Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Alexiel_Slicer    28/10/2012    3 recensioni
"Ciò che calpestava ogni sera le ricordava cos'era: non più una ragazza, non più una persona, non più un essere umano. Lei era solo una prostituta e non aveva alcun diritto." [...]
"Adesso sapeva perchè quella strada veniva chiamata "Boulevard of broken dreams" ovvero "Il viale dei sogni infranti" e con il tempo imparò che lei non era l'unica, ma una delle tante." [...]
"Qualche volta desidero che qualcuno là fuori mi trovi..." (boulevard of broken dreams - Green Day)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 14 -L'odore della libertà-


Bill camminava su e giù per il grande salone, mentre Tom innervosito l'osservava.
"Dimmi vuoi fare un solco per terra?" gli domandò.
"Shhh! Non parlare e fammi riflettere!" gli rispose infastidito.
"Maledizione sono giorni che rifletti! Ma a che rifletti?!".
"Ad un modo per toglierla dalle grinfie di quello stronzo!".
"Che? Ma non mi avevi detto che ti aveva detto che non ne voleva sapere di te? Che ti aspetti da una p..." lasciò cadere la frase perchè subito fulminato dallo sguardo di Bill "E' inutile che mi guardi così. Gli hai dato tu stesso della..." si bloccò per cercare la parola giusta "...della escort prima di andartene".
"E' stato un momento di rabbia, ok? E comunque non è vero che non ne vuole sapere niente di me, è stata costretta a dire quelle cose: le si leggeva negli occhi...".
Tom sospirò "E sentiamo supereroe cosa vorresti fare? Un duello all'ultimo sangue con quel tipo?".
Bill ignorò le parole del fratello e continuò a pensare, poi improvvisamente si illuminò "La polizia!".
"Ma sei scemo?! Solleveresti un enorme scandalo! Bill Kaulitz dei Tokio Hotel e il suo amore per una prostituta, scherzi?!".
"No, sono serio".
Scosse la testa "Comunque sia qui non è illegale la prostituzione. La polizia non farebbe un bel niente, ti metteresti solo in pericolo".
"Era quello che pensavo pure io prima, per questo non ho mai dato peso a questa soluzione, ma se ci pensi la prostituzione si è legale, ma non è legale quello che gli fa quel mostro! Le picchia! Le costringe a vivere in un modo pietoso e di stenti! Questo va contro ogni diritto umano!".
"Ma non hai prove che faccia davvero questo!".
"Invece si! L'ultima volta che l'ho vista Celeste era piena di lividi!".
"Ma lei non andrà mai a testimoniare alla polizia!".
"Hai ragione, infatti saremo noi a portare la polizia da loro".
"Cosa?! Noi?! No no mio caro! Tu non mi coinvolgerai nei tuoi folli piani!".
"E lasci da solo il tuo fratellino?".
"Si se il mio 'fratellino' è fuori di testa".
Bill lo guardò con occhi supplichevoli e Tom si girò dalla direzione opposta per non cedergli, ma quello sguardo così insistente e penetrante su di lui lo faceva sentire a disagio "Quella ragazza conta così tanto per te?" mormorò seguitando a dargli le spalle.
"Si".
"Ok, ok sono con te. Andiamoci ad ammazzare" borbottò.

