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Autore: Francy_92    30/10/2012    7 recensioni
Gaia e Andrea sono compagni di scuola ma in classi diverse. Entrambi devono iniziare il quinto. Lei linguistico, lui scientifico. Prima che finisse l'anno prima, è stato annunciato un progetto scolastico che prevede un soggiorno di tre settimane in Inghilterra. Lui, rubacuori e bello, è conosciuto da tutti; lei, riservata e con un peso sul cuore, non conosce praticamente nessuno. Sin dal viaggio di andata cominciano a litigare, fin quando... qualcosa cambierà gli eventi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A true love story never ends''
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Buongiorno/ buon pomeriggio.
Eccomi con un altro capitolo di Andrea e Gaia. Avrei dovuto pubblicarlo stamattina, ma TinyPic mi ha fatto impazzire, bloccandomi tutto il computer -_-
Comunque, sono qui! Purtroppo devo uscire, quindi non ho più il tempo di continuare a rileggere; per questo motivo, se ci sono degli errori, per favore, ditemelo! ;)
Adesso vi lascio leggere.

Let's blame it on September

-Capitolo 5-
  *Posso baciarti?*


Sono seduta sul letto da circa mezz’ora.
I miei vestiti sono sul letto e non so ancora se andare con Andrea o no.
Lui è in cucina a giocare con il cane, ma credo abbia voluto lasciarmi un po’ da sola.
«Toc toc» sento in un perfetto accento inglese.
«Avanti» dico alzandomi dal letto.
«Come stai?» chiede Michelle.
«Potrebbe andare meglio»
«Si tratta del tuo amico?»
«Si e no»
«Ti va di parlarne?! Mi sono accorta che non hai molti amici qui»
«Purtroppo si»
«Eppure è strano perché sei una bellissima donna, sei gentile e spiritosa»
Arrossisco e abbasso lo sguardo. Non sono abituata a ricevere complimenti.
«Grazie» mormoro semplicemente.
«E' la verità»
Le sorrido e guardo il vestito appoggiato sul letto.
«Dovete uscire stasera?!» chiede sedendosi sul letto di Andrea.
«In teoria si, ma non credo di sentirmi pronta»
«Perché?»
«Perché dovrei andarci con Andrea e lui… lui ha baciato un’altra»
Michelle resta in silenzio; mi prende la mano e la stringe forte.
«Ho detto alla mia amica che non ho una cotta per lui, ma ho paura che sia così; cioè, io lo odio, o meglio lo odiavo… oddio non lo so» mi metto le mani nei capelli stendendomi sul letto.
«Secondo me dovresti andare alla festa e divertirti. Non puoi permettere ad un ragazzo di condizionarti la vita»
«Già» mormoro alzandomi. «Hai ragione» dico più decisa.
«Bene. Quindi uscirai?»
«Si» rispondo sorridendo.
«Grande» esclama Michelle alzandosi dal letto «Metterai quello?»
«Si, ti piace?»
«E’ bellissimo. Ottima scelta»
Sorrido e lei fa lo stesso prima di uscire dalla camera. Qualche secondo dopo entra Andrea.
«Ehi» mormora.
«Ciao» rispondo io meno in imbarazzo.
Ho appena ammesso di avere una cotta per lui, un po’ mi sento scema, ma almeno non mi sento in imbarazzo. Forse è il discorso appena fatto con Michelle, perché sono sicura che tra poco mi sentirò in super iper stra imbarazzo.
«Io vado a prepararmi» dice prendendo i suoi vestiti dalla valigia e uscendo dalla camera. Probabilmente si cambierà in bagno.
Non ha detto nulla. Non mi ha chiesto se voglio andare con lui o se preferisco, alla fine, stare a casa.
Decido di cominciare a prepararmi. Approfittando della momentanea uscita dal bagno di Andrea mi lavo i denti e il viso.
Quando ritorno lego i capelli e comincio a truccarmi. Non sono mai stata brava a farlo, ma stranamente stavolta ci riesco.
Quando ho finito, indosso il vestito: un tubino blu ricoperto di pizzo e con un cinturino in vita marrone, e metto le scarpe, un paio di decolleté beige. 
