Recensite, recensite, recensite.
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Doppiogiochisti
Feci un
grande sospiro.
Loki, vicino a me, mi studiò.
Forse temeva che non fossi pronta.
Bisognava fare un lavoro
perfetto, lui lo sapeva e io lo sapevo. Se non lo avessimo fatto,
saremmo morti entrambi, e la Terra probabilmente sarebbe stata
distrutta.
Sentii che mi prendeva la mano,
le sue dita si intrecciarono con le mie. Voleva infondermi un po'
della sua sicurezza, per caso?
Lo guardai e gli sorrisi, grata;
poi annuii con decisione. Lui tornò a guardare di fronte a
sé, e mi
lasciò la mano.
Uscimmo dalla base, alla luce.
I Chitauri – con le armi in
pugno – erano dappertutto. Un mare marrone e corazzato, che
si
spostava a passo spedito verso l'orizzonte. Là,
all'orizzonte, la
barriera era appena visibile. Una sorta di velo azzurrognolo, che si
confondeva con il cielo, ma che ci separava dal resto del mondo.
Non appena i Chitauri fossero
arrivati laggiù – lo sapevo – avrebbero
iniziato l'opera di
distruzione.
Loki procedeva a passo sicuro, e
io mi adattavo al suo ritmo. I Chitauri si voltavano al suo
passaggio, ma non prestavano attenzione a me.
Individuai immediatamente
l'Ikreed, senza che Loki dovesse indicarmelo in qualche modo.
Stava in mezzo a quella marea,
immobile, osservando i suoi ordini che venivano eseguiti. Era uguale
agli altri Chitauri, e al tempo stesso era diverso. Indossava vesti
più elaborate. Un mantello, una corazza..
E poi aveva su quel volto
grottesco un'espressione. Malvagia –
forse – crudele, ma
pur sempre un'espressione.
Sinceramente, non sapevo se ciò
fosse un bene o un male.
Ci avvicinammo.
-Salve, eighenòk Ikreed.-
Disse Loki. Nel suo saluto chiaramente formale, c'era un accento
appena udibile di canzonatura.
L'Ikreed si voltò verso di noi,
e ci guardò. -Salve, Asgardiano.- Ribatté,
rivolto a lui.
Parlava la nostra lingua, e
anche piuttosto bene.
I suoi occhi erano piccoli, e
scuri, e si spostarono immediatamente su di me. Sentii che mi
scrutavano, freddamente, impassibilmente. Io rimasi immobile, come un
piccolo animale che viene annusato da uno più grosso.
-Questa deve essere la donna di
cui mi hai parlato ieri sera.- Disse infine. -Sei sicuro che sia
saggio lasciarla vivere?-
-Per favore! È la più
obbediente fra tutti questi patetici terrestri.- Sorrise, sardonico
-E poi mi sembra di stare facendo esattamente quello che tu e lui
mi avete chiesto, lasciatemi almeno qualche piccolo premio.-
L'Ikreed lo scrutò, quasi con
disprezzo. Sembrava pensare che Loki non fosse degno di guidare il
suo esercito, era troppo egoista, troppo capriccioso, troppo
distratto.. Ma sembrava anche pensare che Loki gli servisse,
così
non disse niente.
Io osservai l'Ikreed –
cercando di mantenere un'espressione il più vuota e il
più
insignificante possibile, come mi aveva detto Loki – e mi
sorpresi
a pensare che era strano, dopotutto, quanto umana potesse apparire in
alcune cose una creatura così aliena.
Vidi Loki diventare serio.
-Devo assentarmi per qualche
ora.- Comunicò all'Ikreed.
Quello non parve aspettarselo.
-Perché?- Domandò.
-Devo vedere alcune persone. È
possibile che in questa cosa avremmo altri alleati.-
Io mi stupii sinceramente per
l'abilità con cui mentiva.
-Altri alleati?!-
Ripeté l'Ikreed. -E con quale diritto tu hai..?-
-Evitiamo una spiacevole
discussione.- Lo interruppe Loki, secco. -Mi sembra che ne abbiamo
già fatte troppe ultimamente. O mi sbaglio?-
L'Ikreed ammutolì, ma lo fissò
con fredda rabbia.
-Non metterei mai a rischio
quello che stiamo facendo.. se penso che sia meglio avere altri
alleati è perché probabilmente è
così.- Disse Loki.
-Quanto starai via?- Domandò.
-Poche ore.-
-Sbrigati.- Ordinò. -Prevedo
che la barriera crollerà entro domani mattina.-
Loki annuì. Poi il suo sguardo
sembrò cadere casualmente su di me. Disse all'Ikreed: -Puoi
tenermela d'occhio, mentre non ci sono? Sai, non vorrei che
qualcuno..-
L'Ikreed sogghignò, per nulla
divertito. -Puoi stare tranquillo. I tuoi giocattoli non verranno
scalfiti da noi, principino.- E si voltò.
