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Autore: AcrossTheSea    26/10/2012    0 recensioni
Ormai abbiamo capito tutti che Loki è pazzo, pazzo da legare.
E cosa si fa se qualcuno è pazzo? Si chiama uno psicologo. (una psicologa, perchè le donne si sa, sono le confidenti perfette)
Un viaggio ad Asgard di midgardiani sventurati. Che forse impazziranno pure loro.
Ma per non sbagliarci subito mettiamo chiara una cosa:
Questa NON è una storia d'amore.
Buona lettura. (se vi va di leggere...)
(:
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 14 – Asgard – Prigioni

L’aria bollente di Muspelheim gli faceva pulsare le ferite più di quanto avrebbero dovuto, più di quanto faceva con le botte di Thor. Si reggeva il fianco sinistro con la mano aperta, sentendo tra le dita la stoffa dei suoi abiti che diventava sempre più viscida; non era un colpo profondo, né gli faceva troppo male, forse era il caldo più che il sangue perso a confonderlo.

“Ti prego, dimmi che è l’ultima volta che facciamo una cosa del genere!”

“Cosa?!”

Il biondo girò la testa accennando un sorriso mentre passava un braccio sotto la spalla del fratello per aiutarlo a camminare.

“Non ti sei divertito?”

“Lo sai che non è il mio passatempo preferito fare la guerra, soprattutto in un luogo come questo.”

Loki si guardò intorno senza degnare il paesaggio dal terreno infuocato della sua approvazione.
Thor sbuffò divertito, adorava allenarsi in battaglia, ancora di più con dei mostri di lava bollente grandi tre volte lui. Era un peccato che Sif e i Tre Guerrieri se li fossero persi. E nonostante tutto Loki se l’era cavata bene, sia con la magia che con le armi. Ma erano in due contro qualche dozzina di bestie di fuoco era normale che non ne uscissero del tutto incolumi.
Dagli occhi del dio del tuono il moro riuscì a intravedere un briciolo di preoccupazione.

“Non mi guardare così!”

Il biondo fece un espressione stranita.

“Lo sai, come se fossi ..in fin di vita. Non ti devi preoccupare, sono abbastanza grande ormai.”

“Non sono preoccupato.”

“Allora dovresti,”

Il dio dell’inganno sorrise.

“Come spiegherai a Padre tutto questo? Ahaha!!”

“Piantala!”

Thor lo strinse per farlo smettere di ridere e un lamento di dolore gli scappò tra i denti.

“Oh! Scusa.”

Loki ringhiò contro il fratello e rimase in silenzio finché Hemindall aprì il portale e tutti e due furono nuovamente ad Asgard.

Il vento fresco del mare gli diede subito sollievo; riprese a respirare naturalmente dopo qualche minuto, mentre il guardiano dei mondi l’osservava come sempre con un espressione incomprensibile.
Loki alzò lo sguardo e i due si guardarono dritto negli occhi. Anche Heimendall sembrava preoccupato dopo poco tempo rivolgendo al principe primogenito uno sguardo di rimprovero.

“Stiamo bene! Non è così Loki?!”

Il moro annuì dopo la gomitata del biondo.

“Ti preghiamo di non rivelare a nostro Padre del nostro ehm.. viaggio.”

Sorrise strafottente, strinse Loki più forte e impercettibilmente lo sollevò da terra.

“Ti siamo immensamente grati!”

Alzò il braccio destro dove impugnava il Miljonir e prima che il guardiano potesse rispondere i principi erano già lontani.

 


Quando aprì gli occhi e realizzò si odiò per aver sognato quei ricordi. Ripensare a momenti sereni come quelli rendevano ancora più difficile accettare la situazione attuale. Era ancora peggio sapere che i suoi giorni felici, come quelli tristi non erano reali, erano soltanto una farsa.
Decise di smettere di rimuginare ancora una volta su tutta la sua vita, aveva già fatto queste considerazioni e ripeterle all’infinito, si era malamente accorto, non avrebbe cambiato la situazione.
Aveva ancora un piano e doveva seguirlo fino in fondo per uscirne salvo.

 

 


Giorno 17 – Terra – Stark Tower

“Magari è un codice. Vediamo.. gatto.. mangiare..”

“Gateaux vuol dire dolce. C’entra con il mangiare.”

“mmh.. Mangiare un dolce dici che può essere un codice Steve?”

“Ai miei tempi erano un po’ diversi messaggi in codice. Ma dovrebbe andare..”

Clint Barton osservava divertito, seduto comodo su una sedia girevole, l’astrofisica, il miliardario, il soldato e l’amministratrice delegata delle Stark Industries fare ipotesi sui messaggi in codice e Thor che confuso cercava di stare dietro i loro ragionamenti.

“Chat è gatto in francese! Può voler fare una conversazione.”


