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Autore: punksnotdead    27/10/2012    2 recensioni
-Evans?
-Si?
-Ti amo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Si svegliò di soprassalto, era sicura di aver sentito bussare contro l'imponente porta di legno.
Rimase qualche secondo sveglia aspettando altri rumori, ma poco dopo decise di abbandonarsi nuovamente al calore del suo letto.
Il suo sonno, però, fu interrotto da un fischio.
Questa volta era sicura che ci fosse qualcuno fuori dalla porta.
Le sue ipotesi vennero confermate quando sentì una voce maschile pronunciare il suo nome più e più volte.
-Lily! Lily! Lily, dannazione, apri!
Lei si alzò furtivamente facendo di tutto per non svegliare le sue compagne di stanza, e spinse la maniglia.
-Come hai fatto ad entrare?
-Trucchi del mestiere.- disse lui, passandosi distrattamente una mano tra i capelli.
Lily si guardò intorno, visibilmente imbarazzata, ma lui sembrava non farci caso.
Sembrava quasi che emanasse sicurezza, quando la guardava con quegli occhi scuri ipnotici.
-Non dovresti essere qui.- bisbigliò Lily, più a se stessa che a lui, come se avesse paura che qualcuno potesse sorprenderli lì, uno di fronte all'altro.
-Sei bella anche appena sveglia.- le disse James, ignorando la sua precedente affermazione.
Lei non poté fare a meno di arrossire, ma cercò di non darlo a vedere.
-Vattene.
-Che c'è, non mi vuoi?- disse lui, alzandole il mento con l'indice.
Non parlò per quelle che sembrarono ore.
-No, vai via.- mentì, alla fine.
-Potrei sembrare scortese, ma non m'importa nulla di quello che pensi.- mentre concludeva la frase, la tirò a sé.
Lei fece per protestare, ma lui le mise una mano sulla bocca.
-Vieni con me.
Lily era sempre stata una ragazza tranquilla, che evitava i guai quando possibile.
Ma in quel momento, era come se non riuscisse a rifiutare quella proposta.
-Dove andiamo?- chiese, mentre lui la prendeva per mano e la trascinava fuori dal dormitorio delle ragazze.
-Lontano da qui.
-Solita frase di chi non sa dove portare una ragazza per un appuntamento romantico.
Lui le lanciò una delle sue occhiate indecifrabili.
-Chi ti dice che questo sia un appuntamento romantico, eh, Evans?
Lily avvampò, e non rispose, lasciando andare istintivamente la mano di James, ma lui gliela afferò e la strinse ancora più forte di prima, come se non volesse lasciarla andare.
Forse lui non voleva intendere questo, ma lei era solita osservare tutti i movimenti della gente, soprattutto se erano rivolti a lei.
Diceva sempre che la bocca può mentire, ma che il corpo dice sempre la verità.
E poi, secondo lei, dietro i movimenti di una persona, le mani, gli occhi, c'è la sua storia, i suoi dolori, il suo passato.
Solo che...con James era diverso. Non riusciva ad immaginare la sua storia, sapeva solo che, appena la guardava con quegli occhi così profondi, lei ci si perdeva dentro.
Immersa nei suoi pensieri, non si era accorta che stavano ormai per uscire dal castello.
-E se ci vedono?
Lui le lanciò uno sguardo divertito.
-È questo il bello. È come un gioco: non devi farti vedere, mai. Per questo sono venuto a quest'ora. Altrimenti ti avrei portata fuori durante il giorno, non credi? È anche più romantico di notte...ma sinceramente questo non m'importa.
E lei rimase zitta, per l'ennesima volta, ipnotizzata dalle sue parole.
Ad un tratto, lui si fermò e si sedette sotto un albero, poco distante dal lago nero.
-Non mi piace qui...- disse lei, guardandosi intorno.
Lui la ignorò, e Lily si sentì, improvvisamente, stupida. Stupida per averlo seguito, stupida per ciò che provava quando lui la guardava, stupida per essere innamorata di un perfetto idiota.
Lo guardò, cercando di sembrare il più indifferente possibile, mentre si stendeva sull'erba umida.
-Vieni qui.
Lei non ebbe la forza di replicare, le parole nascevano e morivano nello stesso punto, prima della gola, prima di riuscire ad emettere un qualsiasi suono. Senza dire niente gli si avvicinò, sedendosi al suo fianco.
James le passò una mano sulla guancia, e lei si sentì morire.
Quel momento era semplicemente perfetto.
Lui si sistemò gli occhiali sul naso e le prese il volto tra le mani.
-Sono ancora lo stupido ragazzo egocentrico?
-Lo sarai sempre, per me.
Neanche il tempo di finire la frase, che le loro labbra si toccarono.
Fu uno di quei baci lunghi, intensi, che non si dimenticano facilmente.
Lui, senza smettere di baciarla, le infilò una mano sotto la maglia del pigiama, toccandola dovunque.
Quelle mani sul suo corpo la fecero sentire speciale. Come se fosse l'unica ragazza al mondo.
-Non lasciarmi andare.- non sapeva quale coraggio, a lei sconosciuto in quel momento, le avesse dato la forza di pronunciare quelle parole.
-Mai. Te lo prometto.
Per quanto si sforzasse di non credergli, non ci riusciva.
Si illuse che lui l'amasse davvero. Che quelle parole fossero solo per lei, e che nessun altro avrebbe mai potuto averlo.
-Sei mia.
