Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Elric_Kyoudai    14/05/2007    8 recensioni
Okay che Alphonse era suo fratello minore e, più o meno, quel che diceva era legge.
D’accordo che Alphonse aveva quella maledetta, fottutissima capacità di farlo capitolare semplicemente aggrottando le sopracciglia.
Andava bene tutto ma…
“No, ALPHONSE, Mustang NON verrà a cena DA NOI stasera!!”

(Qui il seguito!)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Yay!*^* Ecco la seconda parte!8D Preparatevi a farvi una bella dose di addominali gente, questa è roba che scoppia!U_U X°DDD No, davvero, è meraviglioso.

Un piccolo appunto.

Noi NON ODIAMO Ed, davvero. Lo amiamo. Lo amiamo con tutto il nostro immenso amore!ç_ç Solo che... chi meglio di lui può essere molestato fino all'esaspero?

NESSUNO, esatto.

Ed: morite.

Na&Mi: Ma anche no. *kukuku*

 

E ora, via ai ringraziamenti!:D

Shari_Aruna: XD Ci siamo divertite a scrivere questa meraviglia, siamo ben liete che la cosa stuzzichi anche te!^O^ Ecco il secondo capitolo!

Jacky_Dragon: I tuoi commenti sono sempre eccellenti, amò!XQ__ La bambocciaggine di Ed qua dilaga, oh se dilaga. Vedrai, lo amerai. Come lo amiamo noi, del resto!XD

Kira7: non sai gli sforzi immondi per non cadere nell'Elricest!O_O La tentazione era troppo forte!;__; Probabilmente a fine fic avrete qualche sorpresa...*ridono*

Ka_chan91 & Fedar & Nanni92: Ecco qua il seocndo capitolo!XD Spero ti piacerà quanto il primo!

Chibimiky: Ma grazie a te XDD E' un piacere vedere che abbiam colpito XDD Roy: se era una battuta, era brutta.U_U"

Yumi: XDDD Nari è felice che tu apprezzi il coinvolgimento di Mustang nella lotta!v.v (per me è da sopprimere, ma dettagli..>_>)

SeiryuDoragun: DA TE POVERO MUSTANG NON LO TOLLERIAMO!O__O!!! X°°°DDDD Rotola anche qua, ti preghiamo!;_;

SoleDincht: E non sai quante ce ne sono ancora da scoprire!XDDDD *rotolan* Grazie!!*^*

 

And now...

IT'S SHOWTIME!èOé

 

 

Capitolo secondo

(dove si avrà vodka alla fragola e scommesse deficienti per bambini deficienti e dove si capisce che, a essere imbarazzanti, sono Edward e Roy. Per la società umana.)

 

Al sbucò fuori da dietro il tavolo, riprendendo facoltà di se stesso.

"Generale..." fece, grattandosi la testa, mentre la schiena si inarcava in un inchino, adibito più a nascondere il rossore delle sue guance che non a salutare l'uomo davanti a lui.

Hello, Al. Vedo che vi divertite.”, replicò il cane dell’esercito, mirando i muri una volta bianchi, passando poi lo sguardo su Al e il degno fratello, ricoperti del cibo che avrebbe abbondantemente nutrito un intero esercito.

“Non credevo che avrei dovuto cenare su voi due.

“Mustang, lei ha un umorismo decisamente indegno.”

“E tu un senso dell’umorismo inesistente.

Con passo deciso e militaresco, tenendo le mani incrociate dietro la schiena e fra loro una bottiglia di liquore (di alto grado alcolico, a giudicare dai gusti dell’uomo), si diresse in cucina, che non trovò in migliore stato.

“Dio…”

Appoggiò la bottiglia nel primo angolo vuoto che vide, rivolgendosi poi ai ragazzi.

“Staremo a digiuno, stasera?”

Al guardò il pavimento, rammaricato, poi, grattandosi la testa, fece mente locale.

"Mh... Spero che della carne fritta le vada bene, Generale... e... della torta ... la torta è salva, vero Niisan?"

Avevano scatenato un conflitto mondiale di dimensioni talmente vaste da non ricordarsi più che cosa fosse stato utilizzato in battaglia.

“Sì, sti cavoli che la sprecavo.”

“Al, non sei un po’ cresciuto per chiamare così tuo fratello?”

Ma lei gli affari suoi MAI?”

“No, è divertente.”

Edward respirò a pieni polmoni ed elencò mentalmente i cento buoni motivi per non uccidere una persona anche se odiosa e detestabile e meritevole di altissimo disprezzo.

Ne trovò solo uno.

Non uccidere se non vuoi finire in prigione.

Abbastanza convincente.

Comunque si mangia quello. Si mangia CAVALLO, Mustang.”

Avrebbe potuto evitare la pausa tra le ultime due parole per avere un effetto più comico nella frase.

“… che alta espressione di umorismo inglese.”

“Grazie. Al, prendi la tovaglia e metti un po’ a posto sto tavolo ch’è uno schifo assurdo.”

Al annuì, incapace di dire una parola di più.

L'aria era talmente tesa che qualunque, nel raggio di qualche miglia, avrebbe pagato oro pur di passar lontano anni luce da quella casa.

Rapì la bottiglia di liquore, entrando in cucina e aprendo il frigorifero, ammirando la torta che si ergeva lì, bella, fresca, e soprattutto INTERA.

Poi raccattò una tovaglia da un cassetto, lo straccio umido dal lavandino, e tornò il salotto.

"Tieni un attimo, Niisan..." disse, pensando che in fondo, lui poteva chiamare suo fratello come meglio gli pareva, anche se quell'appellativo suonava ormai subdolo e decisamente infantile.

Era SUO fratello, in fondo, che diavolo!

Passò velocemente lo straccio sul tavolo, ripulendolo dalla sporcizia, e finalmente vi stese sopra la tovaglia.

Se non si badava troppo ai muri, il salotto poteva sembrar quasi quello di sempre.

Mustang, come mi chiama mio fratello sono affaracci nostri. Non vedo cosa te ne possa interessare.”, pronunciò il Fullmetal, scoccando al generale Mustang un’occhiataccia di stizza. Aiutò Al a sistemare la tovaglia e ad apparecchiare, poi si rivolse di nuovo all’uomo – seguitando a dargli del tu, fregandosene delle scale gerarchiche.

“Ti ricordo che stai per mangiare le squisite pietanze preparate dal mio niichan” calcò quest’ultima parola, mai usata prima, quasi per schernire il moro, “solo per sua gentile concessione. Vedi di ringraziare. Buzzurro.”

“Mi arrendo, mi arrendo…”

Roy alzò le mani in un ironico segno di resa, piegando le labbra in un sottile sorriso.

“Troppi insulti tutti in una volta, Fullmetal.

“Chissà perché… muoviti, siediti.”

Sempre più divertito, il generale ubbidì, appoggiandosi alla prima sedia gli capitò sotto il naso.

