Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: percysword    25/10/2012    2 recensioni
Claire ha un amico molto speciale: suo fratello William. Nessuno li può separare o così sembra…
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Mancava ormai una settimana al matrimonio e casa mia era diventata una specie di negozio di articoli da regalo. Scommetto che se avessi messo un banchetto alla porta di ingresso con sopra un registro di cassa avrei ottenuto molte vendite, gli articoli più venduti sarebbero stati i servizi da tavola visto che erano un'infinità e, per me, tutti uguali ma mamma ogni volta che ne vedeva arrivare uno diceva "Questo è il più bello di tutti!", contenta lei. Per non parlare poi dei candelabri, orribili candelabri che ormai erano ovunque, ce n'erano alcuni dorati, altri argentati e poi quelli di ottone Lucy mostrava un radioso e finto sorriso quando li riceveva e sussurrava un "Grazie", William rimaneva in silenzio sorridendo. Già, William… Non ci avevo ancora parlato, ma il mio piano andava a gonfie vele, almeno così diceva Lucy.

Quella mattina fui svegliata dalla confusione che si aveva in casa mia dalle 7.30 alle 22.30, causata da mia mamma che faceva su e giù per le scale gridando "É tardi! É tardi! Dobbiamo fare questo, poi quello e bla bla bla". 

«Che palle» fu tutto quello che uscii dalla mia bocca appena sveglia, mi misi a sedere sul letto, stropicciai gli occhi e mi stiracchiai, buttai giù le gambe e mi alzai a stento in piedi. Con gli occhi ancora semichiusi controllai l'ora: 7.40, mmm è in ritardo mamma.  Poi guardai il calendario e lessi "S. App. 8" e iniziai a farmi domande sul cosa potesse significare, dopo dieci minuti ero ancora a guardare il calendario maledicendomi sul perché non scrivessi tutte le parole invece di accorciarle, quando bussarono alla porta.

«Avanti» dissi con voce roca. La testa nera di Lucy sbucò dietro il legno bianco e mi sorrise.

«Mi domandavo, visto il tuo appuntamento con Sam alle 8, perché non ti fossi ancora alzata così…»

«Appuntamento? Sam? Otto?» la interruppi, poi fissai il calendario e collegai il tutto. Diedi una veloce occhiata all'orologio: 7.55. Sono fottuta

Lucy notò la mia faccia preoccupata.

«Avverto io Sam, fai con calma» mi disse gentilmente.

Annuii velocemente e appena lei chiuse la porta iniziai a rovistare nell'armadio alla ricerca di qualcosa di carino quando mi imbattei in un sacchetto strano, lo aprii e vi trovai dentro la felpa per Will, quella che gli avevo comperato e che mi ero dimenticata di dargli, mi ricordai tutto di quel giorno. Un sorriso si formò sul mio volto, accompagnato da una lacrima, notai in fondo al cassetto delle foto quelle che dovevano stare nella cornice che avevo fatto per William, mi sedetti sul letto e svuotai completamente il sacchetto. Non ricordavo di averle messe lì, forse perché non ero stata io. Ma abbandonai subito l'idea dato che la mia memoria era inutile.

Ne presi una tra le mani: era stata scattata in un parco, io ero sull'altalena e William era dietro che mi spingeva, un'altra lacrima solcò il mio volto, girai la foto e notai una scritta sbiadita che faticai a leggere Ti voglio bene, W. scoppiai a piangere. Non ce la facevo più a stare senza di lui, dovevo rimediare, avrei ricominciato da capo.

«Hey Claire, sono le 8.20 e Sam si sta innervosendo che faccio?»

Feci un respiro profondo e mi asciugai le lacrime.

«Mandalo qui»

La sentii scendere le scale ed io presi i primi jeans e la prima maglietta che trovai e mi infilai nel mio bagno, sentii bussare.

«Sam entra pure, arrivo subito. Scusa il ritardo ma mi ero dimenticata dell'appuntamento e poi ho trovato una cosa nell'armadio e be'… se vedi cosa ho trovato lo capisci, è sul letto»

«Non gli hai dato la felpa?» mi chiese

Uscii velocemente dal bagno «No» dissi «L'ho dimenticato»

«Sai una cosa Claire? Se possedessi il diamante più prezioso del mondo in una cassaforte, sta pur certa che non mi affiderei a te per ricordarmi la combinazione»

Lo fulminai con lo sguardo e lui rise.

«Comunque, andiamo a fare colazione? Ho così tanta fame che mangerei l'intera fabbrica di cioccolato di Willy Wonka.»

«Sei in vena di battute stamattina?» gli chiesi

Rise di nuovo. Se lo faceva un altra volta giuro che sarei svenuta in quel momento, cavoli se era bello.

 

«Mi accompagneresti in un negozio di articoli da regalo che non sia casa mia?» gli chiesi mentre passeggiavamo per Oxford Circus.

«Certo, ma perché?»

«Voglio comprare un album per metterci le foto… Mi aiuti?»

«Okay, tanto non ho niente di meglio da fare!»

