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Autore: orphan_account    26/10/2012    15 recensioni
Secondo la società, Lisa è una ragazza ribelle, violenta e menefreghista.
Ma per ogni ragazzo nel carcere minorile di Londra, lei è una divinità.
Secondo la società, loro cinque sono persone per bene, ragazzi da prendere come modelli.
Ma per ogni ragazzo nel carcere minorile di Londra i One Direction sono, per mancanza di termini più fini, froci.
*****
Il martelletto del giudice sbatté due volte contro il tavolo: “Per aver distrutto un edificio pubblico con atti vandalici, aver ferito Francisco De La Cruz con un coltello durante una rissa e aver fatto uso di sostanze stupefacenti, io condanno Lisa Jane Parker ad un anno nel carcere minorile. La sentenza è decisa.” il giudice si fece affaticato per un momento, “Di nuovo.” aggiunse con un sospiro.
Lanciai un'imprecazione urlata: “Porco Dio, sono uscita una settimana fa! Non mi potete sbattere dentro di nuovo.” Sentii la familiare sensazione delle manette che si chiudevano attorno ai miei polsi, e Tim, la guardia, che mi riportava al fresco. Tanto c'ero così abituata che perfino le guardie mi chiamavano per nome, sarebbe stato un po' come tornare a casa dopo una breve vacanza. Mi lasciai scappare un ghigno ferale a quel pensiero.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Essendo che si erano già tutti abituati alla mia presenza minacciosa, il nostro ingresso nella sala di svago fu tranquillo. Non era come se ci fosse stato molto in quella sala, dedicato al divertimento. Era una grande stanza bianca, con sedie e tavoli sparsi per tutta la superficie e trapanati per terra in modo che non li potessimo usare come armi. Attaccato al muro c'era un televisore dall'aria antica che era già tanto se era a colori, naturalmente coperto da uno spesso strato di plexiglas sporco. Sarebbe stato troppo semplice spaccarlo se non fosse stato protetto.

Ai tavoli c'erano discussioni animate, o, più spesso, singoli individui dalle espressioni tetre che fulminavano chiunque osasse andare troppo vicino a loro. Sentii Harry mormorare qualcosa di indistinguibile dietro di me e mi camminò davanti, puntando in un'altra direzione rispetto a me. Aggrottai leggermente le sopracciglia quando superò il tavolo dove erano seduti Zayn e due dei suoi amichetti e si diresse più in là senza degnarli di uno sguardo.

Scossi la testa, ignorando il riccio e dirigendomi verso Ethan, che, seduto in silenzio assieme a Gabriel, stava pigramente facendo un solitario con le carte.

Mi sedetti di fronte a loro, con la schiena rivolta verso il pakistano, spingendo i pensieri su Harry in fondo alla mente. Come se la mia vita non fosse stata già abbastanza incasinata di suo, doveva mettersi in mezzo pure la pop-star prima di essere completa.

Ehi Lisa, è successo qualcosa? Hai una faccia preoccupata.” domandò Ethan, senza prestarmi nemmeno tanta attenzione, più concentrato sul gioco che si stava svolgendo davanti a lui.

Spostai i capelli che mi erano ricaduti, per l'ennesima volta, davanti al volto: “Sto pensando a quante probabilità ci sono che il mio compagno di cella venga fatto fuori prima di domani sera.” sospirai, pensando al putiferio che si sarebbe scatenato se un cantante famoso fosse stata assassinato in carcere.

Ci sarebbe stata un'inchiesta della polizia, e la sorveglianza sarebbe stata stretta attorno a noialtri, togliendoci quelle poche libertà che avevamo. Potevo solo sperare che gli altri carcerati si rendessero conto che non potevano farlo fuori. Probabilmente no, avendo un'idea di che genere di scimmioni ottusi si potessero trovare qua dentro.

Com'è che hai dei compagni di cella?” domandò Gabriel, inclinando la testa di lato e fissandomi con i suoi occhi del colore del ghiaccio.

