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Autore: Anle    12/05/2007    8 recensioni
[...]Era scalza. Come sempre, quando si trovava lì.
Quella sensazione familiare reclamava, forse, che questa era una delle tante volte.[...]
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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love is troublesome

Love is troublesome

 

 

 

Pioggia sottile.

Se ne stava seduta tra i cespugli ormai da un’ora.

I vestiti erano umidi e le braccia scoperte reclamavano calore, intirizzite.

Lei sembrava non farci caso. Tra le foglie scrutava qualcosa più in là, con aria assorta.

La ciocca bionda le copriva in parte il viso, lasciando cadere dolcemente alcune gocce insistenti.

Sorrise. Ora era il momento.

“Via libera.”

Si alzò e per poco non cadde. Le gambe, a furia di stare nella stessa posizione, le si erano addormentate. Si morse un labbro.

“Accidenti.”

Riacquistò l’equilibrio, senza fare il minimo rumore.

Già. Per un pelo.

Scostò le foglie di fronte a sé, facendo poi un passo avanti.

Il contatto con l’erba fresca le solleticò il piede, provando un improvviso refrigerio.

Era scalza. Come sempre, quando si trovava lì.

Quella sensazione familiare reclamava, forse, che questa era una delle tante volte.

Continuò ad avanzare nel piccolo prato, in punta di piedi.

Ssh. Piano.

Quasi rise. Sembrava tutto un gioco. Ma no, era qualcosa di più.

Ancora qualche passo e gli fu vicino.

Eccolo lì, sdraiato sull’erba, immobile. Perfettamente calmo.

Inclinò la testa da un lato. “Chissà a cosa pensa.”

L’ espressione distesa sul viso sottolineava la sua condizione di placidità. Il solito broncio disegnato sulla fronte e sulle labbra sottili. Pareva dormisse.

Si inginocchiò di fronte al suo volto. Sorrise, mentre con lo sguardo catturava ogni piccolo dettaglio dei suoi lineamenti. Si, sembrava sognasse.

Chissà se…

Allungò una mano verso le sue guance chiare.

Poi, avvenne. Silenzioso, rapido, inaspettato. Dannatamente inaspettato.

Dilatò le pupille.

“Maledizione.”

Il suo cuore perse un colpo, incominciando a sudare freddo.

Una mano era stretta intorno al suo esile polso. Così ferma, ma gentile.

Deglutì. Avrebbe voluto scappare.

Gli occhi di lui erano ancora chiusi. Che fosse solo un riflesso condizionato?

«Ino.». Un sussurro caldo sfiorò la sua pelle. Lei rabbrividì di piacere.

Il respiro di lei si fece affannato. Decisamente, avrebbe voluto sparire.

Sorrise beffardo, sentendola fremere. «Ino...» Ripeté, forse un po’ incerto.

«S-sì?» Riuscì a sussurrare soltanto, balbettando vistosamente.

Shikamaru aprì gli occhi, rivolgendoli al cielo, adesso quieto.

La presa ancora salda e sempre assurdamente delicata. Anche, soprattutto ora.

Il sorriso dalle sue labbra scomparve. Lo sguardo si fece assorto, rivolto, ora, ad un’ombra trasparente posatasi sulla mano di lei. Pioggia?

Ino stava impazzendo. “Accidenti, accidenti a te, Shikamaru!”.

A che pensi?

Gli occhi di lui seguivano il lento avanzare d’una nuvola.

E poi, solo allora, la guardò. Forse, davvero per la prima volta.

Raggelò. Chi? Forse, entrambi.

Improvvisamente, un altro sussurro, se possibile ancora più caldo di prima, le accarezzò la pelle fredda.

Lei sussultò, di nuovo, senza vergognarsene. La sua voce era una sensazione incredibilmente dolce su di sé.

«Perché non ti siedi accanto a me?»

 

 

 

 

***

 

 

«Ino?».

«Che c’è?»

Voltò il capo.

«Lascia perdere.»

I suoi occhi, ora, era rivolti da tutt’altra parte.

