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Autore: Robix    11/05/2007    7 recensioni
“Bisogna stare attenti ad esprimere dei desideri, potrebbero anche avverarsi”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER:
Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

ATTENZIONE:
Tutti i personaggi di questa storia sono immaginari e non hanno alcun legame con la realtà. Qualsiasi nome e riferimento a fatti o persone reali è da ritenersi ASSOLUTAMENTE casuale.

NOTE DELL'AUTORE:
Su richiesta di una cara amica, peppignaus, eccovi una oneshot sui desideri e su cosa comporta esprimerli. Un abbraccio e buona lettura a tutti ^__^



“Non capisco come ho potuto farmi convincere a fare questa stupida cosa” soffiò una figura incappucciata seguendo gli amici su per la scala che portava alla Torre di Astronomia.
“Ne fai tante” sussurrò una voce dinanzi a lui accelerando il passo “Una in più non peggiorerà l’opinione che abbiamo di te”
“Proprio non mi capacito io, acconsentire a.. a… questa ridicola, patetica, pietosa usanza babbana” mormorò ignorando quanto appena udito ed emettendo l’ennesimo sospiro seccato.
“Smettila ti prego, mi stai strappando la carne di dosso, è un’ora che ti lamenti” ringhiò Pansy voltandosi di scatto e fulminandolo.
“Sì Dra, dacci un taglio, sei peggio di un cruciatus” esclamò Blaise poco distante “Mi hai ridotto le palle a due acini di uva passa”
“Quale finezza Zabini”
“Ascolta ci stai stremando, è dalla cena che continui a borbottare come una pentola di fagioli. Le sue palle saranno messe male ma credimi, anche le mie ovaie non scherzano” rincarò la mora.
Il biondo si voltò verso la compagna di casa e curioso chiese “E come sarebbero diventate, sentiamo?”
“Pesanti Draco, molto pesanti” rispose sostenendo lo sguardo di sfida dell’amico.
Lui la guardò assottigliando il proprio, odiava quando gli teneva testa e lo coinvolgeva in queste stupide deviazioni notturne. Lo faceva apposta, sapeva che le voleva bene e che raramente le diceva di no. In un modo o nell’altro, riusciva sempre a trascinarlo in questi posti assurdi. L’ultima volta, si era dovuto sorbire il canto delle sirene incatenato ad una panchina del lago perché la cara Pansy era curiosa di vederne gli effetti. Peccato che si era preso solo un gran raffreddore non essendo minimamente attratto dal fascino generato dal loro vocalizzo suadente.
“Scemo io che ci casco sempre” pensò continuando a seguirla mentre un vociare fastidioso iniziava a farsi sempre più vicino. Draco sospirò di nuovo, solo l’idea di ciò che lo attendeva gli fece pulsare tremendamente la tempia destra. Quelle “babbanate” non si addicevano ad uno come lui. Anche ora che la seconda guerra era finita e che Voldemort ed i suoi seguaci erano stati sconfitti, certe cose continuava a non sopportarle. Solo al pensiero di doversi sedere a terra, occhi rivolti alla volta celeste a subire i sospiri ed i gridolini eccitati di tutti gli studenti del settimo anno, lo fece rabbrividire e non per l’umidità che già percepiva sulla propria pelle. Si perché quel maledetto compito dovevano farlo tutti e quei tutti, a quanto pareva ad orecchio sensibile come il suo, si erano precipitati alla torre per potersi godere il tanto osannato sciame di stelle cadenti.
“Ripetimelo, come ho potuto…” richiese per l’ennesima volta venendo però interrotto da Pansy che modello iena incazzata chiese a sua volta “Accettare di venire alla Torre di Astronomia per ammirare il fantastico cielo stellato ed esprimere qualche desiderio?”
“Si Pansy, come?” sibilò il bel cercatore bloccandosi a metà scala.
“Perché la professoressa Sinistra domani vuole il suo compito e tu mio caro, vuoi invece il tuo eccezionale come al solito. Ecco perché” rispose sorridendogli angelicamente.
“Se restavo nella mia stanza a farlo, non era meglio?” domandò deciso.
“Se qui, se là, se sù, se giù” intervenne Blaise “Se mia nonna aveva le ruote era un carretto. Che palle Dra, cerca di vedere il lato positivo. Dobbiamo fare questo compito? Almeno divertiamoci anche un po’. Che c’è di male?”
“Sono un Malfoy, noi non abbiamo bisogno di riporre le nostre speranze in accorati desideri sussurrati alle stelle cadenti, noi otteniamo sempre ciò che vogliamo”
“Quasi sempre” disse Zabini sornione.
Pansy ridacchiò e annuì, Draco secco ribattè “Fottiti Blaise”
“Bhè se becco la Granger, puoi giurarci che non mi faccio scappare l’occasione di instaurare una discussione più intima” replicò l’amico strizzandogli l’occhio.
Il biondo scosse la testa e massaggiandosi la stessa tempia pulsante sussurrò “Sarà una lunga e travagliata notte”
I tre serpeverde raggiunsero la torre ed una volta averne varcato l’ingresso, vennero travolti dalle cacofoniche voci sovrapposte dell’intero settimo anno.
“Fantastico” mormorò Draco “Ci sono proprio tutti”
“Non tutti Dra, non vedo il tuo..”
“Zitto Blaise, per favore fammi questo piacere. Sono già abbastanza provato di mio, senza che tu infierisca”
“Merlino come sei permaloso” soffiò l’amico.
“E tu sei una merda, contento?”
“Ragazzi mettete a cuccia il vostro pessimo carattere e sediamoci laggiù, ci sono dei tappetini a terra e la visuale mi sembra fantastica”
“Ottima idea Pansy, noto che il vicinato non è niente male” replicò Blaise notando che poco distante c’era un capannello di grifondoro che ridacchiavano felici.
“Non possiamo metterci laggiù?” propose Malfoy indicando un posto libero accanto alla porta.
“Scherzi, non si vede nulla da là”
“Ma le scale sono vicine” sibilò il biondo lasciando ad intendere che voleva squagliarsela quanto prima.
Pansy fece per ribattere ma la voce di Hermione li raggiunse “Non può perdersi questa serata, ci saranno un sacco di stelle cadenti”
“Lo so Herm, ma cosa vuoi che ti dica, sai com’è fatto. Ha blaterato qualcosa sul restare da solo e che di sopportare tutto questo casino non ne aveva voglia”
“Ron accidenti, dovevi dirgli di venire”
“L’ho fatto, ha scosso la testa e mi ha sorriso” sospirò il rosso.
“Perché ci evita?”
“Herm non ci evita, sai che Harry non ama essere al centro dell’attenzione”
“Vuole sempre stare da solo” sospirò l’amica tristemente.
“Lo so, gliel’ho fatto notare e sai cosa mi ha risposto? Tranquillo Ron Voldemort è morto, cosa vuoi che mi succeda?”
I tre serpentelli si guardarono pensando la medesima cosa e Draco sussultò. A quanto pareva da quei discorsi sussurrati, Harry Potter non avrebbe raggiunto i suoi amici e quella notizia, se possibile, lo gettò maggiormente nello sconforto più totale. L’unico motivo che lo aveva spinto a soprassedere a quel tormento era che, più o meno di sfuggita, avrebbe potuto ammirare il bel grifone sollevare lo sguardo speranza al cielo ed immaginare quali desideri avrebbe espresso. Invece nulla di tutto ciò, su quella cazzo di torre c’erano tutti, tranne l’unico che avrebbe desiderato che ci fosse veramente.
“Io me ne vado” esclamò Malfoy sempre più accigliato.
“Dra mi dispiace non credevo che avrebbe tirato buca” sussurrò Pansy il cui vero scopo quella sera era di far sedere i due cercatori vicini e aiutare l’amico a far il primo approccio.
“Resta magari arriva più tardi” aveva sussurrato Blaise con un tono sinceramente dispiaciuto.
“Ragazzi non se ne parla, mi sta venendo il nervoso oltre all’emicrania che già ho. Scusatemi, divertitevi anche per me, ma qui non ci resisto. Io me ne vado” ripetè ad alta voce, voltandosi di scatto e scontrandosi con qualcuno che arrivava dalla parte opposta.
“E dove te ne vai così di fretta Malfoy?” chiese Harry all’improvviso ammutolendolo mentre lo aiutava a rialzarsi da terra dove, nello scontro, erano finiti entrambi.
“Via da qui” sussurrò il biondino imbarazzato pulendosi il mantello.
“Non ti piacciono le stelle cadenti?” chiese il moro sorridente.
“Sì, cioé no, diciamo forse. Ma qui come si fa? C’è un tale frastuono”
Harry sospirò e guardatosi intorno esclamò “Concordo, infatti me la sto squagliando anch’io, se ti va pot..” ma prima che potesse aggiungere altro Ron urlò “Harry, sei venuto, meno male” e lo rapì scoccando a Draco uno sguardo interrogativo.
Il bel serpeverde maledì tutta la famiglia Weasley e le loro generazioni future. Se non avesse interrotto il moretto magari, con un’ampia dose di fortuna, ci sarebbe scappato un invito. Poteva aver sognato od essere solo frutto della sua fantasia galoppante di diciassettenne innamorato, ma era quasi certo che Harry lo stesse invitando davvero da qualche parte.
“Weasley guastafeste” sibilò Pansy lanciando uno sguardo a Blaise il quale fece spallucce a dire “Questa è sfiga”
I due ragazzi sapevano quanto Draco fosse partito per la tangente per il bel Potter. Specialmente da quando finita la guerra, il biondo aveva dato libero sfogo al proprio cuore concedendosi il lusso di affezionarsi a qualcuno. Quel qualcuno era l’innarrivabile e assai richiesto salvatore del mondo magico e non solo.
Draco in un primo momento aveva cercato in ogni modo di rifiutare quel sentimento che ogni giorno diventava più forte e totalitario.
