto baciarmi, ma non mi sembrava arrabbiata. Ti sembrava arrabbiata?»
Le porte dell’ascensore si aprirono e i due vennero travolti da una fiumana di gente. Mark imprecò, guadagnandosi un’occhiata indispettita da parte di una suora che passò accanto a lui proprio in quel momento.
«Scusi» riuscì a dire a mezza voce l’uomo, dopo aver abbozzato un’espressione pentita e contrariata.
«Ma come faceva tutta quella gente a stare qui dentro?» si domandò Mark, quando lui e Callie riuscirono finalmente ad entrare in ascensore, ormai deserto.
«Allora, ti sembrava arrabbiata?» insisté Callie.
«Non era arrabbiata e non ha evitato di baciarti» disse Mark, con tono lievemente esasperato.
«Mi puzza l’alito?» domandò la donna, senza dare retta all’amico.
«Come, scusa?»
«Mi puzza l’alito? Senti» ripeté Callie, avvicinandosi a Mark e alitandogli letteralmente in faccia.
«Menta. Hai cambiato dentifricio?» constatò lui, arrendendosi alle assurde preoccupazioni dell’amica.
«No. Il tuo olfatto è compromesso dell’alcol».
«Dacci un taglio, Torres, io mi sono ripreso» si difese Mark risentito. «Non essere insicura, non creare problemi dove non c’è ne sono».
Nell’ascensore calò il silenzio.
Callie era ferma nella sua convinzione, ma Mark sembrava non volerla aiutare in alcun modo.
Quando le porte si aprirono, Derek Shepherd si unì a loro, stringendo un cappuccio fumante tra le mani.
«Buongiorno» salutò allegramente il neurochirurgo.
«‘Giorno» ricambiò Callie distrattamente.
«Grazie, Derek, sei un amico» fu la risposta di Mark, prima di rubare il cappuccino dalle mani di Derek.
«Gentile. Siete molto di compagnia oggi, non c’è che dire» commentò quest’ultimo sarcasticamente.
«Callie è in paranoia».
«Mark è ubriaco».
«Le due cose sono in qualche modo collegate?» domandò Derek, divertito e confuso dai due.
«No. Ieri sera si è trascinato fino al mio appartamento ridendo e biascicando parole su una certa rossa dalle tette enormi. Ma non so altro» raccontò Callie brevemente, con un’alzata di spalle.
«Lei è convinta che la Robbins questa mattina abbia evitato di baciarla. E io non sono ubriaco» si inserì Mark, dopo una lunga sorsata di cappuccino.
«Tu hai bisogno di una disintossicazione da sesso, sul serio» decretò Derek guardando Mark, prima di voltarsi verso Callie. «E tu…cosa?»
Derek era sorpreso. Non tanto dalle avventure di Mark, quanto piuttosto da Callie. Negli ultimi tempi lei e Arizona sembravano più unite che mai.
«Poco fa Arizona mi ha evitata, ha volontariamente scostato il suo viso dal mio» si lamentò Callie, parlando più a sé stessa che a Derek.
«Strano, avete litigato?» domandò il neurochirurgo, notando che il prossimo piano era quello dove sarebbe dovuto scendere.
«Derek, non c’è nulla che non vada tra la Torres e la Robbins. Semplicemente Arizona si è allontanata di fretta quando il suo cercapersone si è messo a suonare» intervenne Mark.
«Sei ubriaco, il tuo giudizio non conta» lo rimbeccò Derek, senza lasciargli tempo di protestare. «Hai cambiato modo di baciare, ultimamente? Magari ad Arizona non piace più. Mi è capitata una cosa del genere con Meredith: lei era convinta che - Oh, scusate, devo scendere, ve lo racconto un’altra volta!» esclamò Derek uscendo dall’ascensore e allontanandosi in fretta. 
«Dici che ha ragione? Tu mi hai baciata, bacio male?» chiese Callie, preoccupata per la risposta, mentre l’ascensore riprendeva a salire.
Mark sorseggiò il caffè, prima di decidersi a rispondere.
«Torres, è successo tanto tempo fa» le disse, avvicinandosi. «Dovresti rinfrescarmi la memoria prima che io possa rispondere» aggiunse, con tono sommesso.
«Io… tu… Mark! Sei impazzito?» s’infuriò Callie, scostandosi dall’amico.
Le porte dell’ascensore si aprirono nuovamente.
«Prendo le scale» annunciò Callie, risentita.
«Torres! Stavo scherzando, Torres!» urlò Mark, mentre Callie si dirigeva a passo svelto verso le scale.
 

