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Autore: mikchan    28/10/2012    13 recensioni
Ciao a tutti! questa è la mia prima storia su EFP, spero che vi piaccia! (adesso ci sono tutti i dialoghi ;))
Bulma è una normalissima ragazza, con una vita normalissima e una famiglia normalissima. Questo fino a quando un tragico fatto fa crollare la tranquillità di casa Brief e porta la giovane Bulma a vivere in un collegio. Qui, la ragazza incontrerà tanti nuovi amici e, forse, riuscirà a dare un senso ai sogni che popolano la sua notte e al motivo che ha portato la sua vita a quel punto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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25- EPILOGO

SEDICI ANNI DOPO…

Il tempo passa, per tutti.
A volte è bello pensare che tutto possa durare all’infinito, ma la realtà è che le cose infinite non valgono un millesimo di quelle che, prima o poi, avranno un termine. Se sai che una cosa finirà, cercherai di apprezzarla sempre al meglio ed è per questo che, con il passare degli anni, ho imparato a godermi ogni istante, a ricercare in ogni momento qualcosa di magico e unico, d’irripetibile. Perché, se c’è qualcosa che amo delle cose finite, è che sono irripetibili, accadono una volta e non succederanno mai più, se non in forma diversa.
In questi anni mi è capitato spesso di pensare al mio passato, al tempo che è trascorso e che non tornerà mai indietro e devo ammettere che sono soddisfatta delle mie scelte.
A trentadue anni la mia vita è nel suo pieno svolgimento: ho un lavoro stabile, una famiglia, degli amici… una vita ordinaria, come quella di tutti.
Eppure a volte mi fermo a pensare cosa sarebbe successo se avessi preso strade diverse. So che è stupido rimuginare sul passato: è passato e basta, non si può più cambiare. Ma solo riguardando indietro posso capire veramente chi sono diventata e il percorso che ho scelto. A volte non posso fare a meno di rammaricarmi su degli avvenimenti: avrei dovuto agire in un altro modo, mi ripeto spesso. Ma alla fine so che sarei arrivata sempre alla stessa conclusione.
Mi copro gli occhi con un braccio, gesto involontario per proteggermi dai raggi improvvisi del sole.
Che fine ha fatto l’ombrellone?
Non faccio in tempo a dire una parola che lo vedo svolazzare sulla sabbia, tirato da due bambini di cinque anni che, nonostante tutto, sembrano divertirsi.
Fatto sta che mi hanno rubato l’ombrellone e non ho nessuna voglia di scottarmi.
Siamo al mare da quasi due settimane, ormai, e quei due non si sono ancora stancati delle spiagge tutte uguali, del bosco e della casa solitaria. Anzi, avere un’isola tutta per sé li esalta parecchio e, alla fine, sono contenta che si stiano divertendo.
Guardandomi intorno, non posso fare a meno di ritornare con la memoria alla prima estate che ho trascorso su quell’isola.
Un paradiso tropicale. Ecco il primo pensiero che mi era venuto in mente la prima volta che ero scesa in spiaggia. Ma ero stata distratta da un altro paradiso, decisamente migliore, lo stesso che si è seduto accanto a me in silenzio, ancora bagnato.
“Hai finito di giocare come un bambino?”, lo stuzzico con un sorriso. Sono passati anni, ma ogni volta che litighiamo m’infiammo come le prime volte e mi diverto il doppio, sapendo che quell’attrazione che ci legava all’epoca non si è ancora spenta.
“Mph”, borbotta sdraiandosi e coprendosi gli occhi con il gomito.
Sorrido, limitandomi a sdraiarmi accanto a lui e a stringerli la mano. Un gesto semplice, ma solo il mio cuore sa quanto gli è mancato quel piccolo contatto negli anni in cui siamo stati divisi. Io volevo studiare da ingegnere meccanico e far rinascere la Capsule &Co, Vegeta voleva realizzare il suo sogno, diventare medico. Per quasi tre anni abbiamo vissuto in due città lontanissime, con la possibilità di vederci sono durante le feste o nei weekend. Eravamo divisi, in due mondi diversi e con due vite nuove. Ci amavamo molto, questo è certo, ma sono stati quegli anni di distanza a fortificare quel sentimento. Solo in quel modo abbiamo capito di essere indispensabili l’uno all’altra, due facce di una stessa medaglia che si completano. Avevamo passato anni difficili: avevamo rischiato più volte di mollarci, complice la lontananza, le male voci e l’insicurezza. Dopo tutti quegli anni, non l’avevo ancora del tutto perdonato e di sicuro non mi pentivo dell’occhio nero e del naso rotto di quella ragazzina, ma avevo capito e accettato il suo punto di vista, trovando in quel tradimento un incentivo ad amarlo ancora di più.
“Ragazzi, è ora di pranzo”.
La voce di Chichi ci fa voltare tutti verso il tavolino da campeggio improvvisato sotto gli alberi su quale ci sono montagne di panini imbottiti, bibite e dolci. Il pranzo perfetto per una giornata in spiaggia.
Mi alzo dall’asciugamano e quasi non mi accorgo delle due pesti che ci corrono sopra, riempiendo quello e me di sabbia.
“Dovremmo pensare di mettergli un guinzaglio”, sbotto rivolta a Vegeta, che intanto si è alzato e si sta incamminando verso gli altri.
“Se lo mangerebbe”, commenta, ignorando la mia occhiataccia.
“A volte vorrei che Trunks fosse tranquillo come Gohan”, gli confesso, pensando che, in realtà, il mio bambino mi piace così com’è, ma è davvero troppo divertente prenderlo in giro.
“Mio figlio non sarà mai uguale al figlio di Kakarooth”, esclama fulminandomi con lo sguardo.
Scoppio a ridere, sapendo che in realtà Vegeta vuole molto bene a suo nipote, il primogenito di Goku e Chichi, ma i due sono così diversi che non riescono quasi mai a trovare un punto in comune. Quello che dà più fastidio a Vegeta è la completa indifferenza del ragazzo verso le arti marziali, alle quali è veramente portato, a favore dello studio e, soprattutto ultimamente, delle ragazze. Non che Gohan avesse uno stormo di ammiratrici ai piedi, è sempre stato un bambino timido e riservato, ma da quando quella Videl ha incominciato a girargli attorno è molto cambiato ed è di sicuro più felice. Dire che Vegeta non sopporta Videl è un eufemismo: quella ragazza ha coraggio da vendere e più volte ha risposto a tono a mio marito, facendolo infuriare.
“Finalmente si mangia!”.
All’esclamazione di Goku scoppiamo tutti a ridere. Non è cambiato di una virgola. In realtà, tutti noi siamo rimasti gli stessi di sedici anni fa. Il tempo è passato, abbiamo vite diverse ma riusciamo sempre a incontrarci e ogni volta ricordiamo con nostalgia tutti i giorni passati insieme in quel collegio.
A volte ci penso. Penso che se i miei genitori non fossero morti, non avrei mai incontrato  Vegeta, né Chichi e neppure Goku. Probabilmente né Trunks e neppure Gohan e Goten, il loro secondogenito, sarebbero nati e tutto quello che avevo passato non sarebbe successo. Ogni volta che ci penso, rabbrividisco e cerco di concentrarmi sul presente, sulla mia famiglia, Vegeta, il mio Trunks e i miei amici. Il tempo è passato, non c’è motivo di pensare a varie e disastrose eventualità che mi avrebbero portato ad un presente diverso. La verità, è che nonostante tutto, amo quello che ho e non lo cambierei mai con nulla, neanche, nonostante odi pensarlo, con i miei genitori. Loro hanno vissuto la loro vita e sono sicura che adesso sono felici, ovunque siano.
Adesso tocca a me, devo mettermi in gioco, vivere, per me, per Vegeta, per Trunks.
Gli anni passeranno sempre e comunque, cambiandoci ma facendoci restare sempre gli stessi, come la teoria di quel filosofo che mi aveva tanto colpito al liceo. Com’era? Tutto cambia, tutto diviene, pur rimanendo uno.
Strano che mi ricordi tutte le parole, ma solo dopo anni riesco a capirne veramente il significato. La vita va avanti, il mondo cambia e le persone crescono, restando comunque loro stessi.
Sorridendo, raggiungo il resto del gruppo sotto gli altri e afferro un panino, sedendomi accanto a Vegeta che, come al suo solito, sta facendo una stupida gara con Goku, coinvolgendo anche i piccoli Trunks e Goten.
Amo l’allegria che popola in nostri incontri e, dando un morso al mio panino, penso finalmente che non tornerei mai indietro, nemmeno per rivivere i momenti migliori.
Amo il mio presente e ho intenzione di viverlo.

