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Autore: Francy_92    26/10/2012    11 recensioni
[REVISIONE IN CORSO]
Alexander e Catherine stanno insieme da sei anni; sono diventati genitori molto giovani e con il passare del tempo alcuni problemi sembrano insormontabili se non chiariti a dovere. Uno dei problemi che minacciano il loro rapporto è il lavoro di Catherine. Nonostante lei cerchi di risolvere la situazione Alexander ne ha già presa una!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonasera ^^''
Avrei dovuto pubblicare questo capitolo mercoledì, ma non ho potuto perchè non era finito.
Oggi mi sono messa d'impegno e l'ho terminato.
Purtroppo questo è l'ultimo capitolo. Non ci sarà l'epilogo come avevo previsto all'inizio. Il motivo è che il finale mi piace così, quindi non ho intenzione di rovinarlo con un epilogo che magari rovinerà tutto :/
Spero vi piaccia :)
Buona lettura.
Francy

 


We can find love within us

Capitolo 20

 
Guardo un corpicino piccolo muoversi al ritmo del suo respiro.
Guardo Christopher dormire al suo fianco.
Sono la mia ragione di vita, è inutile girarsi attorno.
Non desidero altro dalla vita, perché ho tutto quello che la persona più felice del mondo chiederebbe.
Julie è la mia piccola scimmietta nata il sedici settembre, dopo ore e ore di interminabile travaglio. Dopo la rottura delle acque, si è fatta attendere parecchio.
Alex quella notte ha sopportato le pene dell’inferno, almeno quanto quelle che stavo sopportando io. Gli ho rinfacciato tutto quello che mi ha fatto e ricordo che guardava le infermiere un po’ imbarazzato. In effetti, stavo spifferando i fatti della nostra vita privata a tutti i presenti della sala parto. Ma stavo per dare alla luce una neonata di tre chili e settecento grammi, quindi un po’ di sclero è concesso, no?!
Per fortuna nessuno dei nostri genitori è voluto entrare ad “assistere”. Primo perché sarebbe stato inappropriato; secondo perché avrebbero sentito ancora una volta la storia del divorzio.
Già, abbiamo confessato tutto qualche tempo dopo aver scoperto della gravidanza. La madre di Alex non ci ha parlato per due settimane quasi e mio padre mi ha chiuso il telefono in faccia per un mese e mezzo; senza contare che avrebbe voluto uccidere Alex.
«Papà, dobbiamo dirvi una cosa» dico alzandomi da tavola, mentre Alex prende in braccio Christopher.
«L’ultima volta che hai detto così, era la prima volta che conoscevamo i genitori di Alex e ci avete detto che stavate per diventare genitori di questo scimmione» risponde mio padre prendendo Christopher in braccio.
«Io non sono scimmione» risponde il bambino mettendo il broncio.
«No, tesoro! Non lo sei, il nonno sta scherzando» dice a sua volta mio padre.
«Uhm… ritornando a me, cioè, a noi…»
«Sei di nuovo incinta?» chiede di scatto la madre di Alex. La guardo e sorrido, alzando le spalle.
Tutti scoppiano a ridere e mi abbracciano.
Mia madre, invece, mi guarda un po’ in pensiero. Credo di aver capito a cosa pensa. Accidenti! Come faccio a dire del divorzio?! Che sia maledetto quel giornale!!
«Lo sapevo io che doveva essere un motivo del genere per far scollare mio figlio da quella casa» esclama Danielle alzandosi per abbracciarmi «Congratulazioni cara»
«Ha un po’ esagerato» rispondo io e Alex mi guarda male.
«Ammetto di essermi fatto prendere dall’ansia un po’ più del dovuto, ma non posso farci niente» dice lui sorridendo mesto.
Dopo gli abbracci dei miei genitori e del padre di Alex, mio padre comincia a giocare con Christopher che, ovviamente, ha cominciato a saltellare per tutta la sala da pranzo urlando “Avrò un fratellino, avrò una sorellina”
«Sono gemelli?!» chiede scioccata mia madre.
