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Autore: xpayneinmyveins    29/10/2012    1 recensioni
Avete presente quella voce in voi che a volte vi dice se fare o meno qualcosa? Bene, Steph quella voce non l’ha mai ascoltata. Neanche quando Zayn è entrato nella sua vita e la sua ‘coscienza’ le ha detto di lasciarlo perdere perché, per quanto dolce, un tipo come lui l’avrebbe solo fatta soffrire. Ma quando sei una sedicenne testarda, piena di sogni e follemente innamorata della libertà non ascolti niente e nessuno, fai di testa tua e nella testa di Steph era entrato Zayn Malik.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 -This is when the feeling sinks in,

I don’t wanna miss you like this.

Come back, be here. Come back, be here.

I guess you’re in London today,

I don’t wanna need you this way.

Come back, be here. Come back, be here.

This is falling in love in the cruelest way.

This is falling for you and you are worlds away.-
 

 
 
 
Avete presente quella voce in voi che a volte vi dice se fare o meno qualcosa?Bene, Steph quella voce non l’ha mai ascoltata. Neanche quando Zayn è entrato nella sua vita e la sua ‘coscienza’ le ha detto di lasciarlo perdere perché, per quanto dolce, un tipo come lui l’avrebbe solo fatta soffrire. Ma quando sei una sedicenne testarda, piena di sogni e follemente innamorata della libertà non ascolti niente e nessuno, fai di testa tua e nella testa di Steph era entrato Zayn Malik.
 
Quel giorno Steph stava rientrando a casa da scuola. Era stata una giornata di merda, ne aveva tante ma una come quella davvero non se l’era ancora aspettata.
Aveva litigato con Emily, la sua migliore amica, aveva dimenticato che fosse il giorno del compito di storia e perciò non le era andato bene, si era macchiata la maglietta durante il pranzo –la sua maglietta preferita- e aveva rovesciato il pranzo ad una professoressa mentre stava camminando speditamente e a testa bassa fuori dalla mensa e quella l’aveva mandata in presidenza. Per fortuna il preside l’aveva graziata per stavolta e l’aveva rimandata in classe. Ovviamente, Tess aveva sorriso come la serpe quale era e questo aveva fatto arrabbiare Steph ancora di più. In quella stupida scuola non c’era una sola persona che Steph sopportasse, se non Emily, ma dopo la loro litigata non sapeva se avrebbe più potuto dire o pensarla così.
Era sulla soglia di casa quando notò una quantità insolita di persone davanti alla casa accanto alla sua. Steph viveva a Bradford da circa due anni e sapeva che quella casa apparteneva ad una famiglia molto gentile, i Malik. I suoi genitori e i signori Malik erano diventati buoni amici e a volte entrambe le famiglie cenavano insieme. Spesso i signori Malik parlavano del loro figlio Zayn. Erano davvero orgogliosi di lui e non si vedeva solo da modo in cui ne parlavano ma dal modo in cui sorridevano e i loro occhi luccicavano.
Avevano raccontato che Zayn amava cantare fin da piccolo e aveva trovato una specie di serenità nel canto che lo faceva aprire di più con le persone. Insomma, due anni prima si era iscritto a xFactor ed aveva avuto un successo universale.
La stessa sera in cui i signori Malik avevano parlato di Zayn e la sua band, i One Direction, poco più di un anno e mezzo prima, Steph era andata su youtube e aveva passato la serata ad ascoltarli. Ogni nota, ogni parola, ogni esibizione. Era stata sveglia fino alla mattina dopo perché non poteva fare a meno di ascoltarli. Aveva scaricato ogni canzone su di loro e si era innamorata di quella band, così aveva imparato ogni cosa su di loro, ma teneva per sé quest’interesse. Era diventata una Directioner e adorava esserlo e soprattutto adorava essere la vicina di casa della famiglia di Zayn!
 
