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Autore: selychan    11/05/2007    9 recensioni
“E’ giusto quello che stiamo facendo?” chiese in un sussurro, quasi stesse parlando più a se stessa che a colui che le stava di fronte.
“E’ davvero così importante?” fu la risposta che uscì da quella avida bocca sempre più vicina alla sua. [KakaSaku]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un'altra delle fanfictions che avevo pubblicato già da qualche tempo su manga.it e che ho deciso di postare anche qui. E' una cosa che ho scritto di getto, senza nemmeno rincontrollarla.. Ma mi piace questo pairing, e non potevo non scrivere qualcosa anche su questi due ^O^
Recensite? ç__ç

oOoOoOo

Konoha era bellissima quella notte. Il flebile fruscio delle foglie degli alberi che dondolavano al soffio di una dolce brezza notturna la cullavano in quelle che sembravano essere le immagini di un sogno confuso, sfocato.
Non l'aveva mai vista di notte, la sua Konoha.
Sembrava trasformata, derubata delle voci e dei colori che l'animavano di giorno.
Era un'altra faccia di lei, solitaria e silenziosa, e malinconica forse, ma comunque bellissima.
Si sdraiò sulla fredda panchina di pietra per osservare meglio il cielo limpido, in cui regnava una luna piena e lucente. Sakura sorrise a quello splendido spettacolo, e ripensò a quando da bambina scappava di casa in piena notte, uscendo dalla finestra di camera sua, e correndo per le strade deserte del villaggio per raggiungere un posto abbastanza buio e tranquillo dove stendersi a guardare quella luna.
Quella stessa luna che stava fissando ora.
Sembrava che non fosse cambiato niente.
Aveva desiderato toccarla, quell'enorme sfera perlata.
La faceva sentire così piccola, così insignificante.
Così lontana.
E triste.
Sì, provava una certa tristezza nel guardarla.
Ciononostante sembrava non poterne fare a meno.
Quel bagliore l’aveva rapita.. Aveva un nonsochè di malinconico e nostalgico.
Lo stesso bagliore che brillava negli occhi dell'uomo che ieri sera stava sopra di lei.
A dire il vero, si era sentita allo stesso modo.
Sakura si rimise a sedere, rannicchiata.
Chiuse gli occhi, nella speranza che quello sguardo sparisse, ma divenne più chiaro.
Un brivido le percorse la schiena.
Sbuffò e si passò una mano fra i capelli.
Le sembrava di sentire ancora quel corpo premere contro il suo.
Dio, cos'era successo?
"Sakura.." spalancò gli occhi, e si voltò di scatto.
Non c'era nessuno.
Forse l'aveva immaginato, quel sussurro.
Forse era tornato a tormentarla, dopo ieri notte.
Un sussurro caldo, pieno di passione, che aveva accarezzato il suo orecchio, interrompendo i suoi sospiri irregolari.
Arrossì violentemente, incapace di scacciare quelle immagini dalla sua testa.
"Sakura.."
Si tappò le orecchie in un gesto disperato, chiudendo gli occhi ed abbassando la testa.
No, quei maledetti sospiri, quei gemiti, quei sussurri.. si facevano più forti, insistenti.
"Merda!" sbottò esasperata.
"Che ti succede?"
Quella domanda la riportò alla realtà. Rialzò la testa, con il cuore che batteva veloce.
La stessa voce che poco prima chiamava insistente il suo nome.
Era lì davanti a lei. Non si erano ancora visti, dopo che era scappata via alle prime luci dell'alba.
La ragazza si irrigidì, poi staccò lo sguardo dall'uomo.
"Niente" mormorò.
Dopo qualche minuto di silenzio, tornò a guardarlo di sottecchi. Indossava la divisa da ANBU.
"Di nuovo in missione?" disse, con un po' di amarezza nella voce. Odiava quell'uniforme. E odiava scoprirsi di nuovo a controllare ansiosamente che non fosse sporca di sangue.
Lui non rispose ma rimase a guardarla in silenzio. Infine fece qualche passo in avanti, così da annullare la distanza che li separava.
Nonostante i due non si fossero neanche sfiorati, Sakura si sentì avvampare. Fissava quel petto che la sera prima si muoveva sopra di lei, mentre la sua mente era annebbiata dal piacere, i suoi occhi lucidi, il suo corpo intorpidito. Alzò esitante lo sguardo. Non aveva staccato gli occhi da lei.
"Sensei.." cominciò, cercando di sviare il discorso. Dio, come le suonava stupida quella parola!
"Sensei?" l'interruppe ironico lui. "E' così che mi chiami adesso?"
