Ryu Hidamasa in          
             Il sonno dell’ Oni, la spada di Myamoto ed il treno d’argento
 
Correva l’ anno 1868 , mentre quasi tutto il Giappone era infiammato dalla guerra Boshin , una nebbia intensa gettava un velo di mistero sulle terre di Kyushu, una nebbia capace di risvegliare gli eroi ed i demoni del passato. Questa è l’ interessante e misteriosa storia di Ryu ,un abile giovane samurai, intelligente ed anche un po’ bizzarro che esercita l’ insolita professione di sterminatore di incubi , c’è da dire non senza successo.
 
Prologo-La Baia
Quella mattina la baia di Kagoshima era tranquilla, perfino il mare e le corazzate inglesi non emettevano il minimo rumore. A circa un kilometro di distanza dal centro abitato vi era un piccolo molo di pescatori, i passi sulle travi di legno sembravano l’ unico rumore in grado di scalfire in modo deciso quel velluto di silenzio che la nebbia aveva portato con sè. Un solitario pescatore fissava immobile la baia, il sugegasa che portava in testa sembrava un tutt’ uno con la nebbia.
“Tu devi essere Ryu” disse il pescatore “ho sentito molto parlare di te , sapevo che eri abile ma non fino a questo punto, come sapevi che ero qui ? “
“Quando siete scappato dal Tenshu avete lasciato cadere per terra delle foglie di ciliegio sulle quali era facilmente distinguibile l’ odore di polvere da sparo, a quel punto è stato facile trovarvi, questa baia è famosa per gli scambi con gli inglesi, leggere la vostra biografia mi è bastato a capire il resto ex Shogun Minamoto” disse Ryu
Minamoto si voltò verso di lui  e gettò il sugegasa a mare rivelando il suo volto scheletrico.
Ryu aveva già le mani sulla katana.
“Cosa intendi fare ? ti sei dimenticato che io sono già morto forse? “ disse Minamoto.
In quell’ istante il sugegasa si levò dall’ acqua e colpì Ryu provocandogli un taglio sulla guancia. Ryu stava già rispondendo all’ attacco con un fendente , ma il cadavere gli bloccò il polso e lo graffiò con le unghie scheletriche sul petto, una ferita talmente dolorosa da fargli perdere la spada di mano
“Mi dispiace Ryu san ma non mi date altra scelta” disse Minamoto afferrando la spada e alzandola sopra la testa
Un bagliore baluginò nell’ aria proprio in quell’ istante, riducendo in polvere i resti di Minamoto e gettando sulle travi il samurai . Ryu si mise carponi tastandosi le ferite.
“e da quando in qua non si dice neanche grazie?” gridò una voce femminile ”non hai rispetto per i morti, non hai rispetto per la tradizione, non hai rispetto per me e nemmeno per te stesso !!!”
La nebbia si diradò leggermente permettendo a Ryu di riconoscere le vesti shintoiste della giovane sacerdotessa Mitsu.
Mitsu gettò nella baia il rosario spezzato che portava in mano
“beh grazie, comunque avevo tutto sotto controllo” disse Ryu prendendo la spada da terra “anche tu stavi dando la caccia al cadavere di Minamoto?”
“no cercavo te” rispose Mitsu tirando fuori una lettera dalla veste“ ti volevo portare questa lettera, è arrivata al tempio poco tempo fa, credo sia da parte di quell’ ufficiale inglese che hai battuto a scacchi”
“Finalmente ! Aspettavo sue notizie da tempo, dammela ! “ disse Ryu impaziente.
“Non te la darò fin quando non ti farai sistemare quelle ferite “disse Mitsu , ma non riuscì neanche a finire la frase che Ryu le strappò la lettera di mano e corse via.
“è stato un piacere Mitsu san ci vediamo presto !!! “ gridò Ryu , e così dicendo scomparve nella nebbia
La sacerdotessa sospirò tra sé e sé “aaah Ryu ….prima o poi il tuo spirito ti porterà contro cose che non potrai affrontare, cosa farai allora?”
Mitsu si stese sul molo di legno e fissò la luce del sole attraverso la nebbia, recitando le preghiere per l’ anima di Minamoto.