Ma tornando a noi. Quella folla poteva significare una cosa sola: Zayn Malik era tornato a trovare i suoi famigliari. In tutto quel tempo e in tutte le volte che Zayn era tornato Steph non era mai riuscita a vederlo. Non usciva mai da casa se non per arrivare dall’aereoporto e ripartire verso di esso.
Steph sorrise verso la casa e cercò di immaginare Zayn tranquillamente rilassato sul divano con le cuffiette dell’ipod nelle orecchie e immerso nei suoi pensieri per cercare di non pensare alla folla che si era accalcata fuori casa sua. In un qualche modo Steph lo conosceva bene e sapeva che se avesse potuto Zayn avrebbe passato ore con i fan là fuori.
Infilò la chiave nella serratura, indugiò ancora un attimo e poi entrò.
 
 
Esci, bastardo! Esci!’ ‘Terrorista!’ ‘Non meriti di stare nella band, brutto terrorista!’
Queste furono le urla che svegliarono Steph quella notte. Aprì gli occhi lentamente pensando d’aver sognato tutto, ma poi le sentì ancora.
‘Andatevene!’ pregava con voce stanca la madre di Zayn dalla porta semiaperta. ‘Lasciate stare mio fratello!’ dicevano le sorelline di Zayn.
Corse alla finestra e vide la massa di persone con cartelloni con scritte molto offensive che ritraevano Zayn come un terrorista.
Questo genere di cose non era mai accaduto, mai.
Steph ebbe un tuffo al cuore e si sentì quasi mancare. Corse giù dalle scale, i suoi dormivano ancora.
Afferrò la mazza da baseball di suo padre e raggiunse la folla senza neanche pensarci un attimo, come al solito.
-Hey, voi!- Gridò. Nessuno sembrò notarla.
-DICO A VOI, BASTARDI.- Specificò allora alzando la voce più che poté. La folla che sembrava tanto grande non era composta altro che da sette ragazzi della sua scuola. Li riconobbe uno ad uno: Nick, Simon, Lucas, Kevin, John, Tom, Dennis.
I sette risero sonoramente.
-Ma guardatela, la tenera indifesa sfigata Stephanie.- Disse Tom. Quelli erano i sette fighetti della scuola. Imbecilli patentati e senza cervello. Raccomandati fin dalle elementari.
-Cosa vorresti fare con quella mazza, Sfighephanie?- Rise Lucas portandosi dietro gli altri.
-Wow, Lucas, sei davvero riuscito a mescolare due parole dandogli quasi un senso?- Sibilò Steph socchiudendo gli occhi e fissandolo.
-Come ti permetti, ragazzina?- Intervenne John.
-Ragazzina? Ma se ho l’età della maggior parte di voi.- Sbuffò Steph.
Gli imbecilli non seppero come controbattere e in ogni caso non ne ebbero il tempo.
-Piuttosto, come vi permettete voi. Venire a importunare così queste povere persone, lanciando offese con parole delle quali non sapete neanche il significato.- Con la coda dell’occhio Steph notò la famiglia Malik affacciata verso il giardino guardandola con preoccupazione, gratitudine e sostegno insieme. Tutti tranne Zayn.
Steph li sorrise a malapena e tornò a fissare gli imbecilli.
-Lui non ci deve stare un questo posto, è uno sporco terrorista e non merita la fama che ha. Cosa c’entra uno stupido arabo con noi inglesi?- Replicò prontamente Dennis. L’unico tra loro che forse aveva un po’ di cervello.
-Sporco terrorista? Davvero? No, perché è incredibile. Non ci credo che voi menti assenti possiate –prima di tutto- conoscere questo vocabolo e poi che riusciate davvero a credere che quel povero ragazzo sia un terrorista. Cosa ha fatto per farvelo credere?- Rispose con tono provocatorio e saggio, Steph.
-Oh, povera Stephanie. Lo credo che tu non ci arrivi, sei così ingenua, ma lui potrebbe fare di tutto. Sono degli arabi, vengono da un posto diverso, hanno usanze diverse e soprattutto sono abituati alla guerra.- Le disse Nick.
-Oh mio Dio..- sussurrò Steph inorridita.
-Vedo che cominci a capire.- Disse allora Dennis male interpretando la sua espressione.
-No, mi dispiace. Sono semplicemente inorridita dal fatto che possiate davvero pensare cose del genere, voi siete malati e seriamente. Dovreste andare da uno psicologo e uno bravo!- Disse lei con un minimo sorriso a malapena divertito e uno sguardo canzonatorio.
-Non sfottere, stronzetta! Non capisci niente.- L’attaccò Kevin.
-Seriamente? Sarà meglio che ve ne andiate prima che chiami la polizia e avverta i vostri genitori e non tornate mai più o entro domani chiunque saprà quanto siete malati.- Li avvertì con sguardo minaccioso la ragazza. Una scintilla allarmata attraversò lo sguardo dei ragazzi che la esitarono un attimo e poi se ne andarono.
Solo Dennis esitò un attimo più degli altri poi si diresse verso Steph e le si mise a pochi centimetri dal viso.
-Non finisce qui con te, ragazzina.- Affermò e le diede una spinta. Steph barcollò ma si impose di non cadere e ce la fece.
Quando i sette si furono allontanati si rilassò e respirò affondo. Fece per voltarsi ma qualcosa le afferrò il braccio. Allarmata alzò la mazza da baseball e si voltò.
Davanti a lei c’erano due ragazze, sorelle di Zayn.
Steph distese i nervi e abbassò la mazza sorridendogli stancamente.
-Scusa se ti abbiamo spaventata. Volevamo ringraziarti da parte di tutta la famiglia. Vuoi entrare?
Steph fece volare lo sguardo verso la casa. Là dentro c’era Zayn. Improvvisamente e involontariamente, le venne in mente una domanda: perché non è venuto lui da me?
-Scusate ragazze, vi ringrazio, ma sono molto stanca e domani c’è scuola. Sarà per un’altra volta.- Steph le guardò con un sorriso mentre le due ragazze annuivano.
Si allontanò da loro e tornò a dormire.
 
