Ora ti
riconosco
Lui, Matt era in ritardo…all’appuntamento con Jyou….Uno squillo sul
cellulare gli fece accelerare ancora di più le sue azioni. Prima di chiudere la
porta, lanciò uno sguardo alla finestra…il cielo nuvoloso, il vento che muoveva
i rami degli alberi…
Cosa
accadrebbe se non ci fosse luce?
Niente
di sbagliato, niente di giusto
Sorrise mentre
scendeva le scale, gli era tornata in mente quella canzone…
--
Lavò le ultime due tazze. Nel parco non si vedeva un’anima viva. Il
locale era vuoto…e il sergente Mononoke non c’era.
Cosa
accadrebbe se non ci fosse tempo? E…
…nessuna
ragione o rima…
Prese il suo libro e si sentì triste sedendosi a un tavolino del
bar….Aveva perso quel biglietto…chissà cosa le aveva scritto Matt…
Scosse il capo e si fece coraggio …aveva preso una decisione!!
Si mise a ridere come una scema.
Aveva iniziato a piovere. Una pioggerellina leggera, di quelle che
tradiscono la casalinga che accorgendosene fa una corsa per salvare i panni
appena stesi.
Il campanellino della porta,poi la richiamò al suo ruolo. Si alzò
in piedi e voltandosi sorrise amabilmente.
-Benvenuti…cosa posso fare per voi…?- chiese con gli occhi chiusi.
-Sora…-
La voce di Matt.
Joe si levò gli occhiali pulendosi le lenti appannate da quella pioggerellina.
Sora rimase impalata davanti al biondo. Lui invece si sentì
fragile…perché… pensò alla canzone che aveva scritto per lei, pensò che adesso
non aveva altre via d’uscita. La digiprescelta interruppe quel suo colloquio
mentale e si voltò furente verso Jyou, un lampo le passò negli occhi.
-Che significa?!-
Yamato non potè fare a meno di osservarla. Che le prendeva?
-Niente...io e Matt passavamo di qui… poi si è messo a piovere e ho
pensato di venire a trovare mia nonna.-
-Oh! Jyou! MI sarei aspettata una cosa simile da Yolei! Ma non da
te!!-
-perché cosa ha fatto scusa? Mi ha solo invitato in questo bar…-
Matt prese le difese dell’amico. –Mi da fastidio il fatto che si immischiano in
cose che non li riguardano!-
-Ma non abbiamo nulla. -Matt non completò la frase Sora lo
anticipò, sorprendendolo.
-Non abbiamo di cui parlare. Lo so. Anzi IO non ho niente da dirti.
Sia ben chiaro!- guardò negli occhi l’universitario, convinta di parole
date al vento. Era fredda come lo era stato lui quella famosa mattina. Matt
strinse i pugni avvolto dal suo cappotto era bagnato.
-Non ti preoccupare tanto martedì tolgo il disturbo! Potrai
finalmente vivere la vita che vuoi!E soprattutto con CHI vuoi!-
Aveva alzato il tono della voce, Joe si rese conto che forse aveva
peggiorato le cose…
-Ragazzi…!-voleva provare a farli ragionare...ma…
-La sto già vivendo!Grazie!Come te del resto!!- enfatizzò
sarcasticamente Sora, mentre calde lacrime le salivano agli occhi.
-Non sei, di certo, in condizione di rinfacciarmi qualcosa.- le disse con
gelo e ricalcando per bene la terza e la quarta parola della sua frase. –Bhe!Quindi…hai trovato
lavoro…!Complimenti!-
Sora lo fulminò.
-E tu hai una fidanzata! Complimenti anche a
te! In conclusione che diavolo ci fate qui? Volete un cappuccino?! O altrimenti
andatevene!- la gelosia aveva preso il sopravvento le tornò in mente quei due
stretti in un abbraccio. Quella visione la ferì tremendamente. Gli diede le
spalle, mentre nel negozio entravano due persone ignare di quei fatti. Yamato
si chiedeva come mai lei non avesse ancora compreso quello che provava. La
canzone allora…non aveva motivo di esistere. Insomma…perché era tutto così
complicato?E perché lui si girava così con lei?!
La prese per un braccio costringendola a guardarlo. Le gocce di
pioggia provenienti dal suo giubbotto le imbrattarono leggermente la mano. Fu
questione di secondi, quando le loro pupille si incontrarono e le parole, per
l’ennesima volta non rispecchiarono quello che stavano provando.