Lo guardai fingendomi offesa e lui rise.

«Stavo scherzando amore, non c'è niente di meglio che passare del tempo con te…» 

Amore? Mi ha veramente chiamata amore? Oddio ora mi sciolgo. Questo fu tutto quello che passò nella mia mente in quel momento, il resto dei miei muscoli erano fermi, tranne che per le labbra che formavano un sorriso ebete.

«Sinceramente, non so come farò senza di te… A proposito di questo, sto insistendo molto con i miei per cercare di farmi restare a Londra, penso che cederanno, almeno lo spero!» mi disse ed io sorrisi e lo baciai.

 

Dopo aver comprato l'album ci rifugiammo in camera mia ad attaccare le foto, fu veramente difficile arrivarci anche perché dovemmo fare slalom tra copriletto, candelabri e roba varia… Mi passò per la mente il fatto che in quella mattina non avevo visto ne' i miei ne' Elizabeth, ecco perché era una bella giornata.

Dopo aver riempito l'album di foto iniziai a scrivere qualcosa accanto ad esse, ma non volevo che Sam guardasse perché erano cose idiote e un po' personali, quindi iniziai a chiedergli favori su favori: "Mi porteresti un bicchiere d'acqua? Ho sete" oppure "Vai a controllare se l'acqua per la pasta bolle!". All'inizio ci cascava, poi capii tutto, mi mandò a quel paese e si stese sul letto con il mio iPod nelle orecchie ed iniziò a cantare… 

Come on, come on

Don’t leave me like this

I thought I had you figured out

Can’t breathe whenever you’re gone

Can’t turn back now

I’m haunted

 

Amavo quella canzone, così iniziai a cantare con lui.

 

Stood there and watched you walk away

From everything we had

But, I still mean every word I say to you

He will try to take away my pain

And he just might make me smile

But, the whole time I’m wishing he was you instead

 

Passammo il resto della mattina a cantare canzoni, fino a quando Lucy non ci venne a chiamare per dirci che il pranzo era pronto, così scendemmo facendo di nuovo lo slalom tra tutta l'argenteria e il resto e arrivammo in cucina dove era apparecchiato per quattro, ma noi dovevamo essere in sette (si sono brava in matematica), così decisi di chiedere a Lucy dove fossero gli altri.

«Sono andati fuori Londra a prendere dei parenti, tornano domani»

Mi si illuminarono gli occhi e Lucy rise dopo che iniziai a correre per casa cantando "Party Rock Anthem", lei e Sam si unirono a me, così la misi allo stereo di casa a tutto volume ed iniziammo a ballare.

Party rock is in the house tonight 

Everybody just have a good time 

And we gonna make you lose your mind 

Everybody just have a good time 

Everybody just have a good time 

 

Poco dopo sbucò William dalle scale che ci guardava stranito e ci mettemmo tutti a ridere, spensi la musica e andammo in cucina per pranzare. Poco dopo suonò il campanello e tutti fissarono me, io a malavoglia mi alzai e andai ad aprire, ma non c'era nessuno, così abbassai lo sguardo e vidi la testa riccioluta di mio cugino Philip.

«Hey Phil, che ci fai qui?»

Lui indicò due macchine nel viaggetto, una mini blu e la macchina di papà… La macchina di papà? Oh no, ti prego. No, no, no. Ti scongiuro no…

Ma le mie preghiere non furono esaudite e quella cogli… ehm, dolcissima bambina che è Elizabeth uscì dall'auto, seguita da papà, mamma, gli zii e pure i nonni. Come hanno fatto ad entrarci tutti? Li fissai sbalordita, poi realizzai il tutto, mi inginocchiai e rivolta al cielo dissi: «Perché mi odi? Perché?» quando tornai a guardare davanti a me vidi mio padre che subito mi odino di andare a scaricare le valigie, mentre lui accompagnava all'interno tutta la famiglia per presentargli Lucy, poco dopo Sam mi raggiunse e mi aiutò, quando le valigie furono scaricate tutte, con la voce stremata mi disse, ridendo: «Certo che sei proprio sfigata, è».

Gli diedi un pugno sul braccio e mi misi a sedere sul portico, poco dopo mi raggiunse e mi abbracciò.

 

 

 

 

SAAAAAALVEEEEE!

Che dire? boh non lo so, ditemelo voi. nessuno se la caga sta storia quindi non mi scuso per il ritardo e.e

ci ho messo tutta me stessa per scrivere questo capitolo che alterna sorrisi a pianti, sarà uno degli ultimi visto che nel prossimo metterò il matrimonio, ma niente è certo…

Grazie a chi recensirà questa storia! :)

 

POTRESTE DARE UN'OCCHIATA A QUESTE? Thanks :)

The Journey (Original Story, PASSATE ASSOLUTAMENTE, è un ordine)

(un)broken (One Shot sui one direction)

do you remember? (One Shot sui one direction)

Up All Night (SERIE di storie sui one direction, per ora sono due C:)

 

 

Baci,

Chiara :)

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: percysword