 

THE END

E siamo arrivati alla fine di questa storia.
Nonostante sia triste, sono anche esaltata perché è il primo vero lavoro completo che scrivo e che ha ricevuto così tante approvazioni. A questo proposito, ringrazio tutti quelli che hanno letto la mia storia e l’hanno messa in una delle liste. Ovviamente, un ringraziamento super-speciale va a chi mi ha dedicato un attimo del suo tempo per una recensione e per questo li voglio ringraziare uno a uno: Princess_serenty-92, sanaeakito, cri cri, Sofy_99, venereth 92, kiara097, coffy, GirlInBlue, angelo_nero, kioppertoi, Berri 927, Pan_sayan, kika 96, greatsayagirl_, VegetaBrief, spaghettafunk, buby91, Mrs_Smolder e Giada00. Un enorme, enormissimo grazie a tutti per il vostro appoggio e i vostri consigli!
Beh, a questo punto vi saluto.
Come ho già detto ad alcune di voi, non scriverò più nulla su questo fandom ma continuerò a seguirlo. Se vi piace il mio stile di scrittura o semplicemente non avete di meglio da fare, ogni tanto date un’occhiata alla mia pagina, presto pubblicherò il primo capitolo di una long nella sezione “originale-romantica” e mi piacerebbe conoscere anche la vostra opinione!

A presto

Mikchan

  
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