***

 
«Stavo scherzando. Questa mattina, intendo» le disse Mark sedendosi accanto a Callie.
L’uomo l’aveva raggiunta in mensa, dove Callie fissava il vuoto davanti a sé. Da un rapido sguardo al vassoio, Mark capì che la donna non aveva ancora toccato cibo.
«Callie» la chiamò. «Callie!»
Finalmente il chirurgo ortopedico si riscosse dei suoi pensieri e si voltò verso Mark.
«L’ha rifatto» gli disse. «Di nuovo. Arizona non ha voluto baciarmi. Ero andata a prenderle il caffè speciale di Joe. Lei lo adora, lo sai. Volevo parlarle di questa mattina. Ma quando le ho dato il caffè lei si è scostata e si è allontanata su quelle sue scarpe con le rotelle» borbottò Callie.
«Callie, è una coincidenza. Se ci fosse qualcosa che non va Arizona te ne avrebbe parlato»  rispose Mark, nascondendo i propri dubbi a riguardo. Lui non credeva alle coincidenze. Che qualcosa, nel rapporto tra le due, si fosse davvero incrinato? Eppure, Mark non riusciva a credere nemmeno a questo.
«Lo credi davvero?»
«Certo! E ora mangia qualcosa, non vorrei vederti svenire in sala operatoria» le consigliò Mark, indicando il vassoio dell’amica con il mento.
«Arriva» disse Callie, ignorandolo.
«Cosa?» chiese Mark, senza capire.
«Ciao, ragazzi» salutò Arizona allegramente, sedendosi di fronte a Callie.
«Ciao» salutarono in coro Mark e Callie.
«Come va?» chiese Arizona, versandosi un bicchiere d’acqua.
«Bene, anche se il mal di testa non accenna a diminuire» si lamentò Mark.
Callie non rispose, limitandosi a fissare il proprio vassoio. Mark le sferrò un calcio sotto il tavolo.
«Maledizione, Mark» si riscosse Callie, guardando l’amico con astio. «Mi hai fatto male!»
Arizona li guardò confusa e spaesata.
«Dovete dirmi qualcosa?»
«Veramente…» iniziò Mark titubante e lanciando un’eloquente occhiata a Callie.
«Veramente no» concluse questa, alzandosi e allontanandosi in fretta.
«Non ha nemmeno mangiato» si accigliò Arizona, guardando il vassoio della sua ragazza.
«Be’, come puoi biasimarla? La conosci, lo sai come è fatta» rispose Mark, cambiando posto e andando ad occupare quello di Callie. Credeva di non avere fame, ma il profumino che aleggiava nella mensa gli aveva fatto venire un certo languorino.
«Di cosa stai parlando, scusa?» chiese Arizona, sempre più confusa.
«Arizona, credevo che Callie fosse paranoica, ma vedendoti ora... Mi sembra normale che non tocchi cibo, lo sai che lei si ritira in se stessa quando la cose non vanno come dovrebbero».
«Perché le cose non vanno come dovrebbero?» ripeté Arizona, che aveva allontanato da sé il vassoio.
«Credevo potessi dirmelo tu».
«Io?»
«Insomma, questa mattina hai evitato di baciare Callie, ed eri tesa e agitata. O almeno, dal tono di voce sembravi tesa e agitata» iniziò a spiegare Mark.
«Non ero tesa e agitata. Tu però eri ubriaco» lo interruppe Arizona.
«Non ero ubriaco» la rimbeccò Mark, prima di proseguire. «E Callie mi ha detto che l’hai evitata quando ti ha portato il tuo caffè preferito. Nemmeno ora ti sei avvicinata a Callie per baciarla. Insomma, tu fai così quando tra voi c’è qualcosa che non va e ne vuoi parlare con Callie, ma non trovi il coraggio di affrontare l’argomento» concluse il chirurgo.
«Io non… Ma cosa accidenti ha pensato Callie?» domandò Arizona, preoccupata. Lei non era arrabbiata, tra loro non c’era nulla che non andava, Callie era paranoica e Mark aveva ancora i postumi da sbornia. Quello era un pessimo mix e Arizona se ne rese conto all’istante.
«Che non volessi baciarla perché lei bacia male. A dire il vero, all’inizio credeva di che il suo alito… lasciamo perdere. Così poi in ascensore mi ha chiesto se bacia male, da quel che mi ricordo. Ma è successo molto tempo fa e così le ho detto che prima avrebbe dovuto rinfrescarmi la memoria e-» raccontò Mark, tenendo lo sguardo puntato sul proprio piatto, in modo da ricordare esattamente come erano andate le cose quella mattina.
Arizona lo interruppe, furibonda al pensiero di Callie in ascensore con Mark, a chiedere pareri su come baciasse.
«Cosa diavolo hai fatto, Mark? Io ti…» disse Arizona, alzandosi e fronteggiando Mark, un dito minaccioso puntato contro l’uomo. «Io ti… Ti…» Arizona andò alla disperata ricerca di una minaccia da rivolgere al grande, grosso e muscoloso Mark Sloan, senza trovarla.
La donna serrò le mani a pugno, lanciò un’ultima occhiata piena di veleno all’uomo e si allontanò alla ricerca di Callie.
«Non è successo niente! Arizona… Arizona!» urlò Mark, ma la donna non lo sentì.
 

