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Autore: BalthierMid    29/10/2012    3 recensioni
Ormai sono passati due anni. Due anni da quando il mondo è andato a rotoli. O almeno, la città di Collinwood. Due anni fa era una ricca e fiorente cittadina, ora è solo il LORO territorio di caccia. I sali da bagno hanno cambiato tutto. Trasformano realmente la gente in mostri cannibali. Non credete al governo e all'esercito cittadini americani, qui dentro al Recinto non ci sono solo LORO. Ci siamo ANCHE NOI, persone indifese. L'esercito non ci vuole aiutare a debellarli dalla città. Ormai per loro siamo solo carne da macello. Persone inutili. Non sappiamo se potremo passare la giornata. Se avete un po' di buonsenso, aiutateci. Sapremo come ricompensarvi.
Qui è Howard Burton, passo e chiudo. Spero non per sempre.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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CAPITOLO 1


Allyson si svegliò quando un soldato la buttò giù dal letto. Anche se dicevano di proteggere la popolazione, quei soldati non erano gentili con loro. Ma lei lo sopportava. Bastava che non la lasciassero in mezzo a LORO. Barcollò un poco con gli occhi socchiusi, coprendoli per la luce accecante del giorno. La giornata era stranamente limpida. Scese le scale che dal dormitorio andavano all’edificio principale, dove una volta c’erano le aule. Arrivata, entrò nella vecchia aula di chimica, dove vide Alice. Come ogni mattina lei era lì, alla finestra, che guardava oltre il recinto di filo spinato, come in attesa di qualcuno. Allyson si avvicinò lentamente.
“Un giorno forse capirò perché sei sempre lì” disse Allyson sorridendo.
Alice scese dal davanzale e si girò, mettendosi a posto i capelli.
“Oh, niente di che, non ti preoccupare …”
Allyson fece spallucce e si avvicinò.
“Hai già visto Roger ?”
“No, non ancora, ma …”
In quel preciso istante entrò correndo un ragazzo sui vent’anni. Le due amiche si girarono.
“Mi sono perso qualcosa ?”
“Roger !” disse Allyson, abbracciandolo.
“Ehi, non è che non mi vedi da millenni !”
“Lo sai che è così, Roger. E poi non ha tutti i torti. Potevi essere morto …”
“Ehi ! Non portare sfiga !”
Alice, girandosi dall’altra parte, rise. Roger la spintonò ridendo anche lui.
“Ehm … Ora andiamo a mangiare qualcosa ?” chiese Allyson. I due si girarono.
“Uhm, per me va bene. Andiamo” disse Roger, incamminandosi. Le altre lo seguirono.
Percorsero il corridoio delle aule e si diressero verso le vecchie cantine, ora adibite a mensa comune. Nel tragitto videro molte persone malate che urlavano di aver bisogno di medicine, ma nessuno le ascoltava. Dopotutto, di medicine non ce n’erano per nessuno. Erano finite da secoli. Ma nessuno aveva il coraggio di allontanarsi troppo dal College. Anche il cibo cominciava a scarseggiare. Le porzioni erano sempre meno. La gente dimagriva. Ed erano passati solo due anni. Entrati nella mensa, furono colpiti dal forte puzzo di muffa e cibo andato a male. Ad Alice venne un conato, ma si trattenne.
“Su muovetevi, c’è altra gente dopo di voi” disse un soldato, porgendo ai tre dei vassoi di plastica malconci.
Allyson si avvicinò al bancone e l’infermiera le diede una tazza di latte e dei biscotti forse scaduti, ma non ci fece caso.
“Vuoi altro ?” chiese la giovane infermiera, che aveva un vistoso taglio sulla faccia.
“No … Grazie” rispose Allyson. Aspettò i suoi amici e poi si diresse ad un tavolo.
Non parlarono per tutto il tempo, ognuno era immerso nei propri pensieri. Quando arrivò un soldato che si fermò davanti al loro tavolo.
“Chi di voi è Allyson …”
“Ehm, io. Che succede ?”
“Il colonnello ha bisogno di lei”
“Il … C … Colonnello ?!” disse Roger.
