CAPITOLO 8
-Oh, sì, questo è un vero falò- sentenziò Ramon
vedendo il grande fuoco muoversi producendo strane ombre sulla
sabbia.
I quattro amici per l'ultima sera a Buenos Aires
avevano deciso di passare la notte sulla spiaggia.
Il vento soffiava leggermente e il rumore delle
invisibili onde era estremamente rilassante.
Si sedettero sui tronchi attorno alla fiamma e
Cesar arrivò poco dopo con la cena. Ester non aveva potuto partecipare per un
impegno.
-Spero che vi siate divertiti.
-Tantissimo. Ma è pur ora di tornare a
casa.
-Che programmi avete per il futuro?
Alan rispose per tutti:
-Noi tre torneremo sicuramente a giocare a calcio. Ingrid...
-Noi tre torneremo sicuramente a giocare a calcio. Ingrid...
Un attimo di silenzio.
-Io torno in compagnia a settembre- terminò
lei.
-Oh, sì, ne ho sentito parlare- disse Cesar
-dicono che Nelly è un fenomeno.
-Fenomeno è dir poco se la vedi gestire una
compagnia alla sua età.
-Giusto. Ma com'è come persona?
Anche Ramon, Alan e Juan tesero le orecchie:
ormai era tanto che sentivano parlare di quella Nelly, senza sapere nemmeno
com'era fatta.
-Beh, lei... è infantile, del tutto pazza, fa
tutto il contrario di quello che dice, è totalmente irrazionale ed è capace di
farti vergognare anche della più piccola cosa... ma è anche gentile, generosa,
onesta, fa anche l'impossibile per aiutarti, ti sta vicino e pensa prima agli
altri che a sé stessa.
-Una brava direttrice di compagnia, insomma.
-Sì, una bravissima direttrice di
compagnia.
Diaz guardò la ragazza sorridendo: a quanto
pareva, ci teneva all'amicizia di quella ragazza.
Intanto Pascal aveva tirato fuori la
chitarra.
-No, Alan, su...
Non era possibile che la incastrava
sempre.
-Oh, insomma, ti devi esercitare, no? Mica
canterai per sempre davanti a una sola persona... su, questa la
conosci.
Cominciò a suonare e anche Juan e Ramon
riconobbero quella melodia: era la ninna nanna che le madri cantavano loro da
piccoli.
Ingrid, dopo aver deglutito, diede una falsa
occhiataccia all'amico e cantò:
-A la nanita nana nanita ella nanita ella
Mi niña tiene sueno bendito sea, bendito sea...
A la nanita nana nanita ella nanita ella
Mi niña tiene sueno bendito sea, bendito sea...
Mi niña tiene sueno bendito sea, bendito sea...
A la nanita nana nanita ella nanita ella
Mi niña tiene sueno bendito sea, bendito sea...
Fuentecita que corre clara y sonora
Ruiseñor que en la selva cantando llora
Calla mientras la cuna se balansea
A la nanita nana, nanita ella...
Ruiseñor que en la selva cantando llora
Calla mientras la cuna se balansea
A la nanita nana, nanita ella...
A la nanita nana nanita ella nanita ella
Mi niña tiene sueno bendito sea, bendito sea...
Mi niña tiene sueno bendito sea, bendito sea...
Fuentecita que corre clara y sonora
Ruiseñor que en la selva cantando llora
Calla mientras la cuna se balansea
A la nanita nana, nanita ella...
Ruiseñor que en la selva cantando llora
Calla mientras la cuna se balansea
A la nanita nana, nanita ella...
Al termine della melodia applaudirono. Diventava
ogni giorno più brava; si sentiva. Sicuramente avrebbe realizzato il suo
sogno...che probabilmente l'avrebbe tenuta lontana da casa.
La strada sconnessa finalmente aveva lasciato
posto ad una più ben fatta, evitando i soliti forti scossoni.
Nell'autobus regnava il silenzio. Dormivano
tutti tranne un ragazzo in fondo che stava fissando la persona che riposava
beatamente appoggiata al suo petto.
Le accarezzava delicatamente i capelli e ogni
tanto le dava un leggero bacio sulla fronte.
Non c'era niente da fare. Ogni volta che
cercavano di non pensare alla loro prossima separazione, qualcuno tirava fuori
il discorso e si ributtavano giù.
Entrambi si rassicuravano di non preoccuparsi,
ma in realtà non pensavano ad altro. Avevano a disposizione troppo poco
tempo.
Juan sospirò. Lo aveva capito: non era una
semplice cotta, una cosa che quando finisce finisce. Stava male solo al pensiero
di saperla lontana da sé. E sapeva che anche per lei era la stessa cosa.
O almeno ci sperava.
-Tanti auguri, Ingrid!
La ragazza si lasciò baciare dalla madre come
augurio di buon compleanno.
-Grazie, mamma.
-Sono contenta che tu abbia potuto festeggiare
qui almeno una volta.
