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Autore: BlackKay97    29/10/2012    9 recensioni
C’è un solo semidio che ha deciso di rinascere tre volte: Luke Castellan.
A quattordici anni Luke Reasonson, sua seconda vita, scopre di essere un semidio e si imbarca, suo malgrado, in una missione che lo condurrà ad oscure verità su sé stesso e sul suo destino. Potrebbe essere la maledizione vivente che porterà alla fine del mondo.
Contemporaneamente il divino Hermes rischia l’esilio al Tartaro nel tentativo di salvarlo dall’ira dei fratelli e del padre che ritengono Luke debba morire: è troppo potente per essere un semidio. Eppure il dio dei ladri pare aver notato qualcosa che agli altri sarebbe sfuggito.
Scritta da: Kay
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ermes, Gli Dèi, Luke Castellan, Quasi tutti, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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San Francisco. Era quello il luogo dei miei sogni su Shilla.
“Galoppavo” su un cane infernale, anche se non ero sicuro che “galoppare” fosse il termine adatto. Quella era la Signora O’Leary. Travis aveva chiesto a Percy di prestarcela per il viaggio. Era accaduto piuttosto in fretta:
Percy mi aveva giudicato pronto per l’impresa e Chirone, che aveva assistito al duello, mi aveva dato la possibilità di scegliere due compagni di viaggio. Normalmente avrei chiesto a Travis ed a Shilla, ma dimenticavo che lei non c’era. Il mio fratellastro mi disse che spettava a me, e soltanto a me, decidere. Non feci lo schizzinoso, ma neanche mi misi in pericolo: scelsi solo Travis e la signora O’Leary. Chirone si mise a ridere quando pronunciai il nome del cane infernale nell’elenco dei miei compagni d’avventura (o di sventura, che dir si voglia...).
Volevo correre subito da Shilla ma il mio fratellastro, con il suo tono piatto che non ammetteva repliche, mi convinse a fare una sosta lungo il percorso, dicendo che doveva prima parlare con una persona.
Il cane infernale era velocissimo: in pochi minuti, alcuni chilometri. Meglio di un’auto in autostrada!
Fece in tempo a calare il sole prima che ci inoltrassimo in una foresta. Non avevo la benché minima idea di dove fossimo, ma feci finta di nulla.
Per muoverci tra gli alberi, la signora O’Leary, fu costretta a rallentare. Travis tirò fuori dallo zaino la t-shirt arancio del campo e la fece annusare al cane infernale, come gli avevo già visto fare ad inizio viaggio. L’animale o il mostro, chiamatela come volete voi che io la chiamo come voglio io, si mise ad annusare l’aria prima di scodinzolare e ripartire di corsa nello slalom.
Arrivammo in prossimità di una radura (me lo assicurò il mio fratellastro), quando Travis ordinò alla signora O’Leary di fermarsi. La fece sdraiare e mi ordinò di rimanere fermo, quindi avanzò nel folto scomparendo dalla mia vista.
Ammetto che mi annoiai e fui scocciato dal suo modo di fare: quella era la MIA missione! Perché dovevo restarmene lì a cuccia con il cane infernale?!
Come leggendomi i pensieri, la signora O’Leary abbaiò contro di me con sdegno.
- Ok, scusa, scusa bella! - mi misi sulla difensiva.
Improvvisamente sentii pungere alla spalla. Mi guardai: avevo una spina piantata. Il cane infernale guaì, poi il mondo cominciò a ruotare ed io svenni... per l’ennesima volta!

Quando mi risvegliai ero in una capanna di pelli guardato in cagnesco da un gruppo di ragazze munite d’arco e frecce. Mi sedetti a gambe incrociate e ricambiai l’occhiata sperando se ne andassero o per lo meno la finissero di fissarmi in quel modo.
Ovviamente non funzionò. Decisi di puntare sulla “tecnica finale”: fare l’imbecille.
Con voce da tedesco con la raucedine e la faccia da psicopatico dissi loro:- Zono Crono. Andadevene o vi annienterò dudde! -. Loro buttarono gli occhi al cielo e mi lasciarono, finalmente, solo. Fare l’idiota funziona sempre quando si tratta di allontanare delle ragazze. Mi guardai intorno e tra le tante cose trovai le spine, o meglio, gli stuzzicadenti che evidentemente mi avevano tirato contro. Sonnifero. Ero sicuro fossero cosparsi di sonnifero.
Dov’era la signora O’Leary? E Travis? Era stato preso anche lui?