Com’era possibile? Lui, Draco Malfoy, si era innamorato di Harry Potter. La cosa rasentava l’incredibile oltre che il surreale. Va bene essergli riconoscenti per averti reintegrato nella comunità magica ed aver testimoniato in tuo favore al processo per la morte di Silente. D’accordo che non solo ha salvato il culo a te, a tua madre, ai tuoi amici più cari ed a tutto il mondo magico liberandovi dal flagello dell’oscuro signore. Ok che avete smesso di insultarvi da tempo e delle volte riuscite anche a parlare civilmente, ma di certo questo non bastava a giustificare lo scombussolamento interiore che con il passare dei mesi era diventato un vero tifone emozionale.
Draco fece un profondo respiro, si sentiva a disagio, non aveva mai provato nulla del genere per nessuno ed il fatto che adesso stesse provando quei sentimenti per Harry, non lo aiutava a sentirsi meglio anzi, peggiorava notevolmente il suo stato d’animo. Non si era mai sentito tanto vulnerabile.
“Ragazzi io vado” sussurrò lanciando ai due amici uno sguardo che diceva “Devo scappare da qui, perdonatemi” e senza lasciar loro modo di replicare a passo svelto si diresse verso la porta e giù per le scale.
Solo a fine scalinata il biondo si sedette sui gradini ed ansimante si portò una mano al cuore. Perché doveva fare tanto male? Perché non riusciva a trovare il coraggio di dirglielo? Perché proprio lui con tutti i ragazzi presenti ad Hogwarts? Con quei pensieri tristi che gli rimbombavano per la testa non sentì i passi concitati di qualcuno scendere le scale di corsa. Quando questo qualcuno trovò sul suo cammino una figura immobile, tentò invano di evitarla cadendogli comunque rovinosamente addosso. La forte botta alla schiena fece realizzare a Draco che la posizione scelta, per meditare sulla propria situazione, non fosse delle migliori. Lentamente si rimise a sedere e si voltò trovandosi nuovamente faccia a faccia con il grifone.
“Ciao, dev’essere un vizio allora. Io e te in piedi non si riesce proprio a stare”
Draco annuì ebete.
“Dove stavi correndo? Tra un po’ mi ammazzo per raggiungerti” gli chiese sedendoglisi accanto.
“Via da questa torre, troppa confusione ricordi?” rispose il biondo cercando di non sembrare troppo compiaciuto per quel “..mi ammazzo per raggiungerti”
Il moro annuì e ricordato che stavano parlando ma erano stati interrotti bruscamente, si affrettò a dire “Scusa per prima, Ron delle volte dimentica le buone maniere”
“Tranquillo, ci sono abituato. Per Weasley sarò sempre quello da guardare con sospetto”
“No lo sai che..” provò a dire Harry ma l’altro alzò una mano e disse “Non è un problema davvero. Mi spiace solo non aver capito cosa mi stavi dicendo” aggiunse racimolando una briciola di coraggio residua.
“Ti va di venire in un posto con me? Da lassù si possono vedere le stelle perfettamente e non c’è nessuno che possa disturbare” domandò il moro a bruciapelo stupendolo.
“Dove?” chiese Draco a cui sembrava brutto rispondere senza esitazioni un “E me lo chiedi? Certo che si”
“La collina dietro Hogwarts”
“E come ci vuoi arrivare? E’ buio e…”
“Volando” rispose Harry regalandogli un sorriso smagliante “Allora che fai, vieni o mi lasci là da solo?” domandò alzandosi e porgendogli la mano per fare altrettanto.
Draco finse di pensarci, si issò accettando l’invito e rispose “Vengo, devo però andare a prendere la mia scopa”
“Tranquillo useremo la mia, ci regge benissimo entrambi” e detto questo gli fece cenno di seguirlo.
Draco cercò di frenare il proprio cuore quando pochi minuti dopo il moro gli afferrò le mani e se le strinse all’addome urlando a seguire un imperativo “REGGITI MALFOY”
“MERLINO POTTER, MA CHE FRETTA HAI?” gli urlò aggrappandosi forte a lui per non ribaltarsi all’indietro, inconsapevole che l’altro stesse sorridendo soddisfatto. Sfrecciarono verso l’alto, avvolti dalle tenebre e raggiunsero in men che non si dica il loro osservatorio occasionale.
“Arrivati” sussurrò Harry atterrando lentamente per dar modo al biondo di sedare il capogiro “Tutto ok?” gli chiese dolcemente sentendo le braccia ancora strette intorno al proprio corpo.
“Diamine, tu sei pazzo” ansò Draco “Come ci riesci? Non si vede niente”
“Adoro volare al buio, è una sensazione fantastica” sospirò “Mi esalta l’idea di non sapere bene dove sto andando”
“Che fossi un ragazzo confuso l’avevo capito da me, non avevo intuito che avessi anche manie suicide” esclamò il biondo sganciandosi finalmente mentre il moro smontava dalla scopa.
Harry rise di gusto attirando l’attenzione del suo compagno che rimase senza parole una volta che si spostò liberandogli la visuale “Ooohhhh” ansimò aprendosi in un dolce sorriso. Le luci dell’intero castello si riflettevano sul lago e sui primi alberi della foresta proibita offrendo una vista impareggiabile, forse anche dovuta a quella stellata senza luna che faceva loro compagnia.
“Dove ci mettiamo?” domandò Draco ancora rapito.
“Dove vuoi, guarda quanto spazio” rispose Harry indicando attorno a loro.
“Per terra?” chiese il biondo incredulo.
“No in piedi”
“Non è un po’ scomodo?” chiese innocentemente il serpeverde.
“Era una battuta Malfoy, certo che lo è. Ovvio per terra e dove se no?”
“Ma c’è umido, ci bagneremo tutti i vestiti”
Il moro sbuffò, si frugò nelle tasche e rispose “Sei fortunato principino” e all’istante reingrandì un plaid che stese poco distante. Draco si accomodò e chiese malizioso “Giri sempre con un plaid nelle tasche? Non ti facevo così organizzato”
“Niente incontri amorosi al chiar di luna, giuro. Pensavo solo che mi sarebbe potuto servire più tardi, così l’ho portato”
“Più tardi quando? Aspetti qualcuno?” chiese Draco nascondendo a fatica il proprio disappunto.
“Malfoy non ho nessun appuntamento galante, fidati. Se l’avessi avuto di certo non ti invitavo a fare da terzo incomodo. Le cose a tre non fanno per me e poi non mi piace avere spettatori in certi momenti”
Il biondino fece un verso strozzato e schiarendosi la voce mormorò “Quali momenti Potter?”
Harry ringraziò che non si vedesse il rossore sulle sue guance e spiegò “Delle volte dormo fuori e così una coperta può servire”
“Fuori?”
“Si Malfoy, fuori, all’aria aperta”
“Oh”
“Oh che?”
“Non sapevo ti dessi al campeggio”
Harry scoppiò a ridere di gusto “Niente campeggio, mi piace venire qui a pensare”
Draco ricambiò il sorriso e si limitò a sussurrare “Capisco”
“Che dici iniziamo ad esprimere i nostri desideri?” domandò il moro sedendogli accanto.
“Non dirmi che credi a questa stupida credenza babbana?”
“Perché tu no?” domandò Potter sdraiandosi ed iniziando ad osservare la volta celeste.
“Non tanto” sussurrò imitandolo “Non hanno mai funzionato” rispose seriamente facendo voltare il moro verso di sé.
“Non dimi che..?”
“Si Potter ho espresso anch’io dei desideri. Chi nel vedere quelle lontane scie luminose, non si è ritrovato ad esprimere un desiderio, legandolo ad un fenomeno celeste così rapido e suggestivo? Mi spiace però distruggerti un mito, sono tutte stronzate perché come ben saprai solo una fantasia popolare le ha definite “stelle che cadono”, ma il termine è quanto mai scorretto. Le scie luminose che vediamo nel cielo non possono essere “stelle” in caduta libera, poiché le stelle, come il nostro sole del resto, sono corpi enormi e caldissimi, composti principalmente da idrogeno ed elio, che terminano le loro lunghissime vite, all’incirca di miliardi di anni, esplodendo o spegnedosi in modo più o meno burrascoso” snocciolò tutto d’un fiato il serpeverde.
Harry lo fissò basito, dopodichè ignorando completamente quel delirio sulle stelle e il loro modo di morire, chiese serafico “Che desideri hai espresso che non si sono avverati?”
Draco deglutì nervosamente e divagò “Certo è vero che osservando questo fenomeno viene subito in mente una “stella morente”, e forse è proprio per questo che gli uomini vorrebbero che portasse con sé, nel suo ultimo viaggio, un desiderio da lasciare chissà dove”
“Malfoy ti ho chiesto quali desideri hai espresso che non si sono avverati?” ridomandò il moro sollevandosi sul gomito ed appoggiando la testa al palmo della mano.
Draco rideglutì nervosamente e con lo sguardo fisso a quell’immensa distesa di puntini luminosi, continuò “Le stelle cadenti in realtà sono meteore, questo è il nome corretto, sono oggetti innocui per la Terra perché, in ogni caso, non riescono a raggiungere la superficie terrestre, ma si disgregano già negli starti più alti dell'atmosfera, a circa 90-120 km dal suolo. Le loro code luminose sono prodotte dall'evaporazione nell'atmosfera di piccole particelle di roccia, ghiaccio o polvere.. lo sapevi?”
“Perché qualcosa mi fa intuire che tu non voglia parlare dei tuoi desideri?” domandò Harry seccato da quel comportamento.
“Non capisco cosa te lo faccia credere” riuscì a farfugliare l’altro.
“Ma forse perché mi stai scodellando addosso una lezione sulle stelle, degna della professoressa Sinistra di cui al momento, sinceramente, non me ne potrebbe fregar di meno”
“Volevo solo aumentare la tua cultura Potter, pardonne-moi” sussurrò Draco portandosi le braccia al petto.
“Perché sei così reticente sui tuoi desideri?” richiese il moro tornando alla carica.