Sbuffai, alzando gli occhi al cielo: “Si da il caso che uno sia proprio il ragazzo riccio che hai minacciato in corridoio.” lo accusai, con l'ombra di un sorriso che mi tirava ai lati delle labbra.

Ah sì? Sai che ha una faccia conosciuta? Anche se non saprei dire esattamente dove l'ho visto, non mi sembra il tipo da droghe, e non l'ho mai visto nel girone della prostituzione.”

Scoppiai a ridere, con l'immagine del riccio che si prostituiva davanti agli occhi: “Fa parte di un gruppo musicale, l'avrai visto in televisione.”

A quell'informazione lui spalancò gli occhi, voltandosi sulla sedia per cercare Harry con gli occhi. Osservai le labbra sottili di Ethan cantare silenziosamente qualche canzone mentre girava velocemente carta dopo carta. Ancora un anno, e poi sarebbe stato spostato alle carceri di stato, dove avrebbe dovuto ricominciare da capo a crearsi una reputazione tra adulti. Sentii una stilettata di dolore al pensiero che presto avrei perso una delle poche persone a cui tenevo sul serio qua dentro. E poi sarei stata sotterrata da ragazzi e ragazze che cercavano di entrare nelle mie grazie e accaparrarsi il posto che era stato svuotato con lo spostamento di Ethan. Quella sì che sarebbe stata una regale seccatura, di certo non avevo nessuna intenzione di rimpiazzare la persona che mi aveva insegnato tutto quello che sapevo, che mi aveva protetta fin dal primo momento, con cui avevo condiviso le più grandi emozioni della mia vita, con un misero sostituto.

Avrei fatto in modo di ricordare per sempre la sua partenza, magari facendo qualche macello. Avremmo potuto cercare di fare una bomba a mano e poi farla esplodere in cortile durante le poche ore settimanali che ci concedevano all'aria aperta. Con l'aiuto di Francisco e qualche chiamata con cellulare del riccio ad un paio di amici, avremmo anche potuto riuscirci.

Sogghignai immaginando che colpo si sarebbero presi gli altri e le guardie. Chissà, forse avremmo anche potuto ritardare lo spostamento di Ethan per qualche giorno, con questo metodo.

O magari avremmo potuto inscenare una fuga dal carcere.

Sarebbe stato complicato, certo, e non era come se nessuno di noi due volesse veramente darsi alla fuga. Che fosse un anno o l'ergastolo, tutti noi preferivamo essere dentro. Chi non avrebbe preferito tre pasti gratuiti, un letto, una doccia tutte le mattine, visite mediche regolari e giornate di ozio più totale alla vita confusionaria e difficile là fuori? C'erano delle cose di cui sentivo la mancanza, come l'assenza di un coprifuoco ed una certa mobilità degli orari, ma meglio qua che fuori a spacciare droga o prostituirsi.

Ethan alzò gli occhi verso di me quando sentì il peso del mio sguardo scavargli un buco in faccia: “Perché mi fissi?”

Scossi la testa: “Stavo pensando.”

A quelle parole i suoi occhi scuri si accesero di malizia: “Quell'espressione non promette mai nulla di buono. Cos'hai in mente di fare?”

Aprii la bocca per ribattere, ma Gabriel richiamò la mia attenzione: “Penso che il tuo amichetto stia attirando un po' troppa attenzione su di sé.”

Alzai un sopracciglio, reprimendo l'istinto di girarmi a controllare. Non potevo permettermi di sembrare preoccupata, o anche solo minimamente interessata; avevo una reputazione da difendere. “E quindi?” chiesi, cercando di sembrare noncurante. Per qualche ragione quel ragazzo attivava una parte protettiva di me che non avevo mai avuto modo di esplorare a fondo. Al contrario di Zayn, che riusciva ad esasperarmi anche con i più piccoli gesti.

