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Autore: Marty_Winchester    28/10/2012    2 recensioni
Jessica è una donna forte e sicura, ma dentro di sè è segnata da un profondo e misterioso dolore. Non si affeziona a nessuno: "tutti, prima o poi, muoiono"
Un giorno incontra un uomo in un bar, dolce e affascinante, bevono e finisco a letto insieme. Successivamente scoprirà il suo nome: Dean.
L'amore può far soffrire, ma vivere senza affetto è come esser già morti
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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NDA: Non ho riletto molto come al solito perchè avevo voglia di aggiornare, quindi scusate gli errori...


prossimamente…

«Jessica… allora… dovremmo lasciarci»

«Credo che tu abbia ragione»
 
Oggi

È successo tutto così in fretta, non avrei mai creduto che sarei arrivata a questo punto. Solo adesso mi accorgo di quanto fossi sola; sarà stupido a dirsi, ma mi sento parte di una famiglia finalmente. Dean e suo fratello Sam sono gentili, dolci, disponibili, un’ancora di salvataggio nei periodi difficili.
 
 Mi rigiro nel letto, voglio assicurarmi che Dean sia ancora lì: ho l’insensata paura di svegliarmi e scoprire che era tutto un sogno.
La stanza è immersa nel buio, saranno le tre di notte o giù di li. Mi scopro dal lenzuolo perché comincio a sentire caldo, accarezzo delicatamente i capelli del fratello maggiore e un sorriso mi si disegna sulle labbra. Avverto un leggero movimento da parte sua, mi ritraggo per paura di svegliarlo. Troppo tardi.

«Hey, cosa succede?»
Sussurra, afferrando la mia mano. Un brivido mi percorre la schiena, capisco da questo che mi sta guardando. Ogni volta che il suo sguardo incontra una parte del mio corpo, mi sento letteralmente attraversare da una scossa elettrica.

«Scusa, non volevo svegliarti»
Gli mormoro all’orecchio, iniziando a regalarli delicati baci sul collo. Dopo qualche secondo si impossessa delle mie labbra. Le nostre lingue iniziano una danza in perfetta armonia, ogni parte del corpo che mi sfiora con le sue mani prende fuoco. Non andiamo oltre i baci solo perché condividiamo la camera con Sam, purtroppo c’era solo questa stanza. Purtroppo.  

 
        ***una settimana dopo***


«Lungo, quasi interminabile» Sbadiglio e con la mano libera mi massaggio le tempie. «Tesoro sono molto stanca, ti chiamerò appena mi sveglio»

«Potrai permetterti un posto carino dove dormire?»

Sbuffo e scuoto la testa.

«Ti ho detto che non ho mai venduto casa mia, sarà solo un po’ polverosa»

«Quando mi avresti detto questo…?»

«Tre giorni fa, quando Diana mi ha chiamato per chiedermi aiuto»
Nessuna risposta, sono così stanca che non riesco a formulare frasi di senso compiuto.

«Ci sent…»
Le luci del lampione sopra la mia testa iniziano a tremolare. Mi si paralizza la voce, deglutisco rumorosamente e chiudo la comunicazione con un gesto secco della mano. Infilo il telefono in tasca e cerco in valigia il mio coltello: non ho potuto portare altre armi in aereo. Mi guardo in torno, pronta a scattare al minimo rumore.
Sento dei passi alle mie spalle, mi volto di scatto, ma qualcuno è più veloce di me: mi colpisce il polso e la mia unica arma cade a terra.




Punto di vista: Dean (facciamo un passo indietro nella successione cronologica)
Jessica è partita da nemmeno un’ora e già sento la sua mancanza. Avrei affrontato un lungo viaggio in aereo pur di starle vicino, ma lei mi ha chiesto di non venire. Ha detto: “Devo affrontare i fantasmi del mio passato da sola” “Non starò molti giorni” “Non ti chiederei mai di affrontare un lungo viaggio in aereo”. Avevo capito che erano tutte scuse, non mi voleva tra i piedi ed è troppo educata per dirmelo chiaro e tondo. Ma perché? Cosa mai vorrà tenermi nascosto?

«Se continui a bere così, quando tornerà ci troverà in ospedale perché dovrò donarti una parte del mio fegato»
Mi volto verso mio fratello e rispondo alzando un sopracciglio.

«Prendo quello che ha preso lui»
Sam si siede accanto a me, sposta i capelli ormai troppo lunghi dietro alle orecchie e aspetta il suo drink.

«Allora fratellino, c’è qualche caso per noi?»
Chiedo, prima di bere tutto d’un sorso la mia vodka liscia, senza ghiaccio; la prima volta che ci siamo incontrati lei ha ordinato lo stesso drink.  

«Non sei nelle condizioni di lavorare»
Risponde secco, facendomi roteare gli occhi. Passiamo parecchi minuti in silenzio, mentre nel locale la gente non smette di parlottare, ridere, litigare.  

«Vuoi parlarne?»

«Non c’è niente di cui parlare, Sam»
Mi sento in colpa per il tono che uso, ma sono quel tipo di persona che si sfoga, che parla, io preferisco tenermi tutto dentro e affrontare le cose a modo mio.





 
Il cellulare mi strappa da un sonno leggero, non finisce nemmeno il primo squillo che ho già risposto.

«Jessica! Ciao, come stai?»

«Bene! Spero di non averti svegliato, sei stato tu a pregarmi di chiamarti appena possibile… »

«Stavo impazzendo, avevo bisogno di sentirti»

«Mi manchi molto anche tu.»

«Com’è andato il viaggio?»

«Lungo, quasi interminabile»
La sento sbadigliare, avverto il bisogno di baciare quelle dolci labbra.

«Tesoro sono molto stanca, ti chiamerò appena mi sveglio»

Perché sei andata oltreoceano?! Per venire a salvarti mi ci vorrebbero quasi otto ore. Se potessi tornare indietro non ti lascerei partire da sola.   

«Potrai permetterti un posto carino dove dormire?»
Vorrei dirle i miei timori, vorrei pregarla ti tornare subito da me, ma non riesco a chiederle altro. La sento sbuffare.

«Ti ho detto che non ho mai venduto casa mia, sarà solo un po’ polverosa»

«Quando mi avresti detto questo…?»

«Tre giorni fa, quando Diana mi ha chiamato per chiedermi aiuto»
Ricordo perfettamente quel momento: mi sono sentito mancare la terra sotto i piedi. La mia ansia è ridicola: lei è la donna più forte, più testarda, più protettiva, più generosa, più compassionevole, più capace che abbia mai conosciuto eppure non ho potuto evitare di preoccuparmi a morte.

«Ci sent…»
La comunicazione è interrotta in modo improvviso. Deglutisco a fatica, velocemente la richiamo, venti, trenta squilli, ma nessuna risposta. Butto il telefono a terra e raduno le mie cose: non c’è tempo da perdere.
 

 

 **angolo dell'autrice**
eccomi tornata! Scusate il capitolo breve, ma doveva finire così. xD
Lasciate una recensione, un bacio a mia moglie e a mia sorella *-*
alla prossima!

   
 
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