Andrea entra all’improvviso. «Oh scusa…» esclama guardandomi.
«Non preoccuparti» rispondo io voltandomi.
«Quindi vieni?»
«Si» rispondo soltanto.
Sono sicura che a metà serata vorrò andarmene.
«Sei pronta?!» chiede dopo aver allacciato le scarpe.
«Si» rispondo spruzzandomi un po’ di profumo.
Mentre indosso il cappotto gli sento dire, anzi balbettare… «Stai…stai davvero bene»
«Grazie» mormoro e prendo la borsetta. «Andiamo» aggiungo.
«Michelle, noi stiamo andando» dico entrando in cucina. Il rumore dei tacchi mi piace.
«Divertitevi e state attenti» dice. 
«Certo. Grazie»
Quando ritorno da Andrea, lui ha già aperto la porta e mi sta aspettando fuori.
Come al solito non parliamo mentre percorriamo la salita. Adesso mi sento così in imbarazzo che preferirei non essere con lui.
Sento le mani dentro le tasche prudermi e non so perché. Vedo una parte della sua mano che fuoriesce dalla tasca dei jeans e vorrei stringerla.
No, no, no,  no, no… ma che assurdità sto pensando?! Il profumo mi ha fatto male.
Andrea ritorna a fare lo stronzo, ti prego… ritorna a farti odiare!!
Non vedo l’ora di arrivare in centro ma, quando mi rendo conto che non sono maggiorenne, mi fermo di colpo: non mi faranno entrare nel locale!
«Che fai?!» chiede Andrea voltandosi.
«Non sono maggiorenne»
«E quindi?»
«Non posso entrare nei locali»
«Non preoccuparti. Non li dimostri diciassette anni»
«La mia carta d’identità si, però»
«Allora ti faremo entrare in qualche altro modo, non preoccuparti»
Annuisco poco convinta e riprendiamo a camminare.
«Perché stai facendo tutto questo?!»
«Cosa vuoi dire?»
«Fino a qualche giorno fa te ne saresti fregato di me, invece oggi è come se tutto quello che c’è stato tra di noi non sia mai esistito»
«E cosa c’è stato tra di noi?!» chiede guardandomi malizioso.
«Odio» rispondo velocemente. «Soltanto quello»
Lui sospira e sorride, poi parla «Diciamo che ti abbiamo tutti sottovalutata. Non sei una sfigata. Non hai molti amici, ma sei simpatica, quando vuoi»
«Quando voglio?!»
«Si. Penso ancora che tu sia una stronza, ma sei anche simpatica»
«Ah grazie»
«Beh, prego. In fondo tu pensi la stessa cosa di me, no?!»
«Che sei uno stronzo?! Assolutamente si»
«Ecco» risponde ridendo.
«So che ti saresti divertito di più con i tuoi amici; mi dispiace che ti abbiano messo con me; ammetto di non essere una gran coinquilina»
«Secondo te perché passo poco tempo a casa?»
Ah ecco… annuisco e mi siedo sulla panchina della fermata dell’autobus.
«Sta arrivando» mi dice Andrea alzandosi per prendere la tessera dalla tasta posteriore dei pantaloni.
Sospirando, mi alzo anch'io e, dopo essere saliti sull'autobus, non diciamo praticamente nulla.
Quando salgono anche Luigi ed Elena mi ricordo del motivo per cui mi sento così. Luigi si siede accanto a me mentre gli altri due se la spassano dietro di noi.
Sto per mettermi a piangere.
«Stai proprio bene» mi dice Luigi avvicinandosi un po’ a me.
«Grazie»
«Ti presenterei il mio fratellone inglese ma a lui non interessano le bambine» dice ghignando.
«Divertente…» mormoro.
Il caro Luigi dimentica che anche sua cugina ha la mia età ma, nonostante questo, il suo amico ci sta con lei.
«Siamo arrivati. C’è mio fratello là fuori» dice Luigi premendo il pulsante.
Una volta scesi Andrea si comporta da perfetto stronzo. È ritornato in lui. Mi lasciano indietro e, tra risate e battutine, si dirigono verso il locale.
