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Autore: S_BooBear_    29/10/2012    0 recensioni
C' era una volta, una splendida principessa dalle chiome bionde, che rilucevano al sole come oro, i suoi occhi, puri e chiari, rassomigliavano all'acqua più pura e cristallina, sgorgata tra le vette più alte.
Ella amava un principe di lontane lande:
SIR. LOUIS WILLIAM REGINALDO DA TOMLINSON.
Egli aveva occhi brillanti ed azzurri come i più pregiati zaffiri nascosti in una miniera segreta, le sue chiome castane incorniciavano il suo meraviglioso viso, sembrava un' opera d' arte... persino il suo didietro pareva scolpito con maestria dai più eccelsi scultori di terre sconosciute.. tutte le fanciulle invidiavano il suo destriero, sul quale si posavano quelle forme, perfettamente tonde e tanto desiderate.
UH, SCUSATE, HO SBAGLIATO STORIA.
Allora... dov'eravamo? Ah giusto..
Dobbiamo ricominciare, tutta un'altra realtà...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Hard Candy"

 

 

C' era una volta, una splendida principessa dalle chiome bionde, che rilucevano al sole come oro, i suoi occhi, puri e chiari, rassomigliavano all'acqua più pura e cristallina, sgorgata tra le vette più alte.

Ella amava un principe di lontane lande:

SIR. LOUIS WILLIAM REGINALDO DA TOMLINSON.

Egli aveva occhi brillanti ed azzurri come i più pregiati zaffiri nascosti in una miniera segreta, le sue chiome castane incorniciavano il suo meraviglioso viso, sembrava un' opera d' arte... persino il suo didietro pareva scolpito con maestria dai più eccelsi scultori di terre sconosciute.. tutte le fanciulle invidiavano il suo destriero, sul quale si posavano quelle forme, perfettamente tonde e tanto desiderate.

UH, SCUSATE, HO SBAGLIATO STORIA.

Allora... dov'eravamo? Ah giusto..

Dobbiamo ricominciare, tutta un'altra realtà...

 

 

    Era un giorno freddo e piovoso, come tanti a Londra.

    Quel ragazzo si dirigeva ancora verso la sua meta abituale, incappucciato, anche per non farsi riconoscere. Ormai quello era uno dei pochi momenti senza essere sotto i riflettori che poteva permettersi. Usciva sempre alle quattro, ora di apertura, per infilarsi in quello stretto e piccolo bar dietro l' angolo, dove comprava, e sedendosi ad uno dei divanetti blu di velluto, degustava un pacchettino di Haribo. Era quella la ragione primaria che lo spingeva a recarsi in quel posticino, ma da un po' era cambiata. Stava lì al banco, la commessa del minuscolo locale, dai capelli rosso fuoco, e gli occhi quasi neri, scurissimi, che si illuminavano solo alla poca luce soffusa delle appliqques, o quando si infilava le cuffie, con la musica. Era davvero gioiosa, a volte assorta, mentre ascoltava le sue canzoni preferite.

    La musica era parte del suo essere, togliergliela sarebbe stato come toglierle il respiro, tarparle le ali, vietarle di sognare.

    Il giovane entrò con passo vellutato dentro il locale, era distratta, stava cantando mentre riponeva le tazze sul pianale. A quell'ora non vi era mai anima viva, l' esterno e la luce erano oscurati dalle tende, verde acqua, il colore preferito della ragazza. Aveva infatti sempre qualcosa di quel colore.

    Il ragazzo stette per un po' a guardarla: era una creatura con una voce bellissima, misteriosa, affascinante, emanava un buon profumo.

   Quando lei si girò ebbe un sussulto e fece finire per terra la tazza che aveva fra le mani.

    “Oh, scusami, non volevo spaventarti. Mi ero incantato.”

    “Che figura di me...”- sibilò lei sottovoce.

    “Se ti riferisci al fatto che ti ho sentita cantare, non hai fatto assolutamente una figuraccia. Canti bene sai?”- sorrise.

   Quel sorriso intimidì la ragazza che raccoglieva i cocci fatti.

    "Ti aiuto"

    “Oh, è solo una tazza..”- in quel momento le mani dei due si sfiorarono, ebbero un brivido, si sorrisero teneramente, come nei film americani: il bel ragazzo che aiuta la ragazza imbranata a cui ha fatto cadere i libri. Ed è così che inizia tutto.

