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Autore: Ryutaro    26/10/2012    0 recensioni
È come se una parte di me, preferisse un placido abisso di noncuranza. Non ti pare un po' triste?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ti sei mai sentito inutile a confrontarti con il mondo? Passare inosservato tra la gente , lì tra loro pare che ti scansino o con non curanza spingono, perché alla fine sei solo di intralcio. Desiderare, di bloccarsi in quell'istante mentre loro frenetici camminano, fermare il tempo. Guardarli e lasciarsi andare in un mondo perfetto dove esisto solo io. Potrei peccare di presunzione dopo tale premessa, eppure ho messo sempre da parte il mio ego  per far posto a quello degli altri. Non sono mai stato popolare, non ho mai avuto approvazioni, forse perché i miei interessi e anche io racchiudevo qualcosa di poco consono al resto.
 
Io sono  Takeru  24 anni e poca voglia di affrontare il mondo. Eppure tento in tutti i modi di creare qualcosa che renda la mia vita capace di essere vissuta. Vorrei fare così tante cose, invece sono qui  a raccontare una storia vissuta solo nella mia testa. Perdendo ora, una piccola parte di me in ogni parola stampata, cerco solo di far chiarezza in quella che sembra una favola senza colpi di scena nè lieto fine.
 
Mi capita spesso, di uscire di casa unicamente per fare una passeggiata, così per guardarmi intorno.
Non sono un modaiolo e ho abiti vecchi che risalgono all'adolescenza spesso ma, non so' perché non li butto come se dovrei metterli un giorno. Finisco sempre per indossare le stesse cose però, una maglia larga davvero tanto a maniche lunghe spesso, odio le mie braccia, pantaloni e scarpe comode insomma nulla di appariscente mai. Così mi ritrovo a fare  il confronto di generazioni, che si avviano ad una vita sfocata, tra le orme già impresse dei genitori si cammina a carponi.

Gente semplice che vive di piaceri momentanei effimeri. Se adesso io aprissi la mia testa, il mio cervello sarebbe pieno di ingranaggi come in un orologio con le lancette, tante piccole ruote dentate che si incastrano perfette. Intanto il vento che soffia tra le fronde pare ridere, si prende gioco dei miei pensieri, come quel ragazzo.   che passandomi davanti, in sella ad una moto fa in giro in un vicolo cieco, si pavoneggia alla pari di un corteggiamento animale, romba il suo motore contro le mie orecchie, facendo notare il suo “bolide” romantico, alla stregua dei galli in un pollaio che si beccano per la figa di una gallina.  
A questa vista non posso far altro che sospirare lasciando che isoli i rumori di sottofondo eppure il vento però continua a soffiare e la sua gonna pare spiegarsi come ali, non va via però lei rimanendo appoggiata al mio braccio, mi guarda, mi osserva. Non fa caso al mondo intorno. Io invece lo guardo attento,  non mi rivedo in questi bambini che tra risate giocano, si nascondono o semplicemente basta un sorriso per mettere allegria.
Lei ancora rimane qui, senza dire una parola come se non ci fosse bisogno d'altro.  Mi fa compagnia, non è la solitudine quella che inquieta l'animo umano? Sposarsi, mettere su famiglia no è forse un modo per non sentirsi soli? È un pensiero egoistico.Adesso mi circonda tanta gente, come in un orologio però il mio meccanismo, pare non adatto a funzionare in questo contesto. 
 
Inconsistente forse è questa la parola adatta a descrivere il mondo sotto i miei piedi. Eppure ci sto provando davvero in tutti i modi a cambiare, divetare una persona normale, conformarmi, alzarmi e ripartire, essere normale. Eppure per quanto mi impegni non ci riesci, come se una parte di me godesse ad essere ferita. Lei rimane qui zitta, mi indica solo che non sto facendo abbastanza per entrambi.
Non sono mai stato normale. Preferendo la mia compagnia a quella di chiunque altro. Anche nell'infanzia non sentivo il bisogno di coetanei, se ci ripenso però è una facciata questa, i miei giocattoli nella mia testa erano reali, con sentimenti, e forse ancora oggi sono convinto che provino una sorta di strano affetto nei miei confronti. Lei però sta con me è forse è questa l'unica cosa che davvero importa.

Lei è con me, da quando sono nato probabilmente.
  
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