Pensò che non sarebbe stata una serata buttata.

L’alcool si sarebbe rilevato così utile…

Tiè, mangia i tuoi simili, cannibale.”

Rude come al solito, Edward gli porse davanti la sua carne. Ebbe più cura nel farlo col piatto di Al, vicino cui si sedette.

"Beh... Buon appetito!" disse quest’ultimo, ridacchiando, un pelo agitato.

Sapeva che la cena non sarebbe stata tranquilla, mettere cane e gatto vicini non portava nulla di buono, ma davvero, non pensava sarebbe andata così fin dal principio.

Accoltellò la povera fetta col coltello affilato, tagliandone un piccolo pezzo per vedere se era effettivamente commestibile.

E quando la mandò giù sentì un pizzicore in gola farsi fastidioso:

"Mh... cough... Beh, almeno la carne si è salvata!"

Sorrise, sperando che i nervi di entrambi si rilassassero un po'.

“… Al, ti è andata di traverso?”

Sentendo il fratello che tossiva, Ed si era un attimo preoccupato, com’era naturale che fosse.

Se vuoi mandare giù un boccone che ti si è bloccato in gola, ho la bottiglia di…”

MUSTANG, VEDI DI TACERE. Stai bene, Al?”

Sorrise, cercando di trattenere un altro colpo di tosse pronto ad uscire.

"E'... è tutto ok, sto bene! Mi deve essere andata di traverso un po' di... cough cough... carne!"

Allungò la mano verso la bottiglia d'acqua, versandone un po' nel bicchiere e mandandola giù in un sol colpo.

"Ecco, risolto!"

... Ma Al non sapeva dire le bugie, era una cosa che gli veniva tutto fuorché naturale.

Non era mai stato un buon attore. Neppure durante le recite scolastiche.

“Non mi sembra tu stia un granché bene…”

Aveva anche gli occhi lucidi. Segno negativo, in quel caso.

"Ma no... è... forse... cough... Forse ho preso un po' di freddo prima, ma...davvero non sto male..."

Guardò il generale, che scosse la testa, per nulla intenzionato a dargli ragione, e poi guardò Ed, con le sopracciglia leggermente inarcate, quasi fosse dispiaciuto.

“Appunto, avrai preso freddo!”

Per una volta Edward poté tornare a fare il fratello maggiore, preoccupandosi di Alphonse.

(E non il contrario, ossa far star in ansia Alphonse per un fratello maggiore degenere.)

“Vai a letto, su. Meglio curare prima che vengano casini.”

“Giusto, Alphonse, poi mi prenderò cura io di tuo fratello…”

“Cuccia, cane dell’esercito!!

A sentire le parole di Mustang, Al si maledì per non essere riuscito a tenere confinato quel dannato colpo di tosse in gola.

"Ma non... Non è il caso... Non c'è bisogno che..."

E altri due colpi di tosse.

No, Al, non ti crederebbero mai. Impara a mentire, invece di lanciarti a capofitto nella cosa ed ottenere risultati di-sa-stro-si.

“Alphonse, non ucciderò tuo fratello se ci lascerai soli, sai?”

Perché io ti ucciderei prima.”

Ma taci…”

“Al, dai, non stai bene… non preferisci andare a dormire? Poi faccio fare un fulmineo giro della casa al signore qui presente come vorresti tu, okay?”

"Mh... E va bene..."

Il più piccolo poggiò le posate sul tavolo, portando indietro la sedia e mettendosi in piedi, barcollando un po'.

"Prendo una bottiglia d'acqua..." disse, sorridendo, ed entrò in cucina, rovistando sotto il lavello per poi tornare in salone con una bottiglia di plastica verde piena di acqua pura.

"Non-fare-guai. Capito, Nii-san?" sentenziò, con un finto sguardo duro.

“Sì, niichan, non farò nulla.”, replicò Ed prendendolo in giro, “Ma ti pare che IO possa combinare qualcosa di male, eh? Ti ho detto, micro-giro della casa e poi lo caccio.

Roy guardò il Fullmetal di sottecchi. Non pareva minimamente intenzionato a esaudire le aspettative dell’altro. Proprio no.

La bottiglia l’aveva portata per qualcosa, in fondo.

“Vuoi che t’accompagni in camera o ce la fai?”, domandò il maggiore a suo fratello, vedendolo un po’ troppo pallido.

Era così strano vederlo protettivo… ma per Al impazziva.

Quest’ultimo scosse la testa, sorridendo.

Una noia era già troppa.

"Non preoccuparti, ce la faccio!" disse, piegando il braccio per fare il muscolo. Poi, augurata la buonanotte, diede le spalle ai due, pendendo leggermente ad ogni passo che faceva.

Sperò davvero che fosse una cosa temporanea.

E sperò soprattutto che non accadesse l'irreparabile.

Ma, considerando i due soggetti, non sarebbe successo qualcosa di… calmo, tranquillo e normale.

“Allora, qui si mangia, nel soggiorno si fa quel che ci pare, le camere da letto non ti interessano, quindi arrivederci e ciao.”

Sbrigativo, Edward.

"Ah, Fullmetal, questo si che è il vero spirito del padrone di casa, complimenti..." sentenziò l'uomo, agitando nella mano il bicchiere colmo d'acqua e guardandolo, sogghignando come un gatto.

"Chi ti ha detto, poi, che le camere da letto non mi interessano? Sono sempre le parti più belle, in una casa."

Stuzzicare il Fullmetal Alchemist era il suo hobby preferito.

Ovviamente dopo l'uscire con una donna diversa ogni sera.

Ma essere stuzzicato non era esattamente il passatempo preferito del più giovane. Decisamente.

“C’è camera mia e di mio fratello, non credo che ti freghi. E se ti frega ti spacco i denti.”

Probabilmente, una risposta più ironica sarebbe stata più adatta – o più interessante – o più divertente. Ma davanti a Mustang esprimeva solo veleno privo d’umorismo.

Ritornò a masticare la sua carne di cavallo, sperando che il rodere carne di un fratello spirituale dell’uomo gli facesse male, MOLTO MALE, da qualche parte.

"Non potresti farlo, lo sai... Niente guai."

Lo sbeffeggiava, dio. Lo sbeffeggiava in una maniera così esplicita da parer quasi che non lo facesse neanche per propria volontà.

Sollevò un sopracciglio, guardando il biondo masticare con tanta voracità.

"Contieniti, si vede tutto il cibo che mastichi. Non ti hanno insegnato l'educazione, fagiolino?"

Bingo.

Non si diede neppure il tempo di pensare, Edward, che tutto quel che aveva in bocca finì in faccia al generale. Quasi senza che lo volesse.

Così, perché tanto oramai il viso dell’uomo pareva diventato un tiro a segno che richiamava automaticamente qualsiasi cosa nel giro di tre chilometri.

“Oh, posso fare quello che voglio, uomo col cognome da cavallo. E NON SONO UN MALEDETTO NANO CHE SOFFRE DI COMPLESSI D’INFERIORITA’!!!

