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Autore: cyrusfiancee    30/10/2012    13 recensioni
'Ti donerò la vita dovesse essere necessario' Meredith baciò la mano di Justin.
'Non te lo permetto' ormai le lacrime sfuggivano dagli occhi del ragazzo.
'Era una promessa; Ti proteggerò per sempre' e così Meredith entrò in sala operatoria, lasciando in quel freddo edificio da solo il suo unico vero amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando guarderò il cielo ed intravederò il tuo sorriso tra le nuvole, capirò di non averti mai perso.
Capirò di averti davvero per sempre accanto.
Capirò che quella promessa rimarrà nel tempo.
Il tuo cuore sarà sempre il mio.

                                                                                                                                                Terzo Capitolo



Mentre i ragazzi si rigiravano nel letto, cullati ancora dal proprio sonno, qualcuno bussò pesantemente alla porta.
Il ragazzo si alzò a fatica dal letto, dirigendosi verso essa.
“Polizia aprite” dallo spioncino Justin vide due agenti. Guardò Meredith, che si era appena svegliata e le fece segno di fare silenzio, e così lei fece.
“Aprite, stiamo cercando Justin Bieber”.
Erano in trappola.
Non c'era via di fuga.
Non sarebbe tornato a casa, non poteva adesso, non tanto per lui, ma per la sua amica.
Non l'avrebbe abbandonata.
Era una promessa.
Un'idea gli balzò in mente all'istante; prese la sedia, la posizionò davanti alla porta, così che i due uomini avrebbero impiegato più tempo nel sfondarla, e con un abile scatto prese in braccio la ragazza, aprì la finestra e si arrampicò sull'albero adiacente ad essa, ringraziando mentalmente l'agilità che aveva accuratamente coltivato, quando si sentiva solo e voleva solo scappare da quella casa, per strimpellare davanti al teatro della cittadina.
I due amici si appostarono su un ramo, mentre la ragazza tremava come una foglia.
“Ssssh, Meredith, andrà tutto bene. Stanno cercando me, non te. Dopo ti spiegherò tutto, adesso però devi fare silenzio. Aspetteremo qualche minuto, quando vedremo andar via la macchina della polizia da questo vialetto, scenderemo piano dall'albero e andremo via anche noi” la tranquillizzò il ragazzo.
Stettero una decina di minuti in silenzio, con le mani intrecciate, mentre piccole silenziose lacrime rigavano il volto della ragazza.
La paura di perdere quella possibilità di libertà.
La paura di perdere il suo compagno di viaggio.
La paura di perdere quelle nuove sensazioni.
Strinse forte la sua mano, facendo sibilare Justin, che la guardò sempre più intenerito, così da sciogliere ogni sua paura.
La volante sfrecciò dal vialetto dopo pochi minuti.
Il ragazzo si assicurò che non ci fosse più nessuno, scese dall'albero e incitò Meredith a saltare, senza ottenere risultato.
“Dai Meredith salta, non ti farai male”.
“Justin, io soffro di vertigini”
la bionda abbracciò l'albero.
“Io ti prendo. Chiudi gli occhi. Fidati”.
La paura di cadere, poteva superare la fiducia nei confronti del nuovo amico?
Si lasciò andare, e atterrò delicatamente tra le braccia del biondo, che l'afferrò con gran cura.
“Visto? Non ti lascerò cadere” le fece l'occhiolino Justin.
“Ummmh, ora puoi mettermi a terra, però” presero entrambi visibilmente colore, e il ragazzo appoggiò a terra la ragazza.
I will catch you if you fall 
But if you spread your wings 
You can fly away with me. Ti piace? 
canticchiò il ragazzo.
“E' bellissima Justin” sorrise lei.
Con quel sorriso che solo Dio sapeva donare.
Dopo mesi, finalmente Justin riuscì a comporre qualche nuova strofa, e dovette tutto a quel suo nuovo angelo.
Salirono in macchina, e velocemente si rimisero in cammino.

Poche ore dopo, quando Meredith si risvegliò dal suo riposino, cominciarono a chiacchierare, quando arrivò per Justin, la domanda tanto temuta.
“Perché la polizia ti sta cercando?”.
“Perché sono scappato”
cercò di rimanere impassibile lui.
“Da chi?”.
“Dai miei genitori adottivi”.

“Perché?” l'irrefrenabile curiosità di Meredith aveva preso inizio.
“Perché non mi lasciavano realizzare il mio sogno” Justin guardò la chitarra.
“Suonare e cantare?” chiese lei.
Justin fece cenno di sì, col capo.
“E i tuoi genitori veri?” abbassò un po' la voce, come per non ferire troppo i sentimenti del biondo.
“Sono morti, quand'ero molto piccolo” rispose in tono severo lui.
“Come?”.
“Ti prego Meredith, basta”.

Conclusero così la conversazione.
Parecchi minuti dopo Justin si ricordò di una cosa fondamentale.
“Merda. La carta d'identità” urlò il ragazzo.
“Neanche io ne ho una Justin”.
“Sì, ma senza la mia non possiamo fare niente. Non posso portarti a fare il test, e per farlo dobbiamo uscire dalla contea. Al momento sono un ricercato, ergo ci serve una carta d'identità”.