“Perché ti interessa tanto sapere quali siano?” domandò a sua volta il biondo voltandosi finalmente a guardarlo. Sebbene fossero circondati dal buio più assoluto, riusciva a scorgere gli occhi del grifone spiccare sul suo volto.
“Oh andiamo Draco non ti ho chiesto niente di così tragico, quante storie che fai” sbuffò Harry risdraiandosi dandogli tranquillamente del tu.
“Forse per te non lo è, ma per me è molto imbarazzante parlare dei miei desideri” confessò Malfoy che ringraziò tutti i santi che conosceva che il buio celasse il suo disagio.
“Di cosa hai paura che ti pigli per il culo?” sussurrò appena il grifone.
“Peggio, che tu mi compatisca” rispose il serpentello che sospirando aggiunse “Accidenti Harry, dimmi almeno perché dovrei raccontarteli?”
Senza stupirsi di essersi sentito chiamare per nome, in fondo il loro rapporto era andato migliorando pian piano, il moro rispose “Pensavo fosse una buona idea per conoscerci un po’ meglio. Un desiderio è un sogno, qualcosa che si brama ardentemente, qualcosa di bello. Ho pensato che se ci dicessimo i nostri desideri sarebbe un po’ come aprire il nostro cuore e permettere all’altro di capire meglio chi siamo e cosa vogliamo. Tutto qui”
“Tutto qui? hai detto niente” sussurrò Malfoy che fece l’ennesimo sospiro profondo.
“Se non te la senti lasciamo stare, non volevo metterti in difficoltà” esclamò l’altro.
Passarono altri minuti in cui il silenzio sembrava pesare più di un macigno, poi all’improvviso Draco raccontò “Per anni l’unico desiderio che ho espresso vedendo una stella cadere, era che mio padre tornasse ad essere l’uomo premuroso ed affettuoso che conoscevo da bambino. Vedevo quella scia luminosa sfrecciare ed imploravo con tutto me stesso che restasse a casa con me, che mi abbracciasse e mi parlasse come faceva tanto tempo fa, invece di andarsene a notte fonda, avvolto nel suo mantello nero a perseguire gli ideali corrotti di un pazzo assassino. Ma come ben sai, questi desideri non sono stati esauditi”
“Non sei responsabile delle scelte che ha fatto tuo padre” sussurrò Harry “Non devi sentirti in colpa per i suoi sbagli”
“Delle volte mi dicevo che non avevo desiderato abbastanza intensamente, ma anche quando l’ho fatto, non ha funzionato lo stesso. Mia madre è caduta lo stesso in depressione dopo la morte di mio padre ed io ho rischiato di perdere anche lei quest’estate”
“Mi dispiace, ho saputo” riuscì solo a replicare Harry. Tutti avevano scoperto del tentato suicidio di Narcissa Malfoy, in quanto la Gazzetta del Profeta non si era fatta scappare l’occasione di sbandierarlo ai quattro venti. Ma sentirselo raccontare da lui faceva tutto un altro effetto.
“Ora sta meglio, ma la paura che ci riprovi non se ne va mai. L’ansia che questa volta non arriverò in tempo per aiutarla, è sempre con me” ammise Draco ed un silenzio innaturale cadde fra di loro. Harry non sapeva cosa dirgli, avrebbe voluto abbracciarlo e confortarlo ma la sola idea di come avrebbe potuto reagire lo pietrificò e gli impedì di fare qualsiasi cosa. Solo un paio di minuti dopo il biondo trovò il coraggio e la forza per chiedere “E i tuoi, si sono avverati tutti?”
“Non tutti” rispose svelto Harry sollevato dal fatto che avesse ancora voglia di parlare “Il primo e forse il più importante si esaudì al mio undicesimo compleanno. Quando Hagrid mi rivelò di essere un mago. Non sai quante volte avevo espresso il desiderio di poter sparire da Privet Drive e cambiare vita”
“Provvidenziale l’arrivo del mezzogigante” ironizzò il serpentello cercando di stemperare l’atmosfera alquanto tesa e tendente al depresso che si era venuta a creare.
“Parecchio direi, quasi divino dal mio punto di vista”
Draco sorrise ed asserì “Non dev’essere stato facile vivere con loro tutti quegli anni?”
“No, non lo è stato, non mi sono mai sentito tanto solo e di peso come quando stavo con loro”
“La solitudine è una brutta cosa, è ciò che temo di più. Invecchiare ed essere solo nel farlo”
Harry si voltò di nuovo a fissarlo, Malfoy si stava davvero aprendo e mai come in quel preciso momento lo sentiva tanto simile a sé. La consapevolezza di ciò, gli fece strisciare un brivido lungo tutta la colonna vertebrale.
“Eccola” esclamò all’improvviso il biondino indicando una scia veloce schizzare verso destra. Harry la intravide solo con la coda dell’occhio.
“Esprimi un desiderio” gli suggerì immediatamente il moro.
L’altro annuì e partì in quarta “Desidero…”
“Aspetta non dirlo, altrimenti non si avvera”
“Che cagata” insorse il biondo “Non dirmi che ho anche un tempo stabilito per esprimerlo o non varrà comunque?”
“Questo non lo so, ma perché rischiare dicendolo ad alta voce. E poi se te lo tieni per te puoi esprimere ciò che vuoi, anche le cose più piccanti” ridacchiò tornando a guardare il cielo.
Draco aprì la bocca per replicare, ma la richiuse subito quando gli venne in mente il desiderio che effettivamente avrebbe voluto esprimere. Silenzioso pensò “Desidero che mi baci, grazie”
“Fatto?” chiese Harry.
“Si, speriamo che almeno questo si avveri” disse schiarendosi la voce.
“Dagli tempo, comunque anch’io ne ho espresso uno, mentre pensavi è caduta un'altra stella”
“Dove?”
“Là” indicò Harry avvicinandosi per indicargli un punto sulla sinistra, sopra le loro teste “Se siamo fortunati ne vedremo altre”
“Non centra la fortuna, le stelle cadenti si possono osservare durante tutto l'anno con una media di circa una per ogni quarto d'ora. Il nostro pianeta subisce un bombardamento incessante da parte di questi piccoli oggetti. Da calcoli fatti pare che ne cadano ogni giorno una quantità pari a 400 tonnellate” spiegò il biondo che vedendolo sollevarsi nuovamente a scrutarlo minaccioso borbottò massaggiandosi le braccia “Va bene la pianto, che palle però non si può neanche parlare. E che diamine conosci due parole “stella” e “cadente” credimi esiste anche dell’altro”
Harry scoppiò a ridere di gusto e solo qualche istante dopo, vedendolo strofinarsi le braccia, chiese “Non dirmi che hai freddo?”
“Si Potter ho freddo, delle volte capita quando si è sdraiati su di un prato, in piena notte, con un umidità che rasenta il mille per mille” replicò sarcastico continuando a massaggiarsi.
“Paura di rovinarti la pettinatura furetto?” ironizzò il grifone slacciandosi il mantello.
“Di certo tu non hai di questi problemi sfregiato, hai un cespuglio al posto dei capelli” stette al gioco Draco che rimase sbalordito quando Harry coprì entrambi con il proprio mantello dicendo “Non vorrei che il principino mi si raffreddasse”
“Grazie” sussurrò il serpeverde chiudendo gli occhi nel sentire l’odore di Harry su di sé.
“Prego” fu la replica del moro che involontariamente sfiorò una mano dell’altro ma si guardò bene dall’allontanarsi per non rifarlo.
Draco sentì le dita di Harry toccare seppur impercettibilmente le proprie e percepì distintamente una scarica di adrenalina attraversargli tutto il corpo. In quel momento non poteva fregargliene di meno dell’umidità e dei suoi capelli, ci fosse stata anche una bufera di neve, se Harry fosse restato lì per terra in eterno, lui sarebbe rimasto accanto a lui. Li avrebbero trovati mummificati mille anni dopo, ma lui sarebbe stato ancora accanto a lui. Merlino com’era felice in quel momento.
Doveva essere stata l’euforia del momento a gasarlo perchè di slancio chiese “Quale altro desiderio ti si è avverato?”
Il moro fece un profondo respiro e rispose “Solo uno, riuscire a sconfiggere Voldemort e sopravvivere decentemente”
“Che significa?”
“Significa che temevo di restare mutilato, rimanere cieco, diventare pazzo o qualcosa del genere, invece l’unica cosa che mi ha lasciato, oltre alla cicatrice sulla fronte, è questa” e senza esitare afferrò la mano di Draco e se la portò sino alla scapola destra, scese di un paio di centimetri verso il basso e continuando a tracciare una linea ben precisa arrivò sino all’altezza del costato.
Sebbene la mano di Draco stesse accarezzando la camicia del grifone, tremò nel ripercorrere la ferita e solo quando Harry si fermò, una spanna e mezza più in basso, osò domandare “Fa male?”
“Delle volte si, ma è più il ricordo di come me l’ha inferta che la ferita in sé”
“E’ brutta?” balbettò.
“Almeno non è a zig zag come l’altra e poi non si vede. Nessuno sa della sua esistenza, nemmeno Ron ed Hermione. E questo è solo un bene”
Draco si sentì onorato che avesse condiviso con lui una cosa tanto importante, ma non riuscì comunque ad impedirsi di chiedere “Perché non gliel’hai detto?”
“Perché già mi trattano come un bambino bisognoso di cure, figurati se sapessero che quasi ogni notte rivivo la battaglia nei miei sogni, mi sveglio di soprassalto madido di sudore e con la ferita che mi fa un male cane” confessò accorgendosi solo in quel istante che ancora stringeva la mano del serpeverde nella propria.
“E’ per questo che ti isoli così spesso, che non vuoi nessuno tra i piedi?”
“Tu come lo sai?” gli domandò sorpreso mollando la presa.