«Ma mi hai chiamata. Quindi volevi qualcosa.» Obiettò.

Il solito broncio si delineò nell’espressione di lui. «Come sei fastidiosa.»

Gli occhi di lei si assottigliarono, visibilmente. «Sai dire solo questo, vero?»                     

Lo sentì sbuffare, forse era solo rassegnazione. «Basta, Ino. Dacci un taglio.»

«Mpf. Fai sempre così.» Il tono amaro, di chi è stanco che tutto sia dannatamente uguale.

Le braccia dietro la nuca, lo sguardo assente più del solito. “Parla dannazione! Dì qualcosa…”,

“…anche una.” La evitava. Perché guardarla, avrebbe voluto dire risponderle.

«Non hai neanche il coraggio di guardarmi negli occhi.» Volutamente acida.

Gli stava dando del vigliacco, ma non importava. Meglio mentire.

Un fragoroso sbattere di porta, ma sordo alle sue orecchie.

Se ne era andata. La messa in scena era finita.

Sempre quella sciocca abituale bugia.

La stessa che si ripeteva da giorni.

Vero Shikamaru? Pa-te-ti-co.

Un profumo orami lontano.

Già ne aveva nostalgia.

Mancava terribilmente.

Sì, fin troppo. Stupido.

Come, prego? Tsk. Sei…

Cosa? Solo uno st-

Ah. Ecco.”

Sospirò.

«Scusa,

...Ino.»

 

 

***

 

 

Arricciò il naso, con aria contrariata.

Quell’odore…

Socchiuse gli occhi, fino a poco fa, dormienti.

Un qualcosa di indistinto e vagamente dorato attirò la sua attenzione.

Incrociò gli occhi, scrutando curioso un sottile filo, che dondolava incerto sulla punta del suo naso.

Con l’ estremità dell’indice e del pollice, l’afferrò delicatamente.

L’osservò poi da vicino, con sguardo interrogativo.

Un sopracciglio s’inclinò in un’ espressione di muto interesse ed incomprensione.

Ma quasi subito parve mutare. Ora, pareva perplesso.

All’improvviso, un velo di malinconia colse i suoi occhi, quasi sempre annoiati.

Si girò su un fianco. L’attenzione rivolta sempre a quel dannatissimo filo.

Forse, sarebbe meglio dire capello. Quel capello, per essere precisi.

Intanto, le nuvole passavano e, con sé, la brezza mattutina. L’odore della pioggia sembrava lontano.

Se lo rigirò nelle dita, pensoso.

Già, Shikamaru, a che pensi?

Si grattò la nuca. Quello, sempre nella sua mano sinistra.

Sbuffò. “ Oh, accidenti...”

Tornò a scrutare il cielo, trovando tutto insolitamente fastidioso. E noioso. E problematico.

Perché quella ragazza? Perché proprio i suoi sogni? I suoi sogni…

Va bene, allora. A Chi pensi, Shikamaru?

Un profumo, portato da chissà dove, punse il suo ricordo. Assaporò quella sensazione di benessere, come ogni volta.

Le sue labbra seguirono una dolce curva.

Sì, l’odore della pioggia, ora, era davvero lontano.

 

 

 

 

 

 

 

___________________________________________________________________________

 

 

Note dell’autrice:

 

 

 

Allora, questa breve one-shot ovviamente è dedicata alla MiaCompagnaDiPostoPreferita,

alias, Daidouji.

Lo so. E’ banale, scontata, quasi una non-sense.

Però ci ho provato e, poiché adoro questa coppia, spero che sia un risultato decente.

Non solo per voi lettori, ma anche per soddisfazione personale^^.

Tornando a te, MCDPP, con l’identità ormai non più mascherata, mi auguro che queste poche pagine ti siano piaciute, perché sono per te. Considerala tua.

[Anche se ti fa orrore. Bada, non puoi rifiutare].

No, dai, scherzo.

Ok, chiudo. ‘Notte a tutti,

KiSsEs,

Anle

 

  
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