Riprendendo il controllo – respirando profondamente – si tagliò un altro pezzo di carne. Stava finendo la bistecca, ma aveva ancora una gran fame. Ma quasi tutto il cibo comprato era per terra o sui muri.

"..."

Non aveva i complessi d'inferiorità, no.

Era un bamboccio che non voleva accettare la triste, cocente verità. E il suo compito, la sua missione di vita, era sottolineare COSTANTEMENTE il suo difettuccio fisico, a costo di veder partiti i suoi timpani.

Niente valeva quando una sua stupida, innocente sfuriata.

"Grazie per questa piccola doccia, Fullmetal - borbottò, pulendosi il viso con il tovagliolo - Non urlare però, tuo fratello potrebbe turbarsi."

E tu, Edward, non avresti potuto sopportarlo, vero?

No, non lo avrebbe sopportato. Ma per fortuna…

“Al ha il sonno pesante. Non preoccuparti.”

Buttò giù il boccone, poggiando le posate sul piatto. C’era rimasto solo il grasso della bistecca – che schifo.

E quella specie di natura morta ti stava bene in faccia. Te lo nascondeva perfettamente.”, aggiunse poi.

Poteva un uomo superare abbondantemente il muro della sopportabilità umana?

Sì.

E portava un cognome da sfottimento eterno e acuto.

"Invidioso del mio bel faccino, Fullmetal?" rispose quello, sorriso sornione sul viso, un pezzo di carne che andava ad insinuarsi tra i suoi denti bianchi.

Aveva l'occhio vigile sul suo viso, su quelle espressioni decisamente esagerate, come sempre: amava vedere le mutazioni d'espressione ogni volta che si diceva qualcosa che andava contro la sua... morale personale.

Ed alzò il viso dal piatto e guardò Mustang dritto in faccia. Stava per replicare quando scoppiò a ridere.

“Mustang!! Hai un pezzo di carne tra i denti!! Che schifo!! E dovrei essere invidioso della TUA brutta faccia?! Sono cento volte meglio di te, idiota!!”, replicò Edward, con un tono a metà strada tra l’arrabbiato e il divertito.

Roy si passò una lingua sui denti, constatando che effettivamente qualcosa tra i denti c'era.

"Piccola vittoria per un piccolo essere umano, eh, Fullmetal?" disse, prendendo uno stecchino dal (oddio) portastecchini e passandoselo tra i denti.

Buzzurro? Sì, un po'.

Ma aveva fatto un patto con se stesso, MAI perdere contro Edward Elric.

Anzi.

Più lo metteva in ridicolo e più andava bene.

“Piccolo sarà quello che hai in testa e tra le gambe, uomo-cavallo!! E… sei disgustoso!”, aggiunse il ragazzo poi riferendosi al maleducatissimo gesto prima compiuto dal generale.

MAI lasciarsi battere da Roy Mustang.

MAI non controbattere.

MAI.

Piuttosto la morte.

E di crepare non aveva una grandissima voglia.

"Strano... a mio sapere, i cavalli sono ben dotati, Fullmetal."

Un fagiolo contro un cavallo degno della miglior specie, era davvero divertente come si opponesse con tanta ostinazione.

E, giusto per infierire, si passò nuovamente lo stecchino fra i denti, con sorriso sfacciato sulla faccia. In fondo, con Edward poteva essere quanto disgustoso voleva.

Questo si sporse lungo il tavolo, salendoci sopra con un ginocchio, per levargli lo stuzzicadenti dalla mano.

(Facilmente irritabile e con reazioni lineari, come al solito.)

Lo spezzò con le dita, buttando poi in un angolo i pezzetti, disgustato.

Ma hanno un cervello microdotato, deficiente quadrumane!”

"Mpf, e cosa ti fa credere di avere un cervello più grande del mio, Edward?" controbatté, sottolineando per bene il suo nome.

Allungò la mano sulla sua fronte, spingendolo all'indietro con l'indice.

"Se è grande quanto la tua altezza, non sei messo tanto meglio, sai? E... di stecchini posso prenderne quanti ne voglio."

“Io non stuzzico ragazzi più giovani per provare un’inesistente vena ironica o un ancora più inesistente prova dell’esistenza di un cervello! Quindi sono molto più intelligente di te!!

Il biondo ritornò sul tavolo con entrambe le ginocchia per prendergli da sotto il naso il piccolissimo contenitore degli stuzzicadenti.

Che le facesse a casa sua certe cose di dubbio gusto. Tanta grazia se ancora respirava la sua stessa aria.

“Sei disgustoso, a priori.”

Glielo lanciò in fronte, rapido poi nel riprenderselo.

Roy si tastò la fronte dolente, inarcando un sopracciglio. Quel ragazzo perdeva il controllo davvero facilmente.

Oltretutto, ora era senza stecchini.

Brutta faccenda.

"Mh... Finché me lo dice un tappo, la cosa non mi sfiora minimamente."

Con un colpo di sedere allontanò la sua sedia dal tavolo, mettendosi in piedi e accarezzando in maniera tutto fuorché gentile la testa di Ed.

"Vado a prendere da bere."

E, fischiettando, entrò nella cucina.

"Ah, Fullmetal, io non sarò mai disgustoso quanto questa cucina, sappilo!"

Con che tono amorevole lo aveva detto, poi!

E quanto riusciva ad essere irritante con così poche parole, oltretutto!

Alzandosi di colpo e facendo cadere la sedia a terra con un sonoro tonfo, l’alchimista seguì l’altro e, con uno scatto fulmineo, salì sul tavolo della cucina.

“A chi hai dato del minuscolo tappo invisibile che potrebbe infilarsi nelle crepe di un muro, eh?!

Si mise le mani sui fianchi, commosso (ma senza farlo vedere) di poter guardare l’odiato essere dall’alto in basso.

"A... te?"

Era già pronto ad aprire l'anta del frigo, quando vederlo in quella posizione lo trattenne per attirarlo come una calamita verso di lui.

"Persino una formica sembrerebbe enorme, vicino a te, piccoletto."

E afferrò saldamente la sua coda, senza tanti convenevoli.

"Preferisci cadere tra le mie braccia o tra uova, farina e chissà cos'altro?"

Sorrisino sul viso di Edward.

“In faccia, Blueflame.”

Prima di cadere rovinosamente, trascinato in giù da Mustang, si posizionò in modo che l’impronta degli scarponi fosse ben visibile sulla sua faccia.

"Brutto ratto..."

Lo fissò cadere a terra, per poi poggiare con scarsa delicatezza il piede sui suoi addominali.

"Chiedi scusa!"

Fortunatamente la pressione che Mustang esercitava non era così forte e fu mediamente facile ritornare in piedi e imbrattare la camicia bianca dell’altro. Sempre con la scarpa.

Il ragazzetto sembrava più manesco del solito. Addirittura più isterico.

