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Autore: Beckett66    28/10/2012    6 recensioni
Ispirata dai video e dagli spoiler della 5x05. Quando capisci che lei è "The one" vuoi che lo sappia anche lei. Prima fanfiction a capitoli ma breve.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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1 – Arrested

“Credo che ora dovrei chiamare il mio avvocato”.
“Te lo chiedo di nuovo Castle: dov’eri venerdì sera?”. Lei lo guardava dritto negli occhi. Si sentiva morire e voleva che lui lo vedesse; voleva che vedesse i suoi occhi spegnersi davanti a lui. Non poteva essere vero e lei di questo era assolutamente certa. Lui non la stava tradendo con un’altra donna e non era un assassino. Quanto ad altre ipotesi tutte le piste erano aperte. Castle sosteneva il suo sguardo. In pochi istanti vide gli occhi di Kate spegnersi. Si era spinto troppo in là. In fondo lo aveva fatto per lei ma non credeva che avrebbe reagito così, non se lo aspettava. Doveva fare qualcosa ma non voleva rovinare tutto.
Restarono qualche istante in silenzio poi Kate si alzò dal tavolo e si diresse alla porta. Lui le afferrò il braccio: “Ricordati solo che tu sei la migliore e che io ti amo”.
Kate non rispose. Si limitò a guardarlo con disapprovazione come a dire: “Questo non è il momento né il luogo”.
“Ora e qui!”. Ribatté Castle con tono sicuro.
Kate era stupefatta: ancora una volta lui la stava leggendo dentro. Lo guardò dritto come a dire: non provare a leggermi dentro e Castle rispose pronto al suo sguardo furioso: “Non lo sto facendo Kate, sto solo rispondendo alla tua domanda di prima”. Era criptico per tutti ma non per lei.
Kate cercò di controllare lo stupore ed il tremore che la pervadevano; lo guardò fisso con gli occhi spenti e lucidi, con un abisso di dolore ed uscì dalla stanza.
Dietro allo specchio Esposito ed il capitano Gates ascoltavano senza capire una parola. Solo Ryan, che credeva di conoscere il loro segreto, cercò di interpretare quelle parole.

Kate chiuse la porta della sala interrogatori sostenendosi per un istante alla maniglia poi si girò ed attese che gli altri uscissero dalla sala di osservazione. Il capitano Gates la guardò con tenerezza. Nonostante il suo atteggiamento sapeva esattamente cosa Kate stesse passando, cosa la stesse lentamente facendo affogare di nuovo. La certezza che lui non c’entrasse nulla non bastava a compensare il fatto che non le avesse risposto, che sembrasse non aver avuto fiducia in lei. “Io ho alcune telefonate importanti da fare, voi fate il punto della situazione dopo questo ... interrogatorio”. Disse rivolta al gruppo ma guardando intensamente Kate. “Credigli, credigli perché è vero che ti ama ed è vero che sei la migliore anche se io non te lo dirò mai”. Questo voleva dirle il capitano con quello sguardo.