Anche Ethan guardò dietro di me, e riuscii a capire quando vide Harry perché la sua espressione mutò da annoiata ad un misto di divertimento e preoccupazione: “E c'è anche Niall. Meglio intervenire.”

A quelle parole non potei fare a meno di girarmi a guardare di persona cosa stesse succedendo. Solo in quel momento mi accorsi che molti degli ergastolani e dei veterani avevano smesso di parlare e fissavano il tavolo a cui erano seduti il riccio e Niall con identiche espressioni fameliche.

Mi concentrai su Harry. O meglio, sulla figura che lui stava abbracciando con slancio.

Al tavolo c'erano cinque persone compresi loro due, e di queste tre ragazze, due erano in lacrime e stavano venendo consolate dai ragazzi. Era palese che i singhiozzi disperati e i volti arrossati delle ragazze non potessero appartenere ad altri se non a delle matricole ignoranti.

Sbruffai di fronte a quella dimostrazione di emozione. La prima regola per evitare di essere linciati in carcere, specie se si era ragazze o maschi effeminati, era non dimostrare mai i propri sentimenti e debolezze. Se si faceva, si era inquadrati come una preda facile e, come risultava ovvio, si finiva sempre per essere picchiati e stuprati come pratica giornaliera.
Non era certo una novità che cose del genere succedessero tra noi delinquenti.

Ma con la mossa di Harry, lui e il suo amico biondo si erano volontariamente degradati al ruolo di prede. Se non avessi fatto attenzione, avrei potuto ritrovarmi con dei cadaveri tra le mani o, nella migliore delle ipotesi, due ragazzi pieni di lividi e tagli.

Mi alzai di scatto dalla sedia, seguita a ruota dalla testa pelata di Ethan, e mi diressi al tavolo da cui stava originando tutta la confusione.

Niall fu il primo ad alzare lo sguardo verso di me, i suoi occhi azzurri leggermente lucidi, e sorridermi dolcemente, come non vedevo nessuno fare da molto tempo. Si vedeva che non era mai stato in prigione prima d'ora.

Ciao a tutti.” dissi, abbozzando ad una smorfia crudele che forse, in qualche universo parallelo, avrebbe potuto somigliare ad un sorriso. La ragazza che non stava piangendo si irrigidì nella sedia, osservandomi con occhi attenti.

I ricci di Harry svolacchiarono qua e là quando alzò la testa di scatto, staccandosi dall'abbraccio con la ragazza come se il contatto scottasse: “Cosa vuoi Lisa?”

Scrollai le spalle, accennando al un gesto vago: “Dobbiamo parlare.”

In privato.” sottolineai con voce dura quando l'unica reazione che ottenni fu uno sguardo che mi invitava a continuare.

Per la prima volta da quando lo avevo incontrato, Harry dimostrò di essere dotato di un minimo di coraggio, e, indurendo gli occhi, scosse la testa: “Non vedi che sono occupato?”

Per quanto avessi apprezzato sapere che da qualche parte nascosta molto nel profondo aveva del fegato per rispondermi, questo non era proprio il momento: “Te lo ripeto solo un'altra volta, riccio: alzati da questo tavolo e seguimi.”

E tu vai con loro.” aggiunse Ethan, diretto a Niall, mentre appoggiava le mani dietro allo schienale della sua sedia e cercava di fare un sorriso gentile, fallendo miseramente, in direzione delle due ragazze che non avevano ancora smesso di singhiozzare sommessamente.

Il mio adorato compagno di cella fece un suono a metà tra un grugnito e uno sbruffo: “Non sei mia madre, non mi dici cosa devo fare.” disse ad alta voce, forse troppo alta, perché tutta la sala si zittì di colpo per quelle parole che nessuno aveva mai provato a dirmi prima.

Le due ragazze smisero di piangere, facendo scorrere lo sguardo tra di noi come se si fossero accorte dell'improvvisa tensione, un filo di elettricità che cresceva con ogni secondo di silenzio tra di noi. Lui aveva osato contrariarmi, e non avrebbe dovuto farlo. Era stato un errore di troppo, che aveva fatto scattare la mia rabbia.