“Ratto sarai tu e STI CAVOLI CHE TI CHIEDO SCUSA!!”

Mustang alzò un sopracciglio, ghignando divertito.

Non sapeva perché, ma si sentiva così fiero di se, in quel momento. Chi altri poteva farlo andare così fuori di testa, se non lui?

Nessuno, appunto.

"Su, Edward, seppelliamo l'ascia di guerra... - E allungò la mano verso il frigo, aprendolo - Oh, guarda, una torta!"

La mano che aveva allungato venne schiaffeggiata dall’altro istantaneamente, che chiuse poi il frigo.

“Non toccarla! Quella è mia e di Al, e tu non puoi toccarla!”

Ma che ospite maleducato.

"Come siamo scortesi con i propri ospiti... E va bene, va bene..."

Agguantò la bottiglia color mora, sentendo il fresco del ghiaccio trapassargli la pelle.

It's showtime, caro Edward.

“E’ la regola con te.”, ribatté il sopraccitato.

Osservò la bottiglia che aveva tirato fuori, non avendo avuto prima tempo od occasione di vederla.

Di sicuro era una bottiglia di alcool. Cosa poteva portare altrimenti Mustang? Aranciata non era di certo. Soprattutto perché non ne possedeva il colore. Anche se probabilmente era solo il colore della bottiglia. E poi non era una bottiglia da analcolico.

Comunque, quella non era aranciata.

Che diamine è, Mustang?”

"Vodka."

Svitò il tappo della bottiglia, avvicinandola al suo naso e poi a quello di Edward, mentre l'odore si librava nell'aria, caldo, forte.

"Alla fragola."

L’odore s’insediò nelle narici del ragazzo, finendogli dentro e disgustandolo dal profondo.

Lui gradiva gli alcolici di bassa gradazione, non sopportava gli eccessi di cui la vodka si componeva – quasi come non li reggeva cuciti sul generale.

Avrebbe potuto iniziare a chiamarlo Vodka Mustang.

Un nome che insieme univa due delle cose che odiava più al mondo.

Dopo il latte, s’intende.

(E Latte Mustang era decisamente orrendo.)

Guarda guarda, pure alcolizzato sei diventato!”

"Che c'é, ancora piccolino per bere qualcosa di più pesante di una birra?"

“Non ci metterei la mano sul fuoco, vecchio.

Calcò l’ultima parola con vigore, tanto per fargli pesare la differenza d’età e le rughe che presto avrebbero sicuramente iniziato a segnare il suo volto.

"Vecchio... Almeno io mi godo la vita come si deve... -richiuse la bottiglia, mentre l'odore di fragola rimaneva ancora vivo nell'aria - Non sto dicendo che per vivere bene bisogni bere, ma sai com'é...tra amici è divertente."

Agitò la bottiglia davanti al suo naso.

"Vuoi?"

“Io e te non siamo amici, non vedo perché dovrei bere assieme a te. Alcolizzato.”

"Perché, perché... se bevi un po' con me, poi me ne vado."

"Okay. Tu inizia a tracannare, allora."

Come fosse facile convincere Edward Elric a buttarsi nelle più grandi idiozie, era notizia nota a tutti.

Prese al volo due bicchieri - forse neppure puliti, nel caso di quello di Mustang - e li riempì di vodka.

Roy prese in mano il bicchiere, sorridendo.

Poteva berne anche tre bicchieri di fila, volendo, tanto non appena il signorino Acciaio avesse mandato giù il primo bicchiere, allora sì che si sarebbe divertito.

"Alla... salute?"

Brindisi, Ed?

Certo, Roy.

"Alla tua precoce morte, Mustang.”

Il più giovane ingollò il contenuto del bicchiere in un solo sorso.

La gola gli bruciò immediatamente, ma non lo diede a vedere – non lo avrebbe fatto per tutto l’oro alchemico del mondo.

“Non è così forte come credevo…”

Che spudorato bugiardo.

Ma era più abile di Al nella recitazione.

"Bene, allora non avrai problemi a mandarne giù un altro, nevvero, Fullmetal?"

Imitò il giovane biondo, sorseggiando la bevanda e sentendolo scendere giù per la gola.

Non era un alcolizzato, no. Semplicemente, reggeva bene l'alcool, tutto qua. Afferrò la bottiglia e verso ancora fragola nel bicchiere dell'alchimista, osservando il leggero mutamento nel colore del suo viso.

Non era forte, eh?

“Nessun problema, cosa credi?”

Dalle parole del Generale, il naso di Ed avvertì un sottile, perverso odore di sfida. Lo percepiva nel sorrisetto che gli aveva increspato le labbra e dal tono della sua voce.

Beh, mai tirarsi indietro davanti a lui.

E giù un altro bicchiere.

Le guance iniziarono a farsi calde, molto calde.

"Non è che poi ti devo portare a letto in braccio?" ghignò il Generale divertito.

Era così semplice raggirarlo.

Mandò giù anche lui il secondo bicchiere, riempiendo subito il terzo e annusandolo con nonchalance.

E giù il terzo bicchiere anche per Edward.

Davvero facile ingannarlo. Soprattutto quando si tirava fuori una basilare psicologia inversa.

“Tu toccami e ti trincio di netto la mano.

Un leggero singhiozzo ucciso sul nascere scosse lievemente il capo del ragazzo.

"Non riusciresti a farlo. E poi... non ho certi gusti. Ma probabilmente portarti in braccio sarebbe... un'umiliazione?"

Ormai era quasi cotto. Poteva benissimo vedere i suoi occhi farsi lucidi, le guance prendere il colore del fuoco.

Bambino.

Davvero bambino.

Esattamente come un marmocchio sta per partire. Troppo alcool in circolo.

Eppure, giù il quarto bicchiere.

Mai smettere, con Roy Mustang.

“Ci riuscirei benissimo. E stammi comunque lontano.”

(Sì, tra parentesi, sarebbe stato decisamente umiliante.)

"Volentieri."

Seguì l'esempio del biondo, non poteva certo farsi superare da un novellino.

"Edward, senti..."

Che vuoi?”, domandò lui di rimando, brusco, dopo aver bevuto il quinto bicchiere.

(Ooh, un mondo rosa…)

Il ragazzo sembrava non riuscire ad essere garbato neppure sotto l’effetto di alcolici.

"Scommettiamo."

Presto, presto, finché conservava ancora un barlume di lucidità.

Ne mandò giù due di fila, tanto per recuperare terreno.

“Scommettiamo che ti straccio su due piedi?”

Miracolo che riuscisse ad infilare così tante parole una dietro l’altra senza problemi.

Due e mezzo di fila.

Battuto, Mustang?

"Se vinco io, tu prenderai un paio di mutande di Alphonse..."

Si versò un altro bicchiere, mentre il sorriso sulle sue labbra si allargava. Lo mandò giù, e continuò.