***

 
«Ma cosa ti è saltato in mente questa mattina?» chiese Arizona, furibonda, a Callie. L’aveva trovata nella stanza del medico di guardia, seduta a gambe incrociate su un piccolo letto, mentre sorseggiava un caffè caldo.
Callie la guardò senza capire, scuotendo la testa.
«A me? Chiediti piuttosto cosa salta nella tua, di mente!»
«Nella mia mente salta la bruttissima visione di te e Mark in ascensore!» rispose Arizona, camminando avanti e indietro di fronte alla sua ragazza, con le braccia incrociate.
Callie ignorò il commentò di Arizona, troppo occupata a soppesare le parole che stava per pronunciare.
«Tu non mi hai voluta baciare. Per tutto il giorno, tu non mi hai baciata, Arizona. Se c’è qualcosa che non va, dillo. Parliamone!»
«Come se i baci oggi ti fossero mancati, Calliope!» esclamò Arizona, in tono sferzante.
«Certo che mi sono mancati. Cosa c’è che non va? Credevo che stessimo bene insieme» disse Callie, non capendo da dove venisse tutta l’ira di Arizona.
Era lei quella offesa, quella rifiutata e ignorata, non Arizona.
«Cosa c’è che non va? Tu e Mark non andate, Calliope, tu, Mark e l’ascensore!»
«Ho solo a chiesto a Mark un parere sul perché tu non mi volessi baciare. Bacio male? Abbiamo litigato senza che io lo sappia?» incalzò Callie, non capendo a cosa si riferisse Arizona.
«Chiedilo a Mark, come baci, visto che la sua memoria è più fresca della mia».
«Ma di cosa stai parlando? Io e Mark siamo solo amici, da anni».
«Ah, davvero? E cacciarsi la lingua in bocca è un gesto amichevole? No, perché sai, Jenny è una mia cara amica!» l’apostrofò Arizona.
«Io no… Non è successo niente con Mark in ascensore!» protestò Callie, iniziando a capire.
Arizona le dava le spalle, fissando il muro, la testa stava per esploderle.
Di fronte agli occhi l’immagine di Callie e Mark soli in ascensore la tormentava.
Non era difficile credere che Mark avesse approfittato della prima occasione utile, ma Callie…
«Arizona, ascoltami. Non è successo niente tra me e Mark» disse nuovamente Callie, vedendo che la fidanzata non dava segno di averla ascoltata.
«Sì, è vero, ci ha provato, ma me ne sono andata. Arizona, guardami» insistette la donna. Si era alzata dal letto, abbandonando il caffè in bilico sul materasso.
«Io amo te. Insomma, guarda quanto mi hai resa insicura, Arizona. È bastato che tu mi ignorassi per mezza giornata per gettarmi nel panico più totale. Ma non ho baciato Mark» ribadì di nuovo Callie, toccando la spalla di Arizona.
Questa sussultò. Era andata così, capì,Callie non l’avrebbe mai tradita.
Arizona si voltò a guardare Callie.
«Scusa, è che l’idea di te e Mark…» sussurrò, lasciando che Callie la stringesse a sé e rispondendo all’abbraccio.
«Adesso mi dici perché mi hai ignorata per tutto il giorno?» domandò Callie, ispirando a fondo il profumo dei capelli di Arizona. Le era mancato.