“Sì” il soldato si rigirò verso Allyson “Allora ?”
“Arrivo subito” disse con voce tremolante. Che cosa volevano da lei ?
Con passo spedito seguì il soldato che si apriva un varco tra la folla. Uscirono nel Campus ed entrarono nella tenda adibita a quartier generale.
“Aspetta fuori un attimo” il soldato entrò nella tenda. Allyson si avvicinò all’entrata e tese l’orecchio.
“Signore, è arrivata quella che ha chiesto”
“Bene”
“Ma, siamo sicuri accetterà ?”
“Se non lo fa, la obbligheremo. O la sfratteremo da qui”
Allyson si bloccò con gli occhi sbarrati. Che cosa volevano facesse ? Il suo cuore cominciò a battere più forte. Pensò di scappare, ma sapeva che avrebbe peggiorato la situazione. Si allontanò un po’ dalla tenda ed aspettò. Poi il soldato uscì e le fece cenno di entrare. La tenda era grande e buia, illuminata solo da una lampada al centro. Sotto c’era un lungo tavolo coperto di cartine della città e documenti. Si avvicinò titubante ad un uomo molto più alto di lei, sulla cinquantina. Indossava un’uniforme mimetica che sarebbe andata bene in una zona desertica, non in una città. Lui si girò e tolse il cappello, appoggiandolo sul tavolo. Squadrò Allyson con aria interrogativa, poi fece spallucce. Allyson si sentiva strana. Oltre ad aver paura, si sentiva stranamente felice, perché in pochi avevano visto in faccia il colonnello Emmett. Doveva essere qualcosa di seriamente importante.
“Bene. Eccoti qui. Avevo proprio bisogno di te. Ultimamente siamo a corto di persone che ci aiutino e …” fece una pausa. Allyson lo fissò. “Lasciamo perdere. Non sono bravo a girare intorno ad un discorso. Andiamo subito al punto. Ti dobbiamo mandare fuori dal College per prendere del cibo in un posto qui vicino. Non vai da sola, ovviamente. Accetti ?”
“Ehm … Non so così su due …”
“SI O NO ?!” disse alzando la voce. Allyson si spaventò.
“Uhm … Credo di sì …”
“Credi di sì ? Te la pongo in un altro modo: vuoi o no aiutare LA TUA COMUNITÀ ?!” alzò la voce sulle ultime tre parole. “La mia comunità ? Crede che io sia stupida ?” pensò Allyson, fissando la lampada che ormai emanava una debole luce.
“Allora ?”
“Ehm … Sì, accetto. Non credo di avere altra scelta. Giusto ?” lo disse in un tono sarcastico, che fece visibilmente arrabbiare il colonnello. Le si avvicinò e si abbassò alla sua altezza.
“Credi di essere divertente ragazzina ? Se potevo di certo ora non ero qui ad elemosinare l’aiuto di una ragazza che ha paura della sua ombra, non credi ?” la prese per il colletto dell’uniforme “Accetti o no ?” Allyson si liberò dalla presa
“Ho già risposto sì …”
Il colonnello si rialzò e si ricompose. Prese il cappello e se lo rimise in testa.
“Bene, hai un’arma ?”
“Ehm, no … Signore”
Il colonnello rimase allibito a quel “signore”, ma fece finta di non averci fatto caso.
“Bene. Edward, portala a prendere una pistola, credo possa bastare”
“Sì colonnello. Tu, andiamo”
Allyson seguì Edward per tutto il Campus fino alla sezione distaccata dove c’era la palestra. Ora era il magazzino dove l’esercito aveva messo medicine, armi, munizioni, viveri. Ma ormai era quasi vuota. Edward si nascose dietro a delle alte pile di casse, poi uscì con una scatola dove c’era scritto “pistole”.
“Scegli”
Allyson aprì la scatola e fissò le varie armi. Per lei erano tutte uguali, non ne aveva mai impugnata una.
“Ma io non so … Non so usarle”
“Imparerai sul campo” Edward ridacchiò, facendo spaventare la ragazza.
Allyson frugò nella scatola quando prese una pistola, piccola e maneggevole. Il freddo ferro portatore di morte luccicava alla luce del sole.