Per la prima volta nella sua vita, si sentiva importante per qualcuno.
Le stampò un altro bacio leggero sulle labbra, mentre le sfilava il pigiama con lo stemma dei Grifondoro.
-No, James..Credo che non dovremmo rimanere qui. Gazza ama fare delle passeggiate notturne vicino al lago.
-Accio mappa!
Dalla borsa poco distante di James, si levò una pergamena apparentemente vuota, che si posò sulle sue gambe.
Lui puntò la bacchetta sul foglio.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
-James, ma cosa stai fac...- Lily stava per chiedere spiegazioni, ma si zittì immediatamente quando vide comparire la mappa di Hogwarts sulla superficie liscia.
-Ecco, Gazza ora è fermo nella sua stanza. Starà sicuramente dormendo, quell'imbecille.- le disse lui, indicandole un puntino con il nome di 'Argus Gazza' inciso appena più giù.
Non ebbe nemmeno il tempo di domandargli cosa diavolo fosse quella pergamena, che lui le fu addosso.
Cominciò a toccarla, con dolcezza, mentre con le labbra scendeva giù e iniziava a baciarle il collo.
Era come paralizzata. Non riusciva a credere che fosse vero. Lei, di notte, stesa sul prato con James Potter, il ragazzo a cui tutte aspiravano.
Sentì il suo corpo contro le sue gambe, mentre lui abbandonava la sua dolcezza iniziale e cominciava a baciarla con foga.
E lei non riusciva a fare nulla. Dire nulla. Pensare nulla.
Le sembrava tutto così surreale, come se fosse in un bellissimo sogno, e si sarebbe svegliata di lì a poco per andare a lezione di Aritmanzia.
Il rumore della notte, però, venne interrotto dal miagolare di un gatto.
Entrambi rimasero come pietrificati alla vista di Mrs. Purr che li osservava da dietro il tronco di un albero.
Quando la gatta del custode si allontanò, James sussurrò a Lily di rivestirsi, e dopo meno di un minuto si tenevano per mano correndo verso il castello.
-Perché non ho mai il mantello quando serve?!- si rimproverò lui, mentre tirava fuori dalla tasca la mappa. -Merda! È al corridoio del primo piano!
-E ora..come torniamo?- chiese una Lily visibilmente spaventata.
La tirò a sé e ricominciarono a correre, senza una meta, fino a quando urtarono contro qualcuno.
Lily si nascose dietro James, istintivamente, convinta che fosse Gazza, ma si tranquillizzò quando sentì il ragazzo esclamare, forse a voce troppo alta: -SIRIUS! Che ci fai qui?
-Beh, sai.- rispose lui -cercavo la mappa, ma dato che è misteriosamente scomparsa, ho deciso di rischiare, uscire comunque e venirti a cercare; ero sicuro che ti fossi cacciato in qualche guaio.
Sirius squadrò Lily dalla testa ai piedi.
-Oh, amico, scommetto che Gazza ha interrotto un incontro romantico, e scommetto anche che questo incontro di romantico ha ben poco.
Lily rimase sconcertata, quei due si capivano al volo, con uno sguardo.
-Non sappiamo come tornare in Sala Comune, Black.
Il ragazzo guardò James con un'espressione di chi ha sempre una soluzione a tutto.
Infatti aprì la borsa che portava su una sola spalla e ne tirò fuori il mantello dell'amico.
-Mi devi un favore, Potter.
-Sirius, ti ho mai detto che ti amo?- rispose lui, ironico, saltando al collo dell'amico.
Lily e James si coprirono con il mantello, e appena lo posarono sulle spalle, diventarono invisibili.
-Vedi di tornare vivo.- disse a Sirius, mentre gli lanciava la mappa.
-Si, faccio un salto da una mia amica e torno immediatamente.- ribatté lui sottolineando in modo particolare la parola 'amica' e riponendo nella borsa la pergamena.
Entrato nella Sala Comune, James accarezzò con due dita la guancia di Lily.
-È stato bello. Davvero bello.
Lei, come al solito, non parlò ed abbassò lo sguardo, guardando a terra finché lui non le alzò il viso e la baciò a lungo.
-A domani, allora.- le disse, sorridendole e dirigendosi verso il dormitorio.
Lei rimase lì, immobile.
-Potrei morire oggi.- disse, alla fine.
Lui si bloccò, e rimase con le spalle verso di lei per qualche secondo, prima di voltarsi e guardarla negli occhi.
Non riusciva a sostenere quello sguardo così misterioso, che le perforava la pelle.
-Nessuno mi aveva mai fatto star bene come hai fatto tu in così poco tempo, Lily.
Questa volta riuscì a guardarlo negli occhi e si sentì pervadere da una sensazione mai provata prima.
-Beh...buonanotte, allora.- gli disse, continuando a guardarlo.
-Evans.
-Si?
-Ti amo.
Quelle parole arrivarono senza preavviso, e impiegò qualche secondo prima di afferrarne il senso.
-Anch'io.
Nella penombra, non riuscì a distinguere l'espressione sul volto del ragazzo, ma era sicura di aver visto gli angoli della sua bocca sollevarsi.
Entrambi si diressero nei rispettivi dormitori, e lei lo seguì con gli occhi finché non scomparve dietro le scale.
Facendo attenzione a non svegliare le sue compagne, si infilò sotto le coperte e si addormentò con un mezzo sorriso stampato sulle labbra.
  
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