Natasha che leggendo ad alta voce la lettera di Julie era in piedi in mezzo alla stanza, li guardava con una mano sul fianco e un sopracciglio alzato.

“Ragazzi! La frase ha un significato specifico. Non dovete cercare di indovinarlo.”

“Cosa?!”

“Perché glielo hai detto?! Erano divertenti.”

La rossa chetò l’arciere con una sola occhiata.

 

 

 


Giorno 12 – Asgard – Palazzo Reale

Appena il giorno prima aveva incontrato Tony, non era sicura che si chiamasse veramente così; all’ultimo piano mentre questo cercava di arrivare alle fontane ai piedi del palazzo, era stato una buona compagnia, un uomo molto allegro, non era riuscita a capire tutte le sue battute, ma d’altronde era un midgardiano, non poteva aspettarsi che parlasse di argomenti comuni.
Aveva provato a descrivergli la disposizione delle camere nel palazzo, i loro nomi e l’ala del palazzo di cui facevano parte, est , ovest, nord, sud. Ma il moro non aveva badato molto alle sue indicazioni; sospettò che si divertisse a perdersi per i diecimila e più corridoi, che curiosare in giro ed entrare nelle sale chiuse con la scusa di cercare la giusta strada fosse irresistibile; così aveva deciso di raccontargli qualcosa di più interessante.
Alla fine della camminata lei aveva raccontato almeno mezza dozzina di leggende e lui una quantità incalcolabile di barzellette e storielle terrestri su eroi e tecnologie parlanti; un certo Jarven, o Jamis, non ricordava bene. Forse era l’emozione, perché una volta arrivati a destinazione sani e salvi lui l’aveva invitata a cenare con loro, i midgardiani, i tre guerrieri e.. ed il re e la regina.
Non riusciva a crederci, non sapeva come comportarsi, non sapeva cosa dire e non sapeva che vestito indossare.
Per gli dei! Il pomeriggio era volato mentre continuava a fantasticare di parlare con le persone più importanti di Asgard.
Le aveva detto di presentarsi nella sua camera prima di cena, per farle conoscere i suoi amici, ma aveva paura. Se non gli fosse piaciuta? Se non fosse piaciuta a Odino?
Perché continuava a farsi tutti quei problemi? Se Tonyl’aveva invitata c’era un motivo.
Scelse uno dei suoi vestiti preferiti, che non desse troppo nell’occhio, azzurro chiaro, non le piaceva essere osservata, ripensandoci sarebbe rimasta in silenzio tutta sera.

 

 

 

 

 

 

Giorno 8 – Asgard – Palazzo Reale

“…Con i piedi in aria e la testa per terra.. Prova questo trucc..”

“Cosa stai facendo?”

Urlò scandalizzato il soldato, sentendosi tradito nel vedere Julie canticchiare mentre camminava per i corridoi.

“Avevi detto che non si poteva cantare, o mi sbaglio?”

Il Capitano alzò un sopracciglio indagatore.

“Solo di riferimenti al re leone o di idee politiche.”

“Mi sembrava tu avessi detto un’altra cosa..”

“No, ti sbagli. Per esempio non puoi cantare l’inno americano.”

“E perché no?!”

“Sai no che Thor qui è il principe di Asgard, significa che..”

“..siamo in una monarchia..?”

“Esatto! Bravo! Quindi non cantiamo canzoni rivoluzionarie.”

“..aah, capito.. un vero peccato.”

“già.”

I due si guardarono in silenzio per diversi secondi.

“..Adesso vado.”

“Sì! anch’io.”

“A dopo.”

 

 

 

Giorno 14 – Asgard – Palazzo Reale

Il sole non era ancora sorto quando Julie si svegliò di soprassalto. Aveva sognato di congelare tra le rocce innevate di una montagna che cadeva a pezzi. Appena riuscì a realizzare di essere uscita da un incubo sentì la pelle fredda come mai prima.
Se questo sogno era collegato a Loki e a tutte le storie tristi che le raccontava le cose andavano peggio di quanto pensasse.
Non essere coinvolti, non essere convinti.
Erano le principali regole da seguire nel caso fossi una psicologa e lavorassi per un’agenzia governativa. E lei non poteva essere coinvolta a tal punto da sognare gl’incubi di qualcun altro né convinta che le cose avessero un altro significato. I punti di vista sono importanti ma i fatti non cambiano.

Era inutile tentare di dormire, Julie si alzò, spostando le coperte le sentì calde sulla pelle, dimostrazione di quanto il suo corpo fosse freddo. Persino il pavimento era tiepido.
Si vestì comoda e uscì dalla camera.
Restava fin troppo tempo chiusa in qualche stanza aveva bisogno di un po’ d’aria.

C’erano sempre guardie agli angoli del palazzo, nessuno la notò più di quanto veniva notata durante il giorno.
Uscì; il vento era piacevole, camminando riprendeva pian piano una temperatura da essere vivente.

