Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: nevissima    28/10/2012    1 recensioni
In ogni cuore c'è un segreto troppo grande per essere condiviso: Justin e Melissa lo sanno bene. Il loro odio si consuma così forte da far credere a tutti che non ci sia nessuna soluzione tra loro se non la morte, ma loro non sanno... non c'erano due anni prima in quella camera a Miami.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mettiti nei miei panni per un attimo, Justin!”
Il biondo guardò Ryan, seduto di fronte a lui, e ci provò realmente.
“Siamo praticamente cugini, come pretendi che io vada a New York a ingaggiare quello per farla fuori? Nemmeno tu lo vuoi!”
Fece un ampio sospiro.
La polizia gli stava addosso, lo sentiva, c’erano troppe pattuglie in città durante la notte e spesso passavano lente davanti la loro casa. Lo tenevano sott’occhio, lo sapeva.  Tornò a fissare l’amico.
“Ok, come vuoi…” si alzò prendendo le chiavi della macchina e lasciando una banconota da 10 dollari sul tavolo, poi c’avviò verso l’uscita.
Mentre entrava in macchina lanciò uno sguardo a Ryan ancora seduto nel locale, scuoteva la testa, era disperato, era il suo migliore amico. E tutti questi problemi non se li meritava.
Qualcuno bussò al vetro del suo SUV, e la cosa lo spaventò più del dovuto.
Abbassò il finestrino e la faccia dello sceriffo gli si presentò davanti come uno schiaffo inaspettato: “Bieber, è sempre un piacere vederti!”
“Vorrei poter dire lo stesso, sceriffo!”
L’uomo rise senza una vera intenzione: “scendi, bello, ci andiamo a fare un giretto in centrale, voglio farti qualche domanda su mercoledì scorso…”
Justin alzò lo sguardo al cielo, decise di mostrarsi più strafottente del solito.
Sperò che ci fosse anche Melissa.
Salì nella macchina della polizia, e mentre guardava la portiera che gli veniva sbattuta in faccia, si accorse che Ryan era uscito di corsa dal locale per capire che stava succedendo. Lo sceriffo gli si avvicinò e gli disse qualcosa. L’amico diede un calcio a una lattina accanto a lui, e imprecò.  Justin lo sentì.
La volante partì e le sirene si accesero.
Quando fu lontano, si rigirò verso quel parcheggio, il suo migliore amico stava in piedi a fissare la macchina che si portava via Justin, come tante volte era successo.
Il viaggio fino alla centrale fu breve e il biondo si sentì quasi a suo agio seduto su quelle poltrone della sala d’attesa. Una scolaresca di bambini stava facendo un tour della centrale insieme a qualche poliziotto e alle loro maestre. Augurò loro di non andarci mai per nessun altro motivo, e qualche bambino gli sorrise sinceramente come solo loro sanno fare.

“Ho chiesto espressamente di togliermi le manette, non l’ho mica ucciso quel poliziotto, cazzo!”
La sua voce la sentì forte e chiara: Melissa.
“Opporre resistenza a un pubblico ufficiale è reato, Cornwell, dovresti saperlo…”
“Sceriffo…” la ragazza fece un segno di referenza verso l’uomo che prontamente le si avvicinò per toglierle le manette.
“Il tuo amico è stato più gentile però, è entrato in macchina senza tante storie.”
La ragazza si girò verso la sua direzione capì a chi si stesse riferendo, alzò il sopracciglio e sbuffando fece un cenno verso Justin. “Seguitemi, iniziamo con le cose serie.”
Insieme seguirono lo sceriffo verso una sala più appartata che Justin ricordava bene dall’ultima volta, Melissa gli stava accanto in silenzio
 “Stai al gioco” le sussurrò piano in modo che solo lei potesse udirlo, e lei sorrise facendogli l’occhiolino.