Io mi fermo a guardarli e, quando decido che per me è veramente troppo essere ignorata in questo modo, decido di andarmene al McDonald lì vicino.
Sono un po’ troppo elegante per un posto del genere, ma almeno mangio e nessuno mi prende in giro.
Sento il cellulare squillare dentro la borsa e, quando lo recupero, vedo da chi proviene la chiamata: la ignoro. Finisco il mio panino e mi butto a capofitto sull'enorme sacchetto di patatine. Dopo, voglio anche il gelato.
Il cellulare continua a vibrare, ma io lo ignoro alla grande.
Voglio che si preoccupi.
Quando esco da McDonald sono le dieci e tra un’ora, fortunatamente, devo riprendere l’autobus.
«Gaia!» mi volto di scatto e ritrovo, davanti a me, Max.
Ammetto che sono sollevata di vederlo.
«Ciao»
«Ma stai sempre da sola?!»
Grazie per avermelo fatto notare, eh!
«No, stavo ritornando dai miei amici»
«Ti va di fare una passeggiata?» chiede.
«Certo. Devo essere qui tra un’ora però»
«Ti accompagnerò, non preoccuparti»
«Grazie»
Cominciamo a camminare in silenzio. Si sente soltanto il rumore dei miei tacchi e della musica che proviene da un paio di discoteche. Pensare che Andrea è in una di quelle, con la lingua nella bocca di Elena, mi fa rabbia e mi rende estremamente triste.
Sto per ammettere, di nuovo, di avere una cotta per lui.
Vorrei tanto che non fosse così, perché è così sbagliato che non posso avere una cotta per Andrea Ferrari.
Mi chiedo perché io ce l’abbia!
Ha fatto il carino con me, ok… ma per un giorno. Non posso prendermi una cotta in un giorno! E i quattro anni di odio dove li mettiamo?!
No, deve assolutamente esserci un'altra spiegazione per cui mi senta così.
«Sei silenziosa stasera»
Oh cavolo! Max. Mi ero dimenticata di lui. Alzo gli occhi al cielo. Andrea è capace di non farmi pensare ad altro. È totale!
«Scusa, è che… è stata una giornata pesante»
«Tanto da fare per la scuola?!»
Rido amaramente «A dire il vero non ho fatto proprio nulla. Me ne sono completamente dimenticata» confesso.
«Strano, ti credevo una ragazza studiosa»
«Lo sono, ma certi avvenimenti mi stanno travolgendo»
«Per avvenimenti ti riferisci a quell’Andrea Ferrari?» chiede guardando dietro di me.
«Eh?» Mi volto anch' io e mi accorgo di Andrea che corre verso di noi. Oddio!
Quando arriva non dice nulla, si limita soltanto a scagliarsi contro Max con un cazzotto sul suo zigomo che scaraventa il poverino per terra.
«Andrea!!» esclamo cercando di fermarlo.
«Stai lontana da lei!!!!!» ringhia lui prendendomi per mano e portandomi verso la fermata degli autobus.
«Lasciami» gli dico, ma lui mi tiene ancora più stretta. «Andrea!!!» urlo, facendo voltare alcuni passanti.
«Andiamo a casa»
«No! Ero con un amico. Cosa vuoi da me?» continuo ad urlare.
«Stai zitta! Altrimenti tra poco ci ritroveremo dentro ad una macchina della polizia. Vieni qui» dice e, prendendomi di nuovo per il polso, mi porta verso il parco.
«Non ci vengo lì con te. Lasciami andare Andrea»
«Vieni!» esclama.
«Si può sapere che vuoi da me?! Mi hai sempre ignorata e odiata e le cose andavano una meraviglia; perché adesso ti stai comportando così?!»
«Perché non ti odio» mormora lui mentre continuiamo a camminare.
«Beh, io si. Lasciami andare. Tu tornatene da Elena»
Cazzo!
«Che hai detto?!»
«Niente»
Andrea si ferma e mi mette davanti a me «Che cosa hai detto?» chiede ancora.
Non rispondo e comincio a guardare da un’altra parte. «Gaia!!»
