Il colore della lametta era di un
grigio indeciso tendente al blu notte.
Era come se persino il metallo si
pentisse per lui, e rimanesse dilaniato dall’obbligo
di tagliare quella carne così nivea e profumata. Ma in fondo il padrone era lui – anche se non conduceva le regole del gioco – e aveva
deciso così.
Dolore.
Dolore.
Passione.
Ricercatezza.
Infine, il
risveglio.
Until The Day I Die
Era iniziato come il gioco stupido di
un bambino stupido per ingannare un destino stupido, e
si era rivelata essere una cosa seria di un adulto serio per ingannare un
presente serio e senza possibilità d’uscita. Dunque, Sasuke
aveva preso dimestichezza con quella lama sin da piccolo, quando non capiva
perché il dolore lo facesse stare meglio al posto che peggio, e la vista del
sangue era priva di qualsiasi significato che non fosse
“rosso”.
Until the day I die
I'll spill my heart for you, for you
Until the day I die
I'll spill my heart for you
Il primo passo: rendersi conto d’avere
un grosso problema.
Nella fattispecie, il suo problema
aveva gambe e occhi e camminava. Si chiamava Naruto Uzumaki, i suoi capelli erano biondi, le iridi azzurre, e
lo odiava. Fino ai sette anni, Sasuke aveva creduto
d’odiarlo. Odiarlo con tutta la forza di cui un bambino
disperato disponeva. E Sasuke, di odio da spartire, ne aveva così tanto da far infelici
sei, sette, otto persone.
Un intero villaggio.
As years go by
I race the clock with you
But if you
die right now
You know that I'd die to
I'd die too
La lametta continuava a scorrere lungo la pelle, inquieta.
I segni rimanevano sulla sua pelle bianca, piccole ed ostinate
cicatrici che disperatamente cercava di nascondere. Rimaneva
ore a fissarle.
Erano segno di una debolezza che doveva rimanere segreta, e nel contempo affermazione di una realtà in cui lui esisteva,
in cui poteva far male e creare dolore – anche se solo a se stesso.
Naruto Uzumaki si allenava con dei bersagli su cui c’era
disegnato, e ogni volta che lo mancava, digrignava i denti. Probabilmente, lui
lo odiava.
No, lo sapeva. Sasuke Uchiha avrebbe dovuto odiarlo, ma tutto ciò che riusciva a
rimediare era la pallida imitazione della rabbia, un
blando risentimento. E soffriva. Soffriva perchè non riusciva
ad affermarsi.
You remind me of the times
When I knew who I was
But still the second hand will catch us
Like it always does
La luce era fioca, e l’umidità permeava fin dentro i polmoni.
Il
letto era scomodo, ma non ci aveva mai badato troppo. Aveva perso ogni
interesse da quando era arrivato lì. Gli allenamenti
lo sfinivano, le cure di Kabuto lo
rendevano impermeabile al mondo.
A volte, durante l’incoscienza, pensava ancora a lui. Riaffioravano memorie d’una vita passata e destinata a non ritornare. Lo odiava? Lo amava?
Non lo sapeva. Ma ricordava il tempo in cui qualcosa li aveva uniti – anche
se debole, anche se effimero.
Eppure c’era
stato.
We'll make the same mistakes
I'll take the fall for you
I hope you need this now
Cause I know I still do
Ricordava bene d’aver commesso più di
un errore, con lui.
Cercare di respingerlo, per esempio: a
volte avrebbe desiderato abbracciarlo, domare quei suoi occhi rossi con una
carezza.
Non l’aveva mai fatto. D’altronde, come
avrebbe potuto salvare le apparenze una volta oltrepassato
il confine tra amicizia ed amore? Non sapeva nemmeno se anche lui l’amava?
Però rimanevano quei silenzi, incapaci
d’esprimere emozioni che non fossero fatti di pura
violenza. Ricordava i pugni, gli schiaffi. Rotolarsi per terra, tra il fango.
Avrebbe voluto baciarlo.
Until the day I die
I'll spill my heart for you
Until the day I die
I'll spill my heart for you
Il giochino
continuava imperterrito, nonostante la lontananza.
Ricordare le sue ferite. Ricordare i lividi. Sasuke tagliava la carne. Senza sosta, senza sentire realmente il
dolore, che era seppellito solo nel passato.
Un pugno, un taglio là dove Naruto lo aveva colpito.
Dunque, Sasuke continuava perché non aveva un presente in cui
vivere, e imperterrito si preoccupava di ricordare il passato.
Tutto quello che li aveva uniti stava
lì.
E non c’era
luogo dove andare, se non il sapore del suo sangue.
