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Autore: Luciiias    26/10/2012    2 recensioni
- È la prima volta che vieni qui da noi Sofia, allora noi volevamo farci raccontare tutta la vostra storia per bene, perché nessuno ha mai capito il tutto da dove è iniziato, ti va? Mi dice Alessia, con un sorriso sulle labbra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-          Allora, raccontaci un po’ come va la tua storia d’amore con il nostro famoso capitano?
 

Ed eccomi qui, in uno studio televisivo, ormai ne ho visti tanti, tutti a causa del mio ormai secolare ragazzo, nonché futuro marito, ma questo nessuno lo sa.

Vi starete chiedendo chi sono io, non è così? Bene, io sono Sofia, ragazza di 22 anni appena compiuti, bassa e morettina, studio giurisprudenza a firenze al quarto anno. Ma soprattutto, io sono Sofia, la tanto odiata dalle ragazzine, fidanzata di Alberto Rosa, sì lui, il famoso capitano della fiorentina; bello, alto e soprattutto impossibile per qualsiasi altra ragazza al di fuori di me.

-          Va bene, si va molto bene. Ormai passo più tempo da lui a firenze, sia per lui che per la scuola che a casa mia a Milano con la mia famiglia. I miei genitori iniziano ad invidiarlo.

Bè, mica solo i miei genitori lo invidiano, no lo invidiano circa altri 100000 ragazzi.

-          Immagino, ahah. È la prima volta che vieni qui da noi, allora noi volevamo farci raccontare tutta la vostra storia per bene, perché nessuno ha mai capito il tutto da dove è iniziato, ti va?

Bè, tutto è iniziato quando io, contro ogni mia volontà mi sono dovuta trasferire a firenze, causa: lavoro del mio papi.

-          Certo, mi fa più che piacere.
Quando avevo compiuto 16 anni, l’azienda di mio papà si era estesa, e avevano costruito una filiale a Firenze, noi abbiamo sempre vissuto a milano, e quando mio papà ha accettato la proposta di andare a firenze per un passaggio di livello a direttore, mi è caduto il mondo addosso.
A milano c’era tutto, a milano avevo tutto. C’erano i miei amati nonni, i miei zii, i miei amici e la mia migliore amica. Dio solo sa quanto mi è dispiaciuto lasciare la mia migliore amica.  Noi stavamo sempre insieme da sempre, e nel giro di un mese sarebbe cambiato tutto.

Era settembre, quel settembre fu il mese più brutto della mia vita, era stato un travaglio unico, finchè il primo di ottobre, dopo aver preso le ultime valigie, ero salita in macchina con mamma e papà ed eravamo partiti. Mi ricordo ancora che erano le 9 del mattino, ero prima passata a salutare i nonni, e piangevo, e piangevano e piangevamo tutti. Perché si, firenze non era poi dall’altra parte del mondo, ma non era comunque vicinissima.
Verso le 2 arrivammo a destinazione, papà si fermò prima al lavoro, prese le chiavi della casa e ripartimmo. Quando mi ritrovai davanti quella villa pensavo fosse uno sbaglio, un sogno, non mi sarei mai immaginata che la mia vita sarebbe cambiata così tanto, in meglio però.
Per la prima settimana non andai a scuola, il sabato scoprii che quei deficienti dei dirigenti di mio padre pensavano fossi un maschio e mi avevano iscritto nella scuola più importante di firenze, rigorosamente maschile, e soprattutto piena di calciatori, e dio io a quei tempi di calcio non ci capivo un tubo.

Il primo giorno fu una cosa orrenda, mi sentivo spaesata, vedevo tutti quei bei ragazzi che mi mangiavano con gli occhi, e io mi chiedevo se avessero mai visto una ragazza, perché no, io non mi consideravo minimamente bella. Nemmeno carina, neanche poco.
Le prime due ore, ancora mi ricordo, furono le peggiori, presentazioni su presentazioni e i nomi non me li ricordavo più dopo due minuti.