    “Dd.. dunque.. volevi?” “Al solito Haribo” - disse ridendo.

    “Ecco a te.”

    “Posso sapere come ti chiami?”

    “Sss.. sono Sarah” “Ok, io sono Louis”

    “Lo so. È impossibile non saperlo”

    “Tieni” “No, offre la casa”

   Si sedette al solito sul divanetto, un po' più steso, a suo agio, del solito. Scartò lentamente il pacchetto e altrettanto piano, si accinse a portare alla bocca un orsetto, rosso, come i capelli della ragazza, come le sue labbra. Maliziosamente ci giocò con i denti e lo morse, guardando Sarah.

   Mise in tasca i dolcetti, le chiese un cappuccino. Lei annuì e lo preparò. Louis non distoglieva lo sguardo da quella figura, lo attraeva persino vederla preparare con cura la sua bevanda. Ammirava la piccola pannuccia che ricadeva sulle sue cosce, aveva un piccolo papillon al collo, una camicetta bianca e delle calze nere, con sopra degli shorts, verde acqua, ovviamente.

    “Ecco il tuo cappuccino”- lo posò sul tavolino, quando Louis prese la sua mano.

    “Siediti”- Sarah obbedì silenziosamente e si sedette di fronte a lui.

    “P...perché io dev..?”- non fece in tempo a domandargli il perché, che il ragazzo le si fiondò addosso. La stava baciando con un certo trasporto, lei si lasciò andare.

    “Forse dovevo dirtelo prima, ma le Haribo non sono più la cosa per cui vengo qui. È strano, e mi fa sembrare un maniaco, ma vengo qui per te. Mi attrai, non mi era mai capitato prima, ora credo nei colpi di fulmine”

    “Beh, anche io sono... insomma... mi piaci... non perché sei Louis Tomlinson dei One Direction, ma perchè sei il Louis che tutti i giorni vieni qui.. mi piacerebbe conoscerti meglio”- si rifiondò sulle labbra della ragazza.

    “Questo intanto è un ottimo modo” “Io ne conosco anche un altro..”- disse Sarah incurvando le sue labbra in un dolce sorriso, dal quale traspariva provocazione nei confronti di Louis. Lui si alzò dal divanetto prendendo in collo la ragazza.

    “Dove mi stai portando Lou?” “Sssh..”- pose un dito sulla sua bocca.

  Si diresse alla porta e girò il cartello.

  CLOSED.

  Le due figure si diressero verso il bagno, la posò sul lavandino, cercò nel buio l' interruttore

   “E' rotta la lampadina. Si è fulminata l' altro ieri”- disse lei ridendo.

   “Oh beh, faremo senza”- disse lui baciandole il collo. Lei armeggiava in mezzo al buio, cercando il corpo dell'amato che si era sottratto per gioco.

  “E' il porta-asciugamani questo?”- chiese.

  “Nnno, Sarah, non è il porta-asciugamani..”

  “Oh Cristo santo!”- esclamò la ragazza imbarazzata.

  Louis sfilò la sua camicia baciandola e facendo passare le sue mani sulla schiena della giovane, percorreva la sua spina dorsale con un dito, inarcata dai brividi, mentre la stava baciando. Sarah si stringeva a Louis ansimando e carezzandolo dolcemente. Si erano piaciuti sin da subito. Quando la loro felicità fu al culmine si ritrovarono in silenzio, in quel piccolo bagno, buio pesto.

  Ruppe quella pace ritrovata la voce del ragazzo, timida e flebile, che sussurrava all'orecchio di lei.

   “Io.. credo di amarti. Ti amo Sarah.”- e la baciò, intrecciando le loro mani, la abbracciò, e si sentirono uniti, un' unica cosa.

 

 

 

 

 

 

    Bene, ecco una One Shot della mia cara Lucii, uscita dalle nostre stravaganti testoline durante l' ora d' inglese. È stata tutta opera della mia stupenda vicina di banco, ma per motivi a me ignoti, ha deciso che dovevo pubblicarla io.. chi la capisce è bravo :)

    Comunque spero che vi piaccia, e che scriviate cosa ne pensate.

                                                                                                                                                                   Much love, Sara & Luci xD

 

 

 

 

.Louis&Sarah.

  
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