28/10/2012
5 recensioniL’ora di tedesco non era di certo la preferita di Marco. Anzi lui il tedesco proprio non lo capiva. Tutte quelle lettere coi puntini e quelle “B mongoline”, come le chiamava lui, lo confondevano. Non c’era nulla da fare.
Nemmeno Gianluca era riuscito a farglielo capire. Ogni tentativo era abbastanza inutile.
Certo, era solo un mese e mezzo che la prima superiore era iniziata ma il tedesco, nonostante fosse una nuova lingua, per tutti era chiaro. Per tutti tranne che per il rosso.
La prof. Belotti era esasperata. Gli aveva fatto scrivere e ripetere tutte le parole e le definizioni almeno una cinquantina di volte, ma lui continuava a non capire.
«Ok… ora prova a leggere e capire questo dialogo… è corto ce la puoi fare. Queste non sono parole nuove.» la professoressa di certo non voleva arrendersi così facilmente. «Zanardi, per favore, aiutalo.»
Marco si mise a scrutare attentamente tutte le parole. Arrivato verso la fine Gianluca lo vide spalancare gli occhi. Osservò in che punto potesse essere arrivato e lesse la frase “Mein Vater ist türke”.
Stava pensando il perché di quella reazione quando Marco si alzò di colpo facendo strinare la sedia e sbraitò: «COSA???!! IL SUO WATER È UNA TURCA???!!!»
La classe cominciò a ridere. A qualcuno addirittura vennero le lacrime agli occhi. Gianluca si batté la mano in faccia, stupito dall’amico. La prof invece aveva la faccia di una che ha appena visto un fantasma. Marco era visibilmente offeso dai compagni. Credeva di aver capito il tedesco, ma evidentemente, non era così.
La Prof, appena si riprese dallo shock, disse con un filo di voce: «Mein Vater ist türke signfica mio padre è turco… non quello che dici tu…»
«Eh no prof! Non può essere così!» se c’era una cosa che Marco non sapeva fare era stare zitto quando veniva contradetto. E in quel momento, in più, era particolarmente irritato.
«Ti prego Marco ora non dire più nulla!» lo esortò il bruno. «Evita di peggiorare la situazione…»
«No! I tedeschi parlano male e se io adesso, per una volta, ho capito non può dire che sto sbagliando! Mi rifiuto di sentire ancora che non ho ragione!»
La professoressa, ormai molto adirata, decise di mettergli una nota sul registro e chiudere la questione.
Dopo le lezioni, i due tornarono a casa insieme e Gianluca notò che, per la prima volta, il rosso era molto scosso.
«Che succede? Stai ripensando alla lezione di tedesco?»
Marco osservava le punte delle scarpe con una smorfia dipinta sul volto.
Alzò velocemente la testa e fissò il bruno negli occhi: «Dimmi la verità… sono davvero così stupido?» lo fissava con le lacrime agli occhi.
Gianluca si rattristò vedendolo ma gli sorrise dolcemente.
«No. Per niente. Hai solo qualche problema a capire delle cose, ma hai un grandissimo potenziale e non sei per niente stupido. E poi l’intelligenza non si misura solo con la scuola.»
Marco gli saltò addosso e lo chiuse in un dolce abbraccio.
«Grazie. Grazie davvero. Sei un amico. Però… sai se devo essere sincero... vorrei fossi di più» sorrise e gli stampò un piccolo bacio sulle labbra per poi salutarlo e andare via allegramente.Gianluca rimase stupito, ma poco dopo sorrise.
«No. Non sei per niente stupido.»
-angolino nevoso-
Si, nevoso perchè nel mio paese (circa 11 km sopra Bergamo) oggi nevicava! Così ho
Comunque parliamo della prima one-shoot.
Questa storia si ispira a quello che ha fatto la mia ex comapagna di banco XD
Lei il tedesco lo capisce però aveva letto quel dialoghetto velocemente e arriva alla fatidica frase (appunto Mein Vater ist türke) e mi dice testualmente le parole che dice Marco. Solo che lei si è limitata a sussurrarle.
Però è stato troppo divertente, io ero li che mi scompisciavo dalle risate e lei pure. Stavamo praticamente piangendo.
Quindi la ringrazio anche se non potrà mai saperlo perchè lei non è iscritta e probabilmente non lo sarà mai.
Bene smetto di rompere :) grazie a chi legge e recensisce ;D
ci sentiamo (o forse è meglio leggiamo?!) alla prossima,
bacioni dalla vostra Chia XP XD ♥