“Ti osservo Harry, me ne sono accorto da un po’ che te ne scappi appena puoi e comunque stasera ne ho avuto conferma da Weasley che ne parlava con la Granger”
“Vengo spesso qui, mi aiuta a rilassarmi ed a pensare” ammise.
“Dovresti venirci con qualcuno, parlare fa bene” asserì Draco senza ponderare quella risposta.
“Buono a sapersi Malfoy, allora quando sarò un po’ giù ti verrò a chiamare per fare due chiacchiere”
“Anche quattro Potter, non è poi così noioso ascoltarti” replicò l’altro trattenendosi dall’esultare per l’affermazione.
Entrambi scoppiarono a ridere ed all’unisono volgendo lo sguardo al cielo urlarono “UN'ALTRA”
“Desidero che mi tocchi ancora, prima è stato bellissimo” pensò Draco immediatamente.
“Desidero stare calmo e non rovinare tutto” espresse invece Harry che poco dopo chiese “Conosci le tre s per esprimere i desideri Malfoy?”
“No”
“Si dice che la prima stella e quindi il primo desiderio debba riguardare la Salute, la seconda i Soldi e la terza stella il Sesso. Tu quale dei tre hai espresso?”
“Nessuno anche perché la mia salute è di ferro, i soldi non sono di certo un problema e il sesso bhè, modestamente non mi lamento” replicò l’altro fingendosi rilassato.
“Accidenti, ti chiamerò il ragazzo che non doveva chiedere mai. Ma bada bene caro il mio stallone, prima o poi incontrerai una che ti farà perdere la testa e allora saranno solo cavoli tuoi”
“Uno vorrai dire” lo corresse schiarendosi la voce.
“Ma dai? Non l’avrei mai detto” sussurrò Harry sorpreso ma più che felice di quella rivelazione.
“Che t’aspettavi che girassi in minigonna e sculettassi per i corridoi?”
Harry sghignazzò ma non rispose.
“Potter depravato, cosa stai immaginando?” insorse l’altro.
“Non posso dirtelo” farfugliò il moro che si guadagnò più di un pizzicotto nel costato mentre il biondo imprecava “I Malfoy non fanno di queste cose Potter, che non ti venga in mente neanche di pensarle”
“Scusa, perdonami è che l’immagine di te in reggicalze, calze nere e tacchi alti si è intrufolata da sola nella mia testa ed era parecchio esilarante”
“Sarà più esilarante per me prenderti a sberle, credimi”
Harry richiese scusa di nuovo e dopo un paio di profondi sospiri con cui cercò di riprendere possesso delle proprie risate, chiese “E sentiamo, per chi batte il tuo cuoricino serpeverde?”
Draco venne travolto da un capogiro, per fortuna che era già sdraiato, altrimenti sarebbe finito gambe all’aria per l’emozione “Come?”
“C’è un lui speciale nella tua vita?” domandò il moro sfacciato.
“Da quando sei diventato così indiscreto e spudorato?” gli domandò scioccato.
“E va bene quid pro quod Malfoy, cosa vuoi sapere del sottoscritto?” chiese a sua volta intuendo che l’altro non voleva solo parlare di sé.
“Tutto Potter”
“Bhè non c’è molto da sapere più di quanto già non abbiano scritto i giornali. Sono un libro aperto per tutto il mondo magico” sospirò rassegnato.
“Intendevo tutto quello che gli altri non sanno”
“Rispetto a cosa alla mia vita privata? Bhè che dire, non frequento nessuno al momento, ho avuto una storia con..”
“La Weasley, lo so” sbuffò seccato. Aveva invidiato quella sciacquetta per tempo immemore, maledicendo la sua lingua che ogni due per due era avvinghiata a quella di Harry.
“Già, ma nessuno sa che a parte qualche bacio ed un’unica volta, noi non.. bhè hai capito no?”
“No, mi stai dicendo che te la sei fatta una volta sola e poi l’hai lasciata?” disse incredulo che il grifone potesse comportarsi in modo tipicamente serpeverde.
“Che delicatezza! No signor sensibilità, ti sto dicendo che dopo averlo fatto la prima volta, ho capito che non era quello che volevo veramente”
“Un fiasco vero? Bhè che ti aspettavi da una Weasley, anche tu non potevi scegliere di meglio?”
“Draco” sospirò il moro esasperato “Ginny è stata fantastica, non sono in discussione le sue abilità amatorie, ma le mie preferenze sessuali” confessò subito dopo ammutolendolo.
“Mi stai dicendo che..” balbettò.
“Si Malfoy, ti sto dicendo che se Virginia si fosse chiamata Virgin, sarebbe stato molto meglio”
“Che scoop Potter” sorrise compiaciuto “E questa cosuccia è segreta?”
“Abbastanza, in pochi lo sanno. Non amo che si parli di me” rispose l’altro.
Draco fece un profondo respiro, sapeva che il grifone odiava essere l’argomento preferito su cui sparlare in sala grande e di certo quella rivelazione sarebbe passata di bocca in bocca in pochi secondi, deliziando l’intera scuola e tediandolo con commenti e battutine fuori luogo. Non che l’omosessualità in sé facesse scalpore, almeno non nel mondo magico, la verità era che riguardando Harry Potter anche il cambio di occhiali avrebbe generato un’insurrezione scolastica. In effetti era seccante quest’estenuante interessamento maniacale che tutti avevano nei suoi confronti “Parecchio seccante” pensò Malfoy venendo attraversato da un guizzo di gelosia insopportabile.
“Potrei ricattarti Potter, ora che lo so!” esclamò scherzando voltandosi per osservare la sua espressione preoccupata ma contrariamente a quanto aveva pensato, il bel cercatore scosse la testa e facendogli perdere la sua euforia momentanea, gentilmente richiese “Parlami di questo lui, che tipo è?”
Il biondo boccheggiò.
“Andiamo Malfoy, prometto che se mi dirai di esserti innamorato di Neville, non riderò”
“Paciock?! Stai scherzando spero?”
Harry rise e lo spintonò ritrovandosi più vicino di quel che credeva.
“Non c’è un lui” sussurrò Draco imbarazzato “C’è solo l’idea e la speranza di questo lui” aggiunse con il cuore in pianta stabile nella propria gola.
“Accidenti è così inavvicinabile?”
“Abbastanza” ammise il serpentello dandosi mentalmente dell’idiota per essere entrato in discorsi tanto personali.
“Non sarà un professore?”
Draco fece una faccia disgustata e scosse svelto la testa per cercare di scacciare, il prima possibile, l’immagine agghiacciante di Piton, Vitious, Hagrid o Ruf impegnati in atteggiamenti intimi “Merlino no” esclamò deciso “Ti prego, non conosco nessun professore che sia tanto riservato ed educato quanto interessante ed eccitante” sospirò subito dopo quasi impercettibilmente.
“Chi è questo pazzo che rifiuta il celeberrimo principe delle serpi, il solo e l’unico Draco Lucius Malfoy?” chiese sarcastico il moretto intuendo però dal silenzio perpetrato del biondino che la battuta, forse, non era stata accolta molto bene “Scusa, non volevo offenderti. Mi sembra così strano che tu non riesca ad avere ciò che vuoi”
“Non lo sa” confessò l’altro “Non mi sono mai dichiarato”
“Mai?”
“Mai, nemmeno per scherzo”
“E perché?”
“Perché so che mi risponderà di no, siamo molto diversi e.. STELLA” urlò riuscendo a coinvolgere anche il grifone in quella veduta.
“Desiderio” sussurrò Harry che svelto espresse “Fa che sia io, fa che voglia me, non chiedo altro”
“Desidero te stupido grifone rimbambito, possibile che non te ne accorga. Desidero Harry Potter con tutto il mio cuore.. e non solo” formulò invece Draco che sempre più a disagio visto che ormai era in ballo, domandò “Secondo te cosa dovrei fare, confessargli quello che provo?”
“Si, credo che dovresti” rispose l’altro.
“Non è così semplice mettere a nudo i propri sentimenti, sei vulnerabile quando lo fai” ammise facendo l’ennesimo sospiro.
“Vero, ma credo sia necessario se non vuoi restare in eterno con il dubbio che forse avrebbe anche potuto corrisponderti” replicò dolcemente aggiungendo “I corvonero sono persone intelligenti, sono certo che capirà che sei sincero e saprà sopportare quel tuo brutto carattere”
“Vero, ma purtroppo non è un corvonero” confessò il biondo.
“Escluderei anche Serpeverde hai detto che è una persona riservata ed educata” esclamò il moretto giulivo guadagnandosi l’ennesimo pizzicotto al fianco.
“Spiritoso, comunque non avrei problemi a dichiararmi ad uno della mia casa” ci tenne a precisare Draco “Ovvio che non sia una serpe, chi mai potrebbe dirmi di no?!” aggiunse quasi seccato alla sola idea.
“Bhè un tassorosso non avrebbe mai la forza di rifiutarti, temerebbe troppo di prendersi due sberle” ridacchiò Harry che si zittì quando alla sua sinistra qualcuno sibilò seccato “Potrei mai innamorarmi di un tassorosso, Potter?”
“Innamorarti?” chiese svelto Harry sorpreso che i sentimenti del biondino fossero tanto profondi “Oh cavolo” esclamò subito dopo intuendo quale fosse la casa non ancora nominata, mentre il cuore perdeva un battito.
“Già, voi grifoni siete pericolosi e maledettamente irraggiungibili” confermò il serpeverde.
Il cercatore rosso oro si ammutolì all’istante, una strana sensazione di gioia mista a paura lo invase. Possibile che Draco si fosse innamorato di un grifondoro, ma chi? Il solo pensiero che forse sarebbe potuto esserci lui al centro dei pensieri di Malfoy gli fece provare un’emozione di pura felicità, ma la quasi certezza che purtroppo non fosse così, visti i loro trascorsi, lo riportò con i piedi per terra a chiedersi chi diamine fosse questo maledetto. Harry iniziò a scandagliare tutti i ragazzi del settimo anno, poi in panico si ricordò di un paio del sesto che non erano niente male e che sembravano più grandi della loro età. Rabbrividì nel pensare che fosse proprio uno di loro “Non sarà Ritchie Coote?” balbettò voltandosi a guardarlo.