Lo sguardo di Loki si adombrò.
-Buon viaggio, mio padrone.-
Cantilenai allora io, perché ero sicura del risultato..
E infatti negli occhi di Loki
corse un lampo ironico, che scacciò via quell'ombra, e che
per
fortuna l'Ikreed non vide.
Loki mi diede le spalle –
forse per evitare che quel lampo ricomparisse una seconda volta e
venisse colto – e iniziò a camminare in direzione
del portale,
senza rispondermi. Qualche minuto dopo lo vidi, in distanza, montare
su uno dei loro animali e iniziare a salire verso
il cielo.
Varcò il portale, e scomparì.
Nella mia mente, io sospirai.
Ero rimasta sola, e ora dovevo condurre bene il gioco.
Mi guardai intorno. Loki mi
aveva dato due incarichi: scoprire – se ci riuscivo
– dove
si trovava l'amplificatore e convincere l'Ikreed ad affidarci per
qualche minuto il Germoglio di Ean, in modo da effettuare il nostro
scambio. Mi aveva però fatto capire che, se non ero sicura
di poter
porre le domande giuste, era meglio che lasciassi perdere.
Il modo di porre le domande era
tutto, specialmente quando si aveva a che fare con un individuo furbo
e diffidente come l'Ikreed.
Lui di Loki non si fidava, e non
lo prendeva sottogamba. Forse io sarei riuscita a farmi
sottovalutare.
-L'Illusore mi ha spiegato il
funzionamento della barriera e del Tesseract.- Dissi.
L'Ikreed non mi rispose, quasi
non avessi parlato.
Proseguii. -Mi ha anche detto
della pianta che userete contro i terrestri.-
-Non è una pianta, è un
Germoglio del sacro Ean.- Sembrava seriamente irritato. -E se fossi
in te, sciocca umana, eviterei di parlare di queste cose.-
Proseguii ancora, imperterrita.
Il mio tono non era impaurito, perché una stupida ragazza
traditrice
della propria razza non sapeva quando era ora di avere paura. -Deve
essere molto bello, per essere così potente.-
-Adesso capisco perché intenda
soggiogare gli umani..- Disse l'Ikreed. Si rivolse a sé
stesso, come
in presenza di un animale e non di una persona.
-L'Illusore mi ha promesso che
posso tenere in mano il Germoglio.-
Rise. -L'Asgardiano da tutto
talmente per scontato..-
-Ma il padrone..-
-Silenzio!-
Mi interruppe, e si voltò appena verso di me. -Le tue mani
non sono
degne di toccare il Germoglio. Oltre a questo, ormai è
tardi. È già
stato inserito all'interno del mio Jeydof,
il divoratore di energia, che ha iniziato ad assorbire il suo potere.
E quando questo processo inizia ad avvenire, non si può
più
estrarre la fonte di energia, o Jeydof dopo
non riuscirà a amplificarla a dovere. Quindi smettila di
fare
chiasso.-
Per un momento i miei occhi si
sgranarono.
Ero sicura che lui avesse
scambiato questa reazione per un'improvvisa paura, e non per quello
che era realmente.
Abbassai lo sguardo, e l'Ikreed
tornò a guardare l'esercito dei Chitauri.
Il
Germoglio era già stato messo nell'amplificatore?
La testa quasi mi girava per
quello che significava quella frase.
Se era già stato messo lì
dentro.. come avremmo fatto io e Loki ad effettuare lo scambio?
Non potevamo, era semplice.. Che
scusa avrebbe inventato Loki per estrarlo dall'amplificatore? Se lo
avesse fatto, sarebbe stato scoperto.. e l'Ikreed già non si
fidava
di lui.. ci sarebbe arrivato! Merda! Loki non
sapeva dove si
trovasse l'amplificatore. Quindi non potevamo nemmeno farlo di
nascosto! Ma se io adesso avessi provato a cercare l'amplificatore?
Era una follia! Cercarlo dove?! L'Ikreed doveva averlo nascosto in un
luogo inaccessibile per Loki, figurarsi per me! Ma allora che fare,
che fare?
Deglutii.
Stai
calma, Leah. Forse Loki ha una soluzione.. quando torna ne parlate.
Lui è scaltro come una volpe, ha sempre una soluzione.
Sì.. doveva essere così.
Adesso meno che mai mi sentivo sicura abbastanza da fare altre
domande all'Ikreed. Mi sarei tradita, ne ero certa..
E farsi scoprire era il peggio
del peggio. Era il “game over” assoluto.
-Mi sento un po' debole,
preferisco andare a stendermi.- Dissi all'Ikreed. -Buona giornata,
signore.-
Lui non mi degnò di una
risposta.
Mi allontanai lentamente.
I Chitauri mi passavano a pochi
metri, e dovevo fare uno sforzo immane per non iniziare a tremare.