Alla terza le cose migliorarono, mi si avvicinò un ragazzo della mia classe, si scusò per tutti e mi disse se volevo vedere la scuola, subito accettai, e iniziammo a chiacchierare, gli raccontai tutto quello che mi era successo nell’ultimo mese, com’era cambiata la mia vita da un giorno all’altro, e lui fece lo stesso di se.
Mi disse che giocava nella fiorentina, che era lì ormai da tre anni, in realtà era di roma. Che la sua vita era pesante, che doveva allenarsi tutti i giorni, ma ne valeva la pena, perché lui amava quello che faceva.
Adesso penserete tutti che quel ragazzo era Rosa, ma no, quel ragazzino, proprio bello, è Costa, si il famosissimo Lorenzo Costa che oggi gioca nella Juventus, nonché mio attuale migliore amico e attaccante della mia squadra del cuore.

Nel mese successivo, conobbi tutta la formazione della primavera della fiorentina, loro erano molto uniti e uscivano sempre insieme, mi integrarono nel gruppo da subito e andavo d’accordissimo con tutti, tutti tranne quell’arrogante e stronzo di Albi, si non lo sopportavo, e ancora di meno sopportavo quella gallina della sua ragazza, una certa Pamela, che già dal nome si capisce tutto..

Mia mamma lavorava come interprete spagnola per la ditta di mio papà, e mio papà girava il mondo.
Non solo avevo cambiato completamente città, ma il mio nucleo familiare si era sgretolato del tutto, e io in pratica vivevo con i ragazzi perché i miei genitori non c’erano mai.

Dicembre fu il mese migliore, era natale, dovevo tornare dai miei parenti a milano, ma come al solito i miei mi chiamarono dicendomi che quella volta erano bloccati a santo domingo, e no, non sarebbero tornati in tempo, che dovevo stare a casa, perché senza un loro permesso scritto non potevo partire, e si mi dissero anche che gli dispiaceva. Si, non me ne fregava niente delle loro scuse. 
Andai nella casa rossa, dove vivevano i ragazzi, e iniziai a piangere abbracciata ad Alex, l’attuale giocatore del milan, mentre singhiozzavo a più non posso entrò in casa, abbracciato al suo unico amore, Alberto, che appena mi vide smise di ridere e scherzare e mi chiese cosa avevo. Aveva una faccia preoccupatissima, ed era strano, perché io e lui ci punzecchiavamo sempre e litigavamo un giorno si e l’altro pure.

Nel frattempo, arrivò anche Costa, raccontai a tutti quello che era successo, allora Albi, mi disse che potevo andare con lui a Pordenone, poi mi avrebbe accompagnato lui a milano a salutare i miei familiari e dopo saremmo tornati indietro per capodanno. Non me lo sarei mai aspettato da lui, la gallina aveva una faccia da funerale, io ero la ragazza più felice su sta terra e lui sorrideva, e per la prima dentro di me, il mio battito cardiaco aumentò guardando il suo sorriso.
Non capivo cosa mi stesse accadendo, mi sentivo strana, a me Rosa non piaceva, io e lui non ci sopportavamo, eppure stavo cambiando idea, dentro di me pensavo altro.

La settimana passò, io e Albi partimmo e arrivammo a Pordenone, lì una marea di ragazze lo aspettavano, e iniziarono ad urlare alla sua visione, ma quando si accorsero di me, bè iniziarono a volare gli insulti. E, anche li, lui mi difese e io ad ogni sorriso che mi faceva morivo di felicità.

Stammo lì una settimana, passammo natale con la sua famiglia, che mi accolse molto calorosamente, soprattutto sua madre, che sperava un giorno ci mettessimo insieme, perché si vedeva che ero diversa dalle altre, che io ero una brava ragazza.

Il 26 Dicembre andammo a milano, fu un giorno magnifico, mangiammo da mio nonno con tutta la famiglia, lui doveva subirsi gli sguardi inquisitori della famiglia che sembravano dirgli: tocca la mia nipotina e ti uccido. Nel pomeriggio lo portai a fare un giro in centro, e con mia grande meraviglia scoprii che anche lì, tutte ne andavano pazze. La sera purtroppo dovemmo partire, perché lui il giorno seguente aveva gli allenamenti alla mattina.

Tornati a Firenze, si fermò a dormire a casa mia, lui nel mio letto e io nella camera dei miei genitori. Ma verso le due del mattino, mi intrufolai nel letto con lui e mi misi in un angolino. Il mattino seguente, il risveglio fu imbarazzante, eravamo spiaccicati uno con l’altro, abbracciati, con le gambe incrociate e i visi a un millimetro l’uno dall’altro, mi svegliai subito e cercai di alzarmi senza svegliarlo, ma fu inutile perché lui mi abbracciò e mi strinse di più a sé.

