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Autore: Mosa    10/05/2007    4 recensioni
"Vedi, i Dissennatori non sono poi tanto diversi da voi. Cercano la felicità, la gioia,addirittura l'amore...si aggrappano ai ricordi degli altri soltanto perchè a loro non è concesso averne di propri.." "Sono esseri abominevoli! Mostri!" gli gridò contro uno strano ragazzo con una bizzarra cicatrice a forma di saetta sulla fronte "A quanto posso ricordare, la creatura più abominevole e mostruosa che abbia mai camminato su questa terra è stata umana tanto quanto te" Nessuno riuscì più a proferir parola
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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I sussurri della foresta mescolata al suono dei nostri passi sembravano volerci accompagnare, come fedeli compagni di viaggio. E compagna di viaggio per quella sera, era quella strana ragazzina dai capelli rossi che fino a pochi minuti tremava come un pulcino bagnato davanti alla presenza di un mio oscuro confratello.

L’avevo aiutata. L’ avevo salvata. E ancora non sapevo spiegarmi il perché.

Non era una cosa che normalmente avrei fatto, anzi… mi sarei goduto lo spettacolo.

Eppure era accaduto spontaneamente, come se quella fosse stata la cosa più naturale da fare.

Aveva dunque ragione il vecchio Silente? Potevo davvero discernere il bene dal male?

"Allora? Manca ancora molto?"

Io non credo…da quanto ricordo mi è sempre stato detto che quelli come Noi non possono provare alcun sentimento, positivo o negativo che sia. Andiamo avanti per istinto. Per fame. Per sopravvivenza.

Eppure…

Eppure ogni volta che mi nutrivo dei sentimenti di un prigioniero lì ad Azkaban sentivo come una strana sensazione all’altezza del petto.

Provavo. Non so cosa, ma provavo.

Quelli del Ministero mi hanno sempre spiegato che non era altro che una impressione momentanea, dovuta al contatto con l’anima di un prigioniero. Che non erano mie quelle emozioni, che ero solo il cristallo nel quale i malvagi si specchiavano e vedevano riflesse le loro deplorevoli azioni. Ero uno strumento. Un mangia anime. Nulla di meno e sicuramente nulla di più.

Eppure…

Eppure anche se quelle sensazioni erano soltanto un debole riflesso… ho imparato a farle mie, a non farle fuggire

"Brrrrrrr…fa davvero freddo stanotte.Oh, ma è perché ti stò troppo vicino vero?"

La prima sensazione che ho provato, tradotta con parole che voi possiate capire è classificabile con "Odio".

Nessuno vuole morire. Nessuno vuole abbandonare la propria anima. E quando una figura pallida e spettrale viene per strappartela via, non si può fare a meno che odiare. Odiare Noi che siamo i carcerieri, ma anche sé stessi…

Poi "Solitudine".

Perché anche la persona più malvagia su questa terra vuole qualcuno che gli stia accanto. La solitudine fa paura…Più della morte stessa

"Paura"

Anche questo sentimento sono riuscito a imprimerlo a fondo dentro di me. Paura della morte, della solitudine.

Paura di Noi.

Riesco a fiutarla.

Riesco a capirla.

Riesco a plasmarla e a infilarla come un ago sottile sotto la pelle delle mie vittime.E ogni volta che lo faccio una strana sensazione si impadronisce di me

"Piacere"

Sadico piacere nel provocare odio, solitudine e paura. La prima sensazione quasi piacevole che io abbia mai provato. Piacere nel fare del male, nell’uccidere.

 

Un piacere Nero.Un piacere Perverso.

Credevo fino a quella sera che questo fosse l’unico piacere concesso agli uomini…D’altronde avevo visto questo in tutti i prigionieri di Azkaban…

Eppure…

 

"Mi stai ascoltando almeno?"

Eppure quella sera, quando quella ragazzina mi aveva sussurrato con la voce ancora rotta dalla paura la parola "Grazie" anche lì ho provato piacere. Ma un piacere diverso…

Era un piacere Giusto. Era un piacere Bianco.

Nessuno mi aveva mai rivolto quella parola fino ad allora. Il massimo che una volta riuscì a strappare fu un "Buon Lavoro mezzo-dissennatore" sfuggito dalla bocca di un vecchio del Ministero forse un po’ troppo distratto dal non ricordarsi chi aveva difronte

Ma per quella ragazzina ringraziarmi sembrò essere stata cosa logica e naturale.