La giornata prima era stata una merda e quella dopo pure.
Aveva paura che quei sette coglioni potessero tormentarla tutto il tempo. Per fortuna non fu così. Quando tornò a casa si gettò sul letto, si fece una doccia, fece un po’ di compiti e dopo cena s’infilò subito a letto e dopo aver letto un po’ si addormentò.
 
‘Hey, Stephanie. Stephanie. Sveeeeglia! Steeeeephanie.’
Steph si svegliò con un mugolio, si stiracchiò e sbatté gli occhi lentamente e si voltò verso la finestra.
Accanto  alla finestra di camera sua c’era un grande albero con rami forti e robusti dove a Steph piaceva arrampicarsi per nascondersi fra le fronde quando era stanca del mondo. Stavolta però su quell’albero così familiare c’era un ragazzo. Un ragazzo davvero bello. Con la carnagione un po’ scura, gli occhi di un color ambra tendente all’oro, i capelli castani scuri interrotti da una macchiettino di tinta bionda in un ciuffone alto sulla fronte, un sorriso dolce e un po’ divertito in quel momento incorniciato dalle labbra rosee e morbide e vari tatuaggi sulle braccia. Anche lui sembrava così familiare che quasi Steph pensò fosse sempre stato lì a vegliarla.
-Stephanie.- La chiamò il bellissimo ragazzo.
-..mmh?- mugolò lei con gli occhi socchiusi mentre lo guardava con un sorriso perso comodamente stesa sul suo letto.
-Apri la finestra.- le ordinò il ragazzo.
Improvvisamente le idee si misero insieme. Quegli occhi, quella carnagione, quei tatuaggi, quei capelli, quelle labbra, quel sorriso. Erano così familiari perché da più di un anno Steph si era innamorata alla follia di ognuno di loro.
-Zayn!- Esclamò alzandosi dal letto. – Oh mio Dio!- Corse ala finestra e l’aprì.
Il ragazzo entrò con un movimento veloce e agile.
-Finalmente.- Disse con voce morbida.- Hai il sonno pensante, tesoro.- Aggiunse con un sorriso divertito.
Steph si sentì arrossire, la stessa Steph che non arrossiva mai.
-Che cosa ci fai qui?- Gli chiese.
-Come cosa ci faccio?- Disse cominciando a girottolare per la stanza toccando oggetti qua e là e analizzando il tutto accuratamente.
-Sì, sai le persone normali non si arrampicano sugli alberi in piena notte per entrare nelle camere delle sconosciute.- Gli fece notare.
Zayn la guardò di nuovo con un sorriso. –Adoro arrampicarmi su quell’albero fin da piccolo. La mia camera è esattamente davanti alla tua.- Disse indicando qualcosa fuori dalla finestra persa nel buio della notte.
Steph ripensò a tutte le volte che si era spinta sulle fronde più lontane dalla sua finestra e aveva osservato la camera che le si trovava davanti. Non aveva mai pensato che potesse essere quella di Zayn. 
-Insomma, non hai risposto alla mia domanda.- Osservò lei.
-Giusto, scusami. Sono venuto per ringraziarti. La mia famiglia e io non sapevamo cosa fare l’altra notte. Non erano mai successe cose del genere.