«No, mamma! È solo uno, ma lui dice così perché non si sa ancora se è un maschio o una femminuccia»
«Ah, ecco»
Mi volto a guardare Alex e lo trovo che sorride; io, invece, sono ancora in ansia e lui lo percepisce.
«Che succede?» chiede avvicinandosi.
«Dobbiamo dirlo»
«Non siamo costretti»
«Lo so, però mia madre mi ha già guardata con preoccupazione, troppa! E poi io mi sento un peso sullo stomaco. Non possiamo continuare a tenerlo nascosto»
«E’ vero, ma ammetto di avere un po’ di paura»
«Non preoccuparti»
Lui mi guarda, mi bacia la fronte e annuisce. «Papà?» chiama lui. Antony si volta verso di noi e quando Alex dice di avere qualcosa da dire, tutti si voltano verso di noi e mia madre, da lontano, mi fa segno di no con la testa.
«Che succede?» chiede mio padre guardandosi intorno.
«Uhm… devo dire una cosa»
«Dobbiamo dire una cosa» lo correggo io.
«Vi ascoltiamo»
«Ecco…Un anno fa io e Catherine abbiamo…» deglutisce «…abbiamo avuto dei problemi»
Chiudo gli occhi per cercare di non ricordare quelle litigate. Non ce la faccio.
Mi siedo e Alex è subito al mio fianco «Che hai?»
«Niente, continua» rispondo guardandolo negli occhi. Entrambi ce li abbiamo lucidi. Mi guarda per un po’, poi annuisce e ritorna a parlare.
Ci gira intorno per un po’, non sapendo come dare la notizia!
Stanca di tutto questo giro di parole, faccio un respiro profondo e dico «Stavamo per divorziare»
Alexander mi guarda scioccato, mentre tre paia di occhi ci guardano sconvolti, mia madre, invece, ha le mani sulla bocca e fa no con la testa.
«Lo avete scelto insieme? Perché adesso aspettate un altro bambino?» chiede sua madre.
«Sono stato io a volerlo. Comunque è successo, non ce lo aspettavamo»
«Per questo mia figlia era sempre giù di morale e quando veniva a trovarci aveva sempre la testa chissà dove! ERA PER COLPA TUA!!» urla mio padre alzandosi e sbattendo il pugno sul tavolo.
Mia madre si avvicina velocemente a lui e lo ferma per un braccio.
«Papà, aveva degli ottimi motivi per volerlo» dico cercando di calmare un po’ le acque.
«E quali sarebbero Catherine?!» chiede Danielle arrabbiata ma anche triste. «Perché non ce lo avete detto?!»
«Perché non volevamo che lo sapesse nessuno» risponde Alex.
«Tutto è iniziato per colpa mia»
«Che vuoi dire?» chiede mia madre.
«Voglio dire che in tutti questi anni mi sono preoccupata più del mio lavoro che della mia famiglia. Christopher è cresciuto e io mi sono persa praticamente tutto della sua prima infanzia. Ho trascurato mio marito, ho trascurato mio figlio e…»
«E?»
E ho preferito lavorare la sera di San Valentino piuttosto che stare con mio marito «E Alex si è stufato di tutto questo» dico stringendogli la mano.
«L’ho tradita» mormora mio marito abbassando la testa.
«Tu cosa?!?!!?» urla mio padre avvicinandosi sempre di più a noi.
«Papà…»
«No Catherine!! Come diavolo vi viene in mente di rovinare il vostro matrimonio così?! Non avete pensato a vostro figlio?! Non mi aspettavo questo da mia figlia! Non mi aspettavo che tu trascurassi la tua famiglia per un lavoro misero. Ma tu!!» dice indicando Alexander con un dito «Mi avevi promesso che non avresti fatto soffrire mia figlia. Che l’avresti protetta e ti saresti preso cura di lei e adesso mi vieni a dire che l’hai tradita?!»
