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Autore: Equinox    25/10/2012    3 recensioni
Ad un tratto il suo sguardo si posò sul mio, proprio mentre lo stavo osservando.
Sussultai appena, ma rimasi a guardarlo negli occhi per qualche secondo, a pochi metri di distanza da lui, finchè non sentimmo una voce provenire dall'interno della casa.
“Gerard!” urlò.
Il ragazzo si voltò di scatto, e mi fece un mezzo sorriso, prima di sparire dalla mia vista.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo ancora seduti dentro il tunnel, affamati, che pensavamo ad un posto dove avremmo potuto dormire quella notte.

Finchè Frank ebbe la brillante idea.

CI SONO!

Urlò con il sorriso stampato in faccia, che però durò molto poco, perché saltò di gioia, scordandosi di essere dentro un tubo.

...Ahia.” Mugolò massaggiandosi il cranio.

Così impari a fare l'idiota. Allora, la tua idea?”

Non ce l'ho, scherzavo.”

Idiota.” Borbottai guardando in basso. Fu proprio mentre spostavo lo sguardo che trovai un volantino spiegazzato a terra, e lo raccolsi leggendo.

 

Affittasi appartamenti – 60 metri quadri – Manchester Street, 160. Per info chiamare numero sottocitato.

 

Oh mio dio, Frank guarda!” Gli passai il volantino che lesse con attenzione.

Arthemis, non vorrai mica...”
“Perchè no? Io dei risparmi dovrei averli, poi ci troveremo un lavoro. Avanti! È la nostra occasione per lasciare quello schifo di scuola e iniziare una nuova vita.”

Una nuova vita? A Manchester Street?”

È un inizio.” Gli sorrisi, sapendo che l'avrei convinto.

E infatti eravamo lì. Con il cellulare in mano, pronti a comporre il numero scritto sul volantino. Feci un sospiro, digitando lentamente i pulsanti sul cellulare.

Tuu, tuu, tuu.

...uh, pronto? Sì, chiamavo per gli appartamenti in affitto... cifra bassa ha detto? Fantastico!... Uhm, sì, saremo lì dopo pranzo. Grazie, a dopo.” Riagganciai e guardai Frank.

...Allora?”

Praticamente... l'appartamento è nostro.” Gli sorrisi.

 

Il palazzo non era proprio come ce lo aspettavamo: mi chiesi come facessero i muri a stare ancora in piedi. Il portone non c'era, e Manchester Street non era proprio una strada carina.

...Arthemis, sicura che vuoi vivere qui?”

Avanti Frank, dove sennò? E poi non è così male, dai...” Dissi poco convinta delle mie parole.
“Se lo dici tu... entriamo?”
“Il tizio al telefono ha detto di aspettare qui...”

In quel momento si affacciò un omone grasso e calvo, in canotta (forse un tempo) bianca e pantaloncini azzurri, nonostante il freddo che gelava le ossa. Era alquanto disgustoso, continuava a grattarsi le palle come se niente fosse.

Siete voi quelli dell'appartamento?” Aveva una voce rauca e profonda.

S-sì.” Balbettai.

Mi guardò, o meglio, iniziò a fissarmi dalla testa ai piedi, in modo quasi maniacale. Solo dopo qualche secondo interminabile si decise a farci salire le pseudo-scale (cadevano a pezzi) e a mostrarci l'appartamento.

Anche quello non poteva essere definito 'appartamento'. Un piccolo ingresso faceva spazio ad un “salotto”, composto da un divano a due posti e una squallida TV anni ottanta.

La cucina e il bagno erano improponibili, per non parlare della camera con due letti distrutti.

E... quanto verrebbe a costare l'affitto?” Disse Frank ancora meno convinto di prima.

Duecento dollari al mese.”

Che cosa?!” Esclamammo in coro.

Se non vi sta bene potete anche andarvene.”
“Sì, infatti ce ne and...”
“Duecento dollari vanno benissimo!” Sorrisi interrompendo Frank.

Arthemis, ma che diavolo stai dicendo?”

Almeno non dormiamo per strada.” Sospirai.

Va bene ragazzini, il primo mese è gratuito, però dovete trovarvi un lavoro nel frattempo.” Disse sbuffando, e mi dette le chiavi, che presi quasi con disgusto.

Io e Frank avevamo ufficialmente una casa. Certo, non era il massimo... ma almeno eravamo insieme.

 

La scuola ormai non la frequentavamo più, avevamo invece trovato entrambi un lavoro in un piccolo locale in fondo a Manchester Street, chiamato “House Of Wolves”, nome alquanto lugubre, ma per fortuna era frequentato da gente abbastanza normale, senza ubriaconi o spacciatori.