“No” sospirò Draco.
“Jimmy Peakes?”
“No” risospirò l’altro “Sono dei pivelli, sii serio”
“Seamus?”
“Gli irlandesi non fanno per me”
“Dean?”
“Troppo chiassoso”
“Cielo Ron?” ipotizzò con il batticuore.
“Per favore” sbuffò fingendo d’impiccarsi.
“Neville hai detto di no” mormorò “Non sarà quello stronzo di McLaggen?”
“Qual è il tuo problema?” sbottò Draco disturbato che non ci arrivasse o che peggio, stesse fingendo di farlo.
“Nessuno, sono solo curioso, vorrei saperlo” replicò duro “Vorrei chiedergli come diavolo ha fatto”
“A fare cosa Potter?” ringhiò il biondo esasperato.
“A rubarti il cuore visto che.. che.. io ci provò da mesi senza esserci riuscito” confessò cambiando subito tono e tornando a guardare il cielo sopra di loro.
Draco spalancò la bocca e sussultò “Tu cosa?” sospirò tremante spostando di scatto il mantello che li copriva. Miracolosamente un’ondata di calore lo aveva invaso, facendolo sudare.
“Mi piaci Draco, da un po’ e so che può sembrare assurdo ma è così, non ci posso fare nulla”
“Scherzi?”
Harry scosse la testa e voltandosi finalmente a fissarlo disse “Mi piace tutto di te anche quando fai il saccente so tutto e ti schifi a sederti su di un prato. Adoro il tuo sarcasmo, il tuo fingere indifferenza. Mi piace il tuo viso che sa stupirmi illuminandosi all’improvviso per delle sciocchezze, il tono della tua voce che sa essere dolce e profonda, la tua pelle delicata che profuma di sandalo. Delle volte ti osservo di nascosto e mi ritrovo ad invidiare Blaise o Pansy che possono starti accanto liberamente senza dover rendere conto a nessuno. Piacerebbe molto anche a me poterlo fare, senza preoccuparmi degli sguardi indagatori di chi non sa e soprattutto non vuol sapere o capire. Non chiedermi come sono arrivato a questo punto, pian piano ho provato sentimenti sempre più forti, ma sono felice che sia accaduto anche se tu non li ricambierai”
“Pot..” provò a dire il biondo scioccato da cotanta dichiarazione.
“STELLA” gridò Harry interrompendolo “Devo esprimere un desiderio”
Draco non riusciva a parlare, tutto stava accadendo talmente in fretta che non aveva avuto modo di rassicurarlo e dirgli che provava le stesse cose. Fece per prendere la parola ma il moro per la prima volta espresse ad alta voce il suo desiderio “Desidero baciare Draco, desidero che mi ricambi e non mi schiaffeggi quando tra poco lo farò sdraiare nuovamente su questo plaid e delicatamente poserò le mie labbra sulle sue”
“Merlino” ansimò il diretto interessato quando Harry riabbassò lo sguardo “Dici sul serio?”
L’altro annuì e gli fece cenno di avvicinarsi.
Draco balbettò qualcosa ma riafferrato il mantello si risdraiò coprendo entrambi.
“Non ci posso credere” disse voltandosi verso Harry che sistematosi su di un fianco per osservarlo meglio, con totale reverenza gli spostò una ciocca di capelli che ribelle gli era scivolata davanti agli occhi.
“Non ci posso credere” ripetè il bel serpeverde con la voce tremante dall’emozione.
“A cosa non puoi credere?” sussurrò il moro accarezzandogli il viso e scendendo a lambirgli la fronte con le labbra.
Draco chiuse gli occhi, era più bello farsi accarezzare così, sentire solo all’ultimo dove si stava posando quella bocca che aveva sognato tante di quelle volte da conoscerla quasi a memoria.
“Non posso credere che tu voglia proprio me” sussurrò infine dopo che le labbra del grifondoro si erano posate delicatamente sulle proprie palpebre, sulla punta del naso, poi sugli zigomi ed infine precedute da un sensuale “Credici” avevano trovato pace sopra alle proprie.
Le mani di Draco si chiusero automaticamente intorno al corpo di Harry che lentamente era scivolato in parte sopra di lui. Cominciarono ad accarezzarlo possessivamente scatenando nel moro un desiderio assai più pressante di approfondire il loro contatto. La lingua del moro si fece strada nella bocca di Draco che vi diede libero accesso, iniziando a giocare maliziosamente con quella del padrone di casa il quale, si guardò bene dal rifiutare un tale invito.
Solo quando entrambi furono in un esasperato debito di ossigeno, si separarono ed ansimanti si guardarono.
“Wow, non mi hai picchiato” ansò Harry sorpreso “Credevo che lo avresti fatto” rincarò rubandogli l’ennesimo bacio a stampo.
“Tu non hai ancora capito un cazzo vero Potter?” imprecò Draco che lo vide posargli un dito sulle labbra e dire “Ho capito che qualsiasi cosa sia accaduta qui ora, è stata fantastica. E mi piacerebbe tanto ripetere l’esperienza”
“Idiota, certo che ripeteremo l’esperienza perché sei tu il grifondoro di cui mi sono innamorato, quello che mi sta facendo letteralmente impazzire. Il solo e l’unico che voglio accanto a me”
Harry fece il suo miglior sguardo stupito ed esclamò “No davvero?”
“Si dav… hey aspetta un secondo tu lo sapevi, tu lurido grifone bugiardo, tu hai finto di..” insorse venendo coinvolto nuovamente in un bacio mozzafiato.
“Come hai fatto?” sussurrò Malfoy avvinghiandosi di più a lui.
“Mi era venuto un piccolo sospetto quando ti ho confessato i miei sentimenti, il fatto che non sbraitassi era rincuorante e così ho ascoltato i tuoi desideri” confessò il moretto stringendolo ancora di più e mordendogli l’incavo del collo.
“Ma come… Merlino aahh.. come ci sei riuscito? Li ho solo pensati e… oohhh siii Harry continua” ansimò.
“Ti ho letto il pensiero, ero troppo curioso di sapere cosa avessi espresso”
“TU COSA?” imprecò Malfoy “MA COME TI SEI PERMESSO?” gridò imbarazzato mentre gli saliva a cavalcioni.
“Davvero vorresti che ti toccassi ancora?” gli chiese invece l’altro ammutolendolo di nuovo per qualche secondo “Si Harry, lo desidero tanto e vorrei anche molto altro ma non credo che.. cioè che tu.. Merlino che vergogna” ansimò spostando lo sguardo da quello speranza della sua nemesi.
“Una cosa alla volta vuoi?” domandò voltandogli dolcemente il viso perché lo fissasse ancora “Pian piano Draco, io non ho fretta, voglio godermi ogni istante con te” sussurrò salendo ad accarezzargli un fianco e facendolo rabbrividire di piacere “Per ora mi accontento di sfinirti di baci e quando lo vorrai anche tu, magari passare ad altro”
“Voglio chiederti una cosa” ansimò il biondino pregando che non smettesse di torturargli la schiena con quei grattini fantastici.
“Dimmi”
“Cos’è questa? Una scopata e via?” domandò staccandosi a fatica da quelle labbra sensuali che ora ne aveva la certezza erano state create per dargli il tormento “Tutto questo è solo il preludio per finire a rotolarci su questo plaid più tardi e poi tanti saluti?”
Il moro lo fissò sorpreso ma non rispose.
“Ho bisogno di saperlo perché se così fosse” esitò deglutendo a fatica, si capiva che gli pesava dire quella cosa “Se così fosse Harry, vorrei che ci fermassimo qui”
“Draco pensi davvero che stia facendo tutto questo solo per portarti a letto?” chiese il grifone interrompendo immediatamente quello che stava facendo.
Il biondo non rispose scivolò di lato, tornandogli accanto e prese a tormentare il mantello che li copriva.
“Tu sei convinto che voglia usarti e poi gettarti via”
“I nostri trascorsi non lasciano molto adito a..”
“Come puoi pensare questo di me, credevo mi conoscessi?” lo freddò interrompendolo.
“Io non ti conosco affatto” sussurrò Malfoy a disagio.
“Credi che sia una persona rancorosa e vendicativa? Pensi davvero che potrei baciarti in quel modo solo per farti credere qualcosa che non è? Che saprei scoparti e poi scordarmi di te come se niente fosse?”
Il biondo tacque, si stava dando mentalmente dell’idiota. Era riuscito a rovinare tutto in una manciata di secondi ma era stato più forte di lui, doveva accertarsi che Harry non stesse mentendo, che non lo stesse prendendo in giro. Non sarebbe riuscito a sopportarlo. Non di nuovo.
“Le persone cambiano Draco e tu sei cambiato. A me è bastato questo per avvicinarmi a te, mi è bastato guardarti negli occhi per capire che eri diverso e che mi sarebbe piaciuto averti accanto”
“Avvicinarti a me, certo” sospirò rannicchiandosi.
“Non ti capisco” sbottò Harry alzandosi di scatto “Ti ho appena fatto una dichiarazione alquanto palese, che senza ombra di dubbio lascia ad intendere che mi piaci e anche molto, di cosa hai paura? Che siano tutte palle?” urlò iniziando a camminare avanti ed indietro nervosamente.
“Voglio tornare al castello” esclamò Draco rimettendosi in piedi. Quello scatto rabbioso non gli era piaciuto.
“No, non puoi dirmi una cosa del genere e volertene andare. Non voglio che finisca così, ancor prima di iniziare. Ti prego spiegami, dove ho sbagliato? Cosa ho detto che ti ha offeso o anche solo fatto pensare che voglia approfittarmi di te?” replicò d’impulso afferrandolo alle braccia.
“Lasciami Harry” balbettò il biondino sorpreso da tanta irruenza.