-è questo quello che vuoi?-il suo tono pacato fu come una
coltellata al cuore. -Vuoi che me ne vada?!- Sora non rispose.
Matt allora la scosse.-RISPONDIMI!- Implorò come un uomo ferito dal
tempo passato.
-…SI, si… SI…!!!- Sora nel mentre si liberò da quella stretta e
adesso cristalli di sale le rigavano il volto, era stanca di piangere. Con una
forza che non credeva di possedere, si asciugò quelle righe trasparenti e si
avvicinò verso la porta, aprendola. La maniglia era così gelata… o farse quel
freddo proveniva da lei? Fuori la pioggia aveva aumentato consistentemente la
sua discesa.
Matt subì quel duro colpo …in fondo era stato lui ad iniziare con
quel gioco e quelle scene da oscar. La fissò lungamente prima di andarsene.
I suoi occhi azzurri non erano in preda all’ira ,l’orgoglio non era
ferito… nelle sue iridi si leggeva solo una grande tristezza che non riusciva a
nascondere. Sembrava dirle, mentre faceva un passo dopo l’altro: -Così mi vuoi
fuori dalla tua vita…-
Non salutò prima di
andarsene, ma regalò un mezzo sorriso a quel posto imprimendolo bene dentro la
memoria.
Cosa
accadrebbe se tu dovessi decidere
che non mi vuoi qui accanto a te?
Jyou aveva sbagliato i
suoi calcoli. Si mise il camice e servì due tazze di caffè fumante in silenzio intanto
Sora andava nel retro del locale.
--
Dieci dicembre lunedì. Che non mi vuoi qui
nella tua vita?
Il silenzio.
In questo giorno ci colpisce l’immobilità dei nostri tre personaggi
chiave. Ma è così, ci sono dei giorni in cui il silenzio è il succo principale
è la descrizione di ciò che facciamo.
In un mondo che ci vuole sempre veloci e menefreghisti ogni tanto
arranchiamo. A volte ci mancano le forze per andare avanti. Ma, ma c’e sempre
un ma perché poi…qualcosa accade, qualcosa accade sempre.
Takero si vestì …non poteva ancora crederci che lui e Kari…sì,
stavano insieme! Sorrise come un pesce lesso prima di buttare uno sguardo alla
sua valigia, ai piedi del letto, pronta per un lungo viaggio. …Certo che
avrebbe potuto decidersi un po’ prima…
Ma in fondo solo quando stiamo per perdere una persona, o quando
l’abbiamo persa ci rendiamo conto di quanto era indispensabile nella nostra
vita.
Entrò nella spaziosa cucina non era andato a scuola….e Yamato
sarebbe venuto tra poco.
La luce quel giorno era cupa, l’inverno… si rispose
automaticamente.
Sua madre era lì ai fornelli; davanti a un libro di ricette.
-Cosa fai? E mi spieghi perché non sei a lavoro?!?- le chiese
curioso.
-Ho preso questo giorno di libertà!-
-Volevo preparare un bel pranzo per i miei due figli che stanno per
andar via…Potete anche chiamare qualcuno…non so…Taichi, Sora…Kari!- la donna
sorrise al figlio minore, poi riprese a sfogliare l’imponente libro. – Ancora
non riesco a crederci che domani non vi vedrò per tantissimo tempo…insomma
dall’ 11 dicembre fino al quattro-cinque febbraio…è un’eternità…- parlò con
tono triste per poi sorridere – Non so ancora come ha fatto il padre di Yusuke
a convincerci…anche se l’idea che ci sia la madre di Hiro e il padre di Joji mi
fa sentire più tranquilla, dovrete ascoltarli….! ACCIDENTI!!! Adesso che
rifletto un po’…sono quarantadue giorni!!- La signora Takaishi abbandonò lo
straccio che aveva in mano. –oh i miei bambini!- disse abbracciando
affettuosamente Takero.
–Mamma! Guarda che non sono proprio quarantadue giorni…torniamo a
Tokyo verso gli inizi di gennaio…! Sta tranquilla!!-
-T.k….- la madre lo guardò fisso negli occhi .- Mi raccomando
cercate di evitare alcolici, droghe, insomma cerca di stare sempre vicino a tuo
fratello!!-
-Mamma, ma che ti salta in mente?! Ti puoi fidare di me e di
Matt!--Oh i miei figli!- disse di nuovo ripetendo la scena di poco prima.