Avevamo anche fatto amicizia con due “colleghe”, Lyndsay e Alicia (la prima un po' meno simpatica dell'altra a parer mio, anche se Frank diceva che erano solo paranoie).

 

Fu un venerdì sera che rincontrai Gerard dopo un mese che non lo vedevo.

Frank non era venuto al lavoro per una leggera influenza; io stavo prendendo le ordinazioni e il turno era quasi finito, e con la stanchezza di uno che non dorme da giorni mi diressi verso l'ultimo tavolo rimasto.

Buonasera, cosa desidera?”

...Cosa, non riconosci più gli amici?” Un sorriso spuntò sulle sue labbra, anche se i suoi occhi erano tutt'altro che sereni.

Gee! Oh mio dio, che ci fai qui? È passato così tanto!” Dissi sorridendo, e lo abbracciai più forte che potevo.

Poi lo guardai meglio. Aveva un aspetto orribile: i suoi occhi erano cerchiati, era dimagrito in modo eccessivo, e aveva il labbro spaccato.

Dio, che ti è successo?”

Avevamo un sacco di cose da raccontarci, perciò aspettò che finissi il turno per farci una passeggiata notturna.

 

Ti ricordi del mio problema con Jeremy Adams?” Mormorò.

...Non dirmi che continua a picchiarti.”
“Mi sta perseguitando Arthemis. Andare a scuola è diventato un inferno, e ora che tu e Frank siete andati via è peggio di quanto pensassi. Sono solo.” Le sue parole erano cariche di tristezza, e credetti fosse colpa mia.

In fondo me ne ero andata, senza dirgli niente e senza mai andarlo a trovare.

Sai, tua madre ha raccontato a mia madre quello che hai fatto, e mentre ne parlavano non potevo fare a meno di ridere.” Risi immaginando la scena, poi tornai al precedente senso di colpa.

Senti Gee, mi dispiace di non esserti stata vicino in questi giorni... io non...”
“Ehy, non è mica colpa tua. Hai fatto bene ad andartene, stavi da schifo con i tuoi.” Sorrise, sempre con quell'aria costernata. Non l'avevo mai visto così giù.

Però ti vedo sciupato... insomma, devi ribellarti a quello stronzo di Adams, non puoi continuare così fino alla fine della scuola!”
“Arthemis, per favore non parliamo di questo adesso.”

Le sue parole mi colpirono. Non sembrava più lui.

Non era più Gerard, quella era un'anima che aveva perso la speranza.

Camminammo fino a casa mia senza dire nulla, finchè non lo guardai.

Avrei voluto dirgli che era cambiato, che l'avrei aiutato io a superare quei casini, che sarebbe andato tutto bene. Invece le uniche parole che mi uscirono di bocca furono “Beh, ora che sai dove abitiamo io e Frank puoi venire a trovarci quando vuoi”.

Certo.” Annuì guardandomi negli occhi.

...Beh, o-ora torno su...”

Oh. Sì, vado anche io, Mikey mi aspetta.”

Ah... salutamelo.” Sorrisi appena, e lui alzò una mano per congedarsi e fece per andare via.

G-gee, aspetta!” Balbettai, facendolo voltare di nuovo verso di me.

Mi venne l'impulso di abbracciarlo, di scaldarlo un po', nonostante il freddo che si annidava sul mio corpo.

E lo strinsi più forte che potevo, come un fratello.

Ti voglio bene.

Non sapevo nemmeno io da dov'erano uscite quelle parole. So solo che in quel momento dovevo fargli sapere che gli ero vicina, anche se non fisicamente.

Insomma, che poteva fidarsi di me.

Lo sentii sobbalzare alle mie parole, come se gli avessi chiesto di sposarlo.

Uh, anche io te ne voglio Arths. Buonanotte.” Mi sorrise, stavolta meno tristemente di prima, e si allontanò a piedi verso casa.

Notte.” Mormorai tra me e me, mentre rientravo nel palazzo, ripensando ancora ai suoi occhi.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

*evita le mazze da baseball in testa* Massalve amici! C:
No okay, avete ragione se state pensando che questo capitolo è una cagata assurda.

Ma capitemi, avevo bisogno di un modo per legare di più Gerard e Arthemis, e non sapevo come fare e soprattutto avevo poco tempo çç

Giuro solennemente che il prossimo capitolo sarà scritto mooolto meglio, e che ci sarà un colpo di scena mooolto impensabile. *risata malefica*

Recensite, vi prego, mi aiutate molto con le critiche e soprattutto mi spingete a scrivere più in fretta c:

Bacioni,

Anna;

  
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