«E’ successo quando non stavamo insieme, papà»
«Non importa Cath. Non avrebbe dovuto farlo ugualmente» dice, stavolta, il padre di Alex.
«So che avevo fatto quelle promesse, so che non avrei dovuto tradire mia moglie, ma ero molto arrabbiato in quel periodo. Le cose tra me e lei andavano veramente male; credevo di volere davvero quel divorzio e ci siamo arrivati davvero molto molto vicini, anche se da un po’ di tempo prima avevo capito che forse non era quello che volevo. Le ho chiesto scusa e lei mi ha perdonato, anche se non smetterò mai di dirle quanto sia dispiaciuto per aver causato tutto questo alla nostra famiglia. Lei ha le sue colpe e ha fatto di tutto per rimediare e io ho esagerato, quindi le colpe ce le abbiamo entrambi» dice tutto d’un fiato.
Quella sera è la prima cosa che ho dimenticato il giorno dopo, anche se spesso mi viene in mente, come adesso che guardo Christopher dormire accanto alla sua sorellina.
Lui, credo ne abbia risentito più di tutti.
Quando ha incontrato lei, poi… quando la credeva sua madre. Assolutamente inconcepibile. Non voglio più pensarci.
Quel periodo è passato.
Adesso siamo noi quattro: io, Alex, la piccola Julie e Christopher, che si prende cura di sua sorella come mai ho visto fare ad un bambino.
Lui le mormora qualcosa quando fatica ad addormentarsi, le da il biberon, gioca, e se qualcuno vuole prenderla in braccio, al di fuori di me e Alex, lui diventa geloso e possessivo. Direi che abbiamo iniziato bene.
Entrambi dormono nella stessa camera. Abbiamo dovuto fare un paio di modifiche, tipo eliminare la rete da calcio che avevo disegnato a Christopher e altre cose che ricordassero la stanza di un maschietto. Abbiamo lasciato il paesaggio e, dove dorme Christopher un personaggi dei suoi cartoni animati preferiti, mentre dall’altro un’orsacchiotta con un fiocchetto rosa. Le sue mani paffute e pelose sembrano tenere le sbarre della culla. Julie sta spesso sveglia a fissarla. Fissa il muro e sorride.
E’ un amore.
Stanotte hanno dormito entrambi con me nel letto. Alex, dopo la guarigione della sua mano, ha ricominciato a lavorare; è da quando è nata Julie che lavora di notte e durante il giorno sta con noi. Io per il momento mi sono presa una pausa da tutto.
Sono una mamma a tempo pieno e mi piace.
«Ti sei svegliata presto…» mormora qualcuno. Alzo lo sguardo e Alex è sulla porta che mi sorride.
«Ciao» sussurro alzandomi dal letto e mettendo un cuscino accanto a Julie.
Mi avvicino ad Alex e lo bacio, abbracciandolo. «Sei tornato presto» dico.
«Si, volevo vedere la mia piccolina svegliarsi»
Sorrido a trentadue denti e circondo i suoi fianchi con le braccia. 
«Come mai sono qui?»
«Mi sentivo sola»
«Prometto che è l’ultima settimana»
Annuisco e lui si abbassa per baciarmi.
«Mi sei mancato» mormoro contro le sue labbra.
«Anche tu. Oggi avevo una paziente con il tuo stesso nome e non ho fatto altro che pensare a questo momento» dice e mi bacia di nuovo.
Sorrido e ricambio il bacio, anche se, il pianto di mia figlia fa allertare tutti, riuscendo a svegliare anche Christopher.
Entrambi ci avviciniamo al letto; prendo Julie tra le braccia e comincio a cullarla. Alex, invece, prende Christopher in braccio e lo porta in camera sua.
«Amore della mamma…»
Mi risponde con qualche borbottio, ma ben presto cade in un sonno profondo.