“Draco per favore” lo implorò l’altro.
“E’ che mi piaci così tanto, non sopporterei che dopo.. finisse tutto” confessò strattonando la presa.
“Dopo cosa?”
“DOPO AVERMI PORTATO A LETTO!” gridò “E’ già successo Harry, non sarebbe la prima volta. Ho sofferto come un cane scoprendo che ero stato solo uno sfizio, un bel trofeo da esibire agli amici. Non voglio che accada anche con te, tu mi piaci davvero, sei un grifondoro lo so ma io…”
“Chi è stato?”
“Lascia perdere” sussurrò rimpicciolendo con un colpo di bacchetta il plaid del grifone.
“Dimmelo”
“Non è importante” disse porgendogli la piccola coperta trasfigurata e il mantello che li aveva coperti sino a poco prima.
“Sì che lo è, se ti fa soffrire così” disse dolcemente Harry ma senza ottenere la reazione sperata.
“Portami al castello, per favore”
“Draco”
“POTTER PORTAMI AD HOGWARTS CAZZO” urlò deciso.
Harry non fiatò, afferrò la sua firebolt e aspettò che il biondo si accomodasse dietro di lui e si stringesse per non cadere, dopodichè spiccò il volo. Pochi minuti dopo, avendo volato più lentamente, atterrò dinanzi al grosso portone.
“Grazie” fu l’unica parola che Draco pronunciò.
“Aspetta ti prego, non potrei mai farti una cosa del genere. Credimi” gli disse cercando di fargli percepire quanto fosse sincero.
“Devo andare Potter, ne parliamo un'altra volta” sussurrò il serpeverde incamminandosi verso i sotterranei.
“Siamo tornati a Potter dunque?” gli chiese dispiaciuto poco prima che lo vedesse sparire dietro l’angolo della scala.
Draco non replicò, si arrestò solo un istante e poi riprese a camminare. Harry non potè notarlo ma le gote del biondino erano umide a causa di lacrime silenziose che le avevano bagnate. Mogio il moro tornò nella sua sala comune e ringraziò che fossero ancora tutti alla torre di Astronomia almeno avrebbe evitato di dover inventare una balla per quell’espressione delusa. Svelto si diresse in camera propria e si buttò sul letto. Era scioccato, fino a pochi minuti prima era abbracciato al ragazzo che amava ed ora non sapeva neanche se avrebbe mai più potuto farlo. Ma come era stato possibile arrivare a quel punto?
Draco dal canto suo non era di umore migliore, aveva girovagato per i corridoi sino a rintanarsi nell’aula di pozioni a far esaurire tutte le lacrime, non voleva rientrare nella sala comune e dover dare spiegazioni. Amava Harry, lo amava con tutto il cuore, ma aveva anche paura. Una fottuta paura di sentirsi nuovamente dire “Cielo Malfoy, non credevo fossi tanto bravo. Bhè buon per me, ne è valsa sicuramente la pena frequentarti un po’ di nascosto. Decisamente la miglior scopata degli ultimi tre anni. Quasi mi spiace che finisca qua”
“Stronzo” si ritrovò a sibilare al buio seduto al suo banco mentre la testa iniziava a pulsargli inesorabilmente “Bastardo” aggiunse ricordandosi perfettamente cosa gli aveva detto dinanzi al suo volto scioccato e stupito “Via Malfoy non dirmi che hai creduto veramente che fossi interessato a te? Eri una sfida notevole, il principe delle serpi, il tanto osannato Draco Malfoy, non potevo farmi scappare l’occasione di averti e di annoverarti tra le mie conquiste”
“No certo, perché mai avresti dovuto sorprendermi” sussurrò il biondino appoggiando la testa al proprio banco “Si parla tanto della lealtà e della sincerità di voi grifondoro ma poi..” soffiò sbattendo il pugno sul tavolo “Che idiota sono stato” sibilò tremante di rabbia mentre gli tornarono alla mente le ultime parole scambiate allora, le stesse che gli avevano fatto instillare il dubbio della buona fede di Harry “Un grifondoro non potrà mai amare sinceramente un serpeverde, avremo sempre un secondo fine per avvicinarvi e starvi accanto, e credimi, il sesso con te, è un motivo più che valido per farlo”
Draco imprecò per l’ennesima volta contro il grifone e se ne tornò in camera propria. Aveva solo voglia di stendersi e non pensare a niente e nessuno, specialmente ad un certo moretto di sua conoscenza.
L’indomani Harry si svegliò ben deciso a chiarire con il serpeverde. Non avrebbe permesso a qualche stronzo, di cui ignorava l’identità, di rovinare tutto. Svelto si fece una doccia, si vestì e scese a fare colazione, ignorando i moniti degli amici che gli intimavano di aspettarli.
In sala grande Harry trovò solo Hermione già seduta al tavolo, le si accomodò accanto e la salutò.
“Buongiorno a te Harry, dormito bene?”
“Non tanto” rispose lui versandosi del caffè nero.
“Tutto a posto ieri sera, non ti abbiamo più rivisto alla torre?” chiese lei cercando di ignorare quella risposta ambigua.
“Si più o meno” rispose vago.
“Sicuro di star bene Harry, mi sembri preoccupato?” domandò gentilmente Hermione chiudendo il libro di Astronomia che stava leggendo.
Era inutile mentirle, Hermione era una ragazza molto perspicace e avrebbe comunque scoperto tutto. Pertanto Harry decise di dirle la verità o almeno parte di essa.
“Herm ieri sera ero con qualcuno”
“Chi?” chiese lei sorpresa.
“Una persona a cui tengo e..”
“Harry mi stai dicendo che stai con qualcuno?” arrossì la bella mora aprendosi in un dolce sorriso.
“No, ti sto dicendo che mi sarebbe tanto piaciuto che fosse andata così ma purtroppo non è stato possibile”
L’amica lo esortò a spiegarsi meglio ed il moro le raccontò quanto accaduto, tralasciando però di rivelarle chi fosse quel compagno di una notte.
“Accidenti mi spiace, bisognerebbe scoprire chi è stato a fargli una bastardata del genere”
“L’ho perso secondo te?”
“No Harry non credo, se davvero ti ama come dice, non può dimenticarti tanto facilmente. Di sicuro ha parecchi dubbi, ma chi non li avrebbe al posto suo”
“Come può credere che gli farei una cosa simile? Accidenti, proprio io” soffiò il moro lasciandosi scappare un’imprecazione nello stesso momento in cui Draco, in tutta la sua algida bellezza, entrò in sala grande. Il suo trattenere il fiato e spostare lo sguardo non passò inosservato ad Hermione che una manciata di secondi dopo chiese “E’ Malfoy?”
“Come lo sai?”
“Sei sbiancato quando l’hai visto ed hai trattenuto il fiato al suo passaggio. Ti deve piacere davvero tanto, se riesce a farti quest’effetto”
“Herm, sentissi quanto sono morbide le sue labbra, la sua pelle profuma di sandalo e..”
“Harry non immagini quanto io sia felice per te. Finalmente sei uscito da quell’apatia in cui ti nascondevi. Finalmente ricominci a vivere” gli sorrise venendo ricambiata.
“Mi piacerebbe che fosse andato tutto per il meglio, invece sono qui a chiedermi perché devo pagare il prezzo di uno stronzo che neanche conosco. Chi può avergli fatto una cosa simile?”
“Harry, non ti ha detto niente di questa persona?”
“No”
“Non ricordi nulla?”
Il moro cercò di fare mente locale poi rispose “Diceva che era già successo e che non era la prima volta, che aveva sofferto immensamente nello scoprire che era stato solo uno sfizio, un trofeo di cui vantarsi”
“Questo me l’hai già detto che altro?”
“Herm non mi ricordo, diceva solo questo che non voleva che finisse dopo essere stati a letto insieme”
“Nessun commento sulle case, che sò un piccolo indizio?”
Harry scosse la testa poi, pensandoci su, asserì “Aspetta stava dicendo qualcosa sul fatto che era conscio che fossi un grifondoro, come se fosse proibito stare con me, però poi si è interrotto perché gli ho chiesto chi era stato”
“E lui?”
“Ha detto di riportarlo a scuola”
Hermione meditò qualche istante poi azzardò “Harry e se fosse stato un grifone a trattarlo così?”
“Non è possibile, chi mai potrebbe fare una cosa del genere. Non è nella nostra natura essere così bastardi, senza contare che Draco non starebbe mai con uno più piccolo di lui e del settimo anno siamo in pochi, me escluso, dubito che…” ma proprio in quell’istante arrivarono al tavolo Ron seguito a ruota da Seamus, Dean e Neville.
“Simpatico, potevi anche aspettarci” esclamò il rosso sedendosi accanto al suo migliore amico.
“Scusate avevo fame” rispose Harry lanciando uno sguardo al tavolo dei serpeverde al quale, saltava all’occhio un Draco Malfoy taciturno e stranamente con gli occhi velati di tristezza.
“Che guardi?” chiese Seamus sporgendosi “Ah Malfoy” asserì tornando a guardare il cercatore.
“No ero solo in fissa” mentì Harry neanche tanto bene.
“Che ha che non va?” domandò Neville notando lo strano comportamento del biondo.
“Non lo so” sospirò Harry ritornando a fissarlo.
“Lascialo perdere” disse Ron addentando un saccottino alla crema “Avrà le palle girate” farfugliò sputacchiando pezzettini di brioche un po’ ovunque.
“Ragazzi che umore, avevo visto quella faccia depressa solo dopo quella scopata memorabile di qualche mese fa. Chissà chi se l’è fatto stavolta” disse Dean attirando lo sguardo basito dei suoi compagni.
“Quale scopata?” domandò Harry assottigliando lo sguardo.
“Non guardatemi, a me l’hanno solo raccontata. Pare che Malfoy ci sappia fare parecchio” ridacchiò Thomas.