Rimasti loro tre Kate alzò lo sguardo cercando di controllarsi. Dopotutto era al Distretto e non poteva crollare come una quindicenne alla prima cotta. Facile a dirsi ma non a farsi.
“Pausa?” Disse Ryan guardandola dritta negli occhi come a voler dire “Non voglio dirtelo qui”. Lei lo ringraziò mentalmente per non aver pronunciato la parola “Caffè” ed annuì con la testa. Entrarono in sala relax e dopo un veloce scambio di sguardi tra i due detective Esposito si accinse a fare il caffè per tutti. Ryan fece sedere Kate, le si sedette a fianco e iniziò a parlare.
“Non c’è nulla che devi dirci Kate?” Aveva un tono dolce, non la stava accusando di nulla, voleva solo sapere per poterla aiutare. Lei lo guardò solo, in silenzio e con gli occhi lucidi mentre una lacrima sfuggì al suo controllo.
Esposito porse il caffè ad entrambi e guardò il partner con occhi interrogativi.
“Senti Kate quando sei andata via per il week end con il tuo ragazzo e Castle è andato negli Hampton, ufficialmente per scrivere, c’è stato un omicidio che ha coinvolto proprio lui, rovinandogli mi sa in parte la festa...” Ora lo sguardo era più sornione. “Uno dei testimoni mi ha detto che Castle in realtà era lì con la sua ragazza: una mora, alta che lui ha definito: uno schianto, una vera bomba e che si chiamava Kate”. Lei non reagiva e questo rendeva Ryan sempre più sicuro delle proprie convinzioni.
“Ora – continuò il detective – ci sono due possibilità. O hai un’omonima mora che è, come disse il testimone, una vera bomba, che si accompagna a Castle e nessuno di noi l’ha vista e, ciò che sarebbe ancora più strano, lui non se n’è ancora vantato, oppure quella Kate sei tu e a questo punto credo che dovresti dircelo perché ora non è più un gioco tra noi”.
“Cosa c’entra il week end di Castle negli Hampton con questo caso?” Rispose Kate.
“C’entra perché se quella Kate, come credo, eri tu dobbiamo assolutamente capire le sue parole di poco fa.”
Kate si limitò ad annuire e questo ruppe gli argini. Le lacrime iniziarono a scenderle senza che lei potesse fare nulla per fermarle. Non riusciva nemmeno a singhiozzare. Si alzò in piedi e guardò i suoi uomini. Era distrutta, di nuovo.
“Sappiamo tutti che non c’entra niente e che è stato incastrato ma così non ci aiuta” esplose Esposito. Non poteva sopportare di vederla ancora una volta soffrire. Voleva mettere personalmente le mani addosso al bastardo che le aveva fatto questo e farlo a pezzi sino ad esserne esausto. Voleva portarglielo in dono dicendole che ora era tutto a posto, che nessuno le avrebbe più portato via la sua vita e che lui si era assicurato che pagasse a caro prezzo ciò che le aveva fatto. Si sentiva così impotente.
“Scusatemi ragazzi ho bisogno di una pausa. Solo qualche minuto ma devo uscire di qui; torno in pochi minuti. Se la Gates chiede di me ditele che torno subito. Spero che capisca”.
Si diresse all’ascensore e premette il tasto per l’obitorio.

Esposito mandò un messaggio a Lanie “Castle arrested. Caskett”.
Lanie sentì il bip del telefono, lo prese, lesse il messaggio e pensò che sicuramente Kate gliel’avrebbe pagata ma che il bastardo che le aveva fatto questo doveva pagarla molto ma molto più cara.
Kate bussò alla porta facendosi vedere dall’oblò. Lanie si precipitò a farla entrare e l’abbracciò forte. “Oh tesoro mi dispiace così tanto! Dovrei ucciderti – abbozzò un sorriso – ma non lo farò!” cercò di sdrammatizzare l’amica.
“Perché Lanie, perché lui?”
“Perché qualcuno ha deciso di morire giovane”.
Kate la guardò. I suoi occhi erano due punti di domanda.
“Sai bene che quando Esposito e Ryan lo prenderanno preferirà assolutamente non esser mai nato. So per certo che spulceranno tutto il codice penale dal primo articolo sino all’ultimo comma per trovare tutto, assolutamente tutto, ciò di cui potranno accusarlo e lo faranno con una precisione che definirei quasi maniacale. Faranno in modo che marcisca in galera per sempre a prescindere dall’età che ha ora”.
“Lo amo Lanie! Perché ora? Cosa ho fatto di male?”. Kate era davvero disperata. Senza di lui non ce l’avrebbe fatta. Aveva lottato tanto per riuscire ad abbattere il suo muro e fidarsi di qualcuno ed ora che ce l’aveva fatta volevano portarglielo via. Di nuovo.
“Ehi tesoro cosa stai dicendo: non hai fatto niente di male! Hai solo incrociato un bastardo di troppo sulla tua strada. Lo so che non è facile ma pensa a Castle, a sua figlia. Lo so che anche tu non ce la fai più ma in questo momento sei l’unica che può tirarlo fuori da questo pasticcio. Solo tu sei in grado di farlo parlare e capire cosa vuole dirti, leggere tra le righe”.
“Ma non parla, Lanie! Non parla. Ha chiesto un avvocato e non lo posso nemmeno più interrogare!” Kate era fuori di sé; si sentiva le mani legate.
“Wait, wait... un momento Kate. Come sarebbe non parla. Vuoi dirmi che non ti ha detto nulla? Nemmeno una parola?”
“Non vuole dirmi dove si trovava venerdì sera. Mi ha solo detto di ricordarmi che sono la migliore e che lui mi ama”.
“Nient’altro, sei sicura?”
“No. Ha detto: ora e qui. Non lo capisco proprio. Perché non mi dice dov’era e la facciamo finita? Perché non dice cosa ha fatto con quei soldi e poi c'è la borsa, ci sono le impronte. Se ha fatto qualcosa di cui si è pentito non sarà mai grave come trovarsi accusato di un omicidio che non si è commesso accidenti!”. Si stava finalmente arrabbiando e questo era buono: avrebbe agito.
“Perché ti ama e sa che tu lo tirerai fuori da questo pasticcio: sei la migliore! Quanto al fatto che possa aver fatto qualcosa di cui si pentirsi non credo. Ti ama e non ti farebbe mai del male. Forse potrebbe aver fatto qualcosa che per lui è normale e che sa che tu non capiresti”
Kate sembrò risvegliarsi di colpo: aveva capito.
“Lanie sei un genio! Dopo lo ucciderò, ma per questo c’è tempo”.