«Ah, allora te lo ricordi il mio nome!»
«Che cosa hai detto?!»
«Perché sei qui con me?! Elena ti starà aspettando»
«Elena?! Che c’entra lei?»
«Non state insieme?»
«Siamo stati insieme»
Cosa?!
«Gaia, non sto con nessuna»
«E allora perché te ne stavi avvinghiato a lei oggi?»
Ci guardiamo per qualche secondo, ma io abbasso subito lo sguardo «Scusa, non sono affari miei»
«Perché, ti ha dato fastidio?»
«Non mi ha dato fastidio»
«E allora perché me lo stai dicendo?»
«Andrea…» lo chiamo. Lui si sta avvicinando troppo a me.
Provo a fare un passo indietro, ma le sue mani  finiscono sul mio fondoschiena avvicinandomi di più a lui.
Che sta succedendo?!
Il mio cuore sta andando al galoppo. Le mani mi sudano e ho gli occhi spalancati sul ragazzo davanti a me che sta per baciarmi.
«Stai calma» dice all’improvviso.
«Sono calma» rispondo cercando di non far tremare la mia voce.
«Certo, come no. La vena del tuo collo sta per scoppiare» dice e si abbassa per baciarla.
Il contatto delle sue labbra con la mia pelle mi fa male, come se bruciasse, ma è fantastico; terribilmente piacevole.
«Andrea?»
«Hm?» mormora. Le sue labbra sono ancora sul mio collo.
«Perché lo stai facendo?» chiedo. Posso sembrare lucida al momento, ma non lo sono. Questa domanda lo dimostra.
«Non posso baciarti?»
Si «No»
Andrea si allontana di scatto e piega la testa di lato «Che ti prende?»
«Mi prende che non sono una delle puttanelle che ti fai di solito. Non sono come le ragazze che frequenti di  solito»
«E questo mi piace»
«Il fatto che la tua lingua, magari fino a dieci minuti fa, fosse dentro la bocca di Elena non lo dimostra»
«Ma si può sapere perché ti poni questo problema?! Che ti frega se bacio Elena»
«Mi frega e basta. Adesso voglio tornare a casa» dico e mi libero delle sue mani. Ritorno velocemente indietro e attraverso la strada. 
Per fortuna l’autobus arriva quasi subito, così sia io che Andrea riusciamo a prenderlo.
«Sei gelosa» mi dice all’orecchio.
«Io! Gelosa?! Di uno come te, poi?. Non credo proprio»
«E allora perché ti ha dato così fastidio che io abbia baciato Elena?»
Trova una scusa Gaia; trova una scusa!!
«Non lo so perché mi ha dato fastidio. Ti ho già detto che non sono affari miei e ti ho chiesto scusa»
«Ammettilo che ti piaccio» dice.
Cerco di ignorarlo, ma è difficile quando si ha una bottiglietta di profumo vivente seduta accanto. È così bello. Sa di Andrea.
«Non mi piaci Andrea. Perché dovresti piacermi?» chiedo.
Mento spudoratamente, ma devo farlo. Se dovessi rivelargli che mi piace e che ho una probabile e madornale cotta per lui, mi prenderebbe in giro per il resto della mia vita.
«Perché sono stato gentile con te, perché sono bello e ricco, perché mi hai visto in boxer e solo questo dovrebbe già farti cadere ai miei piedi»
Mi volto e lo guardo sorridendo. «Modesto, davvero»
«Dico solo la verità»  risponde lui guardando davanti a se.
«Te la dico io un’altra verità» dico vicino al suo orecchio. Lo sento irrigidirsi e trattenere il fiato. «Mi piaci solo perché sei stato gentile e carino con me un giorno, anzi, mezza giornata! Puoi fare di meglio Ferrari» 
Quando mi rimetto composta al mio posto mi guarda. «Posso fare di meglio?» chiede.
«Si» rispondo sorridendo e guardando fuori.
«Vuoi dire che se fossi più carino con te, potrei piacerti?»
«Premi il pulsante Andrea» dico guardandolo. Lui ricambia lo sguardo «Il pulsante» dico di nuovo e, finalmente, dopo qualche secondo, lo preme.
