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Autore: GiacomoAndrea    28/10/2012    1 recensioni
"Caroline indietreggiò. All’improvviso ebbe paura di un animale dello zoo. Il felino la guardava; la osservava con attenzione, proprio come la piccola aveva fatto con i pesci tropicali negli acquari un paio di ore prima. Cercò suo padre e lo vide seduto sulla panchina nel corridoio dello stabile con il telefono all’orecchio. La bambina prese coraggio e sostenne lo sguardo della tigre."
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Vieni, ti porto in un posto speciale» le disse suo padre mentre le tendeva la mano. Caroline stava osservando con attenzione il lento scappare di una lumaca dal suo destino e non diede molto conto alle parole del genitore. Qualche minuto di passeggio dopo, si trovò di fronte ad un enorme cancello, la cui parte superiore recava la scritta ‘ZOO’. Caroline ormai era grande, l’alfabeto lo aveva studiato l’anno prima e tentava ogni volta di spiegarlo invano a suo fratello minore Antoine. Dopo aver pagato, il padre le prese con delicatezza la mano sinistra e la portò nel suo posto preferito.

«Sai, è qui che il nonno mi portava sempre prima che partisse per non tornare più». Nonno Antoine era morto parecchio tempo prima che Caroline nascesse, addirittura prima che François conoscesse Julie, per poi sposarla e generare insieme a lei due splendidi figli dai capelli di un colore a metà tra il biondo e il rosso e gli occhi verde oceano.
«Ogni volta che tornavo qui mi stupivo. Notavo cose che non avevo mai notato e tutto questo grazie alle storie che mio padre mi raccontava». Tutte le volte che il papà parlava del nonno lo descriveva come un abile racconta storie, un uomo che sapeva come prenderti e come farti provare le emozioni più belle con la facilità con cui si respira.
Intanto che quel signore a lei tanto familiare le raccontava della sua infanzia, la giornata trascorreva e il secondo gelato della bambina era stato già finito da un pezzo. Dopo aver memorizzato il volo dei piccoli uccelli e analizzato ogni singolo movimento degli scimpanzé, la bambina si ritrovò davanti a una grande teca nel cui unico angolo in penombra sembrava esserci qualcosa. Mentre cercava di capire cosa si nascondesse, la mente viaggiò altrove, lontano da quel grande spazio fantastico che era lo “zoo dei ricordi” e si distrasse non udendo più con chiarezza le parole del padre.

‘BENGAL TIGER’; queste le due parole che recava un foglietto appiccicato con tanta precisione al vetro della casa innaturale dell’essere. Caroline non aveva ancora studiato inglese o qualunque lingua con cui fossero state scritte quelle due parole. Mentre il cervello spolverava vecchi ricordi per capire cosa fosse una ‘BENGAL’ o una ‘TIGER’, un serpente a strisce si mosse con velocità all’interno della teca, sotto la luce più vicina all’angolo nella semioscurità. Solo qualche secondo dopo Caroline capì che ciò che si era mosso era una coda; la coda arancione e nera di una tigre, uno degli animali più pericolosi al mondo. Ecco il perché del succo di fragola sul vetro che dava all’interno, non era succo, era sangue.

Caroline indietreggiò. All’improvviso ebbe paura di un animale dello zoo. Il felino la guardava; la osservava con attenzione, proprio come la piccola aveva fatto con i pesci tropicali negli acquari un paio di ore prima. Cercò suo padre e lo vide seduto sulla panchina nel corridoio dello stabile con il telefono all’orecchio. La bambina prese coraggio e sostenne lo sguardo della tigre.

Nacque un’intesa, un accordo che sembrava essere stato stipulato secoli prima. Un giuramento millenario che riprese vita dall’incontro del giallo e del verde degli occhi della tigre e di Caroline. La piccola conobbe l’universo in un secondo. Lesse i pensieri della tigre e involontariamente mimò con le labbra la parola ‘libertà’. Caroline era piccola, era una formichina insignificante nel mondo dei grandi e non poté fare niente per quell’affascinante animale
 
Qualche giorno dopo quel memorabile incontro tutti i quotidiani presentarono sulla prima pagina la foto di una vetrina rotta e una tigre accasciata sul pavimento in una pozza di sangue.
 
Caroline pianse per settimane.
 
Poi, a 7 anni, capì come andava il mondo.


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