Un po’ ne resto sorpresa. Di solito, alle sei del mattino, urla e strilla per mangiare. Oggi, invece, niente.
«Dorme di nuovo?» chiede Alex rientrando.
«Si. Strano, vero?»
«Abbastanza, ma la mia testa ringrazia» risponde stendendosi sul letto poggiando la testa sulle braccia piegate. «Siamo pari» dice.
Lo guardo e gli chiedo, silenziosamente, a cosa si riferisce.
«Due maschi e due bellissime donne»
«Ah, ecco. Tra qualche anno dovrete guardarvi le spalle» sussurro.
«Appunto»
Soffoco una risata e mi volto per portare Julie in camera.
Se fosse stato per me avrebbe dormito con noi in camera, ma Alex dice di volere la nostra intimità; quindi, niente bebè o bimbi che dormono in camera da letto.
Sono ammessi soltanto quando lui non c’è durante la notte.
Metto Julie nella sua culla e le lascio un bacio sulla fronte, ispirando il suo profumo di neonata. La amo con tutto il mio cuore, come solo una madre può amare il proprio figlio. Mi volto e Christopher sta mormorando qualcosa. Copro per bene Julie e mi volto per andare dal mio ometto.
Mi siedo sul letto e lo copro per bene. Tra due settimane sarà il compleanno e non posso credere che compia già sei anni.
Che qualcuno mi ridia il mio Christopher piccolino. Sta crescendo troppo in fretta.
«Sei ancora qui? Sbrigati» mormora Alex entrando in camera.
«Arrivo» dico baciando sulla fronte Christopher. Ritorno da Julie e bacio di nuovo anche lei.
Socchiudo la porta e mi dirigo verso la camera da letto, mentre, dalla finestra del corridoio, vedo che il sole comincia a sorgere.
«Finalmente» esclama Alex tirandomi per un braccio.
«Smettila. Mi fai male» mi lamento mentre lui comincia a baciarmi il collo. Adesso è su di me.
«Non ti faccio male» borbotta.
«Christopher sta per compiere sei anni» dico di punto in bianco.
«Lo so. Tra due settimane»
«Già»
«Che hai?» chiede guardandomi.
«Sono già passati sei anni?!»
«Si. I sei anni migliori della mia vita»
Sorrido e lo abbraccio, cominciando a baciarlo con trasporto.
«Ti va se partiamo per il suo compleanno?» chiedo stringendolo al mio corpo.
Lui mi sorride e annuisce. «Secondo te gli piacerà?! Non sarebbe meglio organizzargli una festa qui a casa con i suoi compagni? Compie sei anni»
«Ma io vorrei che lo festeggiasse con noi. I suoi compagni festeggeranno con lui i suoi diciotto anni»
Lui abbassa e scuote la testa, baciandomi il petto.
«Sei gelosa, per caso?»
«Tanto. Non voglio che passi quel giorno con i suoi compagni; voglio che lo passi con noi, con la sua mamma»
«Catherine, che ti sta succedendo? Non eri così gli altri anni»
«Lo so… ma sta crescendo così in fretta. Ho paura di non godermi il mio bambino, un po’ come ho fatto in questi anni. Forse è proprio per questo che adesso mi sento così; come se fra tre settimane mi svegliassi e mi ritrovassi ad avere un figlio adolescente e una bambina di sei anni»
«Amore, ma prima o poi avverrà e questa volta assisterai alla prima parola di Julie, al suo primo passo, al suo primo dente che cade, alla sua prima volta sul vasino. A tutto, mi hai capito?!»
Asciugo una lacrima e annuisco. «Capito» dico sorridendo.
«Ti amo e grazie»
«Per cosa?»
«Per non esserti arresa quando io avevo rinunciato a noi due. Oggi non avrei una moglie fantastica, un ragazzino che mi da ogni giorno del filo da torcere con le sue domande e una bambina che è la fine del mondo. Ah, comunque anche lei ha i tuoi occhi» dice sorridendo.