Meredith vide infrangersi tutti i sogni.
“Stai calmo Justin. Non puoi rifarla? Sarai ricercato, ma quando vai all'anagrafe puoi semplicemente dire che sei un altro” la ragazza poggiò la sua mano sulla gamba del ragazzo, come per tranquillizzarlo.
“Sei un genio Meredith! Un genio! Questo rallenterà il nostro piano, ma è comunque l'unico modo, perciò tentare non nuoce. Alla prossima cittadina ci fermeremo e faremo una carta d'identità anche a te” Justin fece un sorriso a trentasei denti, stampando un bacio fugace sulla guancia della ragazza.

“Justin, ho fame” una faccia fa cucciolo comparve sul volto della ragazza.
“Anche io Meredith, davvero tanta fame”.
“Guarda, c'è un autogrill, fermati, fermati”
lo pregò.
“Non possiamo. Non posso farmi vedere” disse sconsolato lui.
“Vado io. Tu aspettami in macchina” propose lei.
Il ragazzo accostò la vettura, e osservò ogni minimo passo della bionda, verso l'entrata, come per proteggerla anche solo mentalmente.
Pochi minuti dopo tornò con due panini enormi al prosciutto cotto.
“Tadaaaan” fece lei, tutta felice.
“Meredith, stai diventando una donna di mondo” la guardò fiera Justin.
“Ed ecco l'allievo che supera il maestro” fece un piccolo inchino.
“Beh, adesso non esagerare eh” ironizzò Justin.
“Questa cosa rosa dentro al panino è buonissima! La mia vita senza questo cibo è stata davvero una perdita di tempo” disse a fatica con la bocca piena.
“Sì, beh, sono contento Meredith. Ma chiudi quella bocca, altrimenti mi sporchi tutto la macchina” rise di gusto lui.
“Oh, scusa” Meredith prese un fazzoletto, ed iniziò a pulire ogni punto dell'auto.
“Stavo scherzando” ormai Justin stava letteralmente rotolando dal ridere.
“Non prendermi in giro” fece il broncio.
“Altrimenti?” assunse uno sguardo di sfida.
“Altrimenti ti rubo il panino” con un'agile scatto la ragazza, tolse di mano il panino al ragazzo, affondando i suoi denti tra il morbido pane, quando Justin poggiò la testa sulla spalla della ragazza, mostrando la faccia più tenera che potesse fare, così da sciogliere l'animo duro della bionda, che in men che non si dica, gli ridiede il panino.


“Meredith fai parlare me, e non entrare nel panico. Le bugie non sono il tuo forte, quindi fai fare tutto a me”.
I due compagni di viaggio fecero ingresso all'anagrafe, dirigendosi verso il primo bancone presieduto da una ragazza.
Justin aveva un piano.
“Ehi ciao bella” il ragazzo ammiccò alla donna sulla ventina, seduta sulla sedia di fronte a lui, che si sistemò una ciocca dietro l'orecchio e arrossì fortemente.
Meredith provò un impulso, inspiegato, di rabbia.
“Ciao caro, e salve a lei” rivolse uno sguardo disgustato alla bionda.
“Senta. . Io e mia cugina avremmo bisogno di un favore. . Abbiamo perso le nostre carte d'identità ad una festa ieri sera, e non vorremmo farlo sapere ai nostri . . Potrebbe gentilmente farcene due sul momento? Siamo entrambi maggiorenni. . “ Justin si leccò ripetutamente il labbro superiore, mandando in tilt la donna.
“Oh, beh certo. Mi dica i dati”.
“Ok. Allora io sono Derek Alien, e lei è Meredith Marlow. Entrambi diciottenni, nati a Londra, in Ontario, in Canada, ed entrambi l'uno marzo del 1994. Professione studenti. Io sono alto 1.72 metri e lei 1.60. Occhi castani, beh io, e lei verdi”.

La ragazza prese attentamente i dati, segnò tutto su di un foglio, si alzò dalla sedia e pochi minuti dopo comparve con le carte d'identità.
“Bene, arrivederci”.
I ragazzi si voltarono ed uscirono velocemente dalla grande sala.
“Ora dobbiamo cambiarci i vestiti, perciò stanotte alloggeremo qui, domani cercheremo qualche negozio e troveremo qualcosa di nuovo. Il proprietario del motel potrebbe descrivere i nostri vestiti, sarebbe più facile trovarci. Sei sicura di voler stare con un ricercato?” Justin rivolse uno sguardo d'attenzione alla compagna.
“E tu sei sicuro di voler stare con un ex prigioniera che non conosce nulla della vita, se non la felicità di stare con una persona speciale come te?”.











 

Spazio Autrice;

Sceeeeeeeo, mmmmeoooooww.
Ok, bene, dopo il mio ingresso da gatttttino parliamo della storiella; 
Alllluuuuura, questo capitolo ve gusta? respirate per un sì, toccatevi le sopracciglia con la lingua per un no *muahahahahah*
Beh, credo abbiate capito che aspetto le dieci recensioni per postare, ma ci tengo che questa storia sia seguita, recensita ecc, perché, boh, credo che meriti davvero *modestiamodeon*, lol.

Vi voglio beeeene.

sciaaauz,

sbii


 

  
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