Preferivo continuare a dirmi che
Loki aveva senz'altro una soluzione, ma dentro di me cominciavo a
pensare che il nostro piano fosse una follia. Due contro tutti.
Sconfitta certa.
Poi vidi una cosa che mi fece
bloccare sul posto, e dimenticare per qualche istante quello che mi
passava per la testa.
Vedendomi, si fermò spiazzata
anche lei.
.. Evidentemente i Chitauri
avevano bisogno di qualcuno che svolgesse le mansioni di schiavo, il
problema era che di schiavi non ce n'erano più.
Così era ovvio
com'era finita. Coloro che prima ci davano ordini, ci frustavano e ci
schiaffeggiavano, adesso erano costretti a portare pesanti tronchi
all'interno della base.
Da come la megera mi guardava,
era evidente che mi aveva data per morta. Uccisa dall'Illusore.
Ma non era quello che mi
preoccupava..
Un Chitauro vide che si era
fermata, e la spinse rudemente per costringerla a riprendere il suo
lavoro. Lei distolse lo sguardo da me e ricominciò ad
arrancare con
il piccolo tronco in spalla, entrando nella base.
Se solo avessi potuto godere
appieno di quella vista!
Per un attimo non seppi cosa
fare.
La megera, nei mesi che mi aveva
fatto da capo, mi aveva conosciuta alla perfezione.
Se
c'era una che poteva sapere che io non ero una puttana, né
tanto
meno una stupida traditrice, quella era lei.
Entrai a mia volta nella base.
La trovai immediatamente.
Era proprio nell'ingresso di
roccia, che scaricava il tronco in un mucchio di almeno una trentina.
Sembrava invecchiata di dieci
anni. Era più scavata, più sporca, più
dolente.. Ma non mi faceva
pena. Forse sono crudele, non lo so, ma quella donna non poteva farmi
pena.
Fu l'istinto a spingermi,
probabilmente. O forse la rabbia, forse la frustrazione al pensiero
che, se lei avesse parlato, io e Loki avremmo potuto perdere! Solo
per causa sua!
Era troppo.
Vidi un pezzo di vetro per
terra, e lo afferrai.
Poi mi diressi verso di lei.
La presi alle spalle,
approfittando del fatto che non c'era nessuno, e la spinsi in uno dei
piccoli cunicoli che si aprivano nella roccia. La sbattei contro la
parete e le infilai il pezzo di vetro sotto il mento.
-Sta' zitta e non muoverti.-
Sibilai.
Mi resi conto di quanto fosse
debole solamente guardandole gli occhi. Completamente inermi,
completamente impauriti. Sembrava non avere nemmeno più la
forza per
respingermi.
La sentivo tremare, sotto di me.
-Come ci si sente, eh?- Le
domandai, inclinando appena la testa. -Non ti viene una bella cera,
alla lunga, vero?-
-Leah, cosa.. cosa vuoi fare?-
Com'era strano sentire la sua voce così terrorizzata! -Come
fai a
essere viva?!-
-Te lo dico io come faccio: io e
l'Illusore stiamo facendo squadra.-
Sgranò gli occhi.
-Sì, hai capito bene. Lui
intende soppiantare l'Ikreed e io avrò il mio posto al suo
fianco,
dopo.- Mentii -Vedi a cosa mi hai ridotta? .. Perché
quell'espressione, mio Capo? Hai paura che ti uccida? Hai
paura
che mi vendichi?-
-Ti prego, ti prego..- Cominciò
a dire.
Feci più pressione con il
vetro. A lei sfuggì un gemito.
-Sai che ti dico? Perché non
dovrei farlo?- Domandai. -Te lo meriti. E poi non posso permettere
che tu dica qualcosa all'Ikreed. Mi sono fatta sfuggire troppo.-
-Non dirò niente!- Quasi urlò.
-Lo sai che non dirò niente.. Non sono così
stupida da mettermi
contro l'Illusore! Lo sai, lo sai..-
Sorrisi. -Eh già. Perché se tu
dirai qualcosa, sono sicura che l'Illusore non vorrà morire
senza
vendicarsi a dovere. Ti ucciderà nel modo più
terribile che tu
possa immaginare.-
-Non dirò niente! Non dirò
niente! Lo sai!-
La guardai, con scherno. Poi la
lasciai andare, abbassai la scheggia di vetro.
Lei rimase immobile, come
temendo che stessi scherzando.
-Vattene.- Dissi.
Lei obbedì subito.
Io la guardai correre via, senza
nessun pensiero in particolare.
Sapevo che presto o tardi mi
sarei pentita per questa sorta di vendetta. Però ora non
avrebbe parlato; la paura poteva avvinghiare meglio di delle catene
di ferro, ce lo aveva insegnato lei stessa.
Ma la megera mi aveva fatto
venire in mente una cosa.
Io e Loki non potevamo non
farcela.