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Autore: ShiningC    30/10/2012    1 recensioni
Cos’era successo non l’avevo capito.
Non l’avrei mai capito.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Verde. Una pietra. Smeraldo. Non vedevo altro.
Ero da qualche minuto a contemplare quello spettacolo.
I suoi occhi erano l’unica cosa che riuscivo a vedere e non volevo staccarmi.
Erano così belli, limpidi, puri. Occhi che non sarebbero mai capaci di mentire e tanto meno di tradire.
Non mi sarei mai stancata di vedere quello spettacolo. Era il mio personale spettacolo.
Lo fissavo negli occhi da minuti ero rimasta incantata e lui lo sapeva bene. Mi capitava spesso e a lui non dispiaceva.

Nel frattempo giocherellava con una ciocca dei miei capelli. Mi ipnotizzava totalmente quel gesto.
Ero in uno stato di quiete assoluta. Niente e nessuno avrebbe mai potuto farmi uscire da quella bolla in cui sembravo rinchiusa.
O almeno in quel momento non potevo essere distratta da niente di esterno a me.

Un rumore fastidioso che proveniva dall’esterno mi stava innervosendo;  mi voltai e all’improvviso buio.



Erano le sette del mattino e aprii gli occhi. Era giorno. Il sole filtrava attraverso la finestra e finiva sul mio braccio, una sensazione di calore mi pervase.
Spensi la sveglia.

Un sogno.

Un fottutissimo sogno così fottutamente reale.
Erano varie notti che lo sognavo e ogni notte era sempre più intenso.
Lo odiavo. Lo odiavo da morire. L’ho sognato per così tanto tempo che sono riuscita ad odiarlo.
Eppure ancora non me ne facevo una ragione.
Mi svegliavo sola oramai, vicino a me nel letto non c’era nessuno, nessuno mi avrebbe portato la colazione in camera, nessuno mi avrebbe pregato di non andare a lavoro ma di rimanere altri 5 minuti.. nessuno.

 

Mi alzai e mi sedetti sul letto, guardai le mie gambe e lasciai oscillare i miei piedi in quel momento, come mai prima d’ora, ho desiderato che qualcuno fosse alle mie spalle e così, all’improvviso, senza motivo mi avesse abbracciato.

Nessuna parola.

Solo un abbraccio.
Un abbraccio lungo, di quelli che parlano da soli che dico ‘hey sono qui e non ti lascio più’.
Ma nessuno mi avrebbe dato quell’abbraccio, ero sola.


Quando decisi di uscire di casa quel sabato mattina tirava un leggero venticello che mi costringeva a ristringermi di più nel mio maglioncino.
Camminavo lungo il marciapiede e sentivo gli sguardi di tutti addosso.
Purtroppo quando si vive in una piccola cittadina dove tutti si conoscono automaticamente tutti sanno i fatti tuoi.
E la gente mormora, eccome se mormora. 
Mi misi le cuffiette nelle orecchie e proseguii, proseguii cercando di ignorare tutti quegli sguardi puntati addosso e quel brusio di sottofondo che nonostante la musica riuscivo ancora a sentire perfettamente. 
Non volevo essere guardata in quel modo.
Non volevo essere guardata in nessun modo in realtà.
A meno che a guardarmi non fosse stato Lui. Lui con i suoi occhi verdi smeraldo.
Quegli occhi soltanto potevano guardarmi perché ogni volta sapevo che mi guardavano per amore.
Non mi giudicavano, mai. Mi amavano. Mi amavano esattamente come faceva il loro proprietario.
Ma oramai quegli occhi non mi guardavano più.
Non c’erano più.
E io dovevo farmene una ragione.
E per questo non volevo che nessun altro mi guardasse.

 

Appena svoltai l’angolo della strada mi ritrovai sola.
Il molo si apriva dinanzi a me. 
Allungai il passo e raggiunsi la ringhiera di legno e guardai giù; vidi la sabbia e il mare che quel giorno era burrascoso.
Scesi la scalinata e mi tolsi le scarpe.
Camminavo a piedi nudi sulla sabbia umida, quella notte aveva piovuto e a quanto pare voleva piovere ancora.
Mi sedetti in un angolino, ammiravo il mare arrabbiato e i grandi nuvoloni che si avvicinavano.
Anche il cielo era arrabbiato quest’oggi.
Mi metteva una certa tristezza vedere le nuvole che si preparavano alla pioggia e quel giorno non avevo neanche l’ombrello ma pensavo che comunque peggio di così non poteva andare.
Oramai mi sentivo vuota, incompleta, persa... 
Smarrita era la parola che più mi si addiceva.
Da quando quegli occhi verdi che erano il mio punto fisso di riferimento se n’erano andati io mi ero smarrita.

Stetti sulla spiaggia più tempo possibile.
Quando decisi di alzarmi e tornare a casa per strada non c’era nessuno.
Sospirai di sollievo.
Tornai a casa e mi buttai sul letto, dormii. Mi sentivo stanca nonostante non avessi fatto niente in quella giornata.


Quando mi svegliai erano già del 7 del pomeriggio.
Non so quanto dormii, in quel momento sapevo solo che un mal di testa allucinante mi impediva di fare qualsiasi cosa, compreso ragionare.
Non era la mia giornata.
Non era mia la mia giornata da quando LUI  se n’era andato.
Oramai andavo avanti solo per inerzia.
Lui era il mio tutto, lui mi completava, lui mi dava un senso, una ragione, lui mi dava tutto.
In quel momento pensai che senza di lui io non avevo più senso. Quindi perché continuare?
Non pensai molto e mi diressi verso il balcone, quello era il nostro posto preferito.
Ci appoggiavamo alla ringhiera e contemplavamo il paesaggio, era la nostra cosa e da quando lui non c’era più io non mi ero più avvicinata a quel luogo.
Vidi le piante oramai appassite, lui solo se ne occupava e questo mi fece capire quanto grande era al sua assenza.
Guardai sotto, soffrivo un po’ di vertigini ed essere all’ottavo piano non aiutava certamente.
C’erano alcuni ragazzini che rientravano a casa, coppiette che passeggiavano e qualche gatto randagio.. a lui piacevano tanto i gatti.

E in quel momento volevo prendere quel gatto.
Volevo tenerlo in mano e accarezzarlo, lisciargli il pelo..
Mi sporsi un poco avanti per vederlo meglio, allungai la mano come se potessi afferrarlo realmente.

Non capii bene cosa successe.

Tutto quello che ricordo è un tonfo e il gatto che subito fece uno scatto verso sinistra e si nascose dietro un albero.
Faceva freddo, mi sentivo intontita e con un grosso peso sulle gambe.


 

Cos’era successo non l’avevo capito.
 Non l’avrei mai capito.
 Ma di una cosa ero certa; Amore mio, sto venendo da te, finalmente ci rincontreremo. E stavolta potremmo stare insieme per sempre, niente può dividerci oramai.

  
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