Il giorno stesso Bill andò dalla polizia ad informarli della situazione, ma questi dapprima sembrarono scettici all'udire le parole del ragazzo. Dopo qualche insistenza riuscì a convincerli ottenendo che un'auto della polizia li avrebbe scortati, mentre si sarebbero diretti nella tana del lupo a cercare le prove indiscutibili del reato, e in caso di necessità sarebbe intervenuta.
Quella notte Bill e Tom dentro l'auto di quest'ultimo la passarono nascosti nell'ombra all'ingresso della Boulevard of broken dreams in attesa di quel furgoncino che le avrebbe caricate, per poi seguirlo.
Il veicolo arrivò puntuale al solito orario, ma al volante non vi era più l'uomo che il ragazzo aveva visto una sera.
"Strano, non è lui che lo guida...saranno in molti allora..." mormorò Bill tra se e se "Seguilo" ordinò infine al fratello che annuì e fece subito come gli fu detto.
Seguirono il furgoncino attenti a non far accorgere a chi lo conduceva della loro presenza, accompagnati a loro volta da una'altra auto, apparentemente normale, ma che a bordo aveva due poliziotti. Si fermarono all'imbocco di una stradina non asfaltata, mentre il furgone la percorreva.
Scesero dall'auto e si inoltrarono furtivamente attraverso la fitta vegetazione buia. Aquattati come dei gatti a caccia camminavano tra l'erba alta che non veniva tagliata da chissà quanto tempo. Quando questa terminò si trovarono davanti ad una casa allo sfascio sul cui davanti stava parcheggiato il furgoncino. Improvvisamente delle urla provenienti da dentro squarciarono il silenzio mettendo sottosopra l'animo di Bill.
"Celeste" mormorò facendo per correre incontro alla casa, ma Tom tempestivamente lo fermò "Calmati! Ti vuoi far scoprire e mandare tutto a monte? O vuoi salvare la tua amata?".
Bill si ricompose e respirò profondamente, poi insieme al fratello si avvicinò alle mura dell'edificio. Un rumore proveniente dalla porta d'ingresso li fece sussultare ed allarmare. Si nascosero costatando dopo qualche secondo che fosse stato solo un falso allarme.
Aggirarono la casa andando a finire sul retro e lì Bill, rivolgendo gli occhi in alto, vide una figura muoversi attraverso le tendine che oscuravano la finestra del piano superiore. Quella figura, quelle forme lui le conosceva fin troppe bene. L'aveva viste e toccate personalmente, l'aveva amate e continuava ad amarle.
"E' lei" bisbigliò a Tom.
"Come fai a dirlo? Ne sei sicuro?".
"Si! Devo raggiungerla!".
Si guardarono attorno in cerca di una scala o di un qualcosa che potesse permettergli di arrivare alla finestra. Trovarono solo una vecchia cassa di legno su cui Tom salì e sulle spalle di lui, a sua volta, salì Bill che si aggrappò ad una pianta rampicante che cresceva nel muro quasi al livello della finestra.
Con le nocche delle mani colpì leggermente il vetro. Un secondo dopo le tendine si tirarono scoprendo il volto di Celeste che quando lo vide rimase a bocca aperta.
"Bill! Che ci fai qui?!" disse piano aprendo la finestra.
"Sono venuto a portarti via".
"Ma sei matto?! Vai via subito! E' pericoloso! Se si accorgono che sei qui..." non ebbe il tempo di finire la frase che il ragazzo si appropriò delle sue labbra.
Lei, anche se presa alla sprovvista, si lasciò baciare. Nonostante avesse paura che lo scoprissero, i suoi baci gli erano mancati e quella voglio vinceva su ogni timore.
"Bill per favore, vai via!".
"Non me ne vado senza di te!".
"Bill sbrigati! Qualcuno sta uscendo!" l'avvertì Tom da sotto.
Il ragazzo riuscì solo a sentire ed elaborare quelle parole, poi improvvisamente un uomo fece irruzione dalla porta della camera di Celeste. L'individuo l'afferrò e lo trascinò dentro di peso.
Bill si alzò da terra con un balzo felino e si lanciò contro l'uomo, riuscì a colpirlo, ma questo nonostante fosse della sua stessa altezza era il triplo della sua corporatura che sembrava fosse fatta d'acciaio e quel pugno quasi non l'avvertì neanche. L'energumeno lo colpì in viso facendolo inginocchiare con le mani sul naso che sanguinava, poi lo caricò di peso sulle spalle per portarlo via. Celeste a quell'intenzione si scagliò contro l'uomo colpendolo con pugni e graffiandolo per fargli lasciare la presa su di Bill, ma questo si liberò di lei spingedola contro il materasso che fungeva da letto. Contemporaneamente sotto un altro tizio portava via Tom.