-Sì anch'io. Buongiorno, Ramon- salutò il
fratello che entrava nella stanza per la colazione.
-Buongiorno- baciò sulla guancia la madre, poi
toccò a Ingrid.
-Auguri, sorellina.
-Auguri anche a te.
Si sarebbe detto che fossero stati gemelli
eterozigoti, invece c'era un anno di differenza, benché incredibilmente nati lo
stesso giorno.
-Che programmi avete per oggi?
-Il pomeriggio penso che usciremo come al
solito.
-E stasera?
-Io ho da fare- disse subito la
ragazza.
-Io non so, dopo vedo.
-Va bene, ma non fate tardi.
-Sì, mamma.
Il pomeriggio i ragazzi del paese avevano
preparato una sorpresa ai fratelli e avevano festeggiato. Per cena erano
ritornati a casa.
Per le strette condizioni economiche, i loro
genitori non si potevano permettere regali costosi, ma i loro doni fatti a mano
vennero accettati con entusiasmo, soprattutto dalla figlia: già stare lì per il
suo compleanno era tanto.
Avevano appena finito di lavare i piatti, quando
qualcuno bussò alla porta.
Ramon andò ad aprire, ritrovandosi davanti
Juan.
-Ingrid, è per te!
-Vengo!
Preso qualcosa per coprirsi, la ragazza salutò i
genitori e raggiunse il suo ragazzo.
-Ci vediamo dopo- disse al
fratello.
-Ok. Non fate le ore piccole.
-Sì, papà- cantilenarono lei e Diaz
insieme.
-Spiritosi- ribatté lui chiudendo la
porta.
Finito di prenderlo in giro, si presero per mano
e si allontanarono, dirogendosi verso il masso.
-E' già passato un mese- sospirò lui sedendocisi
sopra.
-Sì... è volato.
Esattamente un mese prima sul quel masso i due
avevano passato una delle notte più magiche mai vissute.
-Ingrid, per il tuo compleanno...- il ragazzo
tirò fuori dalla tasca qualcosa di scuro che sembrava fatto di tessuto -ecco,
tieni- glielo porse non sapendo come altro dire.
Lei prese l'oggetto in mano e lo dispiegò,
vedendo che si trattava di un guanto di pizzo nero a mezze dita.
-Juan...ma dove...
-L'ho trovato in un baule di vecchie cose. A
quanto mi risulta era di mia nonna. Ho pensato che avrebbe potuto farti
piacere.
Rimirando ancora l'accessorio, Ingrid si sedette
sulle sue ginocchia.
-E' bellissimo, grazie- disse per poi baciarlo a
fior di labbra e indossare il regalo.
-Mi faresti una promessa?
-Certo.
-Promettimi che lo indosserai sempre quando
canterai.
-Veramente io...
-Mi rendo conto che le cose non potrebbero
andare bene, ma io ci tengo. Voglio che tu sappia che hai il mio sostegno per il
tuo sogno, come io ho il tuo per il mio.
La ragazza sorrise.
-Te lo prometto. Ma dobbiamo smetterla di
pensare a quando rispartirò. Non possiamo goderci il tempo che ci
resta?
-Sarebbe bello...
La loro attenzion si volse a dei suoni che
provenivano dall'altra parte della collina, dove stava il paese
vicino.
-Deve essere la fiera. Certo che non si
preoccupano di tenere il volume basso...
Dopo qualche attimo, Juan si alzò e, appostatosi
davanti a Ingrid, le tese una mano.
-Mi concede l'onore di questo ballo?- disse con
voluta goffaggine.
-Eddai, non scherzare...
-Dico sul serio.
-Ma è un tango e non lo sappiamo
ballare.
-Ma il tango argentino non si basa
sull'improvvisazione?- chiese lui avvicinandolesi.
-Sì, ma ci vuole anche il senso del ritmo, una
buona intesa con il partner...
-E allora che ci manca? Dai, su, è solo una
prova e lo so che ti piacerebbe tentare almeno una volta.
Ingrid rifletté, asfissiata dallo sguardo
insistente del ragazzo.
-Va bene.
-Grazie della concessione- sussurrò con ironia
lui facendole fare una giravolta per poi attirarla a sé facendo aderire il
proprio bacino al suo.
Cominciarono a muoversi, incuranti dei passi,
trasportati solo dalla musica.
Dopo un po', esausti, si abbandonarono sul
prato. Ingrid gli si avvicinò e si appoggiò a lui.
-Juan.
-Dimmi.
-Ti voglio bene.
Gli occhi dal cielo si spostarono sul viso della
ragazza, che aggiunse:
-Ti voglio bene sul serio.
Passò un attimo di silenzio, poi...
-Ti voglio bene anch'io, Ingrid. Sul
serio.
continua...
N.d.A. La canzone è tratta dalla colonna sono ra del film "Cheetah Girls 2"
N.d.A. La canzone è tratta dalla colonna sono ra del film "Cheetah Girls 2"