-Mi raccomando…mandatemi cartoline a volontà!!E chiamatemi…ogni
giorno e dopo ogni concerto…-
-Mamma…Non ti preoccupare o almeno aspetta che Matt sia qui per
fargliele anche a lui queste raccomandazione almeno non me le sorbisco da
solo!-
Takero sfuggì al colpetto leggero della madre sulla sua spalla.
Ridendo si avvicinò al suo digiterminal e scrisse un messaggio a Hikari.
Oggi, era l’ultimo giorno in cui potevano stare un po’ insieme. Gli
si strinse il cuore mentre sentiva i piccoli rumori che ripeteva l’apparecchio.
--
-Daisuke..io…-
-Non scusarti, non devi…tu sei felice…ti vedo…diversa…più lucente
che mai…oggi. –
Daisuke chiuse i suoi occhi in un sorriso durante il cambio
dell’ora. Hikari lo ringraziò di tutto cuore perché senza dirgli niente aveva
capito come stavano le cose.
-Tanto lo sapevo che sarebbe successo!! E poi quale occasione
migliore di una partenza?!-
Daisuke si mise a ridere, mentre dentro il cuore gli BRUCIAVA.
Già un’altra persona aveva provato quelle stesse identiche emozioni…come aveva
fatto a sottovalutare il soffrire per amore?
I suoi occhi si fermarono di nuovo sulla ragazza che amava.
Cosa
accadrebbe se tu dovessi decidere
che non mi vuoi qui accanto a te?
--
-Era ora che arrivasse la pausa pranzo… santo cielo… oggi l’ora
di matematica mi è sembrata interminabile!- a parlare era stata Yolei che si
stiracchiava e sbadigliava avvicinandosi al luogo dove i digiprescelti dell’ Odaiba School si
ritrovavano ormai da anni.
-Non so voi…ma io sono un po’ triste. Se penso che domani…- a
proferire quelle parole era stato Cody, incapace poi di continuare.
-A chi lo dici…- Taichi sussurrò quella frase e i suoi amici la
udirono.
Lo sguardo penetrante del digiprescelto non si può descrivere.
Yolei strinse la mano del suo Ken, che le ricambiò la stretta.
Daisuke sembrò sentire sulla propria pelle quel discorso. Izumi trattenne il
respiro e il suo pensiero corse verso Mimi… assurdo che quella ragazzina le
ritornasse in mente proprio in quel momento.
--
-Piove.-
Matt non potè osservare senza curiosità la scena che si
presentava nei suoi occhi, mentre l’immagine del fratello minore veniva riflessa
nella finestra della cucina di casa Takashi. Per un attimo i suoi problemi gli
sembravano circoscritti anche se il cuore sanguinava…
-Nancy passami il pane.-
Suo padre e sua madre, nella stessa stanza e per di più seduti a
tavola…da quanto tempo non li vedeva così? La sua famiglia… Il padre di Matt e
Takero, sorrise alla sua ex-moglie,mentre tagliava il pane. Nancy Takashi rise
di cuore.
-Non sei cambiato per niente Masataka!-
-Così pare Nancy…- borbottò per nulla infastidito il signor
Ishida.
-Sai Takero, dovremmo partire più spesso, se è questa la scena
che si preannuncia ogni volta ai nostri occhi!!- ironizzò Matt, sorridendo.
T.k. prese le bottiglie d’acqua dal frigorifero raggiungendo la
tavolata.- Sì è come un incrocio tra una commedia e un film dell’orrore.-
Masataka ridacchiò osservando con orgoglio i suoi due figli.
L’una e mezzo di una giornata importante.
-Si…sono praticamente uguali a te…- sospirò la signora Takashi
soprappensiero.
-Ma hanno preso la bellezza della loro madre.- la corresse
l’uomo, a cui non era sfuggita quella frase.
-Ah! Certo ci mancava solo che diventiamo calvi come te, papà!-
esclamò sorridendo Takero che finalmente si sedeva a tavola di fianco al
fratello.
Matt non potè che ridere per quella frase e le risate
aumentarono di colpo quando il Masataka incominciò a borbottare come faceva di
solito.
-Figli ingrati!!- esclamò facendo finta di essere offeso.