"... mettertele in testa e correre. Fuori casa. ATTORNO alla casa. Se vinci tu..."

Cosa molto improbabile, comunque.

Tre bicchieri, tappo.

Tre e mezzo, vecchio.

Edward era talmente assuefatto dall’alcool che, anche sentendo ogni singola parola, non riuscì a metterle in fila per comprendere davvero quel che Roy gli stava proponendo. Un’assicurata sconfitta e una ancor più assicurata penitenza ch’era, nel modo più assoluto, una delle cose più umilianti che avrebbe potuto fare. Anzi, la più umiliante della sua giovane vita.

“Certo. Vinco io.”

La voce che aveva accettato era del tutto estranea e disgiunta dal resto del corpo che urlava con ogni fibra di smetterla di ingollare quell’assoluto schifo.

Era talmente sbronzo che neanche aveva posto le sue condizioni. Tanto meglio, pensò il Generale, ammirando il piccoletto mandare giù l'ennesimo bicchiere di vodka, gli occhi sempre più lucidi, lo sguardo sempre più vago.

E dire che lui avvertiva appena il calore provocato dall'alcool.

Mandò dritto allo stomaco altri tre bicchierini, ormai aveva perso il conto di quanti già avessero incontrato le sue labbra.

"Dici?"

Dico, dico…”

Oramai la voce del Fullmetal non riusciva neppure ad essere ferma e decisa. Il volto era totalmente rosso, come in fiamme, La bocca semiaperta – come impossibilitata a chiudersi – e gli occhi vacui. Oramai muoveva solo le mani per riempire e svuotare il bicchiere.

“Dico – un bicchiere – che – un secondo – vinco – un terzo – io – un quarto – signor – quinto – generale.

Roy ridacchiò, sentendolo vaneggiare, e tranquillamente si versò altri bicchieri, senza preoccuparsi ormai di quanti ne mancassero a vincere.

Poteva ammirare coi propri occhi il frutto del suo lavoro.

E lo sapeva, il Generale, che Edward Elric si sarebbe spinto fin oltre il suo limite, senza però riuscire a contenersi. E prima o poi avrebbe risentito di tutto quel ben di dio che stava invadendo il suo stomaco.

Per una volta, infatti, il Generale sembrò azzeccarci.

Stava per buttare giù l’ennesimo (oramai aveva perso il conto e, comunque, messo com’era, non sarebbe arrivato a contare più in là del due) quando sentì tutto quel che aveva bevuto e ingurgitato quel giorno (e forse non solo) tornargli su per la gola.

Fece solo in tempo a dire “Dio…” e pensare “Che cavolo…” che aprì la bocca giusto in tempo per sporcare, per l’ennesima volta, la camicia di Mustang. Di cosa era facilmente indovinabile. Di cosa era facilmente indovinabile.

"... Fullmetal."

E a quel punto era chiaro, oh se era chiaro, che la vittoria era sua, e il prezzo da pagare, quello della LAVANDERIA, appunto, sarebbe comunque stato un prezzo da pagare troppo basso per quello che lo avrebbe aspettato il giorno dopo.

Si alzò in piedi, prendendo uno scottex pulendosi, mentre con la mano libera tentava di passarne uno al biondo.

"Tutto intero?" ghignò.

“… sì, sto bene.”

Menzogna spudorata, ma (si sa) Ed si sarebbe tagliato la lingua piuttosto che dire la verità – ossia che stava lentamente morendo da dentro.

E posso… continuare…”

Per poco non si sentì un urlo lacerante da dentro che gridava “NO TI PREGO NOOOOOO!!”. Per la precisione, proveniente dal fegato e dallo stomaco. Il cuore reggeva ancora.

"Siamo sicuri? – indicò il generale la bella macchia sulla sua camicia candida, un colore... indefinito - A me non sembra."

“… sicurissimo.”

Talmente sicuro che mancava poco che svenisse. Il volto aveva assunto un pallore cadaverico e gli occhi erano quasi fuori dalle orbite. Era in uno stato orrendo.

Ma era tutto niente confrontato al suo orgoglio di fronte a quell’uomo odioso e detestabile sotto molti punti di vista.

Anche se, Roy sapeva benissimo, non poteva farlo crepare là. Non certo per misericordia umana. Alphonse lo avrebbe perseguitato a vita.

"Con quella faccia speri anche che ci creda, tappo?"

Dall'alto del suo metro e almeno trenta centimetri in più di Edward, lo prese per il colletto della camicia, sollevandolo dalla sedia senza fatica come fosse un gatto.

"Su, dopo starai... meno peggio."

E io godrò di brutto, pensò.

Una piccola parte del ragazzo ringraziò l’uomo.

Il novantanove virgola novantanove percento periodico lo mandò al diavolo.

“Vedi di mollarmi immediatamente!!

A quanto pareva, la forza per dimenarsi e urlare ce l’aveva.

Ma peggiorò solo la situazione.

"Ahh, Fullmetal, non sbraitare, o il tuo fratellino si sveglia... cosa penserà nel vederti così?"

Lo trascinò letteralmente al bagno, facendosi beffe dei suoi colpi resi deboli dalla sbornia.

“… bastardo…”

In realtà lo stava aiutando e questo lo rendeva ancora più odioso, dal suo punto di vista.

“Lasciami, diavolo, ce la faccio anche da solo!!

Lungo il corridoio, inciampò sui suoi stessi piedi, cadendo dritto tra le braccia del Generale, voltatosi di fretta per non farlo cadere  rovinosamente a terra.

"La battuta del secolo!" rise, prendendolo sotto le gambe e sollevandolo in aria, correndo verso il bagno.

"Non vomitarmi di nuovo addosso, o te la farò pagare!"

Come se quell'umiliazione non fosse già tanto, poi!

“Vedi di… fregarti, o--

Non fece in tempo a finire la frase che, di nuovo, sporcò la camicia del generale.

Era messo come una donna in braccio a quell’uomo, quell’uomo lo stava aiutando e lui dimostrava per la seconda volta di aver perso la scommessa.

Decisamente, quella non era la sua serata fortunata.

Il generale si fermò a pochi centimetri dalla porta, togliendo un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni.

Dio, la lavanderia gli avrebbe succhiato lo stipendio.

"Ti avevo detto di non rifarlo, pagherai tu la lavanderia, sai? - fece, portando il fazzoletto alla sua bocca, pulendolo - E ora su, smetti di fare Sbrodolina, almeno finché non arriveremo al bagno, Elric."

Giornata decisamente interessante per Mustang, invece.

Edward era, nell’ordine:

Furente, imbarazzato, umiliato.

Niente poteva descrivere meglio lo stato del ragazzo in quel momento.

“Non ti ripago assolutamente niente…”

Tentò di ringhiare, ma non ce la fece. Tentò anche di parere minaccioso, ma quel biancore spettrale misto ad un vago ricordo di verde non contribuivano per nulla.