“Allora ragazzi, ci sono giunte voci che mercoledì scorso eravate presenti alla sparatoria in cui sono morti due ragazzi. La fonte vi è piuttosto vicina, quindi pensiamo sia molto attendibile. Voi avete parecchi precedenti: Bieber ha incendiato parecchie case e ha probabilmente minacciato la metà delle persone di questa città; Cornwell, tu hai molte denuncie per disturbo delle quiete pubblica, spaccio e hai mandato all’ospedale parecchi ragazzi. Insomma non siete due santi, però cerchiamo di venirci incontro.”
Lo sceriffo in piedi di fronte a loro parlava con calma, ma li guardava fisso negli occhi senza distogliere per un attimo l’attenzione dai loro gesti. Melissa e Justin si guardarono per un attimo e il biondo le sorrise come per darle il via libera di parlare.
“Mercoledì sera eravamo insieme, sì, ma a casa mia. Abbiamo fatto un barbecue insieme ad alcuni amici, abbiamo ballato e bevuto. Niente di più.”
“Ti aspetti che io ti creda?”
“Se non mi crede cosa cazzo sono venuta a fare qui alle 3 del pomeriggio?”
Justin le mise una mano sulla gamba e strinse forte, “calmati” le disse, “sceriffo, senta, noi non c’entriamo niente in questa storia, ok? Mercoledì eravamo insieme, glielo posso assicurare… anche perché abbiamo fatto qualcosa di cui vado molto fiero, e di certo non perderei l’occasione di vantarmi con qualcuno di aver passato la notte con la signorina qui di fianco!” Justin continuò a parlare con la stessa calma che aveva usato lo sceriffo, lasciandolo di stucco nel pronunciare quelle parole.
“Ho sempre pensato foste una contro l’altro!”
“Forse è proprio per questo che facciamo sesso continuamente, senza sosta, a tutte le ore del giorno, sceriffo!”
Justin sentì un sonoro schiaffo schiantarsi sulla sua guancia.
“Cornwell tieni apposto le mani, non siamo in mezzo alla strada” l’ammonì lo sceriffo “ e tu Bieber potresti anche evitare di raccontarci tutti questi dettagli. La cosa non finisce così, è bene che lo sappiate, potete andare per me è sufficiente!”
Melissa e Justin si alzarono insieme e uscirono senza dire una sola parola; percorsero il corridoio e uscirono dalla centrale allo stesso modo. La ragazza svoltò a destra passando oltre il biondo che la guardava, aspettandosi almeno un saluto.
“Non saluti nemmeno?” gridò nella sua direzione.
Melissa si fermò e tornò indietro, con tutta la forza che aveva in corpo prese Justin dalla maglietta e lo spinse contro il muro: “non ho nessuna intenzione né di salutarti né di parlarti, chiaro? Ho ricevuto una chiamata da Alfredo questa mattina, dice che uno dei tuoi gli ha chiesto di venire qua e di farmi fuori. Come credi che io possa anche solo volerti guardare in faccia?”
Il biondo strabuzzò gli occhi e maledì Ryan per la sua immancabile fedeltà e Alfredo per la sua fottuta bocca larga. Ma poi si accorse quanto fosse vicino a lei, alle sue labbra.
“Mi fai un effetto strano, Mel!”
Le accarezzò i capelli portando una ciocca dietro l’orecchio, e guardandola negli occhi, il suo petto non andava più così veloce, e scommise che ora si sentiva anche lei più tranquilla. Le poggiò entrambi le mani sulle braccia, prima dolcemente e poi con forza la prese e l’alzò in modo da farla mettere al suo posto, contro il muro.
Senza quasi volerlo, le loro labbra erano attaccate in un bacio tanto passionale quanto rude, anche in quella situazione combattevano per chi fosse il migliore. Mel mise una mano tra i capelli di Justin e li strinse forte tra le dita mentre il biondo le stringeva forte i fianchi quasi affondando le unghia nella carne.
Da quanto lo aspettavano, quel bacio.
Quando si staccarono dalle rispettive prese, rimasero un po’ a guardarsi negli occhi entrambi con l’affanno.
“Non potevi darmi un saluto migliore, Cornwell.”



Sono tornata.
Ho avuto tantissimi problemi ultimamente, e aggiornare era davvero l'ultima delle mie priorità, vi chiedo scusa.
Tornando al capitolo, è un pò lungo, mi sono lasciata prendere la mano :D spero vi piaccia e fatemi sapere che ne pensate.
Recensite, che mi rendete felice <3
XOXO,
NEVE

  
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