-Ah...nel pomeriggio cosa fate?- chiese poi la madre.
Matt riempì il suo bicchiere con acqua. T.k. guardò di nuovo
verso la finestra.
-Bhe...andremo a trovare i nostri amici…- Matt si voltò verso il
fratello…
-Ehm…ehm…piuttosto… per quanto riguarda il viaggio…- esordì il
padre assumendo un’aria seria.
-Predica in arrivo!- esclamò il digiprescelto della speranza
mettendosi comodo sulla sedia e facendo ridere la madre.
oh oh va bene
prendiamo un attimo per respirare…
--
Sora si alzò stranamente in subbuglio. Yolei l’aveva chiamata e l’aveva
scongiurata di venire a casa sua alle cinque e mezzo in punto. Sapeva che la
ragazza dai capelli corvini tramava qualcosa. Si guardò allo specchio due paio
di occhiaie e gli occhi rossi e gonfi non la stupirono.
…come puoi saperlo, se
nemmeno ci provi…
--
-Grazie
Kari, ti voglio bene!!-
-Ciao Yo.- la ragazzina chiuse l’apparecchio
telefonico, sospirò quando i suoi occhi castani si fusero con quelli azzurri
del suo amore. Takero mise un braccio dietro la sua schiena, cingendola in
vita, stretta a lui. L’aria frizzantina
non li preoccupava affatto sotto il portone di casa Ishida.
-Fammi indovinare?- le disse con tono
ironico. –Era Yolei…-
Kari sorrise appoggiando il suo capo sulla
spalla di lui. –Si…continua…-
-E vuole che noi ci troviamo da una parte…per
festeggiare qualcosa?-
La digiprescelta della luce rise, quando
colse una nota di disappunto nella sua voce.
-Oh…accidenti…io volevo stare solo con
te…insomma…per la maggior parte del tempo.- aggiunse piccato. –Ecco…invece la mia
ragazza ride di gusto!-
Kari fermò la sua risata cristallina, si
strinse di più al ragazzo e una forte malinconia ritornò dentro di lei.
-Anch’io vorrei stare solo con te.
Specialmente se penso che domani parti.-
Takero se ne stette in silenzio, abbandonando
l’ironia di poco prima.
-Non ti preoccupare…noi resisteremo…nulla
può separarci neanche la lontananza.-
-T.k.- chiamò lei abbracciandolo di più.
-Noi resisteremo.- L’aria intorno si fece
improvvisamente pesante, mentre due cuori battevano allo stesso ritmo. In men
che non si dica Le labbra di Takero catturarono quelle di Hikari, suggellando
quella speranza con un dolcissimo bacio…
…tu sai che il buio ritorna sempre alla
luce…
--
Izumi consegnò un regalo a Matt Ishida. Lo
fece nel modo più semplice del mondo dopo che alle cinque si era presentato nel
suo appartamento.
-Ah…grazie…-
-È per la partenza! Sai...ho anche un
pensiero per Takero…- lo sguardo del digiprescelto dai capelli rossi si posò
sulla porta in legno della camera da letto. Matt sorrise. –è con Kari.-
Izumi sorrise felice.
-Ah, era ora!-
Matt annuì aprendo il frigo.
-Ti offro qualcosa Izzi?-
-No…ma che ne dici se andiamo a casa di
Yolei?-
-Per quale motivo?- Yamato chiuse la porta
del frigo, sospettoso.
-Dai…non mi dirai che vuoi passare il tuo
ultimo giorno a Odaiba contemplando il frigo..-
Matt osservò meglio il suo amico si sforzò
di sorridere, trasmettendo in quel modo la sua contrarietà. A dare maggiore
prova alla tesi si aggiunsero le parole.
-Preferisco stare qui Izumi.-
-Dai che ti costa?-
Matt ingoiò amaro. –Non voglio vederla
Izumi.-
-Ohh…- sbotto il giovane, spogliandosi un
po’ del ruolo che aveva sempre interpretato. Lui non era mai stato bravo con le
parole, ma doveva fare qualcosa. Era stanco.
-Non capisco davvero cosa aspetti ad andare
da lei, se proprio Sora alla fine ha scelto te. Secondo: Taichi ti ha
perdonato, sei il suo migliore amico, non riuscirebbe mai a stare arrabbiato
con te! –
-Izzy…perdonami…-
La mano di Matt sulla sua spalla lo bloccò.