Scoppio a ridere e lo spingo già dal mio corpo. «E’ ancora troppo piccola per dire di che colore sono i suoi occhi»
«Secondo me saranno come i tuoi. Bionda con gli occhi azzurri. Non avrei potuto scegliere di meglio» dice e si alza.
«Certo… ti piacciono anche le more con gli occhi verdi» dico guardandolo negli occhi.
«Momento di debolezza»
«Uh uh»
«Non succederà più Catherine»
«Lo so» rispondo abbracciandolo.
«Grazie»
«Mi aiuti a preparare la colazione?»
«Oggi è sabato»
«Quindi? Il sabato non si fa colazione?» chiedo sorridendo.
«No. Il sabato facciamo colazione al parco»
«Vuoi andare al parco?»
«Si. Più tardi, però. Lasciamoli dormire un po’ e poi io voglio stare un po’ con te. Devo ancora recuperare tutte quelle notti che non ho passato con te» dice e abbraccia.
Sorrido e ricambio.
Ci si può sentire così tanto innamorati quando la persona per cui nutri quel sentimento ti ha ferita, tradita, trattata malissimo?!
Direi che la nostra Julie ha cancellato tutto.
È stato un segno del destino, ne sono sicura.
Sono sicura che io e Alexander siamo destinati a stare insieme e che quando abbiamo passato quella notte insieme, è cambiato veramente tutto.
Dentro e fuori.
Siamo cambiati noi e tutto quello che è successo mi ha migliorata come persona ma ha reso più forte la mia famiglia.
Qualche tempo stavo leggendo Hansel e Gretel. Ricordo….
“Lasciamo queste molliche di pane dietro di noi, così potremo trovare la via di casa; perché perdere la via di casa sarebbe la peggior cosa possibile”
Io ho ritrovato la mia via di casa, ma non con le molliche… con l’amore che ogni istante di ogni giorno ho provato per Alex, per Christopher, per il futuro che avremmo avuto come coppia e famiglia.
Io e Alex abbiamo trovato l’amore anche quando non c’eravamo noi; quando gli eventi ci hanno investito in pieno, facendoci perdere fede in quello che avevamo creato fino a quel momento.
Io e Alex ci saremo sempre.
Il nostro amore ci sarà anche senza di noi.

Oh!! ='D *momentoditristezza*
Non ci credo che ho finito la storia T_T Sono passati cinque mesi da quando ho cominciato a pubblicarla e da allora devo ringraziare tutte/i voi che mi avete seguita. Chi più, chi meno, chi tantissimo, ma tutti mi avete sostenuta e incoraggiata ad andare avanti. Le vostre recensioni, positive, negative o neutre che siano state, mi hanno fatto credere un pò più in me stessa. Proprio quando io avevo un momento no, trovavo una recensione o andare a rileggere le altre già ricevute, per ricaricarmi quel tantino che bastava per ricominciare a scrivere qualcosa di buono. Non so quanto sia venuto buono, perfetto o indimenticabile; io spero solo di esserci riuscita un pochino. Tutti, nel vostro piccolo e che lo sappiate o meno, mi avete aiutata e per questo vi dico GRAZIE.
Molto probabilmente il capitolo non è come ve lo aspettavate; ci saranno delle imperfezioni e vi aspettavate anche il prologo, ma ho pensato che un finale migliore (per me) di questo non lo troverò mai, quindi We can find love within us finisce qui, con una dolce e piccola Julie, con un piccolo uomo, Christopher (Che credo di aver chiamato, per sbaglio, Christian ai tempi di 50 Sfumature xD Perdonatemi) e con i due disgraziati che hanno fatto soffrire pure me :/
Ok, detto questo... vi lascio con le due canzoni che mi hanno ispirata a scrivere questa storia. Spero le ascoltiate, perchè sono davvero belle ;)
Un bacio,
Francy. <3

Coldplay ft. Rihanna - Princess of China
Leona Lewis - Run


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