Dopo un tempo che parse lunghissimo (quando in realtà si trattò di pochi secondi) arrivarono al bagno, ed Edward si mise in ginocchio a rimettere persino l’anima.

“Vedi di… morire… Mustang…”

Due pacche tenere sulla spalla precedettero di poco una risata cristallina, dettata dal puro divertimento nel vedere in ginocchio davanti a una tazza del cesso un cane dell'esercito del rango di Fullmetal.

"Dovresti ringraziarmi invece... E poi è tutto merito tuo se sei finito così..."

Non si vince mai contro Mustang, dovevi imparare prima, Ed.

Le più svariate bestemmie cominciarono a popolare il cranio del ragazzo. Moltissime morirono prima di giungere alla bocca – la quasi totalità , perché il Fullmetal sembrava non avere il tempo materiale di pronunciarle.

“Schiatta…”

E di nuovo giù.

“Muori…”

Giù.

“Molto presto…”

E giù.

“Dannatissimo…”

Ancora.

“Blueflame deficiente…”

Di nuovo.

“Schiatta.”

Per l’ennesima volta.

Decisamente, decisamente umiliato.

E la penitenza non era ancora arrivata.

"Pensa a rimettere tutta la merda che hai mandato giù oggi..." disse in risposta, pensando che quelle imprecazioni per lui suonavano come musica.

Una bestemmia, un punto a suo favore.

"E ricordati che hai perso, Fullmetal. Perso. Non so se capisci..."

“No, non capisco…”

Riuscì miracolosamente a rispondere Ed, mentre il suo corpo sembrava ubbidire alle parole dell’uomo.

“Posso ancora stracciarti, se voglio…”

Ma.Le.Di.Zio.Ne.

Ma muori, va…”

Stranamente, non riusciva ad essere più volgare.

"Dopo di te. A quanto vedo non ci vuole poi così tanto tempo..."

Si divertiva a vederlo in ginocchio. Era il perfetto antipasto prima del piatto forte.

"Quasi quasi vado a farmi un altro bicchierino.. - ghignò, venendo la schiena di Edward sobbalzare, e un altro conato appropriarsi del suo corpo - Tu ne hai ancora per molto?"

A sentire le sue parole, Ed si tirò immediatamente su, ordinando al suo corpo di smetterla.

(Edward aveva un corpo mediamente ubbidiente, a quanto pare.)

“Finito. E ti posso ribattere se proprio vuoi.”

"Io non ci giurerei... E poi non sarebbe leale, Ed..."

Alzò il sopracciglio, guardandolo dall'alto in basso. Aveva un colorito da fare invidia a Morticia Addams, eppure continuava a fare lo sbruffone sicuro di sé.

Era ovvio che la partita era persa, quindi non aveva più voglia di giocare.

Tanto più che aveva paura di vedersi macchiato ancora la camicia di quella roba non meglio identificata.

Tuttavia, stuzzicarlo era, sempre e comunque, una cosa che amava fare in qualunque momento.

"Dovresti ribere tutto il tuo... prodotto."

“… sei moralmente orrendo, Mustang.”

Sì, la partita era persa – ed era più evidente di come lo fosse già dal punto di partenza – ma questo non lo aveva mai fermato.

Ma il corpo, da ubbidiente, si stava trasformando in rivoluzionario.

E lo avrebbe lasciato da solo a crogiolarsi nel suo orgoglio.

E non chiamarmi Ed. Tu non puoi farlo.”

Stava in piedi, per nulla diritto e decisamente barcollante.

"Ed, Ed, Ed. - ripeté, facendo spallucce. - Qualcuno ha l'esclusiva? No, quindi..."

Gli diede una poco amorevole pacca sulle spalle, facendolo decisamente barcollare. A dire la verità si sarebbe aspettato che sarebbe caduto a terra, avrebbe sbattuto la testa sul lavabo e sarebbe rimasto lì per il resto della notte, ma se così fosse accaduto, non avrebbe potuto gustarsi la scena poi, l'indomani mattina.

"Allora, Edward... quali mutande?"

“Mutande…?”

Dio, come gli girava tutto

(Palle comprese.)

E come gli pareva tutto lontano. La voce maligna di Mustang, gli eventi di pochi minuti prima e…

E se Al lo avesse scoperto, non voleva immaginare che gli sarebbe capitato.

“E comunque sì, l’esclusiva ce l’hanno Alphonse e Winry. E tu non ti chiami né Alphonse né Winry, mi pare.

"Si, le mutande per la scommessa.", gli parlò quasi sopra il generale.

Se fosse stato capace di far volare cuori con il solo gesto delle mani, lo avrebbe fatto. Avrebbe mandato tanto uno di quei baci stupidi che si vedevano sempre nei film, con due stupide labbra svolazzanti dirigersi minacciose verso la sua guancia arrossata dall'alcool e dallo sforzo.

Era sicuro che sarebbe stato il massimo, si.

"E comunque non è giusto - frignò - Anche io voglio chiamarti Ed, Ed. Questa è discriminazione."

“Sì. Discrimino gli imbecilli. Imbecille.”

Ma si diede dell’imbecille anche lui, per aver accettato nella foga del momento una scommessa così idiota.

Ma, porca miseria, non poteva tirarsi indietro.

Fottuto, fottutissimo orgoglio.

“… per la scommessa non so. Devo vedere.”

Perché un buco non si apriva sotto le sue gambe e lo risucchiava?

Accennò un sorriso. Ecco perché amava giocare con Ed: era così stupido che non sarebbe tirato indietro, neanche se gli avesse proposto di fare uno streap-tease di fronte al Comandante Supremo.

"Hai tutta la notte per meditarci sopra, Fullmetal, stai tranquillo."

Sorriso malvagio sul volto. Dio, quanto ti odiava Ed in quel momento.

Oh, non potevi neppure immaginare quanto.

“Come faccio a pensarci, non conosco a memoria le mutande di Al!”

Tornò, barcollante, in cucina, per sedersi sulla prima sedia trovata e appoggiare con elefantiaca grazia la testa sul tavolo.

Qualcosa di dritto esisteva, allora.

"Potresti approfittarne per ampliare le tue conoscenze, no?"

Mustang lo raggiunse poco dopo, prendendo in mano la bottiglia di vodka e mandandone giù un sorso, per poi chiuderla, e chiudere quindi quel giochetto.

"Sarà sicuramente uno spettacolo indimenticabile..."

“Nessuno ti ha mai detto che sei un pervertito?”

"No, ma mi hanno detto che sono un amante perfetto. Ma la cosa non ti riguarda, qua si parla-di-te!"

Gli diede una dolce, cara, ODIOSA manata sulla testa, ghignando.

A cui ricevette, in risposta, un pesante – per quanto lo poteva essere da parte di Ed – schiaffo sul palmo.

Che ci andasse piano, il bastardo.

“Dio, povere cavalle.”

"Si, povere..." rise, pensando alle sue bravate.