-Non devi ringraziarmi.- Disse quasi spontaneamente Steph.
-Mi dispiace non averlo fatto prima, in realtà. Lo avrei fatto la notte scorsa ma ero un po’ … scosso.- Si giustificò con voce triste.
-Mi dispiace tanto, Zayn. Non avrebbero mai dovuto fare una cosa del genere, non te lo meriti.- Affermò Steph con voce dolce.
Zayn la guardò distogliendo lo sguardo sorpreso dal suo stesso poster.
-Grazie, Stephanie.- Le sorrise.
-Chiamami Steph.. se vuoi.
Zayn sorrise ancora. –Certo, Steph.
-Siediti pure se vuoi.- Lo invitò lei indicando la sedia.
-Oh no, tranquilla. Adesso me ne vado, non voglio disturbarti oltre.- Fece per tornare verso la finestra ma si fermò un attimo prima di raggiungerla e si voltò di nuovo verso Steph.
-Sei una Directioner, vero?
-Non si era capito?- Replicò Steph con un sorriso.
Anche Zayn sorrise. –Non lo sai che non è educato rispondere ad una domanda con una domanda?- Scherzò.
-Io non sono una che rispetta molto le regole o che si cura dell’educazione.
-Mi piacciono le persone così.- Disse allora Zayn.
Non fermarti cuore, ti prego. Non ora.Pensò Steph quasi allarmata.
-Bene, buonanotte Steph.- Zayn si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla guancia.
Milioni di brividi partirono da quel punto esatto e si dispersero per l’intero corpo di Steph che si perse ad annusare l’odore di sigarette e menta che emanava il ragazzo.
Poco dopo Zayn uscì dalla finestra, la salutò con la mano e si arrampicò fino a camera sua.
 
-Stephanie!- Stephanie si girò violentemente indietro. Era appena uscita di casa con la musica nelle orecchie e persa tra i suoi pensieri. Aveva sentito quella voce chiamarla e si era quasi spaventata.
Davanti a lei, a circa un metro di distanza, c’era Zayn.
-Quanto è alta la musica?- Chiese ridendo mentre Steph toglieva la cuffie.
-Un po’.- Rispose lei imbarazzata.
-Posso accompagnarti a scuola?-Chiese Zayn con un sorriso gentile.
-Sei sicuro? Ci sono quei ragazzi e..-
-Non m’importa di loro.- disse con un gesto non curante della mano.
-A me si, però. Non voglio che ti infastidiscano, Zayn.- Disse lei puntando i suoi occhi verdi su quelli ambrati di lui.
Prima Zayn rimase quasi sorpreso poi alzò leggermente il lato destro della bocca in un piccolo sorriso.
-Allora.. potresti.. saltare la scuola?- propose senza neanche guardarla, forse per l’imbarazzo.
-Perché? Cioè, non che non voglia, ma perché.. insomma..-
-Voglio conoscerti meglio e non ho molto tempo per farlo.- Spiegò Zayn.
-Cosa vuoi dire?- Chiese Steph aggrottando leggermente la fronte.
-Parto domani.- Rispose lui freddamente.
-Oh, già.. giusto, avevo dimenticato che..- Steph non sapeva bene cosa volesse dire quindi non continuò.
-Quindi?- Chiese Zayn mettendosi una mano dietro la nuca.
-Dove vuoi andare?- Gli sorrise lei.
 
