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Autore: lulubellula    28/10/2012    5 recensioni
Tutti noi conosciamo le storie dei chirurghi del Seattle Grace, le loro capacità, le loro storie, i loro amori, i loro sogni.
Eppure sappiamo ben poco di come erano prima, prima di diventare medici, da bambini, da adolescenti, prima di scegliere la loro strada.
Il mio intento é quello di colmare questa lacuna o almeno di provarci.
Buona lettura!
1) Meredith
2) Derek - prima parte
3) Derek -Seconda parte
4) Derek - Terza ed ultima parte
5) Cristina
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Piccoli chirurghi crescono

Derek- Terza ed ultima parte


 

 

Il tragitto tra la casa di Derek e l' ospedale sembra essere interminabile.

Carolyn guida con attenzione e prudenza, tenendo le mani ben salde sul volante e lo sguardo fisso davanti a sé , rivolto verso la strada, mantenendo l' espressione fredda e distaccata che é solita avere ogni qualvolta le cose si mettano male, una sorta di maschera, di meccanismo autodifensivo, di parvenza di calma e self-control.

Derek e Mark sono seduti sui sedili posteriori dell' auto, lo sguardo assente e colpevole, le guance arrossate per il gran correre e lo spavento, il senso di colpa che li schiaccia lentamente e con costanza, come un macigno piantato dritto nel loro cuore.

"Siamo arrivati, scendete", Carolyn apre la portiera e attende che i due ragazzi escano dall' automobile.

Derek scende per primo e segue sua madre, Mark lo raggiunge staccando frammenti di nastro adesivo dalle maniche della felpa.

I tre, insieme, si dirigono verso l' accettazione del Pronto Soccorso e Carolyn si avvicina al bancone per chiedere informazioni riguardo ad Amelia all' infermiera di turno.

"Mi scusi, sto cercando mia figlia, Amelia Shepherd, ha quattro anni e l' hanno appena trasportata qui, in ospedale, in seguito ad una caduta accidentale" inizia la donna.

L' infermiera la ascolta attentamente e poi controlla le cartelle: "Vediamo, Amelia Shepherd ha detto? Allora, qui risulta che sia appena arrivata, saranno sì e no dieci minuti, ora le stanno facendo una TAC, in seguito potrebbero sottoporla ad una RMN all' encefalo. Per avere più informazioni in merito, deve andare nel reparto di neurochirurgia, al quarto piano".

"Grazie mille, ci vado immediatamente. Mi potrebbe dire chi sta seguendo il suo caso?" le chiede Carolyn.

"Certo, il Dottor Sanders, il nostro neurologo e il Dottor Andrews, il primario di neurochirurgia dell' ospedale".

La donna ringrazia nuovamente l' infermiera e fa cenno a Derek e a Mark di seguirla.

I tre si dirigono verso l' ascensore e attendono pazientemente che le porte si aprano, poi salgono e rimangono in silenzio.

Carolyn fissa le pareti, mentre Mark si guarda i piedi, Derek invece inizia a parlare:" Stavamo solo giocando, mamma. Volevamo divertirci un po', poi lei ha iniziato a correre, come noi del resto, ma indossava il vestito a fiori di Kathleen e le tue scarpe con il tacco ed é inciampata ...".

"Ora non é il momento, Derek, faremo i conti più tardi, ora devo pensare alla salute di tua sorella" gli risponde sua madre, uscendo dall' ascensore.

Insieme percorrono un lungo corridoio, osservando qua e là infermiere e degenti che entrano ed escono dalle porte bianche, con un' espressione di mesta rassegnazione dipinta sui volti.

Giunti al termine del loro percorso, Carolyn si avvicina al bancone delle infermiere e una donna sui trent' anni, le indica la stanza numero 214, stanza dove Amy sarebbe stata trasportata di lì a qualche decina di minuti, dopo la TAC e il consulto neurologico.

La donna, seguita dai due ragazzini, si avvia verso la stanza e, giunta a destinazione, apre la porta ed entra.

La camera é semplice e spoglia, la tipica stanza d' ospedale, una singola con un letto, delle lenzuole bianche e candide, fresche di bucato, delle sbarre in acciaio da regolare a seconda delle esigenze dei pazienti, un guardaroba triste e spoglio, una finestra che da sul cortile interno ed un piccolo bagno, semplicemente arredato e antistante alla zona notte.

Carolyn si avvicina alla finestra e fissa distrattamente fuori, osservando medici e passanti che percorrono il cortile con incessante velocità e noncuranza, che si spostano da un polo all' altro dell' ospedale, senza fare caso alle persone vicino a loro e che camminano, cercando di schivare le pozzanghere di un temporale di passaggio.

Derek e Mark sono in piedi, vicino al muro, come due condannati al giudizio, aspettano che, da un momento all' altro, la Signora Shepherd possa rovesciare sulle loro spalle, ma soprattutto sulle loro coscienze, tutta la paura, il risentimento e l' angoscia, che lei cova in questo momento nei loro confronti.

La donna sembra molto più stanca e più sfiduciata del solito, cerca di respirare profondamente e di mantenersi lucida e salda, in modo da riuscire a reggere la situazione ed incassare l' ennesimo colpo ricevuto con la medesima classe che é solita sfoderare in momenti drammatici come questo.

Trascorrono così diversi minuti, dieci, quindici, quasi mezz' ora prima dell' arrivo di Amelia nella stanza 214.

I volti sono tirati e preoccupati, stanchi e colpevoli, in cerca di risposte, in cerca di notizie, sperando che siano buone.

La porta della stanza si spalanca ed entrano due infermiere, che spingono una barella, sulla quale é adagiata la piccola Amy, ancora in stato d' incoscienza.