Il giovane dai capelli rossi lo abbracciò.
In fondo…non era in gradi di capirlo…
- E va bene!!-
Ohhoh…that’s right
--
-Davis!-
Il ragazzo dai capelli castani si volto
sorpreso dalla voce che lo aveva chiamato.
–Ah! Takero.- esclamò poco dopo, mentre sentiva
il suo cuore cadere a pezzi.
-Ciao…- aggiunse poi il digiprescelto della
speranza avvicinandosi.
-Dov’è la tua Kari?- chiese invece l’altro,
innocentemente.
Takero arrossì. –Da Yolei…io sto prendendo
una cosa per Matt…-
Daisuke si passò una mano dietro il collo.
–Si…anch’io stavo andando da lei…- I suoi occhi per un momento sembrarono
lanciare sguardi di rabbia verso T.k., poi la sua mente e il suo cuore si
calmarono. L’aveva sempre saputo.
-Ecco io e Kari…- cominciò il ragazzo dai
capelli biondi impacciato.
-Lo so già.- Degli occhi azzurri
interrogativi si posarono su di lui. – Si… insomma l’ho capito.- Chissà perché
gli venne da sorridere nel vedere il respiro di sollievo del suo amico-nemico.
-Trattamela bene.- aggiunse piano per non
sembrare troppo romantico o il solito scemo ed ignoto di un di quei triangoli
dei film.
-Lo farò…ma dal momento che parto
domani…promettimi che le starai vicino… ovvio non troppo, non come al tuo
solito…-
Daisuke arrossì, sapeva che Hikari sotto San
Valentino si dava malata o scappava via
ogni volta che arrivava lui.
-Io?- chiese comunque tradendo una certa
emozione.
-Sì… sei l’unico di cui mi fido.-
Daisuke non seppe spiegare la profonda
amicizia che in quel momento sentiva. La fiducia…il sentirsi responsabile…
Takero gli battè una mano sulla schiena sorridendo.
Davis sdrammatizzò.
-Non dirmi che anche tu stai diventando un
senza-spina-dorsale come Ken, vero? Mielosi a livelli esagerati quei due…!-
--
Kari guardò soddisfatta le decorazioni che
aveva appena appeso. Sorrise nel vedere Ken che spostava la scala rassegnato,
mentre Yolei, come un sergente, gli dava ordini scanditi da battiti di ciglia.
-Finirai per farmi cadere Miya…se non ti
decidi…-
La digiprescelta dai folti capelli viola scrutò
ancora la decorazione, anzi l’enorme striscione che aveva in mano il suo
ragazzo.
-E che…forse è meglio metterlo sopra la
tavola…Si! Ottima Idea! Ken scendi e mettilo qui!!- esclamò trionfante come lo
era stata poco prima, trattando lo stesso argomento.
Kari affiancò l’amica. –Non essere troppo
nervosa…- le disse tirandola su di morale.
Yolei sorrise prima di andare a controllare
se le due torte stavano ancora nel frigo.
-Scusa ma chi vuoi che le tocchi li
dentro?!- chiese ridendo Hikari vedendola in preda al panico malgrado la
rassicurazione di poco prima.
Ken stava scendendo dalla scala e guardava
trionfante lo striscione due in uno, Yolei in preda all’esaurimento, aveva in
quelle ore incollato due messaggi . Un “ Buon Compleanno! ” invadeva il salone.
Miyako nel pomeriggio era anche riuscita ad ottenere la casa tutta per se.
Il campanello poi, congelò le azioni di
tutti.
Kari si precipitò alla porta, sperando che
fosse Takero, rimase paralizzata nel vedere Sora. Yolei raggiunse l’amica,
dandole manforte.
-Sora, cara! Capiti a proposito!- la
digiprescelta ringrazio l’ampio ingresso della sua casa obbligato per
raggiungere le varie stanze tra le quali il salone. –Va a questa rosticceria-
le diede un foglio di carta-…vedi che ho ordinato delle pizzette e altre cose,
che noceranno gravemente al nostro stomaco, va con Kari…! Bene! Ciao a più
tardi!- detto questo spinse fuori Kari agguantò il suo cappotto, glielo diede e
chiuse la porta.
Sora scrutò la sorella minore di Taichi.
-Che sta nascondendo?- indagò furbamente.