***

Celeste vide la porta davanti a sè chiudersi e sentì il rumore della serratura. Si alzò e cercò di aprirla, ma era stata chiusa a chiave.
Iniziò a piangere, mentre batteva dei violenti pugni contro la porta.
"Maledetti! Lasciatelo! Non torcetegli un capello o dovrete vedermela con me! Vi fotto tutti! Vi ammazzo uno ad uno se lo toccate! Lasciatelo!" urlò fuori di sè, per poi accasciarsi a terra disperata.

***

Bill venne lanciato dentro ad una stanza, dove già vi era Tom con un taglio sul sopracciglio e un occhio nero.
"Hanno conciato per le feste anche te, cazzo! Dobbiamo avvertire i poliziotti fuori prima che ci facciano la pelle! Hai il cellulare?".
"No, me l'hanno tolto".
"Cazzo anche a me! Cazzo, cazzo, cazzo!".
Tom ebbe solo il tempo di finire la sua imprecazione che i due tizi di prima che li avevano sbattuti lì dentro, accompagnati da un terzo fecero irruzione.
Il tipo nuovo aveva un ghigno divertito stampato in faccia e li guardava come se fossero insetti che presto sarebbero stati schiacciati "Bene bene, ma guarda un pò chi abbiamo qui! I due eroi della situazione! Peccato che presto diventerete solo carne in scatola! Nessuno può cercare di fottermi! Nessuno può intrufolarsi nel mio territorio, nella mia casa e sperare di uscirne vivo! Nessuno!" poi si rivolse ai due colossi "Dategli una lezione che non si dimenticheranno facilmente" detto quello uscì.
I due si avvicinarono ai gemelli. Uno afferrò Bill per la gola e a quel gesto Tom si scagliò contro l'uomo per difendere il fratello, ma il secondo lo prese per il colletto della camicia e lo scagliò violentemente contro il muro. Questo gli si avvicinò colpendolo con una ginocchiata in pieno viso.
Bill, invece, a gattoni cercava di allontanarsi dal suo energumeno mentre tossiva con una mano attorno al collo che poco prima era stato stretto nella morsa di ferro della mano di quel tizio. Quest'ultimo si abbassò per prenderlo, ma il ragazzo agilmente gli passò tra le gambe. Però fu afferrato per i capelli dal secondo che gli bloccò le braccia dietro la schiena, mentre l'altro gli colpiva lo stomaco con pesanti pugni.
Tom dal viso sanguinante si buttò contro l'artefice dei colpi che facevano tingere di rosso le labbra del fratello, ma l'uomo lasciò la sua vittima per scagliarsi su di lui. Infine entrambi come fantocci vennero lasciati doloranti e sanguinanti a terra.
Uno dei due armadi prelevò da dietro la cintura un affilato coltello da caccia, dalla lama leggermente incurvata sull'estremità "Adesso facciamola finita" disse ghignando.

