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Autore: Bei e Feng    26/10/2012    0 recensioni
Mukuro vuole distruggere la mafia e di conquistare il mondo a partire dalla mente di Tsuna, ma ogni volta che ha la possibilità di soggiogarlo, è sempre costretto ad aiutarlo.
Il tempo passa, e le speranze dell'illusionista di raggiungere il suo scopo si affievoliscono: ha i suoi doveri di capo-banda nei confronti della sua gang, e di criminale nei confronti di sé stesso, ma ora ci si mette anche Fran, al quale Rokudo è costretto a fare da maestro.
Mukuro si è ormai rassegnato, e ha già cestinato i suoi progetti di conquista e gloria. Ma se poi, un bel giorno, il maestro scoprisse che il suo allievo incapace possiede in realtà una qualità unica, che lo renderebbe il tassello mancante del suo accantonato piano? E poi: si dissiperà la nebbia sui progetti che Rokudo ha fatto su Tsuna?
Vi auguro un buon viaggio in quel mondo a noi sconosciuto che è la mente di Rokudo Mukuro!
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chikusa, Fran, Mukuro Rokudo, Ryohei Sasagawa, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Maestro." chiamò Fran, un'oretta dopo, appeso a testa in giù con una corda che partiva da una trave del soffitto.
Mukuro aveva finito da un pezzo di torturare il cappello del ragazzino, e poi aveva appeso l'allievo a testa in giù, nella speranza che il sangue, salendo alla testa, mettesse in moto l'unico neurone (addormentato) presente nella testa del ragazzino.
"Che vuoi?" chiese il maestro, scocciato.
"Mi vuoi insegnare a possedere la mente delle persone?" domandò il bambino.
Mukuro capì che il sague alla testa faceva l'effetto inverso di quello sperato. Il ragazzo si avvicinò a Fran con un sorrisino che preannunciava una risposta positiva ed entusiasta a quella richiesta.
"No." disse, pacato.
"E perché no?" insistetté il bambino.
Mukuro si era voltato, per rimettersi sul divano, ma quella domanda era penetrata nella sua mente. Non era solo Fran che gliela stava ponendo, ma anche quella parte di sé che aveva provato a sotterrare da tempo. Tornò a guardare il bambino, e il suo occhio rosso brillò.
"Perché mi divertirei troppo!" E se ne andò.

Mukuro passò il resto della giornata in camera, a finire di imbiancare la sua stanza; infatti, aveva deciso di modificare il color grigio-aula-scolastica delle pareti della sua stanza, con il turchese, e poi di dipingerci sopra tantissimi ananas gongolanti. E' improbabile che un tipo come Mukuro si fosse interessato all'arte, ma l'idea di rinnovare la sua stanza gli ronzava in testa da quando Ken sfondò il divano saltandoci sopra per svegliare Chikusa, che ci stava dormendo.
Era giusto intento a dipingere la boccuccia carina carina di un piccolo ananas con tanto di occhiali da sole... quando Ken sfondò la porta, urlando:
"CAPO! CAPO! IL BAMBOCCIO FA L'IMBAMBOLATO!!!"
"E allora? Lo fa sempre." Mukuro cercò di mantenere la calma stritolando il pennello che aveva in mano, e di non pensare al sorriso dell'ananas, che era mutato in un'innaturale linea spezzata aperta.
"Ma non si muove! Byon!" insistette Ken.
Mukuro decise di andare a controllare di persona, ma non appena raggiunse il salotto, un enorme cappello a mela gli saltò addosso, piagnucolando in modo incomprensibile.
"Fran! Che cosa ti salta in mente??" urlò il maestro, spingendo via l'allievo con violenza.
Fran cadde a terra. Gli occhi di Rokudo si spalancarono non appena incontrarono quelli del suo allievo: quello sguardo spiegò a Mukuro che Fran aveva fatto qualcosa di imprevedibile, di incontrollabile e di traumatizzante.
Il ragazzo appoggiò le mani sulle spalle del bambino.
"Raccontami tutto." disse, calmo e con voce comprensiva.
E tra la confusione, il bambino iniziò a raccontare con voce atona:
"Prima mi sono ritrovato con tutti ragazzi in uniforme, in una scuola che non era questa. Ma io non ero nel mio corpo: ero in quello di un altro... All'ingresso della scuola c'era un pazzo vestito di nero e con una fascia sul braccio... Mi voleva ammazzare con dei... cosi... Credo che fossero dei tonfa..."
"Ah! La storia si fa interessante! E' da un pezzo che non lo incontro..."
"Chi era? Il tuo fidanzato??"
La forchetta di Mukuro volò sul cappello del suo allievo.
"Continua." disse Rokudo, calmo.
"Poi è arrivato un punk con i capelli bianchi, e con lui uno che sembrava normale, ma che sorrideva sempre e portava una mazza da baseball! Mi chiamavano Decimo o Tsuna... ma che vuol dire 'Tsuna', maestro??... E poi è arrivato un altro pazzo con i capelli bianchi e corti, che urlava come un dannato... Dopo è arrivata una ragazza carina, maestro, e io le ho fatto i complimenti; ma allora il pazzo che urlava mi ha insultato, e ha cercato di picchiarmi!... Per fortuna il punk e quello con la mazza da baseball mi hanno salvato..."
Mukuro scosse il capo. "...E hanno fatto male!"