... Il "cavalle" però non era molto carino come termine, no no.

Non lo era affatto, ma era una semplice offesa – la centesima, come minimo – rivolta a Mustang, non certo a quelle povere disgraziate.

Offesa che non sortì alcun risultato come le altre novantanove.

Porca…

Distese le braccia lungo il tavolo, totalmente arreso.

“Povere donne, con uno come te…”

Stava tentando, forse inconsciamente, di allontanare il discorso da sé per tentare di far parlare Mustang delle sue notti brave.

"Le donne si divertono, oh, se si divertono. Dovresti sentirle. Effettivamente... nitriscono proprio come delle puledre."

“Sei l’essere più disgustoso che io abbia mai conosciuto. Ma seriamente. Per fortuna che non c’è Al a sentirti…”

"Non direi certe cose davanti a quel ragazzo, stai tranquillo."

Amorevole pacca sulla spalla.

"Tu a cavalle...?"

“Tu a cazzi tuoi…? Che razza di domande sono!!”

E arrossì, come il ragazzino che era.

Alphonse, perché mi odi così tanto…?

"Era per fare conversazione... Ma capisco, tu non sei un latin lover come me..."

Una faccia da cinese, piuttosto.

Ma sorvoliamo.

“Oh, fottiti, eh? Fammi sto piacere, che ho un mal di testa atroce…”

Mezza bugia.

Cioè, stava veramente esplodendo, la sua testa.

Ma magari così sarebbe anche scampato a tutto.

(Ovviamente quest’ultima parte lo imponeva il fisico di Edward, troppo provato per fare dieci maledetti giri di corsa intorno alla casa con quel freddo assassino.)

Il generale frugò tra le sue tasche, prendendo il portafoglio e buttando sul tavolo una pastiglia.

"Toh, prendila. Il mal di testa sei andato a cercartelo, Fullmetal. La prossima volta impari a fare il bamboccio io-tutto-può."

Un po' gli faceva pena. Ma giusto un briciolo.

Appunto per questa pena che Edward sentiva nelle ossa, rifiutò immediatamente il medicinale offerto.

“Oh, ma tienitela quella roba. Non ne ho bisogno. E non sono un bamboccio e io posso realmente TUTTO.

"Dici? Però la scommessa non l'hai vista..."

Ping.

Insulti rimbalzanti come palline di carta su un tavolino.

"Non è colpa mia se il mio corpo non regge l'alcool."

Pong.

E nessuna racchetta accennava a sedarsi.

"Allora non dovevi neanche cominciare."

Piccolo ratto superbo e pieno di sé, questo era Edward Elric ai suoi occhi.

“Ho sperimentato la resistenza del mio corpo, non rompere. E poi, è colpa tua che induci un minorenne a bere. Vergognati, Generale cavallo dei miei stivali.

Un odioso ed enorme gatto rompiscatole che deve ammorbare la gente col suo chiacchiericcio inutile, Roy Mustang.

"Sperimentato... Si, certo. Da quanto ricordo, non hai mai potuto reggere più di tre bicchieri di QUALUNQUE cosa. Quindi, non dare la colpa a me."

“Tua è la colpa se istighi minorenni a bere, dannato!!

Si mise ad urlare e il suo mal di testa iniziò ad aumentare a  dismisura.

“Dio… non puoi immaginare quanto ti odio, Mustang…”

"Nah, lo so che mi vuoi bene..."

E lo disse con una voce così schifosamente melensa, che se avesse avuto qualcos'altro in corpo da rimettere, lo avrebbe rimesso.

Davvero!

"E poi, potevi non accettare la scommessa, e invece... - Sospiro. - I bambini di oggi..."

Brividi lungo la schiena del biondo.

Di schifo, principalmente.

“Non sono un bambino, vecchio del diavolo… e non ti voglio bene!! Che schifo!!

Mancava ancora poco al momento in cui la sua testa bionda si sarebbe staccata dal collo in cerca di un po’ di tranquillità.

Uno sbuffo divertito fuoriuscì dalle sue labbra rosee. Quante facce di Edward aveva visto, quella sera?

Ringraziò mentalmente Alphonse per avergli concesso quel divertimento, anche se sicuramente non era quello che il ragazzo intendeva ottenere.

"Che maleducato."

Dal canto suo, Edward voleva maledirlo, Alphonse.

Ma gli voleva troppo bene.

… dannazione.

“Mai quanto te. Mai.”

Dio, esistono ancora i letti?

"Io non sono maleducato, Fullmetal..."

Gli tirò la coda, piano. Voleva stuzzicarlo, non farlo diventare pelato prima del tempo.

"Su, chiedi scusa."

Oh, sì, Roy Mustang sarebbe entrato nel Guinness dei Primati come rompicoglioni più grosso della storia.

Che fai, ci speri anche? Piuttosto mi faccio amputare il braccio.”

"Vabbeh, io ci ho tentato...Dove hai i coltelli da cucina? Vado a prendere il più grosso..."

“Vedi di usarlo per cavarti qualche arto inutile a caso, okay? Ma ci sei nato così deficiente o hai affinato la tecnica?”

"Ho tolto fuori il pacchetto speciale solo per te, Ed..."

Il suo sorriso, in qualunque circostanza, sarebbe stato innocuo e innocente, ma in quel caso, cielo, era davvero da censurare.

“Ammazza che fortuna, eh?”

In qualunque altra circostanza, quel sorriso lo avrebbe distrutto a suon di pugni. Ma in quel momento, tutto quel che riusciva miracolosamente a fare era riuscire a respirare normalmente.

"Già...meglio che vincere un biglietto per una gita sul Mt. Briggs, non credi?"

Pacca sulla spalla. Che irritazione. Dio quant’era irritante quell’uomo.

“Mi fai un piacere? Muori agonizzando? Su, magari poi sto meglio...”

Portò una mano sul suo viso, passando due dita sulla guancia, lente.

"Non potrei mai darti questo dispiac..."

Di scatto, Edward gli morse quelle maledette dita. Senza concedergli un attimo per finire la frase.

“Ti prego, TACI o dì qualcosa di anche lontanamente intelligente.

Lì per lì, se avesse voluto, il Generale avrebbe potuto dargli uno schiaffo talmente forte da portarlo in orbita. Ma si trattenne.

Ok, forse aveva esagerato un pochetto.

Ma solo un pochetto.

Non allarghiamoci.

"Mi hai fatto male è abbastanza intelligente?"

“No, non lo è. O forse ogni cosa esca da quella fogna sembra molto molto molto stupida. Sarò razzista.”

"Lo sei. Decisamente."

"Non vedo dove sia il problema, comunque. E spero di averti lasciato il segno."

"Potrei denunciarti per insubordinazione, Maggiore."

"E io per aver fatto ubriacare un minorenne."

"Non sono stato io a costringerti, sei tu che ci sei cascato come un idiota. Sai che sei altamente insopportabile quando sei sbronzo?"