“Questa”
“Vuoi sapere cos’è ?”
“Ok …”
“Una Snub Nose 9mm. Piccola ma maneggevole e veloce”
Allyson fu sollevata dalle sue parole. “maneggevole e veloce”. Ma sapeva che dipendeva tutto da lei. Se lei non fosse stata veloce, LORO l’avrebbero sbranata. Ma cercò di non pensare a queste cose, doveva essere un poco positiva almeno. Edward prese la pistola, la caricò e la ridiede ad Allyson.
“Ora che hai scelto, andiamo ai cancelli”
Allyson seguì ancora una volta Edward. Alla fine arrivarono ai cancelli. Sempre se si potevano chiamare così. Erano delle grandi lamiere sovrapposte prese da una fabbrica lì vicino, coperte di filo spinato e circondate da sacchi pieni di sabbia come prima linea di difesa. Edward fece un cenno ad uno dei due soldati addetti alle porte. Questo con fatica aprì la pesante porta quanto bastava per far uscire una persona. Però non fecero uscire Allyson.
“C … Cosa aspettiamo ?”
“Che arrivino gli altri” rispose Edward. Dopo poco arrivarono un ragazzo ed una ragazza, probabilmente fratelli.
“ORA FUORI !” urlò il soldato della porta.
“Aspetta un attimo, John. Devo dargli le istruzioni” Edward si avvicinò “Allora, ascoltatemi bene. Appena usciti di qui, girate a sinistra verso l’ospedale. Poi girate dopo circa 500 metri, cioè la quarta a destra, e andate fino in fondo. Poi ancora a sinistra. Lì troverete un supermercato. Entrateci e prendete quanto più cibo potete. Capito ?” tutti e tre annuirono. Edward gli diede degli zaini. Poi uscirono. Dietro di loro si chiuse la porta. Ora erano fuori. Il silenzio dominava la città. In lontananza si sentiva solo il canto degli uccelli. Un tempo si sarebbe sentito molto di più, pensò Allyson. Macchine che si muovevano, gente che parlava, il suono dei clacson …
“MUOVETEVI !” urlò il soldato della porta
“Io ho … Ho paura” disse il ragazzino.
“Quanti anni hai ?” chiese Allyson, abbassandosi.
“15 …” rispose il ragazzino.
“Credo … Sia meglio andare” disse la ragazza.
I tre, in silenzio, si incamminarono seguendo le istruzioni di Edward. Per ora andava tutto liscio come l’olio. Poi, vicino al supermercato, sentirono dei mugolii. La ragazza deglutì.
“D … Dobbiamo muoverci” disse tremando.
Corsero a perdifiato ed entrarono in velocità nel supermercato. Chiusero dietro di loro la porta dalla quale entrarono. Il supermercato era buio e silenzioso. A terra c’era cibo e grandi pozze d’acqua che probabilmente venivano dai freezer ormai spenti. Le luci di emergenza saltavano, dando un’atmosfera spaventosa al luogo.
“E ora ?” chiese il ragazzino, continuando a guardarsi intorno.
“Prendiamo quello che possiamo” disse Allyson, prendendo un sacchetto di patatine.
Dopo circa un’ora avevano preso tutto quello che potevano. I loro zaini erano pieni così tanto che non si chiudevano. Con cautela si diressero verso l’uscita. Allyson pensò che era stato tutto troppo facile in fondo. Se era questo che doveva fare, lo avrebbe fatto altre volte. Dei passi. Sentì dei passi mentre pensava.
“MUOVIAMOCI !” urlò. In risposta ricevette un urlo disumano. Era uno di LORO.
Il ragazzo urlò e corse verso la porta, le altre lo seguirono. Dopo poco apparve l’essere. Doveva essere il commesso del negozio. I suoi grandi e bianchi occhi inespressivi seguivano i fuggitivi senza perderli. Urlò di nuovo, poi si mise a correre, o almeno ci provò. Comunque aumentò la velocità. Allyson istintivamente tirò fuori la pistola e sparò. Colpì l’essere su una gamba, che si accasciò ed urlò. Arrivarono alla porta. Spaventati la aprirono. Ma fuori la situazione era peggiorata. Probabilmente attirati dalle urla, altri esseri erano giunti al supermercato.