Zayn la portò in un piccolo parchetto. Steph ci andava a volte, ma con Zayn tutto aveva un gusto nuovo.
Quel ragazzo era speciale. Non c’era modo per Steph di spiegare l’essere perfetto di Zayn, lo era e basta. Nel suo modo di sorridere, di cantare, di esprimersi, di muoversi, di guardarti, di pensare. Non c’era niente di sbagliato in lui, niente di imperfetto.
Parlarono, parlarono per ore. Scherzarono, risero. Si abbracciarono, si tennero per mano, si fecero scherzi. Arrivata la sera ripresero ma camminare verso casa.
Il sole stava tramontando e l’aria era frizzante. Zayn le dette la sua giacca, le sorrise dolcemente e le prese la mano con delicatezza.
-Mi piace stare con te.- Le disse.
-Anche a me.- In un modo che non potresti neanche capire. Continuò nella sua mente Stephanie. Era il giorno più bello della sua vita. Non avrebbe mai pensato che n giorno si sarebbe ritrovata con Zayn Malik a passeggiare mano nella mano. Ma anche le belle cose possono finire.
-Domani dovrò partire, non so quando tornerò.- Cominciò a dire Zayn.
Lo sentì irrigidirsi e probabilmente lo aveva fatto anche lei.
-Lo so.- Le disse lei inarcando appena le labbra.
-Però, questo non vuol dire che possiamo fingere solo per un po’ che non debba finire tutto così presto.- La sua voce era dolce e leggera come un soffio di aria calda in inverno.
-Non fa bene fingere, Zayn.- Replicò Stephanie con severità.
Zayn si voltò verso di lei. –Parlo di fingere solo perché vorrei davvero avere più tempo. Parlo di fingere perché se fossimo in un altro luogo, in altro tempo forse potremmo..- Le aveva afferrato delicatamente le spalle con le mani ed erano faccia a faccia.
I ricci capelli rossicci di Steph svolazzavano al venticello leggero.
I loro respiri potevano già confondersi.
-Potremmo?- Chiese Steph per invitarlo a continuare.
Zayn la guardò ancora un attimo, sorrise debolmente e la baciò. Fu un attimo, ma l’attimo più bello che ci si possa aspettare nella vita.
Il volto di Zayn era perso in sorriso serio.
Steph non sentiva più niente se non il battito del suo cuore. Zayn ancora la teneva per le spalle.
-Potrei aspettarti.- Riuscì a dire Stephanie.
-Non posso chiedertelo.
-Chi altro potrei volere in questo posto? Gli unici ragazzi che conosco sono degli stronzi. Tu sei.. perfetto per me.- Replicò Steph.
-Steph, non ti chiedo di aspettarmi perché le cose potrebbero cambiare.. per entrambi. Però, stanotte.. potremmo far finta che il tempo non finirà mai. Possiamo fingere che non partirò domani mattina. Possiamo, Steph?- Chiese speranzoso Zayn.
Stephanie annuì e si gettò fra le sue braccia per poi tornare a baciarlo.
 
Andarono a casa con calma. Avevano deciso di non curarsi del tempo.
Passarono da casa di Steph e avvertirono i suoi genitori che lei si trovava a casa di Zayn.
Andarono in camera di Zayn e si stesero sul letto, Zayn le teneva un braccio dietro le spalle e lei gli stava appoggiata al petto.
-Non sai quanto ho sognato un momento come questo.- Ammise Steph rompendo il silenzio.
Sentì Zayn baciarle i capelli con delicatezza. Aveva il respiro calmo, ma il suo cuore batteva forte.
-Sei una ragazza speciale Steph.- Le disse il ragazzo abbassandosi in modo da guardarla negli occhi e accarezzandole una guancia. Si baciarono di nuovo e le farfalle si rimpadronirono dello stomaco di Steph.
Quei baci sembrarono prendere fuoco con foga mentre Zayn abbassava le mani sui suoi fianchi e le baciava il collo. I loro respiri si fecero più irregolari e anche i loro battiti.
Piano le mani di Steph raggiunsero la camicia di Zayn e la sbottonarono come guidate da una forza estranea mentre lui le si metteva sopra.
Un improvviso calore le attanagliò il corpo.
-Sei sicura?- Le chiese affannato.
-Si, lo so.- Rispose Steph con sicurezza. Non era stata più sicura di qualcosa in tutta la sua vita.
 