Silenzio.
"Mi sembrava che ieri sera il mio nome lo sapessi" mormorò lui, avvicinandosi al suo orecchio. Quel respiro caldo che soffiava sulla sua pelle la fece rabbrividire.
Di nuovo, quelle immagini le passarono veloci davanti agli occhi, quelle voci ansimanti le risuonarono nelle orecchie.
Aveva già alzato lo sguardo minacciosa ma si fermò prima di cominciare a sommergere Kakashi con una sfilza di epiteti ben poco gentili. Il jonin le stava sorridendo, ma era un'espressione terribilmente malinconica.
Era triste?
Perché?
Perché le ombre del suo passato continuavano a tormentarlo?
La mano calda dell’uomo tracciò un percorso immaginario sui dolci lineamenti di lei, per fermarsi sulle sue labbra socchiuse. Un attimo di silenzio in cui Sakura sentì la sua mente svuotarsi, le sue sensazioni sopite.
“E’ giusto quello che stiamo facendo?” chiese in un sussurro, quasi stesse parlando più a se stessa che a colui che le stava di fronte.
“E’ davvero così importante?” fu la risposta che uscì da quella avida bocca sempre più vicina alla sua.
Kakashi si fermò prima di unire le loro labbra. Sakura poteva sentire i loro respiri mescolarsi, diventare una cosa sola. Socchiuse gli occhi fino a che divennero due fessure, e strinse in pugni in preda alla frustrazione. Si sentiva terribilmente sporca. E meschina. Cosa avrebbe pensato la gente, o peggio ancora Naruto, se si fosse venuta a sapere una cosa del genere?
E lui?
L’avrebbe odiata?
Da quando era iniziata questa sua assurda attrazione verso il suo maestro jonin miliardi di domande la tormentavano continuamente. Ma era davvero incredibile come tutte perdessero di significato una volta che i suoi occhi incontravano quelli del sensei.
Non avrebbe saputo spiegare nemmeno lei come fosse cominciata quella storia. Sapeva solo che Kakashi era diventato la sua ossessione, che anche solo la sua vicinanza scatenava in lei una serie di emozioni incontrollabili, emozioni che in certi momenti divenivano così forti da spaventarla. E che la sera prima, improvvisamente, si erano ritrovati nello stesso letto.
“Ti diverte?” singhiozzò, cercando di trattenere le lacrime. Per quanto si sforzasse di resistergli, continuava a fallire miseramente. Bastava un suo sguardo per farle perdere totalmente il controllo.
Sakura sussultò quando l’uomo si allontanò da lei e la guardò freddo.
“Non sto giocando”
I suoi occhi si fecero lucidi, mentre fissava il terreno con aria colpevole.
“Scusa” mormorò. Sapeva che non le cose non stavano così. Nei gesti del sensei aveva avvertito qualcosa di più di quella passione febbrile che si era scatenata la notte prima. La desiderava, completamente.
Sakura si strinse a Kakashi, che l’abbracciò teneramente.
Sapeva che anche per lui non era semplice.
Soffriva.
Tuttavia non poteva farne a meno.
Anche quando scorgeva chiaramente negli occhi di lei l’infinita tristezza che l’assaliva quando il suo pensiero tornava a Sasuke.
Anche se pensava ad un altro, non poteva. Non poteva staccarsi da quella che già da molto tempo aveva smesso di essere solo un'allieva per lui.
Come chiedere a qualcuno di smettere di respirare.
Spostò la testa nell’incavo del collo di lei, inspirando il suo dolce profumo.
Bastava quello.
Sentire il calore del suo corpo contro il suo.
Sakura passò una mano nei suoi capelli argentei, ricalcando il segno della cicatrice sull’occhio sinistro. Baciò dolcemente la guancia insolitamente scoperta dell’uomo, mentre sentiva quei sospiri angosciati contro la sua pelle.
Non andare via, sembrava le stessero dicendo.
Ti prego, Sakura. Non andare via.
Le sue braccia si avvolsero intorno al suo collo, per stringerlo di più a sè.
Che strana sensazione, sentirlo così fragile.
Percepire così distintamente il suo bisogno di averla accanto.
Non riuscì a trattenere un sorriso.
Essere amata.
Cosa ci poteva essere di sbagliato in questo?
Si sentiva terribilmente felice.
E sempre più lontana dal capire quale fosse il confine tra mera passione e sentimento.
Ma forse, come diceva Kakashi, non aveva tutta questa importanza.
Bastava stare insieme, essere felici.
Il resto si sarebbe sistemato da sè.
  
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