Non mi piaceva l’idea di restare solo in una foresta. Beh, in realtà c’erano le ragazze, ma non ero convinto fosse una cosa positiva.
Maledizione alle geniali idee di mio fratello! imprecai tra me e me.
Alla fine decisi: o restavo lì e vedevo che mi sarebbe successo, oppure prendevo l’iniziativa e cercavo i miei due compagni di viaggio.
Optai per la seconda.
Sgattaiolai fuori dalla tenda e notai che davanti a me c’era un campo militare di tende di pelli vero e proprio.
Se Travis era stato preso si trovava sicuramente lì.
Mi mossi furtivo, drizzando le orecchie per percepire meglio quello che accadeva attorno a me. Mi muovevo sul confine della foresta, nascosto tra le foglie, osservando e studiando le mie nemiche. Erano tutte donne, delle più svariate età. Di Travis e della signora O’Leary non c’era traccia.
Venni tirato indietro per la t-shirt e mi ritrovai con una lama calda del sangue che la impregnava contro alla gola.
Sudai freddo per la prima volta, ma non svenni (strano!).
- Chi sei?! - ringhiò una voce femminile alle mie spalle. La testa mi girò, ma resistetti.
- Luke, Luke Reasonson, vengo in pace! - mi affrettai a rispondere in stile “film fantascientifico” mentre il respiro mi si faceva frettoloso per la paura. Volevo mettere in chiaro certi punti: uno, non volevo essere sgozzato. Due, beh... suppongo la stessa cosa del punto uno.
- E allora che ci fai qui?! - mi incalzò subito la ragazza. Giusto, che potevo rispondere? Lei premette di più il filo della lama sulla mia giugulare e fu lì che, colto dal panico, sbottai:- Cercavo mio fratello! -
- Lui non è qui. Solo le femmine sono ammesse tra le Cacciatrici di Artemide. - sibilò furiosa.
Oh, fantastico! Qualcun altro fissato con la mitologia.
- Cerco anche il mio segugio “da viaggio”! - replicai. Lei rimase qualche istante in silenzio, poi mi lasciò.
- Vieni. - mi disse afferrandomi per un braccio e portandomi verso l’accampamento.
Aveva i capelli neri, una camicetta argentata ed un paio di jeans strappati. Il look ci stava tutto! Chissà se le piacevano i Linkin Park...(?)
Arrivati dietro alla prima tenda si fermò:- Non guardare nessuna e soprattutto non parlare con nessuna, è chiaro?! -
- Chiaro. - bofonchiai più preso dai miei viaggi mentali che altro. Lei si girò a guardarmi.
Appena incrociai il mio sguardo con il suo... ebbi un capogiro e mi sentii come se il mondo mi fosse caduto addosso. Sebbene le forze non tardarono a trovarmi, il mal di testa durò per alcuni minuti mentre mi portava per il campo. Era molto carina. Un’aria severa, gli occhi azzurri che mandavano lampi ed un fisico perfetto. Qualche centimetro più di me. Seguii l’ondeggiare dei suoi fianchi finchè qualcos’altro non catturò la mia attenzione.
Travis! - feci per superare la cacciatrice ma lei mi fece lo sgambetto, io ruzzolai a terra e lei procedette davanti a me fino al mio fratellastro. Schioccò le dita e lui si voltò con la solita impassibilità. Incrociò il mio sguardo: gli sorrisi, ma lui non si mosse. Lo presi come un sorriso di rimando. Mi avvicinai. Accanto a lui stava un’altra giovane e Travis la indicò con un cenno:- Lei è Phoebe. Phoebe, lui è il ragazzo di cui ti ho parlato. -
Parlato? Hai parlato con qualcuno? sulle prime ne fui veramente stupito. Poi, dopo che la cacciatrice che mi aveva assalito ci ebbe accompagnati dalla signora O’Leary, capii perché. O meglio, feci le mie ipotesi.
Quei due si guardavano come se uno desiderasse l’altro e non potesse ottenerlo.
La capo delle cacciatrici, Thalia, ci spiegò come funzionava al campo. Quando si presentò, mi sentii nuovamente male.
Così, pensai, Phoebe ha prestato giuramento di ignorare i maschi? Sentii una fitta al cuore: perché tutte le sfortune di questo mondo capitavano a Travis? Innamorato di una giovane immortale che quasi non poteva parlare con lui. O almeno, così sospettavo, ma non ne ero sicuro. Insomma, le mie uniche prove erano quegli sguardi fugaci che si scambiavano, nulla di più.