«Non ti ho ignorata» la contraddisse Arizona, staccandosi dall’altra in modo da poterla guardare negli occhi. «Però ho evitato di baciarti, questo è vero, ma… è una cosa stupida, insomma…» tergiversò Arizona.
«Voglio saperlo, per favore, Arizona» disse Callie, sulle spine.
«Odio baciarti se hai le labbra fredde. Questa mattina eri appena entrata e anche quando mi hai portato il caffè di Joe: indossavi ancora il cappotto. E a pranzo stavi bevendo l’acqua fredda» spiegò Arizona, guardando a terra.
«Labbra fredde?» domandò Callie, sorpresa.
«Sì, lo so che è stupido, Callie. Ma l’altra notte ti ho sognata su un tavolo dell’obitorio. Credevo che scostando il lenzuolo avrei trovato Timothy, ma c’eri tu ed eri bianca e rigida, come lui. E avevi le mani e le labbra fredde e io…» spiegò Arizona.
Probabilmente Callie l’avrebbe rimproverata per questo suo timore infondato.
Ma Callie le sorrise affettuosamente, baciandole la fronte.
«Niente baci con labbra fredde, allora» decretò poi.
«Grazie, Calliope» sospirò Arizona. «Stavo per sventrare Mark con un coltello, prima, per via di quello che ha detto. Avrei ucciso per te» aggiunse con un tono a metà strada tra la serietà e la battuta.
«Sarei venuta tutti i giorni a trovarti in carcere» rispose Callie, baciando Arizona con le sue labbra calde.
 
 

Note:
Qualche piccola precisazione riguardo la storia.
 
L’episodio cui fa riferimento Derek («Hai cambiato modo di baciare, ultimamente? Magari ad Arizona non piace più. Mi è capitata una cosa del genere con Meredith: lei era convinta che - Oh, scusate, devo scendere, ve lo racconto un’altra volta!») l’ho inventato di sana pianta. Non è successo nulla del genere tra Derek e Meredith in Grey’s Anatomy.
 
Inoltre, sappiamo bene che il nostro dottor Bollore aveva qualche problema con i suoi freni inibitori, dopo essere stato lasciato dalla piccola Grey per via della giovane e incinta Sloan. E questo spiega quella certa rossa dalle tette enormi e l’alcol.
 
Sappiamo anche che il fratello di Arizona, Timothy, è morto in guerra in giovane età e credo che lei ne sia rimasta turbata a lungo e questo il perché dell’incubo di Arizona.
 
Bene, ho concluso questa breve raccolta :D
 
Spero vi sia piaciuta, grazie a chi l’ha messa nelle seguite/preferite/ricordate ;D
Sto iniziando a scriverne una nuova, sempre CallixArizona, sempre per la stessa Challenge, ma con la tabella primavera. Insomma, prima o poi la pubblicherò, giusto per tediarvi u.u
 
Un grazie speciale va a Lulubellula che ha pazientemente recensito praticamente ogni singola storia che ho pubblicato nel fandom di Grey!
 
E un altro enorme grazie va a K. che ha visto nascere la raccolta e l’ha betata.
[Prima o poi ti manderò Mark come ringraziamento, giuro <3 ]
 
Trixie <3 

   
 
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