Intanto, a Namimori...
"CHE COSA HO FATTO?!?" urlò Tsuna, piagnucolando e strappandosi i capelli.
"Hai fatto finta di non conoscerci." ripeté Yamamoto, seduto accanto al Guardiano della Tempesta.
"Ma non sono stato io!..." rispose Sawada, disperato. "Che razza di figura con Kyoko-chan! Il Fratellone mi ucciderà!!!... Ma chi è stato??"
"Qualcuno in grado di impossessarsi delle menti altrui... come un hado della Nebbia."
Reborn apparve improvvisamente da chissà dove nella stanza di Tsuna.
"Non è stato Mukuro,... ne sono sicuro: era una persona che non conoscevo..." spiegò il ragazzo.
"Fidatevi dell'intuito di Tsuna, è forse l'unica cosa utile che ha." disse Reborn, in risposta agli sguardi pensierosi di Yamamoto e Gokudera.
"Non sei di nessun aiuto!" ribatté Sawada a Reborn, indignato.
"Va bene, se è così..."
E in men che non si dica, l'hitman saltò sulla testa di Tsuna e uscì dalla finestra.
"Reborn, aspetta! Non dicevo sul serio!" urlò Sawada, nel vano tentativo di richiamare il bambino. Era stato sciocco, conoscendo il caratterino del suo tutor.
"Abbia fede Decimo!" esclamò Gokudera, serio e determinato. "Ce la caveremo, in un modo o nell'altro!"
Tsuna ricambiò quel sorriso, ma in quel momento udì una voce squalesca dal piano inferiore:
"SAWADAAA!!! TI INSEGNO IO A PARLARE A MIA SORELLA IN QUEL MODO!!! FATTI VEDERE ALL'ESTREMOOO!!!"

Mukuro, seduto sul divano, rifletté a lungo sul confuso racconto di Fran. Secondo quanto aveva capito, il suo allievo era riuscito ad entrare nella mente di qualcuno, e a giudicare dalla descrizione delle persone tra cui si era trovato Fran, quel qualcuno sembrava proprio essere il tanto sognato Sawada Tsunayoshi.
Ma il maestro aveva un mare di interrogativi: come era possibile che la testa a mela fosse riuscita ad entrare nella mente del Decimo Boss dei Vongola da kilometri di distanza? Non lo aveva mai visto, non aveva mai provato a controllargli la mente, e se ci era riuscito, poteva solo voler dire che tra quel cretino e Tsunayoshi c'era un legame molto intenso... Ma non era possibile!...
E Mukuro non capiva. Guardò Fran, che si era calmato, e si stava provando svariati cappelli. Sembrava non rendersi minimamente conto del prezioso dono che si era ritrovato tra le mani senza un preciso motivo...
Non ci volle molto tempo perché l'assopita mente malvagia del maestro organizzasse un piano per impadronirsi di Sawada senza scomodarsi più di tanto, e sfruttando il suo inutile allievo.
"Fran, mi vorresti dare una mano?" chiese.
Il bambino alzò gli occhi, incuriosito.
"Ho bisogno di te per controllare la mente di Sawada Tsunayoshi." sogghignò Mukuro, soddisfatto, già immerso nei suoi filmini mentali.
Fran impallidì.
"E incontrare di nuovo quei matti? No no! Non se ne parla!" si rifiutò, dirigendosi verso la sua camera. "Buona notte, maestro, io sono stanco e vado a letto."
Furioso per quel secco rifiuto, Mukuro gli lanciò la forchetta, che andò a conficcarsi nel cappello a forma di cetriolo che il bambino si era messo. Ignorando la focrchetta, Fran entrò in camera, chiudendo la porta alle sue spalle.
Ah, sì, stupida mela? Non vuoi darmi una mano?... Allora ridammi almeno la forchetta!!!
  
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