“ODDIO, MORIREMO !” urlò la ragazza, correndo via.
“ASPETTA !” ma ormai era troppo tardi. LORO le erano saltati addosso e l’avevano placcata. Lei urlava di dolore e paura. Allyson si fece forza e sparò un altro colpo, che colpì uno di loro in testa. Questo non li fermò, anzi, ora gli altri puntavano lei.
“MARGARET ! MARGARET !” urlò il ragazzo, singhiozzando.
“DOBBIAMO ANDARE ! Mi dispiace, mi dispiace …” disse Allyson piangendo. Prese per mano il ragazzo e cominciò a correre. Ma LORO la seguivano ancora.
“Non voglio abbandonare mia sorella ! Torniamo indietro !” il ragazzo si liberò dalla presa di Allyson e si fermò.
“CHE FAI ?! DOBBIAMO SCAPPARE !” il ragazzo estrasse la pistola e cominciò a sparare a LORO. Ne uccise alcuni, ma alla fine uno arrivò da sinistra e gli saltò addosso. Ora le urla strazianti del ragazzino riempivano il precedente silenzio. Allyson rimase bloccata ad osservare quegli esseri che si cibavano del povero ragazzo, che continuava ad urlare. Schizzi di sangue ricoprivano gli esseri, mentre una pozza si estendeva sotto di loro. Allyson allora corse via cercando di fermare i conati. Dopo alcuni metri si accorse che aveva imboccato una strada sbagliata. Dov’era ? ora li sentiva. LORO le erano alle costole. Cosa fare ?
“Se … Se devo morire, morirò combattendo. Non avrei mai pensato di dirlo nella mia vita …” asciugandosi le lacrime, prese la pistola. Ancora 4 colpi, pensò. Quando arrivarono, mirò alle loro teste e sparò. Ne caddero 4. alla fine rimise in tasca la pistola ed aspettò la fine. Ma non arrivò. Sentì un forte sparo provenire dalla sua destra. Aprì gli occhi, e vide un uomo, che indossava un cappello da cowboy, sparare agli esseri. Tutti quelli che colpiva cadevano come steli di un fiore tagliati. Rimase lì, bloccata e coperta di sangue. Alla fine l’uomo lanciò una granata, che smembrò gli esseri restanti. Ora era salva. Tutto grazie a lui. Si lasciò andare ad un pianto. Aveva visto troppa gente morire in un solo giorno.
“Tutto bene ?” chiese l’uomo, porgendo la mano. Allyson la prese e si rialzò.
“G … Grazie. Grazie mille”
“Di niente. Non avrei potuto fare altro. Sono tempi duri questi, ci si da una mano l’un l’altro”
“Grazie. Sono viva grazie a te. Chi sei ?”
“Sheldon e  ... Basta. Piacere …”
“Allyson. Vengo dal college”
“Che ci fai qui ?” chiese con sguardo interrogativo Sheldon.
“Dovevo prendere viveri per …”
“Il colonnello giusto ? Quell’uomo ama mandare a morire la gente. Oggi ha ucciso due ragazzi, quel porco …”
“Devo tornare lì”
“Oggi no. Magari domani, oggi vieni da me. Non ti mando a morire pure a te. Si sta facendo sera …”
“Ma …”
“Niente ma. Vieni con me”
”Ma i miei amici …”
“I tuoi amici capiranno”
“Credo di non avere altre possibilità” disse sorridendo.
“Allora andiamo. Stammi vicino, Allyson”
Allyson annuì e si incamminò in silenzio con lui, diretta verso casa sua, probabilmente.

 
 
 
 
Buondì a tutti !!!!
Dopo varie peripezie, ecco il primo capitolo :D
Bello no ??
Ho deciso di non mettere personaggi oggi, li metterò ogni volta che ne appariranno di nuovi nella storia :-)
Quindi, che dire ?? Spero vi piaccia e … BUONA LETTURA !!!! :-)
   
 
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