***

Celeste frugava nella stanza in cerca di qualcosa che potesse permettergli di scassinare la fermatura. Trovò una piccola forcina che appena fu introdotta nel foro si spezzò. Lanciò il pezzetto che le era rimasto in mano e disperata si portò una mano sulla fronte. Si alzò e prese la rincorsa per poi scontrarsi contro la porta nell'intenzione di buttarla giù. Al secondo tentativo vide la maniglia girare su se stessa e l'ostacolo di legno aprirsi scoprendo le figure di Kirsten, Consuelo e Cecilia.
"Celeste sbrigati andiamo!" le disse la danese.
"Non posso andarmene! C'è Bill!".
"Lo so! L'hanno portato nella stanza della verità! Sicuramente è già troppo tardi per lui".
"Cosa?! N-no! N-non può essere! Non è possibile! Stai mentendo! Io vado da lui!" e così dicendo lasciò la camera in cui era stata rinchiusa e si precipitò al piano di sotto.
La porta della stanza della verità era chiusa, ma sbirciando attraverso il buco della serratura intravide Bill che giaceva a terra insieme a Tom. Vide anche i due uomini, di cui uno armato e subito si ritirò. Andò verso il camino da dove prese il ferro per attizzare il fuoco, fece un respiro profondo e girando la maniglia entrò decisa nella stanza colpendo alle spalle, con tutta la forza che aveva, l'uomo con il coltello che cadde in ginocchio. L'altro intervenne subito disarmandola e minaccioso le si avvicinò con una mano alzata in aria. Celeste rimase paralizzata dalla paura, ma improvvisamente lo vide accasciarsi dinanzi a lei. Una mano le si posò sulla spalla "Non potevamo lasciarti da sola" si voltò e trovò Kirsten che le sorrideva con una pesante asta di legno in mano, accompagnata da Cecilia e Consuelo anch'essa armate con arnesi di fortuna.
"Grazie, ragazze" disse prima di correre verso Bill. L'aiutò ad alzarsi e fece aderire la sua schiena alla parete per sorreggerlo, poi gli scostò dal viso una ciocca di capelli che vi ricadeva e prese la sua testa fra la mani per vederlo meglio: perdeva sangue dal naso e dalla bocca che gli scedeva fin sotto il mento per poi macchiargli il colletto della maglietta, il contorno di un occhio era livido ed aveva un sopracciglio segnato da un taglio così come l'angolo delle meravigliose labbra che le deturpava.
"Bill" mormorò con un filo di voce e gli occhi lucidi "Stai bene?".
Il ragazzo annuì "S-si sto bene. Celeste devi andartene di qui, fuori c'è la polizia...".
"No, io non me ne vado senza di te".
"Non ti devi preoccupare per me...avverti i poliziotti e faranno irruzione qui arrestando quei bastardi...io starò bene".
"No! Loro sono ancora qui e potrebbero farti del male mentre io cercherei la polizia fuori!".
"Muovetevi! Questi due si stanno riprendendo" intervenne Cecilia che sorreggeva Tom insieme a Consuelo.
"C'è la fai a camminare?" gli chiese ritornando con lo sguardo sul suo viso tumefatto.
"Si" mormorò.
Si staccò dalla parete e insieme uscirono da quella casa dell'orrore.
Una volta fuori tirarono un sospiro di sollievo pensando che il peggio fosse passato, ma non sapevano che quei due energumeni si erano ripresi ed ora si stavano dirigendo all'uscita per impedirgli di scappare.
Uno dei due afferrò Celeste per le spalle scaturendo l'urlo di questa. Bill prese un bastone di legno che stava lì vicino e lo colpì con forza, nonostante fosse allo stremo. L'uomo barcollò indietreggiando e i due ragazzi ne approfittarono per correre.
Si addentrarono tra l'incolta erba alta, mentre sentivano lo scricchiolare di questa dietro di loro: li stavano seguendo. Tom, Cecilia, Consuelo e Kirsten erano di pochi passi davanti a loro e correvano a perdifiato verso la strada principale.
"Non c'è la faccio più" biascicò Bill fermandosi esausto a metà strada.
"Bill ti prego fai un ultimo sforzo! Siamo quasi arrivati!" lo scongiurò Celeste tra le lacrime tirandolo per un braccio.
"Vai tu, io mi nasconderò da qualche parte".
"No! Io rimango con te! Se quei mostri ci troveranno almeno saremo insieme". Celeste guardò alle spalle del ragazzo e in lontananza vide delle sagome nell'oscurità "Sono qui! Ti prego!".
Bill vinto da quegli occhi gonfi di lacrime che rilucevano nel buio la prese per mano e lui stesso la condusse correndo attraverso la boscaglia.
Finalmente giunsero sulla strada asfaltata dove già vi erano gli altri accompagnati dai poliziotti armati di pistola. Avendo raggiunto la salvezza e vedendo quei volti rassicuranti si lasciarono cadere sulle ginocchia a terra distrutti e con i respiri affannati dalla corsa e dalla paura.
Bill cinse le spalle della ragazza e insinuando il viso tra i suoi capelli le sussurrò "E' tutto finito, è tutto finito adesso".
Celeste con lo sguardo perso nel bagliore dei fari dell'auto della polizia inspirò profondamente una grande boccata d'aria che odorava di erba selvatica e di fango. Ecco, quello doveva essere l'odore della libertà. 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Alexiel_Slicer