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Autore: VeveFerra    25/10/2012    3 recensioni
SSSSSsalve. Questa è la mia prima fan fiction e, beh, spero vi piaccia. Parla di una ragazza di origini italiane (Chiara) nata però a Londra, ha una situazione familiare complicata e la sua vita non le piace. Fa poi amicizia con un ragazzo italiano, simpatico e un po' solo, che vive a casa del cugino, il cui nome è... Vedrete :D Che dire? Buona lettura e mi piacerebbe molto avere un vostro parere. Grazie dell'attenzione :)
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era successo di nuovo. Non riuscivo a crederci.

Saltai dalla finestra e, come tante altre volte, atterrai sull'erba soffice del nostro giardino. Fortuna che ero al primo piano, quella era sempre la mia via di salvezza. Piano, senza farmi sentire, aprii il cancelletto che separava casa nostra dal resto del mondo, e iniziai a correre.

Dove?

Nell'unico posto in cui riuscivo a trovare un po' di pace, senza insulse persone tra le palle. Dopo circa 10 minuti arrivai nell'ormai mio spiazzo. Si trattava di una piazzetta circolare in cui non andava mai nessuno, l'avevo trovata un giorno vagando per il giardino di St. Germain. Era grazioso, e soprattutto nessuno sapeva dell'entrata nascosta dagli alberi che portava al piccolo giardino. Era circondato dagli alberi, e lì, su quell'erba, scoppiai per la sesta volta in due giorni a piangere.

Non riuscivo a crederci, l'aveva fatto di nuovo. Mio papà aveva di nuovo picchiato mia mamma. Era da un po' che andava avanti così, ed ero convinta che oramai mia mamma stesse con lui solo perchè non aveva un altro posto in cui andare. I suoi genitori erano morti, uccisi dalla mafia. Mia mamma era siciliana, ma aveva dovuto trasferirsi a Londra per sfuggire a quella maledettissima organizzazione. Qui aveva incontrato il bello, simpatico e bravo Paul, anche se poi aveva scoperto che tanto bravo non era.

E così, eccomi qui. 17 anni, il trucco sciolto dalle lacrime e una vita che odiavo.

Dopo circa mezz'oretta che piangevo, sentii dei passi. Non era insolito, ma comunque cercai di non far rumore e, per non farmi vedere, mi nascosi dietro un cespuglietto al lato della piazzuola.

E fu lì che lo vidi entrare.

Era un ragazzo carino, i cui occhi esprimevano tutto il dolore che provava. Mi vide, spaventatissimo. Fece per indietreggiare, ma qualcosa nel mio sguardo lo convinse a non andarsene. Così avanzò, tese la mano verso di me e mi disse:

"Piacere, io sono Lorenzo".

Aveva lo stesso nome di mio zio. Quindi era di origini italiane.

Strinsi la sua mano e risposi al saluto:

"Il mio nome è Chiara".

Rimanemmo seduti, in silenzio, per altri dieci minuti. Dopodiché guardai l'orologio; era già un'ora che non tornavo a casa.

"Beh... C-ciao", dissi.

E iniziai a correre.

Il giorno dopo, alle 8, ero già davanti alla scuola. Ero sempre in anticipo, forse perchè non vedevo l'ora di andarmene di casa. Ma quella mattina non fui sola.

Cinque minuti dopo, infatti, vidi il ragazzo del giorno prima, com'è che si chiamava... Luigi, no... Lo... Lorenzo!

Aveva un'aria spaesata, e in mano una cartina che cercava di leggere. La sua espressione era quasi comica.

"Ciao Lorenzo, ti serve una mano?" dissi.

"Ah, Chiara,grazie! Mi sono trasferito qui a Londra da poco e oggi è il mio primo giorno in una scuola chiamata "Louisanne". Sai dove si trova?"

"E' la mia scuola! Ed è proprio davanti a te!" gli dissi.

Quel pomeriggio ci vedemmo, voleva conoscere meglio la città. Fortuna che l'inglese già lo sapeva.

Qui mi raccontò di lui: abitava attaccato al parco di St Germain, era arrivato allo spiazzo per caso. Si era trasferito perchè suo papà era di Londra e quando sua mamma morì tornò a vivere lì portandosi dietro il figlio, che lasciò i suoi amici e la sua fidanzata a Genova. Per ora vivevano da un suo zio, in attesa di trovare una casa. Era per questo che il giorno prima piangeva.

Ci lasciammo scambiandoci i numeri di telefono, e ci vedemmo anche il giorno dopo e quello dopo ancora. C'era solo amicizia, niente di più, e due persone che da sole non potevano farcela. Mi resi conto di sapere poco di lui, così iniziai a chiedergli un po' di cose sulla sua storia. Scoprii che il suo nome era italiano, ma il suo cognome no: si chiamava infatti Lorenzo Malik.

  
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