“Ma parli di quella che ci hai raccontato quella sera nel dormitorio?” domandò Neville facendosi aria con la mano. Solo a ripensarci gli andavano a fuoco le guance. Il ragazzo alla sua destra annuì compiaciuto mentre Ron e Seamus non tentarono di nascondere risolini concordi.
“Dean di quale cazzo di scopata stai parlando?” ringhiò il moro con tanta rabbia repressa che l’amico perse il sorriso beffardo e spiegò immediatamente “Oliver Baston, un sei mesi fa. Finita la guerra lui e Malfoy si sono frequentati per un po’ di nascosto. Si vedevano per lo più a Hogsmeade quando Oliver riusciva a sganciarsi dai doveri di portiere dei Puddlemere United. Non so molto, a parte che una sera è riuscito a portarselo a letto e poi l’ha scaricato. Malfoy non l’ha presa benissimo. Non so se ricordi com’era nervoso ad inizio anno” sputò in un sol fiato.
“Oliver e Malfoy” quasi si strozzò Ron iniziando a tossire come un forsennato “Cielo, mi fa ancora strano pensarci”
“Cosa ci vedi di tanto strano?” domandò secco Harry assottigliando lo sguardo, gli rugava parecchio che il suo migliore amico fosse tanto ottuso e ancora legato a vecchi screzi del passato.
“E’ un serpeverde Harry e Oliver un grifondoro, ecco cosa ci vedo di strano”
“Per favore” sbottò il cercatore scuotendo la testa.
L’amico fece per ribattere ma l’affermazione di Finnegan attirò tutta l’attenzione possibile “Bhè con tutte le cattiverie che ha fatto, questa volta è toccata a lui”
Harry fece per scattare ma Hermione lo anticipò afferrandolo ad un braccio “Siediti e respira” gli sussurrò impercettibilmente poi voltandosi verso l’irlandese esclamò decisa “Seamus, renditi conto di quello che hai appena detto, Malfoy si sarà anche comportato male in passato ma è da tempo che ha dimostrato di essere un altro. O forse ti sei scordato che ti ha salvato la vita durante la battaglia finale? Nessuno merita di essere trattato così, nemmeno lui”
“Herm scusa, non..”
“Scusa un cazzo” esclamò Harry furente sbattendo le mani sul tavolo. Il consiglio dell’amica non era stato poi preso alla lettera “Oliver è uno stronzo e voi pure se pensate che sia divertente quello che ha fatto” sibilò alzandosi di scatto.
“Harry dove vai?” gli urlò Ron scioccato da quella reazione.
Il moro non rispose, ne diede ad intendere che avrebbe dato una spiegazione a chicchessia. Determinato si diresse al tavolo delle serpi e giunto dinanzi a Draco disse “Ho bisogno di parlarti”
“Non ora Potter, ho da fare” fu la risposta del biondino che continuò ad imburrarsi una fetta biscottata.
“Ora Draco, è importante” disse lanciando uno sguardo a Pansy e Blaise i quali, essendo stati messi al corrente dal loro amico di quanto accaduto la sera prima, dispiaciuti fecero spallucce a dire “Ci dispiace, ma non l’ha presa bene quella volta”
“Dopo” sibilò il biondo sollevando lo sguardo e perdendosi in quello furioso del moro “Che hai?” gli chiese svelto notando il suo cattivo umore.
“E’ stato Oliver vero?” domandò Harry pietrificandolo.
Draco non rispose, rimase immobile a fissarlo deglutendo a salivazione azzerata.
“E’ stato Baston” rincarò il cercatore rosso oro appoggiando le mani al tavolo.
“Non so di cosa parli” sussurrò Malfoy a cui una pugnalata in pieno petto avrebbe fatto meno male.
“Vuoi punirmi per qualcosa che ha fatto quello stronzo, senza nemmeno lasciarmi modo di dimostrarti che non tutti i grifondoro sono dei pezzi di merda” gli disse senza mai distogliere lo sguardo da quello argento del bel serpeverde.
“Non ti voglio punire, ho solo paura” riuscì a confessare Draco alzandosi “Non puoi condannarmi per questo”
“Non puoi aver paura di me” gli disse accorato il bel grifone il quale, fregandosene dei bisbigli che avevano iniziato a serpeggiare per la sala, continuò “Sono diverso e tu lo sai”
“Sì che posso e non puoi biasimarmi se lo faccio ed ora scusami ma devo andare a lezione” rispose afferrando la propria borsa dei libri e dirigendosi fuori dalla sala grande.
“Cosa vuoi che faccia Draco?” gli urlò Harry “Dimmelo e lo farò”
Il serpeverde si bloccò a metà strada tra il proprio tavolo e l’uscita. Tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di lui e su Potter che lentamente si era avvicinato.
“Voglio che mi lasci in pace” disse voltandosi a guardarlo con aria di sfida.
“Non credo sia possibile, mi piaci troppo per poterlo fare” rispose il grifone facendo sollevare un ooohhhh sorpreso dai tavoli vicini.
“E’ un problema tuo” sibilò il serpeverde indietreggiando verso la porta.
“No, è un problema nostro” replicò l’altro seguendolo.
“Come l’hai scoperto?” chiese Draco a bruciapelo ignorando gli sguardi curiosi degli studenti più vicini a loro.
“Non è importante”
“Sì che lo è, ne avete parlato a colazione?” Harry non rispose, non voleva che pensasse che avessero riso di lui “Dimmelo Potter, chi cazzo te lo ha detto?”
“Non è come pensi, Dean ha spiegato perché secondo lui fossi così triste”
“Certo posso immaginare, ha tralasciato i dettagli piccanti o ti ha raccontato anche quelli?” chiese duro. Harry si limitò a negare ma Draco scosse la testa. Sapeva perfettamente come poteva essere andata. Furente guardò schifato gli amici del moro i quali, imbarazzati e colpevoli, distolsero immediatamente lo sguardo da lui fingendo di fare chissà cosa. Il gesto venne frainteso, il biondo si avvicinò al loro tavolo e sibilò “Mi fate pena, non avete neanche le palle di guardarmi negli occhi dopo avermi preso per il culo”
“Non è andata proprio così” si affrettò a dire Ron mentre Neville annuiva dispiaciuto.
“Ci dispiace” sussurrò Dean sentendosi una vera merda.
“Non mi serve la vostra compassione” ringhiò il serpeverde.
“Non volevamo, noi..” balbettò Seamus.
“Fottetevi tutti quanti” fu la replica di Draco il quale, voltandosi verso Harry, strattonò la presa al suo braccio sussurrando “Men che meno la tua pietà” dopodichè corse fuori dalla sala.
Il moro scosse la testa incapace di inseguirlo. La voglia di corrergli dietro, abbracciarlo e stringerlo a sé era fortissima, ma era anche conscio che in quel momento il biondino non glielo avrebbe permesso e forse avrebbe solo peggiorato le cose fra loro.
“Harry ci dispiace” balbettò Neville vedendo l’amico pietrificato “Davvero”
“Sapete cosa mi urta di più?” chiese furente voltandosi di scatto verso gli amici che sobbalzarono per lo spavento “Che abbiate potuto ridere con Oliver di questa cosa. Se le parti fossero state invertite, cosa avreste pensato di Draco?”
“Che si era comportato di merda, da vero bastardo” mormorò Seamus abbassando lo sguardo.
“Merlino ragazzi, ci vedete qualcosa di diverso?”
“Harry, non sapevamo che Draco ti interessasse, noi..” balbettò Dean.
“Se anche non fosse stato così, trovate giusto infierire su di lui?”
“No certo” soffiò Ron “Però potevi dircelo”
“Cosa, che pian piano mi sono innamorato di lui? Perché avrei dovuto, l’avresti trovato strano giusto?”
“Harry..” sussurrò Hermione facendogli cenno di sedersi.
“Draco è fantastico, sto bene quando sono con lui e riesco ad essere me stesso. Ieri sera siamo stati benissimo, l’ho baciato e per un momento ho creduto che potessimo davvero iniziare qualcosa ma poi ho dovuto fare i conti con la bella pensata di Oliver ed ora non mi resta che scontare una colpa che non ho commesso” ringhiò risedendosi al tavolo.
“L’hai baciato?” ansimò Seamus scioccato.
“Si, l’ho baciato” ripetè Harry “Lo dite come se avessi pomiciato con Voldemort in persona”
Gli amici rabbrividirono e fecero smorfie agghiacciate “Non nominarlo” sussurrarono quasi in coro.
“Cos’è vi fa paura anche adesso che è morto? Dovrei essere io quello ad avere gli incubi, non voi” sibilò alzandosi.
“Harry ti prego, siamo tutti molto dispiaciuti” provò a dire Hermione ben consapevole che l’amico avesse più che ragione ad essere tanto furioso.
“Scusa Herm non ce l’ho con te, mi piacerebbe solo delle volte non dovermi giustificare o preoccupare dei sentimenti che provo. Ma forse è chiedere troppo, visto che neanche i miei amici fingono di cercare di capirmi. Vi fa così schifo che sia felice ragazzi?”
“Sai che non è così” sussurrò l’amica anticipando la risposta degli altri “Sappiamo cos’hai passato, eravamo accanto a te, ma delle volte è facile scordarsi che sei solo un diciassettenne come tutti gli altri. Desideroso di poter ridere, amare, gioire, arrabbiarti e soffrire come tutti gli adolescenti della tua età. E’ che sei così potente, così maturo per la tua età, che dimentichiamo che prima di essere il salvatore del mondo magico, sei e sarai sempre, solo il nostro Harry”
Lui la guardò riconoscente e senza dire nient’altro uscì dalla sala che, ammutolita dagli avvenimenti, aveva continuato a fare colazione.