La signora O’Leary leccò il mio fratellastro da capo a piedi e lui non ne fu particolarmente contento: storse il naso infastidito mentre si scrollava la bava di dosso. Quel piccolo gesto, quel semplice movimento del naso, mi ricordò papà facendomi sentire la sua nostalgia. Era bravo a mentire, anche con lo sguardo, ma se era infastidito gli veniva spontaneo storcere il naso in quella maniera. Ebbi un flash, sentii il cuore pulsarmi nelle tempie e barcollai. Il mio fratellastro, prontamente, mi afferrò e mi sostenne così che potei recuperare le forze.
Thalia e Travis si scambiarono un’occhiata eloquente prima che il mio fratellastro mi colpisse alla spalla facendomi perdere i sensi.
Quando mi risvegliai ero di nuovo nella mia tenda. Sull’entrata stava Travis e dentro con me, ma a debita distanza, Thalia.
Mi tirai a sedere con un leggero giramento di testa.
- Che hai visto questa volta? - mi chiese la ragazza con un tono leggermente allarmato. Scoccai un’occhiataccia a Travis che significava un “Glielo hai detto?!”. Evidentemente Thalia era a conoscenza dei miei sogni sul passato il che mi fece chiedere: “Perché è così nervosa?”, forse era una mia impressione del tutto errata.
La verità era che non rammentavo il mio sogno. Mi sentivo solo leggermente, quasi impercettibilmente, sconvolto, ma non ricordavo perché e non sapevo neanche se questo avesse a che fare con il mio sogno. Poi ricordai cos’era stato probabilmente a farmi venire quella reazione:- Prima voi due ditemi perché mi avete colpito alla nuca! -. Thalia sbuffò nervosamente mentre Travis manteneva il silenzio. Buttai gli occhi al cielo:- Allora? -
- Eri stressato! - sbottò la ragazza irata. Che le avevo fatto? Non cercai di capire. Le scoccai, diversamente, uno sguardo scocciato incitandola a giustificasi perché non mi pareva una giustificazione valida per menare la gente quella di vederli stanchi. Almeno secondo me! Inutile, la mia fortuna aveva colpito ancora: se potevo incontrare della gente, era sicuramente gente che mi voleva morto.
- Lascia perdere Servitore di Crono... - ci risiamo, buttai gli occhi al cielo - ... che hai sognato piuttosto? -. lasciai cadere la questione davanti a quegli occhi azzurri, di una sfumatura diversa dai miei, da quelli di Travis, di papà... e di Shilla.
- Non me lo ricordo. - ammisi. Mi alzai in piedi e lei mi seguì a ruota. - Grazie dell’aiuto Thalia, ma adesso dobbiamo ripartire. -
- Come mai? -
Guardai Travis per capire cosa potevo rivelare e cosa no, ma lui non diede a vedere alcuna emozione in proposito (ovviamente!) lasciandomi in imbarazzo. Decisi di fare da me con una via di mezzo:- Devo salvare un’amica. -
- E non mangi? -
- Cosa? - era un giorno che stavamo, o almeno, io stavo a digiuno ed il mio stomaco se ne rese ben presto conto protestando rumorosamente.
- Ok, va bene. Hai vinto cacciatrice. - mi morsi il labbro inferiore. Chiedere scusa e dare ragione ad altri non mi piaceva, come non piaceva a mio papà ed a suo padre Zeus. Almeno così mi aveva riferito Shilla. Era un vizio di famiglia!

Angolo di Kay e Connor Stoll
Questo capitolo è per American_Idiot! ;D
Connor: Siiii! Abbiamo pensato a te! ^^
Io: Abbiamo???
Connor: Taci! Devo uscirci insieme! U.U
Io: Ah! Devi farti notare?
Connor: Si! U_U
Io: Ok! XD
Connor: Comunque, questo capitolo era anche per i fan della Phoevis! ^^
Io: Esiste? Io conoscevo la Phoennor...
Connor: Taci! Ci sto provando con Marina, con American_Idiot, mi vuoi far fare la figura del "latinlover"???
Io: Ehm... n...
Connor: E allora basta, ne?!
Io: ... .... ... Ne! :)
Connor: Quindi... fan Thaluke, fan Phoevis e... altro?
Io: Fan "Ci_godo_quando_Luke_se_la_passa_male" e "Viva_le_lame_sul_collo_di_Luke"! ^^
Connor: XD! XD! XD!
Io: Comunque, FINALMENTE, sono partiti! ^^
Connor: Aspettiamo le vostre recensioni! :)

                                                                                                        Kay & Connor Stoll (I hate you, Kay! ndConnor)
   
 
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