Passeggiò almeno un’ora prima di arrivare ai piedi di un’enorme fontana, sicuramente la più grande che avesse mai visto.
Salì in piedi sul marmo candido che circondava il lago, le scarpe da ginnastica lasciavano dietro di lei una leggera impronta della suola. Si decise a percorrerlo tutto, aveva tempo, un paio d’ore forse, ma era più di quanto ne aveva di solito e già quello lo passava a considerare tutte le variabili possibili, voleva soltanto passare qualche ora con la mente libera.

Non fece molta strada prima di incontrare qualcuno che le interrompesse la strada.
Era seduto sul bordo con le mani che rilassate accarezzavano l’acqua, sospirando. Sentì arrivare la donna prima che lei lo vedesse. Si voltò lentamente a guardarla e le sorrise dolcemente.
Fu contento quando lei rispose con un sorriso rilassato.

“Ciao.”

“Ciao.”

Sussurravano, tutti e due, più perché erano consapevoli di che ora fosse che per non disturbare qualcuno.

“Non riesci a dormire?”

“Come lo sai?”

Julie sorrise e si sedette accanto a lui.

“Sei sveglio.”

Anche il biondo rise; non l’aveva mai visto così. Fandral era diverso da come era quando era con gli altri guerrieri. Non cercava di fare impressione su nessuno e soprattutto non le faceva inutili e stupide smancerie come al solito. Forse dopo così tanti –no- si era messo l’anima in pace.

“La vostra amica è simpatica.”

“Già. Avvolte Antony è utile. Non vorrà che racconti di aver incontrato una bella donna alla sua fidanzata.”

“Non ci credo! E’ fidanzato?”

“Oh sì. Ma non credo che sia il tuo tipo.”

“La vostra amica o la sua fidanzata?”

“Entrambe. Ma intendevo la prima.”

Sorrisero tutti e due.

“Perché?”

“Sembra troppo timida, non reggerebbe il tuo ritmo.”

“Anche tu sembravi timida all’inizio, ma adesso siamo qui, da soli..”

Julie gli tirò un pugno amichevole sul braccio, appena sotto la spalla.
Fandral sorrise.

“Ahi!”

“Oh, piantala, credevo ti fossi convinto.”

“A guardarci adesso, cosa dovrei pensare?”

“Che siamo amici.”

Si aspettava di essere insultato malamente, mentre la donna non si era neanche scomposta a parte l’aver notato la sua faccia interrogativa.

“Le cose non sono o bianche o nere; io non sono una da fidanzamenti e tu non sei uno che può farne a meno, visto tutte le donne che ti corrono dietro.”

“Eppure io sento che c’è qualcosa tra noi.”

“Se anche fosse non funzionerebbe. Quindi tanto vale restare amici.”

Il guerriero sospirò.

“Aah. Sei impossibile, .. ma va bene”

“Adesso, visto che sembri una persona intelligente, che ne dici di un discorso sensato?”

“Se proprio insisti.”

 

 

 


 
Giorno 12 – Asgard – Palazzo Reale

Bussò abbastanza forte per essere appena sentita. Tony le aprì la porta con un sorriso a 32 denti appena la riconobbe.
Lei entrò misurando i passi.
C’erano altre due donne nella stanza sedute sul letto e due uomini poco più lontani che con i gomiti appoggiati ad un tavolo si stringevano le mani, compiendo un grande sforzo, aveva osservato, viste le facce rosse; forse spingevano o tiravano, non aveva ben capito.

“Non farci caso. E’ il campionato interspaziale di braccio di ferro.”

La bionda sorrise, Tony la guidò al centro della stanza indicandole con il braccio chi le presentava.

“Quello alto, immagino lo conoscerai già è Thor..”

Arrossì per la sorpresa. Quello era il principe. E lei non lo aveva riconosciuto. Cercò di far finta di nulla e di calmare il nodo allo stomaco che con fatica aveva sciolto poco tempo prima.

“L’altro è Steve, puoi chiamarlo Rogers o Cap, se vuoi Capitan Antartide.”

“Lei è Jane, la fidanzata di Thor; e lei è Julie, l’unica che non è qui in vacanza.”

La psicologa e l’asftrofisica salutarono sorridendo.

“Ragazzi lei è Sigyn.”

 

 


*

Ho formattato. che fatica..

ok. mille scuse per chi l'ha letto con tutta la fatica di questo mondo, ma adesso dovremmo esserci.

scusate il ritardo ancora. Ma è la comodità di fare i salt nel tempo, se pubblichi dopo diverso tempo non ti devi preoccupare che non ci si capisca nulla

..

 

...tanto nesuno c'ha capito nulla fin'ora..

 

 

 

 

speriamo di no, bhè, pensadoci mi piacciono troppo le storie dove si capisce tutto alla fine.

 

 

Vediamo se riesco ad aggiornare prima la prossima volta

 

hasta la vista!!

  
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