Zayn entrò nel bar che aveva ancora il cappuccio della felpa alzato.
Lo abbassò istintivamente, il caldo iniziò ad avvolgerlo nel suo caloroso abbraccio riscaldandolo dal freddo glaciale di qualche minuto prima.
Si avvicinò al bancone, chiese un the caldo e si guardò intorno.
I tavoli erano pieni di gente, ma lui non aveva intenzione di rimanere in piedi dopo tutta quella strada che aveva corso a causa delle fan.
L'unico posto libero era infondo al bar, nell'angolo sinistro, dove sedeva una strana ragazza dai capelli rosso fuoco.
Si avvicinò velocemente, sicuro di sè, sicuro che non avrebbe rifiutato una sua richiesta.
Le fece segno se poteva sedersi con lei, ma lei lo ignorò, così lo fece.
-Con comodo, eh- disse lei in Italiano perfetto.
Purtroppo per lei Zayn era stato costretto ad un corso di Italiano, quindi aveva capito abbastanza bene la frase.
-Scusa-
Sentendolo parlare in Italiano, la rossa alzò lo sguardo e lo scrutò attentamente, finendo per porgergli la mano.
-Piacere-
-Piacere Zay..-
-Zayn Malik, lo so.-
-Come lo s..-
-Sei famoso, sai com'è.-
Lui scoppiò in una risata sarcastica, la gente pensava sempre che fosse facile, ma non lo era.
Non poteva nemmeno uscire a prendersi un gelato che tutti gli correvano dietro.
La ragazza abbassò gli occhi tornando a leggere un libro abbastanza grosso, le mani affusolate lo tenevano in mano come se si potesse polverizzare da un momento all'altro.
Notò solo in quel momento le unghie rosa fosforescente.
Ma che diavolo? Solo una come lei avrebbe potuto fare una cosa del genere.
-Non mi hai detto come ti chiami.-
-La cosa non ti riguarda.-
-Sto parlando con te, quindi mi riguarda eccome.-
Ci fu qualche minuto di silenzio, il cervello della rossa lavorava furiosamente per rispondergli a tono.
-Sam.-
-Come?-
-Sam. E' il mio nome. Sam.-
-Piacere Sam-
-L'hai già detto.-
-Smettila!-
Sam chiuse di colpo il libro facendo sussultare Zayn, che le sorrise divertito.
Quella ragazza aveva qualcosa di strano e misterioso allo stesso tempo.
-Guarda che non mordo, non serve che ti arrabbi-
-Non sono arrabbiata.-
-Davvero?-
-Davvero-
-Bene-
-Bene.-
Arrivò il cameriere che posò la tazza di the fumante davanti al ragazzo.
-La sua bibita, signore.-
-Grazie. -
Si mise a bere lentamente guardandola, il liquido che gli scorreva giù per la gola scaldandolo.
Vedendo che lui non smetteva di fissarla, Sam si voltò e lo guardò male.
-Se sei qui per rimorchiare hai sbagliato persona.-
-Mai detto di volerlo fare-
-Mai detto di volerlo fare-
-Piantala-
-Piantala-
-Sei antipatica!-
-Grazie-
Lei gli sorrise sghemba, si stava divertendo tantissimo a prenderlo in giro in quel modo.
Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma non poteva farne a meno.
E poi, quel ragazzo era stupendo.