Should I bite my tongue
Until blood soaks my shirt
We'll never fall apart
Tell me why this hurts so much
Quando aveva capito che non bastava più, aveva cominciato a usare la punta con maggior perizia. Faceva male. Faceva male eppure non bastava.
Naruto non compariva per salvarlo, e lui
continuava a far gocciolare sangue sulla sua coperta lisa.
Quando aveva
iniziato a picchiarlo, si era sentito immediatamente meglio. C’era stato del contatto
fisico, un legame, un qualcosa che era riuscito a
unirli, seppur per poco.
I pugni non facevano male se il biondo lo guardava
mentre glieli tirava. La scossa che li aveva paralizzati al suolo,
quella volta, era stato troppo. Come far sprofondare la lama fino al cuore.
Era stato quando Naruto
lo aveva baciato.
My hands are at your throat
And I think I hate you
But still we'll say, "Remember when"
Just like we always do, just like we always do
Il biondo lo aveva inchiodato al suolo, facendo scorrere le mani
lungo le braccia di Sasuke. Aveva spalancato gli
occhi cerulei, plastica colorata per imitare il cielo.
- Sasuke…
-
- Stammi lontano. – lo aveva spinto via. Nonostante
il distacco da quella bocca fosse stato pure dolore. – Non ho bisogno
della tua pietà. –
Non l’aveva mai cercata, se non nei suoi sogni.
Si erano sempre ritrovati a rincorrersi, a vivere di istanti passati ormai scollegati dal presente. Era sempre
stato così, per loro.
In quell’istante aveva creduto di
odiarlo, perché aveva scoperto la sua debolezza. Perché
improvvisamente il Naruto della sua mente si era
sovrapposto a quello reale. Ed erano così
diversi. Eppure, semplicemente uguali.
Until the day I die
I'll spill my heart for you
Until the day I die
I'll spill my heart for you
Yeah, I'd spill my heart
Yeah, I'd spill my heart for you
- Ci rivedremo. – diceva Sasuke mentre
la lametta – che era sempre più triste – tagliava.
- Ci rivedremo perché noi siamo destinati a rincorrerci. – il
sussurro gli usciva dalla bocca come un filo di bava, che lento colava fino al
pavimento. – Ma prima o poi ci ritroveremo. E saremo entrambi fermi. –
- Allora noi ci rivedremo. –
Suonava come una promessa ormai consumata, persa tra i meandri di
una vita buttata via.
Eppure Sasuke ci credeva perché aveva il
diritto di crederci, perché quell’illusione l’aveva
tratto in salvo per tutta la vita.
My hands are at your throat
And I think I hate you
We made the same mistakes
Mistakes like friends do
My hands are at your throat
And I think I hate you
We made the same mistakes
Ancora gocciolava, il sangue.
Il ritmo andava disperdendosi col passare del tempo. La lametta
tagliava e il gioco sfuggiva dalle sue mani sempre più velocemente.
Gli occhi azzurri di Naruto Uzumaki lo fissavano, vagamente tristi e corrucciati. Erano
morti e non sapevano d’esserlo. Pallida imitazione di una vita passata a
rincorrere qualcosa che era stato vero solo nel passato.
E m a i nel presente.
Sasuke ricordava.
I pugni, i graffi, le offese. Ricordava quel bacio e quella
promessa.
- Ci incontreremo quando saremo entrambi
fermi. –
La lametta tagliava, sempre più triste, fino a che non si mise a
piangere. Sangue.
Gli cadde dalla mano mentre la vista si
offuscava. Finalmente ricordò.
Specchi di ghiaccio e aghi piantati nella pelle.
Un abbraccio caldo fatto di sole sensazioni.
Pianse, la lametta, ricordando i tempi in cui era stata parte di
una piccola consolazione.
Pianse mentre il suo
padrone s’afflosciava sul suo stesso sangue, e smetteva di respirare.
Finalmente fermo.
Until the day I die
Until the day I die
Una post-fazione.
Prima di tutto, vi
chiederete: che cos’è questa fanfiction? Originariamente
è nata come celebrazione per il primo AMV shonen ai di Suzako. [http://www.youtube.com/watch?v=6xfjFcU7iz8]
Che sarebbe come dire che la luna è cubica e sa di formaggio.
Voi non festeggereste quest’evento? Beh, io sì.XD
Dunque, ecco qui una fic SasuNaru con la stessa canzone come sfondo.
L’idea di base era
questa. Poi alla fine mi son lasciata andare ad uno
studio sui personaggi – io quei due non li capisco, giuro. Faccio una fatica
bestiale a conciliarli.
Ma a
quanto pare siamo sopravvissuti anche questo, yahoo!
Niente flames che mi vengano a dire che
non posso permettermi di parlare di queste cose, per favore. Perché
vi bestemmierei dietro.
Ja ne!
RoSs