E in quel momento ho sentito come se quella bestiale fame di anime che non mi abbandona mai venisse in qualche modo a placarsi…

 

Mi è sempre stato detto che Noi Dissennatori troviamo la pace soltanto quando consumiamo un’anima, che quello fosse l’unico modo in cui ci era concesso vivere. Eppure io quella sera mi sono sentito…

"Insomma! Ti ho fatto una domanda!"

"La vuoi smettere stupida ragazzina! Mi deconcentri se continui a gracchiarmi nelle orecchie!"

La voce di quella ragazzina mi aveva come strattonato violentemente fuori dalla scia dei miei pensieri.È stato un po’ come svegliarsi di botto dopo che ci si era finalmente addormentati.

 

"Di la verità , non hai la minima idea di dove si trovi il castello! È già da un’ora che giriamo in tondo! Lo vedi quell’albero? Lo avremo passato una decina di volte!"

"I Dissennatori sono agitati questa notte.Non riesco a distinguere bene cosa dicono"

"Beh di loro di non agitarsi. Tu ci parli con loro no?"

Era forse un ordine quello?

"Non funziona così. Io posso sentire loro anche a grande distanza, ma loro non possono sentire me a meno che non gli sia vicino. È un po’ come per voi umani, che non potete sentirvi se siete troppo lontani"

"Noi umani? Perché, tu cosa saresti?"

Huh?

Che domanda era mai quella?

Rimasi sorpeso con un’espressione a metà tra lo stupore e l’incredulità. Quella ragazzina era davvero stupida

"Non lo immagini?" le domandai irritato

"No, se non me lo dici" rispose lei con tono altrettanto alterato

Non credevo che riconoscere quelli come Noi fosse una qualcosa di tanto difficile. Non aveva mai sfogliato un libro con qulahce illustrazione in quella stupida scuola?

 

"Sono un mezzo-dissennatore va bene? E adesso smettila con queste domande"

Ci fu una lunga pausa. Uno strano quanto innaturale silenzio.

Meglio per me infondo. Ero finalmente riuscito a farla stare zitta.

Poi prese a fissarmi, con occhi colmi di curiosità come una sorta di attrazione, di numero da circo.

Parlò di nuovo

"Mezzo-dissennatore? E che cos’è?"

"Oddio, ma riesci a star zitta almeno cinque minuti o devo lasciarti qui? Sai magari uno dei miei confratelli potrebbe ancora essere nei paraggi…"

Continuava a fissarmi con l’aria di una persona che ha ancora voglia di farti troppe domande senza curarsi della tua effettiva voglia di rispondere

E la cosa che maggiormente mi irritava è che proprio non riuscivo a spaventarla

"Confratelli? Intendi i Dissennatori?" domandò lei, con aria sempre più stupita

"Certo che intendo i Dissennatori perché, non si vede?" risposi seccato

"Beh veramente no… se non me lo avessi appena detto tu avrei giurato che tu fossi un essere umano tanto quanto me"

Un momento…io ero cosa???

"Come scusa?"

"Ho detto che non ti avrei mai preso per un mezzo-dissennatore o quel che è perché dall’aspetto sei uguale a qualsiasi altro ragazzo che io abbia mai visto, ad Hogwarts e fuori."rispose lei parlando un po’ più forte, come una persona che deve spiegare le cose due volte perché il proprio interlocutore è un po’ duro d’orecchi

"Oppure voi mezzi-dissennatori avete qualcosa per cui vi si possa riconoscere subito?

Chessò, la coda o le orecchie a punta... Tu non hai le orecchie a punta vero?"

Si stava forse prendendo gioco di me? Ma non ebbi il tempo per poterci pensare a fondo

"Guarda! Il castello!" esclamò all’improvviso, indicando una direzione col dito indice

In lontananza si poteva ammirare una maestosa e imponente struttura in pietra, che sovrastava con la sua mole possente l’intera foresta.

Finalmente quella assurda nottata stava per volgere al termine...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autore: Scusate se ci ho messo un po’ ad aggiornare, ma sono stato un tantino incasinato questi giorni. Spero il nuovo capitolo vi piaccia e spero anche di riuscire ad aggiornare con maggiore continuità. E come sempre, apporfitto per ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia fino adesso e a tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione positiva.Grazie a tutti ^_^

  
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