"Tu invece sei altamente insopportabile anche normalmente. Sempre. E. Comunque. E non è una buona scusa, la prima."

"Perché no? Comunque, detto da te non può che farmi piacere..."

Roy si massaggiò le dita, lentamente.

Cazzo se gli aveva fatto male! Che diavolo aveva al posto dei denti?! Pure loro erano di ferro?! Li aveva dati via pure loro per suo fratello?!

"Perchè no e basta. Perchè così dico io."

"Tu vedi le cose solo dal tuo piccolo punto di vista. Dovresti guardare in grande... Ah già, non puoi, scusa."

Era una malattia. Era troppo divertente.

"In grande come il grande buco nero che ti ritrovi in testa, vero?"

L'alcool sembrava aver acuito il senso dell'humor - o dell'acidume - del ragazzino.

Quelli che sembrava avere in abbondanza Mustang pure da sobrio.

"Porta rispetto. - botta in testa - E ora, su, prendi quella pastiglia, domani devi essere in forma smagliante… e, a proposito di buchi neri, mio giovane amico, cerca altrove, vedi che lo trovi, un bel buco nero..."

La vena della stronzaggine pulsava davvero con vigore quella sera, eh Mustang?

“Non prendo niente dato da te e… non ho capito la tua orrida battuta, imbecille.

Si massaggiò la nuca – l’alcool gli aveva acutizzato i sensi, compreso quello del dolore.

"Ma perché dovrei togliermi il mio divertimento principale! - sbottò lì per lì, quasi fosse serio. - E la battuta...sì, prima o poi capirai..."

"Non riusciresti a mordere niente, Cane."

“Vuoi scommettere?”

“No. Perderesti.”

“A morderti? Non credo.”

"Hai detto così anche per la vodka, e ho visto i risultati. Non è divertente scommette con qualcuno che potrebbe vincere solo a chi è più basso.

Okay, hai rotto.

Edward toccò la tavola a caso e afferrò la prima cosa che gli capitò sottomano.

La prima cosa che capitò tra le mani ad Edward fu un bicchiere. Quello si scontrò amabilmente con la fronte del Generale, lasciando il segno.

“SENTI, MUORI, OKAY?! E comunque riesco benissimo ad aprire e chiudere la bocca per renderti carne maciullata!!”

"Ma sei diventato matto?! – sbottò Mustang, prendendo dello scottex dal rotolo prossimo a finire, tamponandosi la fronte - Potevi farmi male, sai?! Mi hai fatto male!" si corresse poi.

Stupido piccoletto.

“Sai, quando uno lancia qualcosa CI SPERA di fare male!!”

Maledetto spilungone.

"Se non fosse che tuo fratello, con questo CASINO - e marcò benissimo la parola - rischia di svegliarsi, ti prenderei e ti legherei al soffitto, a testa in giù, e ti ci lascerei finché il tuo cervello non riceverebbe sangue quanto basta a farti capire che dovrai chiedermi perdono fino al prossimo millennio, Fullmetal."

“Eh, CONTACI che ci riusciresti! E non ti chiederei perdono neppure nei tuoi sogni più reconditi, maledetto vecchio!!

MAI dare ascolto al proprio corpo che gli urlava di smetterla per la buona pace di tutti, eh?

No. Decisamente no.

Roy si ritrovò a pensare che Edward Elric soffriva di masochismo. Decisamente.

"Dici? Nei miei sogni... mh, no, meglio non parlarne... Ti si potrebbe bloccare la crescita... OPS, scusa, non volevo offenderti."

Ne soffriva decisamente tanto.

"... che diamine stai SPARANDO, idiota?"

Forchetta infilata nella coscia.

Dannato Blueflame.

"Ma santi, Edward!"

Fece un balzo degno di un atleta, allontanandosi di svariati centimetri da quell'essere indemoniato.

"Se continui, me ne vado eh..."

“Sai che non sto chiedendo altro dall’inizio della serata, eh?”

"Davvero vorresti mandarmi via dopo la piacevole serata?"

Con che tono rammaricato, poi!

Ma che grande attore, il nostro Roy Mustang!

"Ovvio."

"Così urti la mia sensibilità, Fullmetal. Davvero. Pensavo avessi una più alta considerazione di me."

E se avesse avuto in mano una rosa e una lacrima sul volto, la scena melodrammatica sarebbe stata pressoché PERFETTA.

Ed un Edward vestito d’argento con una lunga gonna l’avrebbe resa meno ridicola.

“Io non ho nessuna considerazione di te. alta né bassa.”

Ed un Edward meno acido, anche.

"Sicuro? La bassa ti si addice."

Magari Alphonse come menestrello non avrebbe guastato. Ma sicuramente, ci fosse stato, Edward avrebbe preso il suo strumento e ne avrebbe fatta un'arma per giustiziare divinamente Roy.

Magari infilandoglielo in qualche nascosto anfratto celato dai pantaloni.

“Di me ho un’altissima autostima, quindi NON MI SI ADDICE BASSO.

"In tutti gli altri ambiti sì, però."

Smise di ronzargli attorno, andando a sedersi nella sedia di fronte alla sua e puntellando i gomiti sul tavolo.

"Diventa peggio ogni minuto che passa... Domani avrai un bel da fare, Fullmetal... Che bella giornata si prospetta, vorrei tanto esserci..."

“ALMENO STAI ZITTO E SMETTILA DI DARMI DELLA MICROSCOPICA PULCE TALMENTE PICCOLA CHE NESSUNO LA NOTA!!

Ringraziò silenziosamente che l’altro se ne fosse andato e si fosse messo lontano da lui, almeno per evitare di ricevere qualcosa addosso – tipo un piatto, una forchetta…

Perché, domani che cavolo…?”

"Scommessa. E... - Indicò i muri lerci - Pulizie di primavera."

“Io non faccio le pulizie di primavera. Falle tu se tanto ci tieni.”

Ed sprofondò sempre più la testa nelle braccia conserte sul tavolo, dimenticando senza volerlo la prima parte dell’affermazione di Mustang.

"La casa è tua, mica mia."

Tamburellò con le dita sul tavolo, sorridendo.

"Comunque sia, ti farò questo favore, e me ne andrò a casa. Mettilo nel conto però, sei in debito con me."

Avrebbe recuperato comunque.

“Non te ne vai TU, ti caccio IO!! FUORI DA CASA MIA!!

Edward Elric era un ragazzino distrutto su ogni fronte.

"Ahahahah, certo Fullmetal, certo!!"

Si alzò ridendo, andando a prendere la giacca poggiata sull'attaccapanni, e se la infilò, senza smettere di emettere quel suono che alle orecchie del giovane alchimista risuonava come uno stridio.

“SPERO CHE SULLA STRADA DI CASA TI ASSALGA UN HOMUNCULUS O UN CANE MOLTO FEROCE E MOLTO AFFAMATO O UN MACELLAIO!!

 

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Elric_Kyoudai