Allungò il fragile braccino della bambina e, premurosa, le disse che doveva stenderlo bene insieme alla sua fragile manina. La tenera bambina obbedì e sorridendo si fidò. Con l’altra manina si spostò i riccioli biondini che le cadevano sulla schiena come una cascata giallognola. In quel momento una dolce farfalla interruppe la sua graziosa danza proprio sopra il braccio della piccola.
 
-Stai ferma, ti faccio una foto, ok?-
 
La bambina annuì lentamente con la testa per paura che la farfalla andasse via e la osservò attentamente. Era azzurra con delle punte nere e delle striature violacee. Ne era così affascinata, voleva portarla a casa.
 
Un flash. La farfalla scappò immediatamente via, il cielo diventò nero. Niente più rappresentava la pace che c’era prima.
Quel verde e accogliente parco in cui la bambina era seduta diventò improvvisamente cupo, grigio.
Un viso cattivo, la solitudine.
Tante cicatrici, urla.
Puzza di disinfettanti.
Lettini sparsi.
Una macchina fotografica con il rullino, al suo interno, tagliato.
 
-Scappa tesoro, scappa!-
 
La voce familiare della giovane ragazza sdraiata su uno di quei lettini.
La bambina afferrò la macchina fotografica e iniziò a correre. Una volta uscita si guardò.
Era cresciuta.
Un altro flash.
Un incubo, il peggiore.
Un altro flash.
Una casa.
Precisamente una villa.
Grande, troppe porte, troppi corridoi, troppe strade.
Scelse una porta.
 
-Esprimi un desiderio.-
 
Un uomo dai capelli lunghi e legati in un codino, con barba, occhi verdi e sorridente le si presentò davanti.
 
-Cos’è un desiderio?- chiese improvvisamente l’uomo con aria innocente-Sai cosa significa sognare?-
La ragazza scosse la testa.
-Non lo sai cos’è? Non lo sai. Vai via!- disse l’uomo urlandole.
 
Di nuovo una corsa fino alla fine del corridoio.
Un flash.
Capelli spenti, il biondo è morto.
Il sogno è morto.
Buio.
E’ finita.


E' sottile la linea tra sogno e incubo. Se sogni male, esso, si trasforma in incubo e non ci sarà verso per tornare indietro.