Afferrai una manciata di stoffa arancione all'altezza del suo petto con abbastanza forza da farlo alzare, combaciando parte dei nostri corpi assieme e mandando una scarica di piacere lungo il mio corpo al contatto caldo.

Senti un po', se ti dico di alzarti tu lo fai. Se ti dico di seguirmi, tu lo fai. Se ti dicessi di puntare un coltello alla gola del tuo amichetto qua presente, tu lo dovresti fare.” ringhiai, avvicinandomi così tanto al suo volto che i nostri nasi praticamente si toccavano.

La sua espressione era un miscuglio infinito di emozioni tra cui spuntavano l'attonimento per il mio scatto d'ira ed imbarazzo. Con la coda dell'occhio vidi la ragazza, quella che mi stava ora osservando con tutti i muscoli tesi ed un'espressione guardinga sul volto, girarsi leggermente per guardare il riccio, per poi mordersi il labbro inferiore con tanta forza da farmi domandare come mai non si fosse ancora spaccato. Per un millisecondo sembrò sul punto di parlare, ma poi richiuse la bocca senza un suono.

Allora, vogliamo andare sì o no?” domandò Niall, per grande fortuna di Harry, alzandosi in piedi con un sorriso tentennante. Il suo era un chiaro tentativo di far dissipare l'umore nero al tavolo, e, per quanto fossi tentata di fare una scenata davanti a tutti, annuii e cominciai a trascinare Harry verso la porta mentre lui lanciava le imprecazioni più disparate.

La guardia di turno, Matt, mi lanciò un'occhiata truce quando fui abbastanza vicina: “Sì può sapere cosa stavate combinando là dentro?”

Alzai gli occhi al cielo con uno sbuffo, meravigliata dalla sua ingratitudine: “Stavo cercando di risparmiarvi le grane burocratiche quando questi due si fossero fatti uccidere.” mormorai, scuotendo leggermente Harry per la tuta e puntando a Niall, che si affiancò a me.

Matt si alzò dritto, osservando la sala con un'occhiata veloce, ma tutto era tranquillo ora che avevo eliminato la causa di tutto quel casino: “Devo mettere qualcuno in reclusione?” domandò poi, tornando ad appoggiarsi contro la parete con fare pigro.

Scossi la testa, spingendo Harry attraverso la porta e lungo il corridoio, fermandomi poi davanti alla mia cella e spingendo dentro il riccio mentre Niall si accomodava di propria volontà.

Allora?” chiese Harry con tono fermo, lasciandosi cadere di fianco al biondo sulla sua brandina e fulminandomi con uno sguardo.

Hai deciso che vuoi farti ammazzare, riccio?” domandai, non riuscendo a trattenere l'impulso di camminare avanti e indietro per la poca lunghezza della mia camera.

Che cosa c'entra?” domandò lui, aggrottando le sopracciglia.

Trattenni l'impulso di tirargli il primo oggetto contundente che mi capitava sottomano, ripetendomi come una cantilena che quel povero illuso non aveva idea di che cosa stava dicendo: “Ne riparliamo domani sotto la doccia, quando farai cadere la saponetta.” borbottai a bassa voce, guadagnandomi un'occhiata stranita da parte di Niall.

Sospirai, cercando di spiegargli tutte le regole in modo conciso: “Non dovreste parlare con quelle ragazze.”

Perché no? Non è come se avessero la ebbra o che altro.” ribatté Harry, incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio con aria di sfida.

Ti ricordi alle superiori, quando se eri popolare non dovevi parlare con quei poveracci dei secchioni altrimenti ne andava della tua reputazione?” domandai, cercando di farlo arrivare da solo alla spiegazione della faccenda.

Lui annuì lentamente, una luce di comprensione negli occhi: “Ecco, essenzialmente succede la stessa cosa qua dentro, solo che le conseguenze sono un po' più gravi del suicidio sociale.” gesticolai furiosamente, per qualche ragione nervosa.