L’autobus si ferma e per fortuna posso respirare nuovamente aria pulita e che non sa di Andrea.
«Non mi hai risposto» dice mentre percorriamo la strada di casa.
«Non meriti una risposta, semplice»
Andrea guarda davanti a se e annuisce «Facciamo una gara» dice fermandosi in mezzo alla strada.
«Che gara?»
«Prima di arrivare a casa ci sono altri due incroci e qualche metro. Se arrivo prima io mi rispondi e dormo con te; quel letto piccolo mi sta uccidendo»
«E se arrivo prima io?» chiedo alzando un sopracciglio.
«Si presume che tu abbia accettato»
«Può darsi»
«Beh, nel caso in cui tu riuscissi a battermi puoi evitare di rispondermi tenendo tutto per te e dormirai da sola»
«Non sei il tipo a cui piace perdere, vero?» chiedo togliendomi le scarpe.
«Ragazza intelligente» risponde indicandomi con il dito.
Rido e mi lego i capelli. Riprendo le scarpe e cerco di farmi forza mentalmente. So che non vincerò,  ma devo provarci, perché non voglio passare un’altra notte con Mr Simpatia.
«Sei pronta?!»
«Ho altra scelta?!»
«Potresti rispondermi e lasciarmi dormire con te; così ci risparmieremo una doccia alle undici di sera»
Lo guardo e scoppio a ridere. «Cos'hai da ridere?!» chiede ridendo a sua volta.
«Mi piaci già» confesso e comincio a correre. Per fortuna siamo in discesa. Riesco a superare quasi subito il primo incrocio e, quando mi volto, vedo che lui si è appena messo a correre. Probabilmente ha dovuto metabolizzare quello che gli ho detto.
Corro fin quando Andrea non mi blocca e praticamente arriviamo davanti casa nello stesso momento; però se Andrea non mi avesse afferrata per il braccio, sarei arrivata prima di lui.
«Non posso permettere ad una ragazza di battermi» dice con il fiatone.
«Non sei corretto» rispondo ridendo.
«Fino a mezz’ora fa avresti voluto schiaffeggiarmi mentre adesso stai tra le mie braccia»
Mi allontano di scatto e, dopo aver recuperato la chiave, entro in casa.  Mi tolgo le scarpe che lascio davanti al letto e salgo in bagno.
Non so perché la sua ultima affermazione mi ha turbata così tanto. Comunque avrei volentieri continuato  a stare tra le sue braccia.
Mentre sono seduta dentro la vasca, intenta a sciacquare i piedi, bussa qualcuno.
«Gaia? Mi fai entrare, per favore?» chiede sottovoce.
«Ho quasi finito» rispondo asciugandomi i piedi e mettendo a posto velocemente.
Apro la porta e me lo ritrovo davanti, in tutta la sua fottuta bellezza.
«Ho detto qualcosa che ti ha turbata?» chiede.
Faccio segno di scendere giù e lui, silenziosamente, mi segue.
«Allora?» chiede ancora dopo aver chiuso la porta della nostra camera.
Mi siedo sul letto e lo guardo. «Non voglio pensare che mi è piaciuto stare tra le tue braccia»
«Non c’è niente di male»
«Non ci sarebbe nulla di male se poi tu non cominciassi a prendermi in giro»
«Non ti sto prendendo in giro»
«Adesso magari no, ma domani mattina appena sarai di nuovo con quelli della tua specie, dirai che la sfigata di tutta la scuola si è presa una cotta per te e comincerete a scherzare su questo»
«Ti sei presa una cotta per me?» chiede ridendo.
Oh merda!
Oh mio dio, cosa ho combinato!
«Era per dire!» esclamo cercando di riparare.
«Bianchina, ti sei presa una cotta per me?!»
«No, idiota!!» urlo tirandogli un cuscino in faccia.
Mi guarda un po’, poi prende un lungo respiro e parla «Non ti prenderei in giro, anche se fosse»
«Non è così, quindi possiamo anche smettere di pensarci»
«Ok»
Mi abbasso a prendere il pigiama ed esco cercando di non guardarlo.