Le ore di lezione passarono velocemente e presto si fece di nuovo buio. Harry non aveva visto Draco in nessuna delle classi che serpeverde e grifondoro avrebbero dovuto frequentare insieme e il biondo non si presentò né a pranzo, né a cena. Dispiaciuto di non aver potuto chiarire, il moro si dileguò non appena terminato di inghiottire qualche verdura bollita che era stata precedentemente spezzettata più volte nervosamente. Aveva lo stomaco sottosopra e non sarebbe riuscito a deglutire nient’altro. Si congedò dagli amici senza grosse spiegazioni, farfugliando un “Ci si vede più tardi” e senza dar loro modo di replicare sparì.
Svelto corse alla torre, afferrò la propria firebolt e uscì. Volare lo avrebbe rilassato o almeno così credeva, un’ora dopo, sentiva ancora che la tensione di quella estenuante giornata non se ne era minimamente andata. Decise di spingere la sua scopa un po’ più forte e lasciarsi sferzare il viso dall’aria pungente di quella primavera inoltrata. Volò senza sosta incontro ad una mezza luna che riusciva comunque a togliere il fiato, volò con il cuore colmo di rabbia per non essere riuscito a farsi credere da Draco e con la paura di aver perso l’unica persona con la quale la parola amore sembrava trovare la giusta connotazione. Senza neanche accorgersi, dopo un lungo volo radente sul lago, si ritrovò sulla collina dietro Hogwarts. Atterrò e si sedette a terra. Non sapeva cosa fare, come comportarsi con il biondino. Da un lato poteva capire la sua reazione, ma dall’altro trovava maledettamente ingiusto dover pagare per colpe che non aveva commesso. Fece un profondo sospiro e si sdraiò a guardare la volta celeste. Anche quella notte, la totale assenza di luci nei paraggi, eccetto forse per quel piccolo spicchio di luna in alto a destra, gli concedeva la possibilità di ammirare uno sfavillante spettacolo.
Harry rimase così, con lo sguardo fisso su quelle che aveva ribattezzato come le lentiggini di Dio, speranzoso di vederne una cadere. Ben presto fu accontentato. La scia luminosa, solcò la porzione di cielo proprio dinanzi ai suoi occhi, sorrise e con un tono accorato espresse “Desidero che mi creda e mi permetta di amarlo come merita”
Passarono solo pochi minuti durante i quali si udirono unicamente i sospiri del grifone mischiati al fruscio dell’erba mossa dal vento quando una nuova stella cadde, sfrecciando luminosa sulla sinistra. Harry fece l’ennesimo sospiro profondo ma giusto un secondo prima che potesse esprimere il secondo desiderio una voce lo anticipò “Desidero che mi perdoni per aver dubitato del suo amore”
Il moro scattò a sedere voltandosi, Draco era seduto un paio di metri più indietro e lo fissava dolcemente.
“Ciao, da quanto sei lì?”
“Un po’, ti ho visto arrivare e mi sono nascosto”
“Perché?” domandò alzandosi mentre l’altro faceva altrettanto.
“Non avevo voglia di affrontarti” confessò il serpentello.
“Stai bene?” gli chiese avvicinandosi.
“Si”
“E’ tutto il giorno che ti cerco, volevo scusarmi e dirti che non ti compatisco affatto” disse raggiungendolo.
“Non devi scusarti, devo farlo io. Non sei Baston, lo so”
“Mi dispiace” sussurrò il moro accarezzandogli il viso.
“Spiace più a me Harry, non volevo dirvi quelle cose ma..”
“Seamus e gli altri hanno esagerato, sono loro che si devono scusare con te”
“L’hanno fatto. Sono venuti nella nostra sala comune insieme a Blaise e Pansy e mi hanno chiesto scusa davanti a tutta la nostra casa. Per Weasley dev’essere stata la cosa più difficile che abbia mai fatto” spiegò afferrando la mano del grifone ed iniziando a baciargliela dolcemente.
“Davvero, quando?”
“Subito dopo cena” ridacchiò il serpeverde “Non potevo crederci, hanno farfugliato qualcosa sul tuo giudizio, sulla tua onestà, sull’amicizia che vi lega e mi hanno chiesto scusa”
“Che idioti, non mi hanno detto niente”
“Ci credo ti sei volatilizzato prima che potessero farlo”
“Ero un po’ teso, avevo bisogno di pensare e scaricare il nervoso accumulato” sussurrò stringendo il serpeverde a sé.
“Ci sei riuscito?”
“Finalmente sì” rispose sorridendogli.
“Per fortuna che sapevo dove cercarti” sussurrò Draco legandogli le braccia intorno al collo ed avvicinandosi a quella bocca invitante.
“Già, per fortuna” ripetè il moro.
“Harry?”
“Cosa?” sospirò fermo a scrutare come i tenui raggi lunari riflettevano il biondo dei capelli di Draco, rendendolo ancora più bello ed etereo.
“Cosa aspetti a baciarmi?”
“Il permesso” rispose sinceramente.
“Permesso accordato allora”
Il grifone sorrise e senza ulteriori esitazioni fece aderire le loro labbra che prima si mordicchiarono sensualmente e poi approfondirono quel contatto dando libero sfogo alle loro lingue di giocare a rincorrersi, trovarsi, e stuzzicarsi. Ben presto lo sfiorarsi diventò urgente e la voglia di sentirsi addosso divenne impellente, tanto che nella foga di dimostrarsi quanto, i due caddero a terra travolti dalla passione e da un desiderio bruciante di avere di più.
“Sei sicuro?” ansimò il grifone già parecchio eccitato “Io vorrei tanto ma se tu non te la senti”
“Zitto e baciami Harry, decido io cosa non mi va e tu, non fai parte della lista” fu la replica perentoria che ottenne.
“Merlino quanto ti desidero” balbettò il grifone tra un morso e l’altro.
“Dio così, è bellissimo” mormorò incoerentemente il biondino quando una mano del cercatore rosso oro scese a sfiorargli la coscia.
Solo quando furono a debito d’ossigeno e decisamente lanciati verso il punto di non ritorno, si separarono e Draco ansimò “Merda Harry”
“Cosa, che ho fatto?” gemette l’altro per il colpo al costato appena ricevuto.
“Il prato” sibilò Draco indicandosi.
“Non ce l’ho il plaid, mi spiace” mugugnò il moretto.
“Ma quale plaid Potter, ho pensato a qualcosa di più comodo” e detto questo si scansò e indicò ad una decina di metri da loro dove faceva bella mostra una tenda canadese a due posti.
“Una tenda?” disse sorpreso il moro “Pensavo volessi tornare al castello”
“Questa non è una tenda qualunque è LA tenda, prego vieni che ti faccio vedere”
Harry rimase scioccato, all’interno la canadese era molto più grande di quanto non apparisse da fuori. Era stata arredata con un comodo letto a baldacchino, tappeti e cuscini ovunque, un tavolo con diverse cose prelibate e poco distante una vasca idromassaggio per due incassata nel pavimento. Il sottile tessuto di cui era composta, di per sé sembrava non esistere perché i due ragazzi potevano tranquillamente scorgere l’immensa distesa di stelle che avevano ammirato sino a poco prima, con l’unica differenza che non percepivano sulla pelle ne il vento, ne quella fastidiosissima umidità primaverile. Harry si voltò a guardare Malfoy che facendo spallucce sussurrò angelicamente “Magia”
L’altro rise di gusto, lanciò il mantello, le scarpe e le calze poco distanti e si avvicinò sornione al serpeverde il quale, dopo aver fatto fare medesima fine ai propri indumenti, lo fissò provocante con due bicchieri di champagne in mano.
“A cosa brindiamo?” chiese Potter slacciandogli la camicia ed i pantaloni.
“Cosa suggerisci?” domandò a sua volta Draco passandogli i bicchieri e facendo altrettanto.
“A noi e a questa collina” sussurrò mentre languido lo vide continuare a liberarsi dei vestiti.
“Ai desideri che si avverano” propose invece il biondo afferrando i due calici e consentendogli di deliziarlo con il medesimo spettacolino provocante.
Harry annuì, afferrò il proprio calice e dopo averlo tintinnato contro quello dell’altro esclamò sensuale “Allora a noi, alla nostra collina, a quei fantastici boxer aderenti che indossi che a breve ti strapperò a morsi ed ai desideri che si avverano”
“Cin cin” fu la risposta di Malfoy che incrociò il braccio con quello del grifone e sorseggiò il prelibato spumante.
“Mmmhh” gemetté Draco nel sentire la mano di Harry accarezzargli abilmente la schiena nuda per poi risalire lentamente sul suo petto sino al braccio destro, che venne deliziato con sapienti grattini, dritto sino alla mano per afferrargli il calice e depositarlo sul tavolo li accanto.
“Grazie” sussurrò compiaciuto il biondo, notando come la sua erezione non fosse l’unica ad essersi già fatta viva.
“Prego, mi è giunta voce che sei bravo” gli sussurrò a fior di labbra strizzandogli l’occhio.
“Non immagini nemmeno quanto” sorrise il serpeverde saltandogli addosso e cingendo le gambe intorno alla vita di lui. Era bello poter scherzare con lui su di una cosa che lo aveva preoccupato tanto, ora ne aveva la certezza, con Harry sarebbe stato tutto diverso, era anche stato sciocco credere che non sarebbe andata così.
“Vuoi vedere?” gli chiese lascivo iniziando a mordicchiargli l’incavo del collo lasciando al suo passaggio una linea infuocata di morsetti e baci che fecero rabbrividire il bel grifondoro.
“Perché no, non ho impegni per questa sera e nemmeno per i prossimi cent’anni” rispose il moro coinvolgendolo in un bacio mozzafiato che li fece cadere entrambi sul letto, luogo che non rimase l’unico nel vederli sperimentare qualcosa di più intimo, ma che di sicuro li ospitò per le prime due ore buone.
Quella loro prima notte insieme fu davvero speciale, i momenti di pura passione durante i quali si amarono senza riserve, vennero intervallati con lunghe chiacchierate all’insegna della coccola e dei massaggi rilassanti, risate cristalline e giusto per non farsi mancare nulla, qualche altro desiderio provocante che entrambi si sacrificarono nel realizzare quella sera stessa.

  
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