Tipo?” domandò piano Niall, e riuscii a capire perfettamente che l'avevo spaventato.

Mi rabbuiai: “Non lo vuoi sapere.”

E quindi cosa dobbiamo fare?” domandò Harry, scambiando uno sguardo veloce con Niall per poi tornare su di me, fissandomi con quegli occhi inquietanti.

Scrollai le spalle. C'erano troppe cose da dire per poterle raccontare tutte in quel momento, e troppi divieti assurdi perché loro potessero ricordarseli e riferirli ai loro amichetti: “Prima di tutto, rispettate gli altri carcerati. Non fatevi mai vedere in giro con gente di rango basso, non parlate con le guardie a meno che non sia assolutamente necessario, non drogatevi, non giocate d'azzardo, non saltate la fila, non dite nulla delle vostre vite private, non-” Harry alzò una mano, interrompendo il mio elenco.

C'è ancora molto?”

Un'ultima cosa. Mai, e dico mai, far cadere la saponetta sotto la doccia. Piuttosto lasciatela per terra.”

Niall si sotterrò la testa tra le mani, gemendo: “Come diamine abbiamo fatto a cacciarci in questo pasticcio?” domandò, rivolto verso nessuno in particolare.

Il riccio gli passò una mano alle spalle in un gesto consolatorio, ma si vedeva che era demoralizzato di suo. Mi penava vederlo in quello stato. Mi ricordavo bene cosa significasse essere sbattuti al fresco per la prima volta. Se Ethan non mi fosse venuto incontro, probabilmente la mia vita avrebbe preso una piega completamente diversa.

Senza pensare, mi lasciai sfuggire delle parole avventate: “Posso darvi una mano, se volete.”

Harry si girò verso di me, sensibilmente ravvivato: “Lo faresti davvero? Avevo ragione io, allora, ce l'hai un cuore!” Non riuscii a trattenere un sorriso al pensiero di lui e Zayn che facevano scommesse su di me, ma lo feci sparire subito dal mio volto.

Sì. Sedetevi con me a mensa e nella sala di svago e statemi appiccicati in generale. Cercherò di tenervi vivi per tre mesi.” quelle parole avevano il tono finale di una promessa, gravandomi sulle spalle come un masso.
Io ci avrei provato, se fosse andata male pazienza, altrimenti meglio per me e per loro.

 

Linciatemi pure, so di meritarmelo per questo ritardo di mesi interi. Ormai lo avete capito: per quanto io ci provi, non riuscirò mai ad aggiornare regolarmente. Beh, meglio tardi che mai, no? Ok, no questa volta ho avuto un mini-blocco, sapevo cosa volevo scrivere ma non sapevo come.
Ora, tralasciando il capitolo, che ha il solo scopo di rimettermi nell'ottica di Lisa (se vi sembra che si sia addolcita, credetemi, non durerà) e introdurre una trama (già, perché di quel passo non sarebbe mai andata avanti, almeno così ho una vaga idea di dove vuole andare a parare la ff), volevo chiedervi di recensire. Veramente, le recensioni sono essenziali per il continuo di questa storia, perché sono totalmente al di fuori della mia zona di comfort e vorrei sapere se piace, se non piace, se ci sono suggerimenti e critiche costruttive.
Anche perché dopo il dimezzamento delle recensioni nello scorso capitolo mi sento come se stessi sbagliando completamente direzione. Però mi sembra strano, specie considerando che, per quattro miserrimi capitoli, ci sono 91 sante che seguono la storia. 91, ne vogliamo parlare? Ho le lettrici migliori del mondo :D
Comunque, ho creato una pagina Facebook per chi volesse seguirmi da lì:
Eledifra Efp
Eleonora
P.S. Ho tentato di fare un banner per questa ff, fallendo miseramente, quindi se c'è qualcuno che ha voglia, tempo, e che è capace di farne uno...

   
 
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