Aprì gli occhi, sorrise, con un sorriso bellissimo direi e mi stampò un bacio, così dal nulla, un bacio che desideravo da una vita, perché in quel momento mi accorsi che Alberto mi piaceva, mi piaceva da tanto, da quel giorno che si era presentato con la sua tipetta fighetta insieme agli altri.

Il giorno stesso, mi disse che aveva lasciato la sua ragazza prima di partire, perché gliene piaceva un’altra, e forse dell’altra per la prima volta se ne era innamorato davvero, mi crollò il mondo addoso, ma dopo poco mi disse che ero io l’altra, che gli piacevo da matti e che voleva essere il mio ragazzo. E io risposi prontamente di si. E.. adesso eccoci qui ancora insieme.

-          Wow, e tu avevi 16 anni, e lui 17.. e siete stati insieme, senza mai litigare? Senza mai lasciarvi?

Ahahahah, io e Alby senza mai litigare? Questa è bella!!

-          Macchè, in realtà litigavamo un giorno si e l’altro pure all’inizio, perché io ero gelosa delle galline che gli giravano intorno e lui era geloso dei ragazzi, ma non era colpa mia se avevo amici solo maschi.

-          Che carini. E poi, quando l’hai presentato ai tuoi? E lui ai suoi?

-          Diciamo che mtv ci ha presentati al mondo, e il mondo l’ha scritto in ogni posto immaginario. Così un giorno, mentre tornavo a casa, mi chiama mia mamma e mi fa ‘Sò, ma stai insieme al ragazzo che vedo sempre in giro per casa?’ e io scoppio a ridere, e lei capisce, e ride. Mio papà invece, non l’ha presa poi così bene all’inizio, diceva che era un calciatore e che dopo poco avrebbe messo il calcio prima di me, e tanti saluti.

-          Si è rivelato così?

-          Se siamo ancora qui, direi di no.

-          Alla sua famiglia, invece?

-          Un giorno eravamo in camera mia, mi stava aiutando a fare i compiti quando gli suona il telefono. Dopo poco, mi passò sua sorella che mi disse ‘auguri, ti voglio proprio vedere a sopportarlo’. Poi, mi passò la mamma e iniziammo a parlare, e lei mi disse quanto fosse felice di questa cosa, e che sperava saremmo durati

-          Le sue preghiere hanno funzionato, allora. Mi dice Alessia, la presentatrice.

-          Direi proprio di si. Rispondo io, con un bel sorrisone.

-          Raccontaci, invece, di adesso, di cosa fate, quando vi vedete, per quanto..

 

Adesso, quando ci vediamo trallallero trallallà, no ok, non posso dirgli di certo così. Pensa, sorridi, è così che si fa.

-          Bè, adesso, quando ci vediamo stiamo a casa sua, perché per lo più sono io che vengo avanti e indietro, perché lui tra allenamenti, trasferte e partite non può molto, poi a me va bene, visto che ho scelto l’università vicino casa sua. Comunque, quando stiamo insieme, stiamo insieme per bene cioè anche per una settimana di fila. Allora, la nostra settimana tipo è: il primo giorno chiusi in casa, quelli di mezzo usciamo con gli amici, andiamo alle festa, al cinema, a cena fuori, poi l’ultimo giorno addirittura mi fa saltare l’università pur di stare con lui. E mentre parlo rido, rido perché mi vengono in mente le nostre scene.

-          Percui il nostro bell’imbusto non viene mai da te?

-          Nono, ogni volta che ha uno spazietto libero mi viene a prendere e andiamo in qualche posticino noi, oppure andiamo a trovare i suoi. Siamo molto uniti per questo.

-          Così è proprio bello, si. Da quanto state insieme di preciso? Sai non ci hai detto una data, non sarà che non te la ricordi? E intanto Alessia mi fa l’occhiolino.

 

Rido. Io le date me le ricordo tutte ciccia, non sai proprio con chi hai a che fare.

-          Mi dispiace contraddirti eh, ma io le date ce le ho scritte proprio tutte qui, e mi indico la fronte.
Comunque ci siamo fidanzati il 27 dicembre 2012. Sorrido, sorrido ai ricordi.

-          Ebbè, state insieme da un bel po’.

-          Si, fortunatamente.

-          E vi lascerete mai? Scherza la conduttrice.

-          No, rispondo io prontamente, a Giugno ci sposiamo.

  
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