 
La mattina dopo Zayn la svegliò con dei piccoli baci sul collo. Aprì lentamente gli occhi e gli buttò le braccia al collo.
-Buongiorno, bellezza.- La salutò Zayn baciandole dolcemente le labbra.
Lei gli sorrise e si morse il labbro. Non era stato tutto un sogno.
Rimasero un po’ a letto, senza curasi di che ore fossero, baciandosi e abbracciandosi. Sorridendosi e semplicemente guardandosi con tenerezza.
-Tesoro, dovresti pre…- la madre di Zayn entrò in camera senza bussare e si fermò sulla soglia sgranando gli occhi.
-MAMMA!- -SIGNORA MALIK!- esclamarono i ragazzi contemporaneamente.
-Ehm.. scusate ragazzi..- E uscì.
Zayn e Steph si guardarono per un attimo e poi scoppiarono a ridere.
Quando riuscirono a smettere Zayn guardò l’orologio.
-Merda.- bisbigliò. Si voltò verso Steph e le si fece di nuovo vicino. –Devo andare.- Annunciò con malinconia.
Steph sapeva che quel momento sarebbe arrivato, ma non poteva far a meno di sentire il suo cuore spezzarsi.
Si vestirono e con i familiari di Zayn andarono all’aereoporto.
Corsero a fare il check- in accompagnati da una guardia del corpo e con Zayn e Steph mano nella mano raggiunsero il punto d’imbarco.
Zayn si fermò di colpo e si parò davanti a Steph.
Probabilmente aveva notato le lacrime che scendevano silenziose dai suoi occhi. Gliele asciugò con delicatamente e le baciò la fronte.
La strinse a sé come non aveva mai fatto. –Dio, se mi mancherai.- Le sussurrò.
Il cuore di Steph sembrò quasi fermarsi e stringersi in una morsa.
-Mi mancherai anche tu, Zayn.- Si staccarono e Zayn salutò la sua famiglia per poi tornare da lei.
-Per me non è stata solo un’avventura.- La rassicurò.
-Lo so.- Tentò di sorridere Steph, ma non ci riuscì molto bene.
Gli si buttò di nuovo fra le braccia. –Devo andare.- Annunciò Zayn con voce bassa.
La baciò stringendola forte a sé un’ultima volta, salutò con la mano i suoi famigliari e poi se ne andò con le mano strette a pugno. Senza voltarsi.
E probabilmente era meglio per entrambi che non lo facesse.
Pochi minuti dopo il suo aereo partì. Stephanie si sapiens contro il vetro per vedere fino all’ultimo il suo aereo allontanarsi.
Quel maledetto affare correva sull’asfalto veloce come il cuore di Steph quando Zayn la baciava. Si staccò da terra altrettanto velocemente e si librò in aria come se non avesse peso.
Steph sentì di nuovo le lacrime bagnarle le guance.
Si portò una mano al cuore e si sedette a terra. Al posto del suo cuore c’era un vuoto incolmabile, ormai.
-Mi mancherai.- Sussurrò. Tentò di ritrovare l’aereo ma il suo sguardo si disperse nel cielo. Si alzò e raggiunse i Malik che la riportarono a casa.
 
-Ami mio figlio?- Le chiese la signora Malik quando tutti furono entrati in casa.
Steph fu sorpresa della domanda ma annuì. Sapeva che era così.
-Tornerà presto, Stephanie.- Le disse allora la donna e le accarezzò la guancia.
Steph le sorrise al meglio che poté e se ne tornò in casa. Tornò alla sua vita reale.
Zayn sarebbe tornato, ma non sarebbe tornato per lei. Era stato bellissimo e se avesse potuto lo avrebbe rifatto da capo, e adesso era ferita ma quel ricordo l’avrebbe sempre resa felice. Perché sarebbe stato il più bel ricordo di sempre.
E fanculo alla negatività, magari sarebbe tornato davvero per lei.
  
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