Kari sorrise imbarazzata. –Lo sai come è fatta!- Le due furono interrotte dal
rumore di alcuni passi dal piano superiore.
Cody scendeva, portando una grossa busta.
-Ahm…ciao ragazze! Sto per discendere agli
inferi…guardando le vostre facce…- ironizzò il piccolo conoscendo l’esaurimento
pre-festa che puntualmente colpiva Miya-chan.
-Già…- confermò Kari ridendo.
La porta di casa Inoue si aprì di nuovo e
Yolei agguantò Cody trascinandolo dentro. Sora e Kari si guardarono l’un
l’altra chiedendosi come Yolei avesse saputo della presenza del ragazzino.
-Forse…ci avrà udito…-azzardò Sora…
-Forse riconosce i passi di Cody…in fondo
abitano da tanto tempo nello stesso palazzo!!-
-Mhm…- rimuginò l’adolescente dai capelli
ramati inquietandosi. –Meglio andarcene.-
-Concorde!!- esclamò Kari gettando uno
sguardo verso le scale, pensando al piano superiore dove abitava anche la
signora Takashi.
--
-C’è un’ ordinazione
per stasera a nome Inoue?- chiese Sora a un cassiera molto carina e ben
disposta.
-….c’è un’ordinazione, ma non ci risulta il
cognome Inoue…-
-Miyako Inoue!- precisò Kari osservando i
vari fogli in mano alla donna.
Sora sospirò quando la donna negò con un
cenno della testa.
Kari guardò la digiprescelta dell’amore.
-Che facciamo? Ordiniamo di nuovo?- Sora
rimase in silenzio.
-C’è una Miyako, però..- aggiunse la
cassiera a un certo punto.
Allora le due ragazzine si guardarono negli
occhi.
-Ichijouji?- chiesero nel medesimo istante
sorridendo per la risposta affermativa della donna.
-Questa è davvero bella!-
-Sono già sposati! Chissà se Ken lo sa
già!!- Sora rise di gusto come non faceva ormai da tanto tempo. –Miya è davvero
micidiale!- aggiunse mentre teneva in perfetto equilibrio dei vassoi della
pasticceria.
Kari osservò un po’ di più la sua amica.
Ripensò a quel giorno, quando in un bar le aveva confidato tutta la sua storia.
-Come stai?- le chiese sorridendo docilmente.
Takenouci spostò il suo sguardo sulla
ragazza di Takero.
Sora prese un lungo respiro.
-Così.-
--
Takero spinse la porta di casa Inoue. Si
guardò in giro e tremò per il viso madido di sudore di Ken che comparì dal
nulla chiudendo la porta di casa.
-Ahm… Matt non verrà….- disse il ragazzo,
trasalendo poi quando Yolei gli soffiò l’oggetto che aveva in mano.-COSA???-
quella rimase immobile.
Takero si affacciò nel salotto non
rispondendo.
Inquadrò le decorazioni e la tavola
apparecchiata. Un brivido lo scosse. Ora si rendeva davvero conto che domani
doveva partire.
--
Risuonò un :
-Auguriiii!!!!!!-
Alla festa di Yolei.
Quella festa così vuota… senza Yamato, senza
Taichi…
E soprattutto anomala per quella
tristezza che regnava negli occhi di Kari per esempio, abbracciata al suo
Takero. Sora fece forza su se stessa per non piangere, mentre tagliava quella torta.
Domani
undici dicembre.
Fine cap. tredici
NOte
Ringrazio tantissimo: Imi,
Memi, Beamarkecope, Sora 89, Smartgirl, _heAther_ e la nostra Hikarikanna…
insomma tutti voi che sopportate questa pazza… e che l’avete spronata a
riprendere questa storia ^__-
In realtà vi dico (O_o come sta parli)
che questo cap ero indecisa se metterlo oppure no…
l’ho inserito solo perché mi piaceva il fatto di immaginare Joe con il camice :-P poveri voi… in che guaio vi siete cacciati…! Comunque a
parte gli scherzi, voglio davvero ringraziarvi per quello che mi avete
insegnato, per le vostre recensioni che fanno crescere!
Ah! Mi raccomando ditemi che ne pensate anche di questo di
capitolo….
T…Tr…TREdici?
Ma li avrò contati bene? Bho!
Comunque un saluto e un
grosso bacio!
Sae