Uscì correndo dall’obitorio e salì veloce in ascensore. Friggeva mentre l’ascensore la riportava su. Non appena le porte si aprirono chiamò “Ryan, Espo, con me!”.
Andarono in una saletta e: “Ho capito! Ho capito cosa vuole dirmi Castle!”
“Potresti spiegarlo anche a noi Beckett! Sai, siamo un po’ tardi!” Ironizzò Esposito.
“Ricapitoliamo: Castle ha detto quattro cose: che mi ama, che sono la migliore, che deve dirmelo ora e qui. Tutto chiaro?”
“Cristallino” rispose Esposito.
“Questo significa che si fida di me, che vuole che lo voi sappiate perché sapeva che stavate ascoltando tutto, che deve dirmelo in questo momento perché vuole darmi la forza di reagire e, soprattutto, che mi ama. Questo è il concetto più importante!”
Si bloccò rendendosi conto che sicuramente i due non avevano assolutamente capito il senso dell’ultimo concetto.
“Non in quel senso, cioè anche in quel senso ma soprattutto nel senso che non farebbe mai nulla che potesse ferirmi. Chiaro?”
“No, veramente no” risposero i due all’unisono.
“Su ragazzi, rifletteteci. I soldi che si sono spostati dal suo conto sono contanti ok?”.
“Chiaro” risposero all’unisono.
“Noi siamo abituati a rincorrere i criminali e per noi uno fa un’operazione del genere solo per nascondere qualcosa. Giusto?”
“Giusto”.
“Ma lui non è un criminale e quindi lo farà certamente per tutt’altro motivo. Per esempio per aiutare qualcuno senza metterlo in imbarazzo. Se avesse fatto un bonifico o avesse utilizzato un mezzo tracciabile non avrebbe mai potuto essere sicuro che questo aiuto non divenisse un domani pubblico mettendo in forte imbarazzo chi lo aveva ricevuto”.
“Beckett tu sei un genio!”
“Grazie. Sono la migliore, giusto!” Disse finalmente con un sorriso.
“Scavate nel conto corrente della vittima e in tutti i conti correnti delle persone vicine a Castle e che potrebbero aver ricevuto il suo aiuto. Ora chiamerò Martha ed Alexis e vedrò di trovare i possibili beneficiari. Trovatemi quella persona!”
“Sarà fatto Beckett”. I due uomini corsero alle loro scrivanie e si misero subito al lavoro.

Kate aveva anche avuto un'idea su come la borsa potesse essere arrivata a casa Castle. Se qualcuno aveva voluto incastrarlo doveva essersi assicurato che quella borsa si trovasse a casa Castle. Kate andò dal capitano e l'aggiornò poi si diresse a casa Castle. Suonò e Martha aprì la porta. Era agitata, il suo cuore batteva all'impazzata. Non sapeva come l'avrebbero accolta. Certo lei stava solo facendo il suo lavoro ma loro erano pur sempre la madre e la figli di Rick.
“Ciao Kate, vieni entra”. La invitò Martha con fare gentile.
“Ciao Martha, ciao Alexis. So che è un momento difficile e sapete quanto lo sia anche per me ma ora dobbiamo tirarlo fuori da questo pasticcio. La fuori c'è qualcuno che gli vuole molto male ma io ne voglio molto di più a quel bastardo e il ragazzo ha fatto davvero molto male i suoi conti”. Aveva gli occhi lucidi per il dolore e per la rabbia e si sentì sollevata nel capire che le due donne capivano perfettamente cosa stesse provando.

  
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