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Autore: itsniall    29/10/2012    0 recensioni
Debora non aveva mai creduto nell'amore. Solo una persona era riuscita a convincerla del contrario. Ma quella persona, in realtà, si è rivelata soltanto falsa.
E adesso? Cosa sarebbe successo se non gli avesse creduto? Ora, forse, non starebbe così male.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Quinto.


Ogni giorno era in quel modo.
Eleonora che era tutta eccitata per la partenza. Non faceva altro che parlare di Londra.
Mattia che non vedeva l’ora di partire perché non sopportava più la sua famiglia, né tantomeno la scuola.
Io che non avevo voglia di fare una cazzo. Né di stare in classe, né di andare a Londra.
Mancava sempre meno.
Un mese. Quindici giorni. Dieci.
Ero sempre più in agitazione. Per fortuna nessuno, ancora, era venuto a sapere di me e Giulio.
Erano quasi due mesi che ci stavo.
«Deb, ci vieni a cena fuori con noi stasera?» mi chiese Eleonora, preciso il giorno che sarei dovuta uscire con Giulio.
Io ero abbastanza brava a mentire. Lo avevo sempre fatto. Soprattutto quando stavo male.
«No, Ele, non posso. Stasera devo stare con mio fratello.»
«Ma, scusa, tuo fratello non ha 20 anni? Penso che..»
«El, ti ho detto che non posso su.»
Mi giravano e Eleonora insisteva sempre e io non l’ho mai sopportata la gente che insiste.
«Okay, scusa, però stai calma cazzo. Non ti ho mica offesa!» si lamentò lei. Io alzai gli occhi al cielo e me ne andai in cortile.
Parlai un po’ con un’altra mia cara amica.
«Ti ho vista con Giulio l’altro giorno, Deb. Che sta succedendo?»mi chiese lei un po’ alterata.
Mi prese un groppo in gola e cominciai ad agitarmi. Ma non lo feci notare più di tanto.
«Niente Jane. Mi doveva dire una cosa, ma le sue solite cazzate. Tranquilla che non ci ricasco.» mentii. Lei mi guardò storta, ma poi le sorrisi e le feci l’occhiolino e lei si rilassò.
«Okay, ti credo. Ma se scopro che c’è sotto qualcosa m’incazzo!» mi sorrise lei. Io risi e l’abbracciai.
Suonò la prima campanella e dopo due minuti tornai in classe. Le due ore dopo passarono velocemente.
Quel pomeriggio sarei uscita con Giulio.
Tornai a casa, pranzai con i miei e poi mi misi subito a studiare.
Verso le cinque uscii. Stetti bene quel pomeriggio.
 
Mancava una settimana alla partenza. Io ero sempre più triste e non riuscivo a pensare ad altro che al fatto che l’avrei dovuto lasciare.
Perché? Perché tutte a me devono succedere? Perché vengo sempre presa di mira?
Dopo tre giorni passati a deprimermi sul letto e a guardare le foto, decisi che mi dovevo godere quegli ultimi giorni con Giulio. Anche a costo che qualcuno ci scoprisse.
Uscii tutti i giorni, lo chiamavo tutte le sere, ci mandavamo messaggi tutto il giorno, non facevamo altro che sentirci e stare insieme.
«Come mai sei così dolce in questi giorni?» mi chiese con un tono preoccupato. Io risi.
«Amore, tranquillo. Non ti ho fatto i corni!» continuavo a ridere. «E’ solo che fra due giorni parto e voglio stare con te tutto il tempo possibile.»
«Devo confessarti una cosa Debbie.» mi disse ad un tratto. Sembrava preoccupato, era agitato e lo sentivo, come dire, moscio, giù di morale.
«Dimmi..» mi stavo preoccupando anche io a quel punto.
«Debora, ecco io..» balbettava, gli tremava la voce. «Era da un anno che nemmeno ci si guardava. Tu hai 15 anni adesso e sei più matura dell’anno scorso. Ti ricordi che mi dicesti un anno fa, quando ci lasciammo?»
«Sì, me lo ricordo fin troppo bene. Ma che c’entra?»
«C’entra, perché quando tu mi dicesti che non avresti mai amato nessun altro come hai amato me, lì per lì non mi importò più di tanto. Ma fu quando capii che non avresti più amato veramente nessuno, nemmeno me, mi sono reso conto di quanto per me eri davvero importante.
Solo che ti vedevo per strada, sembravi felice, sembrava che quello che noi avevamo passato ti fosse scivolato addosso, come acqua. Forse qualche ricordo ti era rimasto, ma pensavo che tu di me ti fossi del tutto scordata. Magari non mi crederai, ma io ci stavo davvero male. Soffrivo, mi mancavi, non sapevo che fare. Vivere un anno senza di te è stato quasi impossibile. È per questo che sono tornato. Perché non ce la facevo, tutto era diventato insostenibile e pesante.
Debbie ecco, con questo ti volevo solo dire che ti amo. E stavolta è vero. Ti amo da impazzire. Come i pesci amano l’acqua, come i bambini amano la propria mamma, come tu hai amato me
Ero scioccata. Seriamente, non ci potevo credere.
Giulio, lui che amava me. E che aveva avuto anche il coraggio di confessarmelo. Io ero rimasta perplessa e non sapevo che dire.
Ci furono diversi minuti di silenzio.
«Debora, scusa. Forse non era il momento adatto né il metodo. Comunque adesso devo andare a letto. Ci si sente domani..ciao.» era rassegnato.
«Ciao Giulio, notte. Ah, un’ultima cosa.»
«Dimmi.»
«Ti amo anche io.» lo salutai. Sentii dalla voce che sorrise. Mi ridette la buonanotte e staccammo.
 
Passarono quei due giorni, dove stare con lui era l’unica cosa che mi importava.
Però il momento era arrivato.
Due marzo. Me lo ricordo ancora.
Valige pronte, auto pronta, classi pronte, alunni pronti. Tutto pronto. Tranne io.
Io non ero pronta, io non ero pronta a lasciare Giulio. Non lo ero mai stata.
Venne a salutarmi all’aeroporto. Da lontano ovviamente.
Poi venne il momento di salire sull’aereo.
Due settimane sembrerebbero poco, ma quando non hai accanto la persona che ami è come se tu fossi sola e anche solo un minuto sembra un’eternità.
Mi misi al mio posto e cominciai ad ascoltare la musica. Guardavo fuori dal finestrino. Lo vedevo che mi salutava con la mano. Era lontano, ma lo vedevo piangere. Lui sorrideva, ma in realtà piangeva. Io gli sorrisi e ricambia il saluto. Gli tirai un bacio. Poi arrivò l’avviso, si partiva.
 
Mi addormentai e si arrivò all’aeroporto di Londra circa due ore dopo.
Scendemmo, ci raccogliemmo e poi ci mandarono nelle nostre rispettive famiglie.
Già mi mancava tanto Giulio.
 
Buuh c:
Come state?
Ecco il quinto! Spero vi sia piaciuto!
Adesso vado..baci. :)
  
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