Una volta chiusa in bagno mi do dell’idiota da sola e, dopo aver sbattuto più volte la testa al muro, mi cambio, lavo i denti e scendo piano in camera.
«Odio quel pigiama lo sai?» dice Andrea mentre spegne il computer.
«Non preoccuparti tra due settimane non lo rivedrai più»
«Beh, comunque» dice mentre si toglie i jeans sostituendoli con i pantaloni di una tuta. «Buon compleanno» aggiunge togliendosi anche la camicia.
«Grazie» mormoro imbarazzata.
Velocemente mi metto a letto e gli do le spalle.
«Fammi spazio» dice mentre solleva le coperte.
«Che stai facendo?» chiedo.
«Mi sto mettendo a letto»
«Non nel mio!»
«Sono arrivato prima di te»
«In teoria sarei arrivata per prima, tu mi hai bloccata!»
«Appunto, quindi sono arrivato prima io»
«No. Andrea, non possiamo dormire nello stesso letto»
«Eh dai… E’ davvero scomodo quel letto» dice serio.
Accidenti. Guardo il letto e guardo di nuovo lui che mi fa gli occhi dolci.
«Va bene» dico.
Alla fine sono costretta ad arrendermi!
«Grazie» risponde contento stendendosi con le braccia dietro la testa.
Sbuffo e gli do le spalle.
«Quanti anni compi?» chiede dopo qualche minuto di silenzio.
Non rispondo subito, anche perché voglio capire se è serio o se sta cercando un pretesto per prendermi in giro.
«Bianchina?»
Per la prima volta dopo quattro anni questo nomignolo mi fa sorridere. «Diciotto» rispondo.
«Sarai contenta di festeggiarlo qui» dice ancora.
«Non proprio»
«Come mai?»
«Con chi dovrei festeggiare?! A casa avrei avuto la mia amica e mia madre»
«Hai me»
Mi volto e lo guardo «Te?» Alzo un sopracciglio e lui annuisce.
«Non credo proprio»
«Perché no?! Vedi! È questo che non capisco di te. Perché quando qualcuno mostra interesse nei tuoi confronti tu devi rispondere con questo scetticismo super tagliente»
«Tu non sei interessato a me. È solo una cosa momentanea. Stai cercando qualsiasi cosa ti piaccia in me per rendere più sopportabile la tua permanenza qui»
Sta per rispondere, ma…
Le sue labbra sono sulle mie e si muovono delicatamente. Ho gli occhi spalancati e le guance rosse come un semaforo. Lui mi guarda e richiude gli occhi cercando di approfondire il bacio. Le sue mani si posano sulle mie guance, accarezzandole. Dopo questo suo gesto mi lascio andare.
Dischiudo le labbra e ricambio il bacio.
Il mio primo vero bacio.
Oh Dio, non posso credere che lo stia dando a lui. Andrea!!
«Che sto facendo?» mormoro.
«Shh»
Senza staccarsi dalla mia bocca si alza per distendersi su di me.
Continuiamo a baciarci… io sotto, lui sopra.
Ammetto di sentirmi un po’ a disagio durante il bacio, ma questa sensazione aumenta ancor di più quando lui comincia a baciarmi il collo, scendendo fino al mio seno, per fortuna coperto dal pigiama.
«Andrea…» mormoro.
«Tranquilla»
«Andrea, ti prego; fermati»
«Che succede?»
«Fermati»
Lui mi guarda e mi lascia un ultimo bacio sulle labbra. Si stende al mio fianco e io, imbarazzata, faccio lo stesso, cercando di regolarizzare il respiro.
«Buonanotte» dico velocemente voltandomi di nuovo.
Che vergogna.
Come farò nei prossimi giorni?
E domani mattina?!
Oh mio dio.
Cerco di non muovermi e di non avvicinarmi troppo a lui e, quando riesco ad addormentarmi, lo sento vicino a me.

 

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Capitolo finito...
Che ve ne pare?
Per eventuali spoiler, potete fare un saltino sul mio gruppo facebook "FrancyEFP"
Adesso vado!! :*
Al prossimo martedì.
Un bacio,
Francy.

   
 
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