Dietro di loro compaiono due medici, il Dottor Sanders, il neurologo e il Dottor Andrews, il neurochirurgo.

Carolyn si avvicina a loro, cercando di avere maggiori informazioni riguardo allo stato di salute della sua ultimogenita, una splendida e vivace bambina di soli quattro anni.

Derek e Mark se ne stanno in disparte, non osano avvicinarsi e sentire quello che i due medici hanno da dire sullo stato di salute di Amy.

Tuttavia, in particolare il giovane Derek cerca di origliare il maggior numero di informazioni possibili, ma con scarso successo, tutto ciò che riesce a captare sono frammenti di nozioni mediche: trauma, ematoma, encefalo, sangue da drenare, dura madre, aspiratore, sala operatoria.

Tutti termini a lui sconosciuti e che lo spaventano, perché non capisce la gravità della situazione, non riesce a comprendere se e come la sua sorellina si salverà.

Sua madre ascolta il discorso dei medici con attenzione ed annuisce di tanto in tanto, mostrandosi sempre più preoccupata ed afflitta, poi firma dei moduli e lascia che le infermiere preparino Amy per l' operazione.

Intanto i due dottori si allontanano dalla stanza 214 e si preparano a decidere la modalità migliore per intervenire sull' ematoma di Amelia.

Derek li osserva ed esce dalla stanza, cercando di non dare nell' occhio e di non farsi notare dalla madre.

"Dottor Andrews, dottor Andrews. Aspetti un attimo, devo parlarle!".

L' uomo si volta ed osserva quel ragazzino che, sino a poco prima, se ne stava seduto in un angolo, cercando di mescolarsi con la tappezzeria della camera.

"Dimmi pure".

"Mi chiamo Derek – ansima per il gran correre – Derek Shepherd sono il fratello maggiore di Amelia. Io volevo dirle che é tutta colpa mia se lei é qui. Sono stato io ad iniziare quello stupido gioco dei ghostbusters. Volevo solo dimostrare al mio migliore amico Mark che non sono un rammollito, ma che davvero posso diventarlo, da grande. Solo che qualcosa é andato storto, lei ha iniziato a correre ed é inciampata, rotolando giù per le scale e perdendo conoscenza. Ed ora la dovete operare ed io non so nemmeno che cosa le farete. Non capisco nulla e mi sento così dannatamente in colpa per quanto é successo, dovrei esserci io, su quel letto operatorio, non lei, dovrei essere lì, a soffrire, a non poter camminare, né parlare".

Derek inizia a singhiozzare e a perdere la calma.

Il Dottor Andrews lo osserva e gli mette una mano sulla spalla.

"Ascoltami, Derek, voglio che tu capisca che quanto é successo non é assolutamente colpa tua, é stato un incidente, non ne sei responsabile. Ora io opererò tua sorella e cercherò di ridurre l' ematoma cerebrale, drenando il sangue fermo in eccesso con un aspiratore. Sai, il mio lavoro non é poi così diverso da quello di un acchiappafantasmi, io aspirerò il sangue così come tu catturi i fantasmi e gli spettri e spesso inseguo tumori e patologie che sono quasi invisibili e sono difficilissimi da individuare e da trattare. Io e te, mio caro, inseguiamo l' impossibile e siamo i migliori in questo campo. Tua sorella é in ottime mani e poi, me lo sento, oggi é una bella giornata per salvare della vite. Ora scusami, ma devo proprio andare Derek".

"Ok, grazie, Dottor Andrews" gli risponde.

Il ragazzo si allontana e si dirige verso la camera di Amy, dove lo aspettano sua madre e Mark.

"Dove ti eri cacciato, Derek? Ero terribilmente preoccupata per te ..." inizia a dirgli Carolyn.

"Scusami, mamma, avevo bisogno di una boccata d' aria e di fare due passi per schiarirmi un po' le idee" risponde il ragazzo.

"Vieni, siediti qui, vicino a me. L' intervento potrebbe durare un bel po' ed io ho bisogno che voi due mi restiate vicino" dice sua madre.

Le ore scorrono lentamente, la preoccupazione e l' ansia si fanno sempre più pesanti, si palesano sempre di più.

Verso le nove di sera, il Dottor Andrews entra nella stanza, annunciando la buona riuscita dell' intervento, informandoli del fatto che potrebbero volerci delle ore prima che Amelia si risvegli e del fatto che, ancora, non sia certo che lei non abbia riportato delle conseguenze dovute al trauma cranico subito.

A turno, sua madre e Derek vegliano Amy, la quale, nel frattempo, é stata trasportata dalla terapia intensiva alla stanza 214.

Sono le due del mattino e la Signora Shepherd é sdraiata sulla poltrona, vicino al letto di Amy, mentre Derek e Mark sono seduti vicino alla piccola.

"Sono davvero un disastro come fratello, per non parlare di quanto faccia pena come ghostbuster, credo che sia meglio che io scelga un altro mestiere da fare nella vita. Sai, mi é simpatico il Dottor Andrews, il neurochirurgo che ti ha operata, mi piacerebbe diventare come lui, un giorno ed affrontare dei fantasmi veri" le sussurra Derek all' orecchio, piegato in avanti, con la testa sul cuscino.

"Come ghostbuster fai proprio pena, ma come fratello non sei niente male" una vocina rompe il silenzio e lo ridesta, facendolo sorridere, gioire e credere nei miracoli, anche in quelli che sembrano i più impossibili.

 

NdA:

Grazie a tutti coloro che hanno letto e recensito i capitoli precedenti, ora la parte dedicata a Derek si é conclusa, ci vediamo più avanti con Cristina Yang.

Le recensioni sono sempre ben gradite.

Ciao

lulubellula

 

   
 
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